Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Ricorda la storia  |       
Autore: Triz    16/07/2015    2 recensioni
Una sera, Sherman Watson convince la compagna di college Cassandra Wood a seguirlo nella sfarzosa villa della nobile famiglia Wheatcroft, dove si mormora che da secoli abiti un fantasma.
Circa vent'anni dopo, Sherman ritorna a villa Wheatcroft, ma Cassie non è con lui.
Partecipa al contest Ombre del passato - Quando dimenticare è impossibile di _Vintage_. Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1
Passato

Quando si prepara il primo appuntamento tra due persone, di solito, alcuni pensano a una cena romantica con rose e violini, altri potrebbero ritenere più adatta una serata al cinema e altri ancora potrebbero pensare che portare a ballare il proprio partner sia una scelta ancora migliore.
Sherman Watson non apparteneva a nessuna di queste categorie.
Secondo Sherman, infatti, decise che non c'era nulla di meglio che portare Cassandra Wood, la compagna di college per cui aveva una cotta, a Villa Wheatcroft, infestata da un fantasma da più di due secoli.


«Professor Watson, c'è una visita per lei» annunciò l'assistente dell'insegnante di Storia contemporanea e Sherman rinunciò per il momento a lasciare il proprio ufficio. Si fece avanti un uomo piccolo e dalla faccia di topo che non attese l'invito di Sherman per accomodarsi su una delle sedie.
«Lei chi è?» chiese bruscamente Sherman incrociando le dita sul tavolo.
«Sono Edgar, il nuovo custode della Villa Wheatcroft» mormorò l'ometto e attese che Sherman reagisse a quell'affermazione, ma quando non accadde continuò: «È stato il mio predecessore a parlarmi di lei».
«Cosa vuole da me?».
«Vede, il mio predecessore mi ha parlato di un... problema che lei risolse vent'anni fa» rispose il signor Edgar: «Credevo che volesse impressionarmi, ma ora che la villa è stata nuovamente infestata ho bisogno del suo aiuto per risolverlo di nuovo».
«Non mi occupo più di fantasmi» disse freddamente Sherman: «Rivolgetevi a qualcun altro, non a me».
«Lo farei volentieri, signor Watson, ma sfortunatamente non posso».
«Cosa intende?».
«Intendo dire che questo fantasma ha chiesto espressamente di lei» rispose Edgar giocherellando con una penna che aveva preso dalla scrivania: «E non ha intenzione di abbandonare la villa finché non sarà soddisfatta la sua richiesta».
«Temo che si debba accontentare, perché io non ho più intenzione di occuparmi di fantasmi» ribatté irritato Sherman sottraendo la penna dalle mani di Edgar e rimettendola al suo posto: «E ora, se non le dispiace...».
Edgar si alzò con un sospiro e si diresse verso la porta, ma prima si voltò e sorprese Sherman a dare un'occhiata nostalgica a una foto del suo matrimonio che teneva sempre in ufficio: «Commette uno sbaglio, professor Sherman» disse il custode e uscì dall'ufficio.

«Sai, Sherman, credevo che mi avresti portata a ballare» osservò Cassandra Wood quando la vecchia macchina di Sherman Watson parcheggiò davanti al cancello della villa.
«Ballare? Nah, sarebbe stato troppo banale» rispose lui, poi scese dall'auto e accese la torcia che aveva portato con sé.
«Almeno mi vorresti dire cosa ci facciamo qui?».
«È per il mio lavoro».
«Tu hai un lavoro?» domandò Cassandra stupita e Sherman annuì, poi sollevò il mento a mo' di saluto verso l'uomo che veniva loro incontro, un tipo viscido e dall'aria imbronciata.
«Alla buon'ora, ragazzo, sei in ritardo!».
«Ho avuto da fare» rispose Sherman guardandosi i piedi ed evitando accuratamente di aggiungere che era stata colpa di Cassandra, che doveva finire di truccarsi: «Lei è Cassandra, stasera mi darà una mano» spiegò indicando la ragazza e lei si mise le mani sui fianchi.
«Se vuoi un mio parere, stasera vacci piano, che è di pessimo umore» sbottò il custode dopo aver apprezzato per un momento la presenza di Cassandra: «Come se già non lo fosse di per sé».
«Chi è di pessimo umore?».
«Il fantasma che gira da queste parti, bambola, il tuo ragazzo non te l'ha detto?».
Cassandra alzò gli occhi al cielo e sbuffò irritata, poi vide che Sherman aveva salutato di nuovo il custode e si era avviato lungo il sentiero lastricato di erbacce mettendosi in tasca le chiavi della villa.


«Di nuovo lei?» sbottò Sherman irritato quando, la sera successiva, trovò Edgar fuori dalla propria aula: «È inutile che continui a insistere, non tornerò a villa Wheatcroft!».
«Il fantasma mi ha detto di darle un messaggio» disse Edgar tranquillo mentre giocherellava con la sigaretta spenta.
«Ah, davvero? E quale sarebbe?» chiese Sherman sarcastico.
«Parola per parola?».
«Certo, parola per parola» sbottò Sherman ed Edgar mise in tasca la sigaretta con un sospiro.
«"Aspetto da vent'anni che mi porti a ballare"».
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: Triz