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Autore: kikka_67    16/07/2015    2 recensioni
Mi sono innamorata di lui gradualmente e contro la mia volontà, Will è il mio capo, l’amministratore delegato e azionista maggioritario di una importante azienda automobilistica. Ho lavorato come sua assistente per tre anni prima di essere improvvisamente promossa vicepresidente. Mi ha baciato la prima volta durante il party organizzato in mio onore e la furiosa attrazione che ci legava da tempo ha spezzato tutte le nostre incertezze, siamo finiti nel suo ufficio a far l’amor sulla sua scrivania, una fantasia erotica di entrambi. Fantastico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Stringevo la custodia bianca del  mio abito da sposa  tra le braccia  mentre fissavo le finestre illuminate dell’appartamento di Will, il mio fidanzato, l’uomo che da quattro anni diceva di amarmi e che domani sarebbe diventato  mio marito. Sentivo gli sguardi incuriositi dei passanti sfiorarmi e    forse anche io avrei notato una donna  che da ore se ne stava immobile davanti ad un palazzo senza dare segni di essere in attesa di qualcuno.  Infatti io stavo  aspettavo e basta. Aspettavo un segno che mi costringesse a credere che la mia vita fosse ad un punto di non ritorno.

 

- Il tuo uomo ti tradisce, sono tra le sue braccia. –

 


Il messaggio era stato inviato a notte inoltrata da un apparecchio con il numero celato,  ovvio. Il mio primo pensiero è stato, uno stupido scherzo prematrimoniale, domani ci sposiamo e qualche idiota ha pensato bene di dare il via alle prime avvisaglie dei festeggiamenti dell’addio al celibato di Will. Con uno sbuffo divertito avevo cambiato posizione nel letto e mi ero rannicchiata di nuovo sotto le coperte.
Ma all’alba ero in piedi davanti alla finestra a scrutare pensierosa le prime luci del mio ultimo giorno da nubile, durante quelle poche ore  la mia testa  aveva rielaborato  il messaggio  conferendogli  un altro significato,  più abbietto e angosciante. E se fosse  vero?
Oggi è un giorno importante, forse più importante  di domani, il giorno del mio matrimonio. Ho deciso di passarlo da  sola, ho bisogno  di tempo da dedicare a me stessa, per rimuginare sulla mia vita.  Da domani non ci sarò solo io, ma ci sarà un noi, tutti i giorni e mi auguro per tutta la vita. In realtà quel “noi” esiste già  da quattro anni e questo matrimonio è solo un mezzo per palesare  a parenti ed amici il nostro amore.
Mi sono innamorata di lui gradualmente e  contro la mia volontà, Will è il mio capo, l’amministratore delegato e azionista maggioritario di una  importante azienda automobilistica.  Ho lavorato come sua assistente per tre anni prima di essere improvvisamente promossa vicepresidente. Mi ha baciato la prima volta durante il party organizzato in mio onore e la furiosa attrazione che ci legava da tempo ha spezzato tutte le nostre incertezze, siamo finiti nel suo ufficio a far l’amor sulla sua scrivania, una fantasia erotica di entrambi. Fantastico.
Qualche anno dopo mi ha chiesto di sposarlo a Parigi, dove eravamo  per festeggiare il capodanno e il meraviglioso solitario che orna il mio dito è  una prova inconfutabile che non è  stato tutto un  sogno.    E invece adesso sono in attesa che il mio  mondo vada in frantumi, pensavo di amarlo e di fidarmi di lui  ma  forse mi sbagliavo.
Un taxi si ferma lentamente davanti al palazzo di Will e  con premurosa sollecitudine l’usciere si avvicina all’auto per aprire  la porta e porgere  la mano ad una donna elegante che gli rivolge un sorriso cortese, Elena.  
Inconsciamente stringo  più forte la custodia. Strano orario per una visita di cortesia, visto che ha un marito che l’aspetta a casa e il mio fidanzato dovrebbe essere quasi pronto per raggiungere i suoi  amici per la festa organizzata  in suo onore.


 Sono tra le sue braccia…. Sono tra le sue braccia….

 

Elena stava con Will,  per anni  aveva sopportato e perdonato tante cose, finché non l’aveva visto con i suoi occhi scoparsi la sua ex segretaria . L’aveva lasciato e  per vendetta si era sposata molto velocemente con un ometto insignificante, che aveva commesso solo uno errore  nella sua vita, innamorarsi della donna sbagliata.
Mi aveva sempre odiata e non l’aveva mai nascosto. Era convinta che mentre lei lo aspettava a casa,  io  mi divertissi  a trascinare il suo allora fidanzato  lontano da lei, utilizzando come scusa,  presunti impegni urgenti improrogabili. Nonostante l’atteggiamento composto e serio che Will esibisce  davanti al consiglio d’amministrazione, in realtà è un uomo dal temperamento irascibile e molto appassionato, indomabile a volte. Elena che non aveva mai smesso di amarlo e soffriva molto vedendolo così felice e innamorato.. di me.
Will è  stato   un fidanzato molto attento, dolce, generoso. Un fidanzato che si ricordava  di  tutte quelle stupidaggini a cui tante di noi tengono particolarmente, come  le date  di tutti i compleanni, di  tutti  gli anniversari.  Ma non sono  un’ingenua,  so benissimo che dietro a questa sollecita delicatezza  c’è Damian, il suo assistente,  il mio migliore amico.  Era lui che comprava  gli oggetti giusti  per farmi un regalo perfetto, era lui che organizzava cene, weekend e viaggi, che mi mandava i fiori ad ogni occasione importante.
Aspettai che Elena entrasse nel portone che l’uomo in divisa le teneva aperto e feci un cenno all’autista del taxi che prontamente si fermò davanti a me. Dopo avergli dato l’indirizzo della società di Will, mi appoggiai al sedile con un sospiro. Damian era certamente in ufficio. Era lui che mandava avanti il lavoro mentre lasciava al suo capo le cene di rappresentanza e a  me l’amministrazione.

 


§§§

 

 

Damian era ancora in ufficio, come sempre, ma aveva lasciato perdere le scartoffie da un pezzo. Il suo sguardo osservava senza vederlo il  tramonto del suo ultimo giorno in azienda. Aveva deciso di mollare e di ricominciare una nuova vita, lontano da tutti e soprattutto lontano da Kate e Will.
Domani a quest’ora sarebbe stata sua moglie e lui l’avrebbe persa. Una dolorosa contrazione gli attraversò il petto, non gli sarebbe passata molto presto e tutto questo dolore se lo meritava per non aver mai detto a Kate che l’amava. Si erano laureati insieme, amici da una vita, si erano presentati insieme al colloquio per entrare in azienda e tutti e due erano stati assunti, ma con il passare del tempo Kate era diventata l’assistente e poi la donna  del capo e lui il suo braccio destro.
Forse erano  stati  il fascino brizzolato e il  naturale portamento elegante ad incantarla, Will era un bel uomo,  ricco e  di successo. Ma solo a lui era permesso di constatare quanto in realtà fosse spietato e feroce negli affari. E quanto fosse freddo e calcolatore nelle sue interazioni con  le donne, era un bastardo senza scrupoli ma Kate l’aveva fatto innamorare e  domani sarebbe stata  sua per sempre. E purtroppo era assolutamente sicuro che se Kate aveva accettato di sposarlo era perché lo amava.
La vibrazione del cellullare lo distrasse dai suoi pensieri. – Dove sei? -  era il numero di Kate e quasi immediatamente digitò  una risposta sorpreso. Con un gesto verificò l’ora, erano quasi le nove e  quella sera era prevista  la festa con le sue amiche  per l’addio al nubilato.

- Avverti la vigilanza, sono all’ingresso. –


Con la mente completamente vuota,  chiamò la vigilanza e uscì dal suo ufficio per aspettarla davanti all’ascensore. Quando le porte si aprirono  le parve più giovane e insicura, mentre nei suoi occhi brillavano delle lacrime appena trattenute.
                
- Kate,  che succede? –
- Da quanto tempo  mi tradisce?  - chiese asciugandosi con rabbia gli occhi.
- Mi vuoi spiegare che diavolo vuoi dire? E perché non sei davanti a Will a fargli la stessa  domanda! – rispose indietreggiando nervoso.
- Lo sto chiedendo a te! Tu lo sapevi e non mi hai avvertita! Mi hai lasciato andare avanti in questa storia!! – lo aggredì furiosa.
- Non so di cosa tu stia parlando! –

Gli tese il cellulare in silenzio mostrandogli il messaggio. Damian lesse più volte incredulo,  possibile che non ci fosse un freno all’egoismo di Elena e alla stupidità di Will?
Kate gli prese il telefono dalle mani con uno strattone, non aveva bisogno di sentire parole prive di senso per avere la risposta che cercava. Bastava la sua espressione mortificata e quasi colpevole a confermare i suoi sospetti.

- Capisco.-


Aprendo con un gesto repentino la custodia che ancora stringeva tra le sue braccia, tirò fuori il meraviglioso abito bianco ricamato e con passo deciso si diresse nell’ufficio di Will. Lanciò il vestito sulla poltrona in pelle e di malagrazia prese dei fogli e una penna.

- Mi dimetto dalla carica di vice presidente e da quella di fidanzata. Non provare a cercarmi. Sono sicura che troverai un  giusto conforto  tra le braccia  della donna che ti stai scopando in questo momento. –

Sopra la scrivania lasciò anche il suo anello, il cellulare,  una serie di carte di credito che sfregiò con il taglia carte  e il suo cartellino di riconoscimento. Damian l’osservava basito mentre  seguiva i suoi gesti affascinato. Si avvicinò alla scrivania e lesse le poche righe scritte di getto dettate dal dolore.

- Sei sicura che è questo ciò  che vuoi? Va da lui e affrontalo.    Ti credevo più combattiva! – ammise cercando i suoi occhi.
- E tu cosa faresti? Hai sopportato per tutti questi anni che lui sfruttasse il tuo lavoro.. solo… -
- Solo per te.. Per starti vicino. – ammise pacato.
- Che cosa? –
- Vieni andiamo via da qui. –


Entrarono in silenzio nell’ascensore e raggiunsero la postazione della vigilanza senza neanche scambiarsi uno sguardo. Damian tese il pass all’agente e quando finalmente l’asta si sollevò gli fece un gesto con la mano. Kate era a  conoscenza dell’affetto di Damian, in tutti questi anni  si era accorta che la sua amicizia era ricambiata in maniera molto diversa, ma non si era mai permessa di incoraggiarlo perché lei non l’amava.

- Lo  tenga,  non mi serve più. – mormorò lasciando l’uomo a fissarlo sorpreso.


Giudò con calma fino ad un distributore, diede ordine di fargli il pieno e si diresse al bar. Poco dopo con alcuni pacchetti tra le mani rientrò in macchina togliendosi la giacca e la cravatta. Gli occhi nocciola di Damian brillavano di una luce intensa che la mise  a disagio.

- Hai degli impegni urgenti per questa notte? – le chiese sorridendo finalmente sereno.
- No…. dove vuoi andare? –
- Vedrai. –

 

 

§§

 


Quando riaprii gli occhi era buio, senza accorgermene mi ero  appisolata, il display del cruscotto segnava le 01.45.  Per un lungo momento fissai le  mani affusolate di Damian  stringere sicure il volante.  Avevamo studiato insieme, eravamo  andati ai concerti insieme, in vacanza insieme ed ero sicura lui mi sarebbe sempre stato vicino in un momento di bisogno, ma questa volta mi ha tradita,  perché?

- Non mi hai ancora detto dove mi porti? – chiesi stancamente.
- Al mare.. – rispose sorridendo appena.


Al mare….. immediatamente il ricordo di estati spensierate passate nella casa della famiglia di Will  mi sommersero. Era una piccola casetta a più piani costruita dal nonno di Will cinquanta anni prima, era in cima al piccolo paese e per raggiungerla bisognava superare delle stradine strette e scoscese, era  impossibile arrivarci  in macchina, ma valeva la pena faticare tanto per entrarvi, dal  terrazzo  si godeva una  vista meravigliosa. Camminavamo in silenzio ascoltando  il rumore del mare che brontolava in lontananza. Dopo aver aperto la porta Damian si girò verso di me  sorridendo.


- Mi casa es tu casa! Prego.. –
- Gracias .. –

 

Non era cambiato nulla, i vivaci cuscini sul divano, le conchiglie appese ai muri della cucina   che io e Damian avevamo trovato in spiaggia.   Aprimmo tutte le finestre  e l’aria fredda della notte e il profumo del mare  invasero  in breve tutte le stanze. Lo trovai nella sua stanza a frugare nei cassetti.

- Tieni,  vai a farti la doccia, questi sono miei ma per questa sera possono andare bene no? La strada la conosci. – scherzò tendendomi un paio di pantaloncini e una t-shirt.
- Si, infatti. Grazie. –  per questa sera tutto ciò che mi avesse impedito di pensare, sarebbe andato  bene.


Anche nel  piccolo bagno nulla era cambiato, mi lavai in fretta assaporando quella strana sensazione di pace che mi invadeva.  Quella casa e i cari ricordi a cui era legata mi  aiutarono a riporre nel giusto ordine gli avvenimenti  delle ultime ore. Ero innamorata di Will ma non ero pronta a sposarlo, non ero pronta a chiudermi in una casa e magari diventare madre, non ero pronta, l’ho capito solo ora, per questo non sono andata direttamente da lui a chiarire, non volevo affrontarlo perché inconsciamente avevo accettato come una liberazione il suo tradimento.
 Ho visto per anni mia madre rinunciare alle sue aspirazioni e ai suoi sogni per noi figli e quando poi era diventato troppo tardi le erano rimasti solo i rimpianti. Io non voglio commettere i suoi errori, voglio vivere ed essere sempre  sicura che la scelta  che sto facendo è quella giusta per me. Dovrei ringraziare Elena, se non mi avesse avvertita, tra poche ore sarei diventata la moglie dell’ uomo sbagliato.


Anche Damian si è  cambiato, indossa  dei pantaloncini e una felpa che avevamo comprato all’ultimo concerto degli U2.  Lo trovo  in cucina che lavora con impegno, il tavolo è  già apparecchiato e la pasta sobbolle  allegramente dentro la pentola.
Il mio amico è gentile e premuroso di natura, raramente s’inquieta ma nonostante la  pacata  cortesia che permane in  ogni suo gesto, nell’ambiente in cui lavora è un uomo molto rispettato e durante le contrattazioni si trasforma in un avversario  temibile,  quanto se non di più del suo capo.
Mentre si  muove con sicurezza tra i fornelli, mi soffermo un attimo vicino alla porta ad osservarlo,  nonostante il suo viso non  rispetti i canoni di bellezza maschile,  ho sempre pensato che  fosse  la sua anima a renderlo estremamente affascinante e sexy.  E’ un uomo  intelligente,  spiritoso,  ha un corpo magnifico,  gli voglio bene come ad un fratello,  ma purtroppo non lo amo. Non come dovrei amare il mio uomo. 
Questa forse, anzi certamente,  è la stronzata più grande che io abbia mai pensato, ho appena troncato una relazione che durava da anni con un uomo che mi ha ingannata senza difficoltà.  Come un’idiota apprezzo  il sedere del mio amico ma coscientemente ho ignorato i suoi sentimenti.  Decisamente non sono in me questa notte. Io che sono sempre andata fiera della mia capacità di analizzare e risolvere le questioni che mi si paravano davanti senza difficoltà, del mio discernimento nel giudicare le persone con cui interagivo e adesso mi ritrovo alla stessa stregua di un’adolescente in preda ad una crisi d’identità. Chi sono? Cosa voglio? 


- Vai a farti la doccia,  finisco io qui. – mormoro piano entrando nella stanzina.
- Ok grazie, ne ho bisogno. Sono distrutto. – risponde riconoscente.

 


Con un gesto spengo il gas,  senza far rumore copro  le pentole e lo raggiungo  in bagno.  Non ho idea dove mi porterà questo malsano istinto che mi spinge ad osare ed intraprendere quella che molto probabilmente diverrà una fonte di dolore  per tutti e due. Forse Damian  percepisce  la  mia presenza dietro le sue spalle   ancor prima che mi decidessi a  toccarlo  e  resta  immobile  per un attimo prima di  girarsi  verso di me,   la sua espressione tesa  è il riflesso dell’intensa emozione che lo scuote.
 Mi spoglio  davanti a lui, con  gli occhi incatenati ai suoi,  quando lo raggiungo  sotto l’acqua lo sento tremare dal desiderio. Damian mi ama, l’ho sempre saputo, ma non potendo ricambiarlo non mi sono mai permessa di illuderlo. Ma per questa notte, ignorerò la donna che ero, per  questa notte lascerò che  la sconosciuta che sono diventata segua l’istinto. 
Mi accoglie  tra le braccia,    le sue mani tremano un poco mentre  si muovono adagio  sul mio corpo.  La sua bocca raggiunge la mia e si muove con una disperata bramosia.  Ad un tratto si tira indietro, forse vuole capire cosa mi è successo e   per impedirgli di spezzare l’incanto di  questo nostro momento lo traggo a me e lui si arrende con un gemito alle mie labbra. La sua pelle  reagisce  alle mie carezze increspandosi appena. Lentamente sprofonda dentro di me e  ad ogni spinta mi stringe  con più forza finché  con un  gemito agro si abbandona al piacere che lo coglie all’improvviso.  Mentre gli ultimi palpiti  ancora lo  scuotono con voce roca mi sussurra tutto il suo amore.

Durante quella lunga notte siamo riusciti  ridendo come  dei ragazzini a mangiare la pasta ormai scotta seduti nel piccolo balconcino ammirando le stelle,  a lavare i piatti spruzzando acqua saponata ovunque e ad amarci ancora e ancora. Abbiamo  finito tutto il vino e quasi  tutta la  “nostra” notte parlando uno nelle braccia dell’altro. Quando i  primi chiarori dell’alba tingono di rosa e oro l’orizzonte, sorridendo  lo prendo  per mano e lo invito a  stendersi sul letto, i suoi occhi non mi abbandonano un istante  mentre lentamente  lo imprigiono dentro di me  e con un sospiro si lascia amare  con tutta la dolcezza che merita.


I suoi respiri sono  lenti e profondi, ha un braccio appoggiato alla mia schiena,  ma  nel sonno non si accorge che mi allontano  da lui.  Mi rivesto  in fretta e prima di lasciare la stanza mi fermo a guardarlo, dorme sereno, la curva piena delle sue labbra tremano un poco, forse sta sognando. Gliele  sfioro   con un dito  e  con la mente intorpidita  da una straziante angoscia,  lo appoggiai alle mie. Il nostro ultimo bacio.

 
Uscendo   da quella casa  andavo incontro al mio futuro,  solo mio.  Sarei uscita  dalla sua vita,  non l’avrei rivisto mai più, la donna che ero non avrebbe mai  calpestato i sentimenti di un amico, ma la donna che sono  non ha tempo  per i  rimpianti. Reprimo con forza l’istinto  di girare i tacchi e ritornare indietro e ignorando la fitta dolorosa che mi attraversa il petto,  respiro a fondo l’aria fresca del mattino.
   
- Kate! Aspetta! Perché te ne vai? Perché hai fatto l’amore con me, quando non avevi intenzione di restare. Io ti amo.  Non vorrai tornare da lui? Ti ha tradita!! -  urla una voce disperata dietro di me.


Mi giro lentamente e lo osservo  mentre si avvicina, è a torso nudo,  tutto spettinato con gli occhi gonfi accesi da una forte emozione che sfugge al suo controllo, bagnandogli le guance. 

- Anche tu mi hai tradita, non mi hai mai detto nulla dei trascorsi tra Will e Elena alle mie spalle.   Hai mai pensato che inconsciamente tu mi volessi punire di non averti amato come volevi? –
- Anche tu mi ami!! – urla ancora esasperato.
- Ti ho amato fino all’alba. –

 


Senza aggiungere altro lo lasciai combattere  con la sua coscienza e ripresi in mano la mia, avevo chiuso per sempre con la mia vecchia vita e sotto il sole  di questo nuovo giorno ne avrei iniziata una nuova.  Ricomincio da me.

 


 

 

 

 


Ciao, ogni riferimento a cose o a persone è puramente casuale. Il racconto è il frutto della mia fantasia e ve lo propongo come l’ho immaginato.  Grazie di aver letto queste poche righe.  A presto.  Kikka.
 
  
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