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Autore: Poison96    16/07/2015    1 recensioni
AU|Tutti Umani|
Elena abita a Manhattan, ci si è trasferita dopo essersi sposata con Stefan.
Damon ha un bar proprio sotto casa di Elena.
Lei, arresa alla vita senza alcuna nuova speranza per il futuro.
Lui, con un senso di colpe sulle spalle che non lo abbandonerà mai.
Rotti, cercano di raccogliere i pezzi l'uno dell'altro.
Dal testo:
"Un uomo con gli occhi troppo azzurri, troppo brillanti, che nascondono un abisso troppo grande. È bianco o nero Damon. Niente vie di mezzo, niente seconde chance, o sei dentro o sei fuori. Ed Elena a Damon gli è entrata dentro subito."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Broken

È frustrante essere soli, ma altrettanto frustrante, è sentirsi tali. Ti circondi di persone che credono di conoscerti, a cui non importa davvero come stai nonostante te lo chiedano che ti rifilano falsi sorrisi. È più facile così. Non credi nemmeno di sapere più come si fa a sorridere. Quali erano i muscoli facciali da mettere in moto, Elena? È diventato troppo complicato farli funzionare.

Stefan è lì accanto a te e osserva il tuo viso, il tuo corpo, ma non ti vede davvero. Anche lui preferisce le cose facili, e cercare di entrare dentro la barriera che hai costruito per proteggere te stessa dagli altri, sarebbe troppo complicato. Ma Stefan non sa. Non sa che quello che lui trascura un altro prende.

Elena non è mai stata una donna infedele. Ha amato Stefan, con un’intensità che solo un amore liceale può avere. Lo conosce da una vita: lei ha sempre avuto lui e lei ha sempre avuto lei. Finito il liceo andare alla stessa università e innamorarsi era stato naturale, semplice. Così come lo era stato andare a convivere e sposarsi. Era stato tutto talmente semplice che Elena ha quasi rischiato di soffocare.

Quella vita le andava stretta. Ma nonostante le sue pretese, nonostante i suoi sogni e la sua voglia di vivere, Elena aveva lasciato tutto per andare con Stefan perché le era sembrata la scelta più giusta da fare. Si era chiusa in se stessa cominciando a mettere insieme i primi mattoni per costruire un muro attorno a lei.

Stefan, da sempre la sua roccia, si stava trasformando in una prigione da cui Elena non vedeva più via d’uscita.

Elena non è mai stata una donna infedele, ma per una notte o forse due o forse anche di più si è concessa di vivere.

Damon è un uomo rotto dentro. Uno di quelli che sai di dover lasciar stare, ma che continuerai a voler rivedere in ogni caso. Un uomo con gli occhi troppo azzurri, troppo brillanti, che nascondono un abisso troppo grande. È bianco o nero Damon. Niente vie di mezzo, niente seconde chance, o sei dentro o sei fuori. Ed Elena a Damon gli è entrata dentro subito.

Forse è colpa dei suoi occhi. Anzi è sicuramente colpa dei suoi occhi. Perché Damon dentro li ha visti identici ai suoi. Non sa cosa le sia successo per essersi rotta durante questa vita del cazzo, come lei non sa cosa sia accaduto a lui. Ma non sarebbe servito spiegarsi niente, non sarebbe servito raccontarsi dei loro rispettivi problemi.

Perché a Elena – donna cresciuta a Brooklyn che non ha mai lasciato New York - interessano le storie di Damon, su un mondo che lui non ha solo visitato. Lui ha vissuto quei luoghi, fino in fondo.

Perché a Damon interessano gli occhi di Elena, grazie ai quali riesce a sentirsi un po’ meno solo ogni volta. Perché è sicuro che la vita non se la sia presa solo con lui.
È confortante.

Elena ha perso sua figlia. Era al quinto mese di gravidanza, ma un’auto troppo veloce le ha tolto la possibilità di vivere. Aveva racchiuso ogni speranza in quella vita che portava dentro. Ed era stato proprio questo fregarla. Aveva abbassato la guardia, aveva iniziato a sperare in una vita migliore. Ma ogni cosa le era stata strappata via in quel lettino dell’ospedale, quando sua figlia le era stata tolta.

Damon ha perso la donna che amava. Era una tossico-dipendente Katherine, con troppe idee malsane su se stessa. A Damon le era sempre sembrata perfetta, in ogni singola curva del suo corpo e in ogni sfumatura del suo carattere. Aveva provato a salvarla, e per un attimo aveva creduto anche di esserci riuscito, ma una ricaduta e una dose troppo forte avevano distrutto ogni cosa. Era arrivato troppo tardi quella sera a casa di lei. E quel senso di colpa e d’impotenza non lo avrebbero mai abbandonato.

Elena ha incontrato Damon nel bar sotto casa sua. Non ci era mai andata prima di allora, eppure un giorno di due mesi fa, mentre ci passava davanti, le era venuta terribilmente voglia di entrare. Lo aveva trovato accogliente, era come essere a casa.

Non aveva niente a che fare con i locali in cui andava con Stefan, troppo di lusso, troppo formali – era un dottore Stefan, frequentare quei locali era quasi un dovere per lui.

Aveva ordinato un Gin Tonic. Era stata una giornata pesante e la sua testa le stava chiedendo un po’ di pace e silenzio, senza ulteriori pensieri a preoccuparla.

In quel momento l’aveva notato. Era uno dei due baristi dietro il bancone e stava parlando con un altro uomo. Era bello, incredibilmente bello. Con quei capelli neri e quella pelle diafana attirava l’attenzione su di se.

In quel momento si accorse di lei. Lo stava fissando, ma nei suoi occhi non c’era traccia di malizia, bensì di ammirazione. Come se stesse guardando un’opera d’arte.
Ma non era lui la statua da guardare, era la bella sconosciuta che aveva davanti. Mora, occhi profondi che ti scavano dentro e ti lasciano senza fiato, indifeso. In quel momento Damon capì che doveva conoscerla.

Avevano iniziato a parlare per caso. Elena aveva bevuto un bicchiere di troppo e Damon l’aveva osservata troppo a lungo. Le si era avvicinato, togliendole dalle mani l’ennesimo bicchiere di Gin Tonic senza dirle niente. Fu lei a iniziare il discorso con un semplice sei bellissimo sbiascicato per il troppo alcol. Damon aveva sorriso, di un
sorriso storto e compiaciuto. Aveva avvicinato il viso al suo e le aveva risposto che era ubriaca, troppo ubriaca.

-Io sarò anche ubriaca, ma tu sei bello

Aveva appoggiato la testa sul palmo della mano, troppo pesante perché si regga da sola e aveva ripreso a fissarlo

-Bè, mia bella ubriaca, è ora che ritorni a casa

-Ma io non voglio tornare a casa!

Aveva riso di nuovo Damon, stavolta di un sorriso un po’ più sincero e aperto. Si stava comportando come una bambina, ma lo scuotere la testa troppo energicamente le
provocò un capogiro e un conato di vomito.

Si ritrovò in un minuto nel bagno, con la testa nel gabinetto e Damon a reggerle i capelli.

-Mi dispiace, di solito non bevo così tanto... non so cosa mi sia preso.

-Io credo solo che tu ti sia divertita per una sera, che ti sia lasciata andare.

Non aveva ulteriormente bisogno di rispondergli... lo stava semplicemente guardando notando dei piccoli particolari che da ubriaca non aveva notato. Come le diverse
sfumature degli occhi di Damon, la mascella pronunciata o i muscoli che s’intravedono dalle maniche corte della maglietta. E ne rimase colpita, piacevolmente.

-Bè grazie ragazzo tenebroso, ma adesso devo andarmene.

-Non so neanche come ti chiami

-Non devi saperlo

-Ti ho aiutato, credo di meritarlo

-Elena, e tu sei?

-Damon

-Bè, buonanotte Damon

-Buonanotte Elena

Se ne era andata pensando di non tornarci mai più lì dentro. Era pericoloso Damon, troppo affascinante, troppo misterioso. Ed Elena non poteva permettersi di rischiare.

Eppure la sera dopo era di nuovo lì, a parlare con Damon, e anche la sera dopo ancora.

-Non credo di poter più venire qui per vederti Damon

-Perché?

-Non perché sia fidanzata, ma perché non m’importa di esserlo. E poi, c’è questo bisogno che parte dallo stomaco e arriva al cuore di avvicinarmi e baciarti.

Erano rimasti solo loro due quella sera all’interno del bar, e Damon non se l’era fatto ripetere due volte. L’aveva baciata.

Stefan non si era mai accorto di niente, né delle sue lacrime nella notte, né dell’odore diverso sulla sua pelle. E lei non lo incolpava... aveva smesso di ricercare attenzione e si era rassegnata al fatto di essere un trofeo da mostrare ai suoi colleghi. Aveva smesso di prendersi cura di se stessa. Aveva perso totalmente il controllo sulla sua vita. Ecco il perché dell’anoressia. Controllando ciò che mangiava aveva la sensazione di poter controllare tutto. L’energia dei primi tempi era andata scemando ed era stata rimpiazzata da debolezza e dipendenza. Una volta era anche svenuta davanti a Damon. Ricorda che lui le era subito andato a prendere qualcosa da mangiare preoccupato come non mai. Non le aveva fatto domande, ma dopo quell’episodio Elena quando andava a trovarlo, trovava sempre una ciambella sul bancone.

Ogni volta si ripromettevano che quella sarebbe stata l’ultima volta, perché Elena non poteva ferire Stefan e perché Damon non si meritava una donna sposata al suo
fianco. Eppure Elena aveva bisogno di Damon almeno quanto, lui aveva bisogno di lei.

Avevano bisogno entrambi di sorridere, e solo insieme veniva naturale.

-Promettimi che è l’ultima volta Damon

-Se è quello che vuoi, va bene Elena

-È quello che voglio

-Allora smettila di baciarmi

-Non ci riesco
 
*Spazio Autrice*
Eccomi qui con una One-Shot che non so cosa voglia significare... è semplicemente uscita così e lo so che dovrei star lavorando su Crazy in Love, ma avevo questa idea in testa e il bisogno di buttarla giu... bè fatemi sapere che ne pensate se volete! Un bacio
-MySecretGarden
P.S. la prossima settimana non potrò aggiornare perché sarò in vacanza! Ibiza mi aspetta quindi vi prego di perdonarmi! Aggiornerò quando tornerò promesso! :*
  
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