Nome (su EFP e sul Forum): Letsneko_chan (entrambi) 
Titolo: Il tempo presente scorre verso il futuro ma talvolta le nostre lancette sono ancorate al passato. 
Fandom: Axis Power Hetalia 
Genere: Storico, Angst 
Avvertimenti: / 
Personaggi e/o coppie: Germania Magna, Impero Romano 
Introduzione: 476 d.C. Ravenna, ultima capitale dell'impero romano d'Occidente viene conquistata da Odoacre. 
[...] Era quella, la sensazione che Cartagine aveva provato? 
Aveva dipinto sul volto la stessa paura che aveva provato Egitto? 
Corinto si era sentito così impotente davanti a lui? 
Lo stesso terrore che avevano provato Iberia e Gallia adesso attanagliava le sue membra? 
(piccola flash fic sul momento della “morte” di Impero Romano) 
 
  

Il tempo presente scorre verso il futuro ma talvolta le nostre lancette sono ancorate al passato 

 
Impero Romano osserva impotente Ravenna che brucia: sa che il suo tempo sta per scadere e non può fare niente per fermarlo. 
Odoacre ha deposto l'ultimo imperatore – un fantoccio nelle mani dei nobili – mettendo fine a quell'impero secolare. 
E in quella notte di fuoco e sangue, qualcuno vaga per le strade: non gli interessa partecipare al massacro, scovare i nobili romani e ucciderli tra mille sofferenze. 
Vuole trovare una sola persona. 
Affretta il passo, stringendo l'elsa della spada con la mano. 
Persino sull'orlo della morte, quell'uomo riesce a tormentarlo. 
Lo trova inginocchiato in una piccola piazza con i capelli scompigliati e gli abiti stracciati. 
Mai si sarebbe aspettato di vederlo in quel modo. 
Negli occhi ha ancora la grandezza di Impero Romano al culmine dello splendore. 
«Sei contento, adesso?» gli chiede Impero Romano non appena lo vede; la voce assomiglia a un ringhio. 
Germania Magna indugia: persino in quel momento, Roma riesce a metterlo in soggezione. 
Eppure le parti si sono rovesciate: lui ha invaso i confini, non Roma. 
«Hai dimenticato il tuo passato?» 
«Onori, gloria e ricchezze hanno traviato la mia vita». 
«Hai combattuto per questi». 
«Ogni impero è destinato a morire». 
«Non il suo ricordo». 
«Perché sei qui?» 
Impero Romano si sedette, alzando lo sguardo verso Germania Magna. Quest'ultimo riusciva a scorgervi quella scintilla di forza che tante volte aveva visto sui campi di battaglia. Scintilla che però si dissolse non appena il germanico estrasse la spada e la lama brillò nella notte. 
In quel momento Impero Romano si sentì debole come non mai. 
Era quella, la sensazione che Cartagine aveva avvertito? 
Il viso era contratto dalla stessa paura che aveva provato Egitto? 
Corinto si era sentito così impotente davanti a lui? 
Lo stesso terrore che avevano provato Iberia e Gallia adesso attanagliava le sue membra? 
«Cos'è quest'indugio, Germania?» 
«Ripensi al tuo passato, vero?» 
«Pensavo che forse adesso sto provando gli stessi sentimenti di chi ho conquistato. In fondo, è colpa del passato se adesso sono così».