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Autore: kingslay    16/07/2015    1 recensioni
Dal testo:
"Mi stai chiedendo quello che io penso tu mi stia chiedendo, Burdock?" disse la ragazza avampando.
"Può darsi. Ora rispondimi"
[Piccola ff sui Grisinca senza pretese, che racconta di un momento che tutti, spero, avremmo voluto vedere.
È la mia prima storia su Efp in assoluto, siate clementi con una povera scrittrice che non riusciva più a trattenere questa specie di...cosa, nella sua testa, vi prego]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grisam Burdock, Pervinca Periwinkle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era il giorno del quindicesimo compleanno di Pervinca e Vaniglia Periwinkle. Pervinca era in camera sua, ferma davanti all'armadio, indecisa su cosa mettersi, quando sentì suonare il campanello. Dei passi affrettati al piano di sotto la avvertirono che qualcuno stava andando ad aprire, e difatti di lì a poco sentì la porta aprirsi e delle voci nell'ingresso. Di fretta, si infilò una salopette di jeans coi pantaloni larghi, decorati con sgargianti disegni di varie tonalità di rosso, con una maglietta verde mare, ed infilò la testa fuori dalla porta per vedere chi si fosse presentato con un così largo anticipo: era stata chiara, la festa sarebbe stata a casa loro alle otto in punto, ed erano solo le sette e un quarto, anche se fuori era già buio da un pò. Non le servi sporgersi tanto per capire chi fosse il nuovo venuto, perchè subito le arrivò il richiamo di sua sorella dal fondo delle scale. "VÌÌ, SCENDI, È GRISAM!" Il cuore della streghetta fece un salto. "ARRIVO" gridó, scendendo le scale due a due. Arrivata all'ultimo gradino, si ritrovò faccia a faccia con Grisam Burdock. "Sei in anticipo, Burdock, come al solito". Ma stava sorridendo. "Già, lo so. Sono arrivato prima perchè volevo darvi i vostri regali...ho già dato il suo a Babù," disse il Mago, sorridendo a Vaniglia, "e comunque volevo essere il prima a farvi gli auguri. Dunque...se mi accompagni un attimo ti do il tuo, strega brontolona" continuò Grisam, dando un buffetto sulla guancia a Vì. Lei arrossì, e con la faccia da finta scocciata aprì la porta invitando il ragazzo ad uscire. Una volta fuori camminarono fianco a fianco finchè non furono abbastanza lontani dall'entrata della casa, inoltrandosi nel grande giardino. Fu il mago a rompere il silenzio, tirando fuori dalla tasca una piccola scatola di velluto e sventolandola davanti agli occhi sospettosi di Vì. "Questo è il tuo regalo, ma prima di dartelo volevo farti una domanda" Pervinca aguzzò ancora di più gli occhi, ma scrollò le spalle e disse semplicemente: "Spara." "Beh...ecco...in realtà io volevo chiederti..." Grisam prese un gran respiro e, guardando la ragazza negli occhi disse, deciso:" A quanti anni si sono sposati i tuoi genitori" "Mi stai chiedendo quello che io penso tu mi stia chiedendo, Burdock?" disse la ragazza avampando. "Può darsi. Ora rispondimi" "Beh...um, mia madre aveva...diciassette anni, se non sbaglio, e mio padre...dieci più di lei, quindi ventisette" fece la streghetta. "Quindi...pensi che tuo padre mi incenerirebbe se chiedessi la tua mano tipo...ora?" Pervinca si immobilizzò, e Grisam dovette tornare indietro di un paio di passi per rimettersi al suo fianco. In quel momento, con le guance tutte rosse per l'imbarazzo, i grandi occhi verdi che lo fissavano tra lo spaventato, lo scandalizzato ed il divertito, il giovane mago pensò che lei fosse bellissima. "Eddai" disse ridendo, e dandole una botta affettuosa sul braccio, "non fare quella faccia! Posso inginocchiarmi, se vuoi, ma ho pensato che non fosse il caso. Ecco, ora lo faccio" Il ragazzo era già con le ginocchia piegate e stava per rifarle la proposta, in modo più classico, quando Pervinca gli tappò la bocca con la mano. "Non provarci nemmeno, Burdock, ti uccido. Alzati immediatamente, non essere ridicolo" sussurrò, tirandolo per la manica del maglione verde e aiutandolo a rialzarsi. Grisam buttò la testa all'indietro a cominciò a ridere dell'imbarazzo della ragazza, e Pervinca guardandolo avrebbe giurato che il suo sorriso era il più bello e il più luminoso della Valle. Ma la giovane strega non avrebbe mai permesso che questi pensieri uscissero dalla sua testa ed infatti, colpendolo sulla spalla, si limitò a dire:" Non ti azzardare a ridere di me Burdock, non ci provare" Il ragazzo tornò serio e, guardandola negli occhi le rispose: "Non lo farei mai Vì" Detto questo tirò di nuovo fuori la scatola dalla tasca, e la aprì difronte agli occhi della ragazza, rivelando un piccolo e grazioso anello di oro bianco. "Una volta te ne ho regalato uno molto simile, chiedendoti se volevi essere la mia fidanzata" disse, "ora torno a regalarti un anello, ma con qualche pretesa in più. Penso di poter aspettare altri due anni, ma voglio comunque farti la proposta ora, per farti sapere che non ho dimenticato quello che ti dissi allora." Grisam ghignò e prosegui, guardandola maliziosamente, "Per quanto tu possa trovarla affascinante, non penso di piacerebbe diventare una poltiglia di vermi e fango, e non piacerebbe nemmeno a qualsiasi spasimante tu possa avere." Pervinca, con le guance ormai color fuoco, accennò un sorriso. Grisam le prese la mano e le mise l'anello, sfilandole quello vecchio, che lei aveva fatto ingrandire per poterlo portare ancora. "Dai per scontato che io voglia sposarti, eh?" Disse la strega a quel punto, trattenendo la mano di lui e riprendendosi il suo vecchio anellino, per poi infilarlo nella tasca della salopette. "Mmm" fece Grisam, fingendosi pensieroso. "Beh, si" rispose infine. "Però dimmi tu, mi farebbe piacere ascoltarlo comunque" Pervinca a quel punto, sollevandosi sulle punte dei piedi, avvicinò il suo viso a quello del ragazzo, e sussurrò:" Solo perchè è il mio compleanno, Burdock". Dopodichè fece una cosa che lasciò Grisam di sasso. Si spinse ancora di più sulle punte e, posando dolcemente le sue labbra su quelle del ragazzo, lo baciò. Fu un bacio lento, dolce, leggero, che racchiudeva quindici anni di amore giocoso, quindici anni di tenerezze nascoste, quindici anni di bigliettini nascosti nei libri, e di farfalle nello stomaco. Racchiudeva loro, Grisam e Pervinca, due anime del buio che si erano trovate e si erano riconosciute, unendosi. Quando alla fine si staccarono l'uno dall'altra, non dissero nulla. Grisam le sorrise e le prese la mano, e passeggiarono a lungo senza dirsi nulla, con i soli rumori del giardino a fare da sottofondo, e i loro cuori come unici testimoni di quel segreto. Solo prima di rientrare, quando ormai stavano arrivando i primi invitati, Pervinca si girò verso il ragazzo e seria, con gli occhi che brillavano, sussurrò:"Ascoltami bene, perchè può darsi che sia l'ultima volta che sentirai queste parole uscire dalla mia bocca" Grisam si chinò verso di lei, appoggiando il suo orecchio alle labbra di Vì, che piano sussurrò:" Ti amo, Grisam Burdock" "Non vedevo l'ora che lo dicessi. Volevo che fossi tu la prima." Ghignò lui, anche se aveva gli occhi lucidi. Pervinca lo fissò divertita e gli tirò il cappuccio sugli occhi, voltandosi e tornando dentro con il sorriso sulle labbra, ma non prima che la voce del ragazzo, soffocata dalla stoffa, le fosse giunta alle orecchie. "Ti amo anche io Vì!"
   
 
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