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Autore: gateship    17/07/2015    2 recensioni
Sherlock Holmes era malato.
E non era uno scherzo. Non lo era per niente.

Direi... fluff. Tanto fluff.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Solo una piccola nota: il titolo è preso dall'omonimo film del 2003, dove, tra gli altri, recita anche Martin Freeman.




Sherlock Holmes era malato.

E non era uno scherzo. Non lo era per niente.

Era malato davvero, c'erano tutti i sintomi.

Le strette al cuore, lo stomaco in subbuglio.

Forse era gastroenterite.

Forse era una qualche allergia fatale.

Forse era un virus.

Malattia infernale, la sua, una dalle quali non si può scappare.

Di quelle che ti conducono a morte certa.

Ebbene, la sua terribile malattia si chiamava Amore.
 

Era stata la Signora Hudson a comunicargli quell'infausta notizia, un sorriso sulle labbra. Forse di pietà, forse di inesplicabile gioia.

 

Aveva cercato di trovarvi un rimedio, a quell'Amore.

Aveva letto libri, consultato riviste, chiesto a Molly, persino a Gavin.

E tutti e due avevano risposto con quel sorriso idiota.

Un sorriso da “Lo sapevo”, un sorriso da, “Finalmente se n'è accorto!”

 

La cura, gli aveva poi spiegato Martha Hudson, gliela poteva dare soltanto un medico, un medico speciale, quello che si occupa di aggiustare i cuori.

Il cuore di Sherlock in particolare.

 

La cosa più logica sarebbe stata andare da John ed esporgli la faccenda, dirgli di quella malattia della quale non conosceva né le cause, né gli effetti a lungo termine. Soltanto i sintomi.

 

E ci era andato, il detective, a passo di marcia, diritto verso la camera del medico.

Aveva bussato.

John aveva risposto.

Lui era entrato.

 

Si era preparato un bel discorso, uno di quelli da testimone di nozze, uno di quelli magnifici, che portano ad un'isteria di lacrime e risate tutti gli invitati.

 

Aveva sbattuto le palpebre, si era schiarito la gola, e poi aveva iniziato.

“John, sotto consiglio della Signora Hudson, di Lestrade e di Molly sono venuto a chiederti un parere medico.”

Era bello come inizio, dritto e conciso.

Ma non lo aveva detto ad alta voce, al suo posto era uscito un: “John, io...”

 

La Signora Hudson lo aveva avvertito degli effetti negativi dell'Amore, delle risposte inaspettate dell'organismo umano.

Ma erano solo questione di chimica.

Da scienziato, avrebbe controllato quegli strani impulsi. Li avrebbe eliminati.

Quando però ciò che gli disse il cervello fu di baciare il suo amico e coinquilino, trovò lo stimolo tutt'altro che fastidioso.

Anzi.

Le sue labbra contro quelle di John erano perfette, si disse, assaporando ogni secondo di quel bacio.

Strana malattia, l'Amore.

La migliore che ci sia.

  
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