Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Aven90    17/07/2015    1 recensioni
Ricordate Christian Jackson e le sue vicissitudini nel cercare il serial killer delle Pillole? perfetto, questa storia è ambientata tre anni dopo e lo vede ancora una volta al centro della scena! Quando ormai tutto sembrava finito, ecco che si ricomincia a danzare sul filo di un nuovo assassino seriale.
Genere: Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ma stavamo parlando dell’inseguimento.

I tre partirono, mettendo la prima, la seconda e poi la terza, e infine la quarta, per non parlare della quinta.

Tutto questo per dire che sfrecciarono zigzagando fra le automobili, e in men che non si dicesse raggiunsero Joffrey. Erano proprio appiccicati, e ormai Musgans stava presentando le ultime casette, quelle della periferia, dove la criminalità era più reale.

Whiskers fece comporre il numero di telefono a Lucinda per prendere in mano la città e installare dei posti di blocco a tutte le uscite, ma prima che il Questore potesse fare una cosa del genere ce ne passava.

“Cosa? Avete catturato il colpevole e lo state inseguendo?”

“Sì, era suo figlio, come aveva detto Whiskers. Reo confesso, signore”

“Non dica stronzate, Tenente” e chiuse la telefonata.

Così niente posti di blocco, e Whiskers dovette contare solo sulla sua abilità con le quattro ruote per catturare Joffrey.

Ormai la tangenziale era semivuota, il casino delle sei del pomeriggio era tutto nella corsia opposta, poiché i lavoratori del quartiere delle fabbriche stavano tornando a casa, ma i nostri protagonisti stavano invece uscendo.

Così, nella corsia semivuota, lasciarono molto presto Musgans, e Whiskers era alle costole. Stavano toccando almeno i centodieci chilometri all’ora, quando il limite era notoriamente settanta.

“Allora, Tenente? Il Questore ha chiuso la città?” chiese Whiskers, sempre più nervoso dalla velocità superiore con cui Joffrey stava conducendo il suo bolide.

“No, signore” rispose Lucinda, la quale aveva il cuore in gola. Non era facile controllare una macchina ad alta velocità e il rischio di incidenti era prossimo. “Ma possiamo sparare…”

“NON SE NE PARLA UN CAZZO!” esclamò Christian. “Se spariamo ora, il nostro obiettivo muore! E noi lo dobbiamo consegnare vivo al Questore!”

“Esatto. Ecco qual è il problema. Dobbiamo sorpassarlo e chiudergli la strada, anche a costo di fare un tamponamento.”

Whiskers, Lucinda e Christian così non notarono nemmeno di aver sorpassato Lectala, ultimo baluardo dell’hinterland di Musgans per perdersi nell’aperta campagna, che alla luce del tramonto, non era poi così interessante.

Dopo Lectala, la prossima uscita, ovvero la prima uscita dell’autostrada vera e propria, si trattava di Nophie, un paesino minuscolo che nessuno si cagava ma che aveva in sé un sacco di bellezze artistiche e una bella spiaggia. Quindi se lo cagavano, ma solo nella bella stagione, e come detto eravamo ormai all’inizio di Novembre.

Le due vetture continuavano a sfrecciare, e ormai stavano toccando i centoventi chilometri orari. All’occhio di falco della polizia non sfuggì questo particolare.

Stava di fatto infatti che alla polizia stradale avevano dato in tempi recenti un aggeggio elettronico chiamato Autovelox, e loro lo avevano installato disseminandolo nei punti più improbabili dell’autostrada. Compito dell’Autovelox era scattare una foto a chi superava il limite imposto dalla dittatura.

Ed ecco che alla centrale pervennero diverse foto, tante da farci un album, delle due macchine.

“Ehi, Nick” disse Tessa a Nick, appunto. Erano in due, gli agenti che controllavano cosa pubblicava l’Autovelox.

“Sì, dimmi” rispose Nick, il quale stava giocando colpevolmente a Candy Crush, al posto di Spider.

“Ci sono due che si stanno divertendo. Ma l’Autovelox è implacabile” sussurrò Tessa, la quale sogghignava quando i contravventori venivano fotografati. Sapete, una volta era capitato che stava circolando in borghese sulla corsia di emergenza, e su trentacinque macchine che lo avevano fatto, solo a lei venne confiscata la patente.

“Già, l’autovelox è implacabile” ripeté a pappagallo Nick, detto “Nickname” dagli amici.

Non ci volle molto, e dalle targhe risalirono ai proprietari.

“COSA? Una delle due macchine sembra appartenere a Whiskers! Oh cazzo! Non possiamo fargli multe, sarebbe uno shock!” si scandalizzò Nick, per la prima volta imbarazzato nella sua vita.

“Che facciamo?” Tessa si mise la testa fra le mani. Avere i capelli corti in quel caso era necessario.

“Dobbiamo compiere il nostro dovere” disse Nick, in totale autonomia e senza interpellare  il suo più diretto superiore.

Anzi, lo stava facendo adesso. “Superioreee!”

Il superiore pervenne, sbucando dal nulla. Anzi, aveva aperto la porta degli studi sull’Autovelox. “Chibbù, Nick?” (= cosa ti affligge?)

“Ci sono due che fanno le corse clandestine. Dobbiamo fermarli, prima che sia troppo tardi” spiegò Tessa, al posto di Nick, il quale si era atterrito guardando la faccia del suo superiore. In effetti, aveva un brufolo gigante proprio sulla pelata che non era bello da vedere. E un altro sul naso. E un altro ancora sulla guancia destra, esattamente quella che si usa per dare la vasata. Era un’esperienza orribile salutarlo, per chi lo conosceva.

“E qual è u pobbrema?” (= e qual è il dilemma?) chiese il superiore, che per comodità chiameremo Sovrintendente Pimple.

“Una della due macchine è la macchina di Whiskers!” spiegò Tessa, mettendosi a piangere.

“Oh. Minchia. C’è, voiddiri” (= assurdo) commentò il Sovrintendente. L’unica cosa che rimaneva da fare, conoscendo Whiskers, era chiamare chi stava sopra di lui, ovvero il Commissario Generale della Pubblica Sicurezza, l’avvenente e imprescindibile Capo della Polizia, che stava alla vetta di una montagna da sola e in cima a una scalinata rozza che contava duemilaquindici gradini.

No, questo se fosse stata un’eremita. Ma purtroppo stiamo parlando di Agatha Van Washington, che era a capo della polizia da poco, da quando era avvenuto il rimpasto dei piani alti, che aveva coinvolto persino il settantacinquenne  prefetto Von Heckerberg. E non era eremita, aveva sette figli e un matrimonio alle spalle e un secondo all’attivo.

Così, il povero sovrintendete dovette chiamare questo pezzo grosso, che dall’alto del suo ufficio, con la scrivania in mogano e le piante di ficus, non se la spassava, ma faceva abbili (= versava bile, letteralmente) poiché non trovava una graffetta per chiudere alcuni documenti. Le graffette non si trovano mai.

Ecco che dunque squillò il telefono di servizio. “Pronto?” gracchiò la signora, che si congratulò col servizio segreteria per essere così veloce.

“Ehm… buonasera. La macchina del Commissario Whiskers sta sorpassando i limiti di velocità e ormai non fa più parte della giurisdizione cittadina, ma di quella provinciale!”

Ad Agatha si rizzarono i capezzoli. Sapeva benissimo che Whiksers non si scomodava per quisquilie, e sapeva anche delle sue deduzioni sul figlio di Lampard, che scucivolo (= scontroso) si era inimicato tutta la Questura, assieme al padre, che non era poi un granché come uomo.

“Farò mandare gli elicotteri. Ci penso io”

Ecco, due secondi di conversazione. Anche perché con superiori di quel calibro non si sa mai cosa dire, né come trattarli.

Agatha, sfruttando tutti i suoi poteri da vecchia megera, fece pervenire mezza dozzina di elicotteri a pattugliare l’autostrada deserta ai confini del mare.

Il peggio era che purtroppo avevano già sorpassato i cento all’ora, così nessuna delle due vetture potevano andare a prendere la bambina.

Ma comunque, non divaghiamo. I sei elicotteri (mezza dozzina vale a dire sei) non si riesce a capire come partirono e arrivarono repentinamente dove le due macchine si stavano sfidando a un inseguimento folle e senza possibilità di sosta e assistettero a quanto segue.

Whiskers, il quale non gradiva perdere, nemmeno a scopa con la sua figlioletta, che unica era quindi viziatissima; sapeva bene che quella vettura poteva andare più veloce di quella di Joffrey, e, sfottendo il paradosso di Achille e della lumaca, si avvicinò asintoticamente al suo obiettivo. Sempre più asintoticamente, e nel frattempo gli svincoli delle città di Marauders, Sratocaster e di Gibson furono tutti ignorati. Sono città ammuzzo (= a casaccio), non vi preoccupate. Un giorno le visiteremo, ma non è questo il giorno.

Whiskers sapeva cosa stava facendo, e aveva appena sentito la voce in falsetto di Lucinda che terrorizzata aveva segnalato la presenza di almeno sei elicotteri della polizia.

Doveva sbrigarsi, altrimenti il merito della cattura non sarebbe mai andato a lui.

 Decise di andare a tavoletta. Ormai stava davvero toccando i centotrenta, ma siccome erano entrambi nella corsia di sorpasso forse qualcuno si sta chiedendo come Whiskers avesse intenzione di sorpassare e tagliare la strada a Joffrey.

E me lo sto chiedendo anche io. Era travolgente vedere quelle due vetture sfrecciare e sfidare il muro del suono, mentre fabbriche e campagne si alternavano a intervalli regolari.

Whiskers ormai aveva isolato le sue orecchie. Christian e Lucinda avrebbero potuto dirgli in eterno della loro paura di morire e degli elicotteri che stavano segnalando la loro presenza facendo un caos assordante, ma ormai lui aveva deciso.

Ormai le due macchine stavano quasi per sbattere, producendosi quindi nella tipica “bussatina” delle gare automobilistiche, ed a quella velocità voleva dire morte sicura.

Ma non successe, perché con una sterzata infernale Whiksers si mise nella corsia regolare e sorpassò a destra, infrangendo l’ottocentesima regola del codice della strada nella mezz’ora in cui stava guidando. Sì, aveva infranto anche l’articolo 183, quello che riguarda il trasporto animale; ma la vera chicca è che il codice stradale di Musgans e della sua nazione contava solo duecentoquaranta articoli.

“Devo mettermi un po’ più distante” disse Whiskers, ma nessuno lo sentì, in quanto i suoi due sottoposti avevano il cuore che stava per scoppiare.

Ma ormai era fatta, il sorpasso avvenne dalle parti della città di Lambrush, e adesso Whiskers era in vantaggio di alcuni metri. Capì da solo che era avvenuta la parte più difficile del piano.

“Signori, è stato un onore indagare con voi stasera” disse il Commissario, mettendo le mani avanti quasi sicuro di morire. Appoggiò il piede destro sul freno e inchiodò dopo aver sterzato verso sinistra, producendo un testacoda pazzesco, girando la macchina due e forse anche tre volte.

Joffrey fu costretto anche lui ad inchiodare ma in quella finì la sua corsa. Circondato dagli elicotteri e con la macchina di Thomas Whiskers a sbarrargli la strada, non aveva più dove andare.

“FERMO! MANI IN ALTO! SEI CIRCONDATO!” fu il grido del megafono, stavolta udibile a tutti.

“Vediamo adesso chi è questo bastardo…” borbottò Lampard, che era nell’elicottero ammiraglio di fianco al Capo Supremo della polizia Agatha Christy Van Washington.

“Ma quello è il Commissario Whiskers! Non era infortunato? Allora deve aver capito chi era e lo ha inseguito infrangendo un sacco di regole!” esclamò Agatha, che ci aveva visto giusto sin dall’inizio e la sua ammirazione per Thomas crebbe.

“A dimostrazione che lo fa spesso” rincarò la dose Lampard, ma Agatha era ammirata, appunto.

“Silenzio, e vediamo chi esce dalla sua macchina”

Furono attimi di tensione. Joffrey non si decideva ad uscire.

“Allora? Perché non esci? Ormai la tua corsa è finita, mio caro” lo esortò Whiskers.

“Abbiamo bloccato il traffico, guarda” fece notare Lucinda a Jackson, che un po’ deluso stava osservando gli eventi da passivo, invece che da protagonista.

“E allora?” chiese quegli, un po’ troppo bruscamente.

“No niente, se non ti devo parlare dimmelo” disse Lucinda, ferita.

“Non adesso” disse Christian, che era distratto e stava tenendo una conversazione senza sapere di cosa stesse parlando.

Purtroppo per lui Lucinda era una che pensava troppo.

“Quindi non ti posso parlare più? Ma perché, frequenti un’altra? Mi trovi grassa?”

“Ma che dici…”

Lucinda scosse la testa delusa e tornò a concentrarsi sulla vettura incriminata dalla quale stava uscendo proprio Joffrey Lampard.

“NO! MIO FIGLO NO! NON MIO FIGLIO!” urlò Lampard.

Eppure, Joffrey aveva la mani alzate.

“Padre” disse “sono io. Non mi hai mai visto, seppure ho abitato nella tua stessa casa. L’unica conversazione che ho avuto con te è stata a cena. Ricordi, quando mi hai chiesto di passarti il sale? Ecco, adesso ti sputtano davanti a tutta la polizia! SONO IO IL KILLER VENTIQUATTRO SETTIMI!”

Tutti, persino le macchine che stavano passando nell’altra corsia, si fermarono e disgustati lo osservavano nel suo delirio.

“Non so più cosa dire. Arrestatemi” incalzò Joffrey, e Whiskers non se lo fece ripetere due volte.

“Ti dichiaro in arresto. Hai diritto di rimanere in silenzio, bla bla bla…”

Così venne scortato al Tribunale, ovvero il Palazzo di Giustizia, ovvero in attesa di un processo che si sarebbe svolto solo due giorni dopo.

C’erano proprio tutti. Lampard aveva dato le sue dimissioni da Questore, così adesso era un altro il nuovo Questore. Thomas Whiksers sarebbe stato promosso a Vice Questore Aggiunto, Anthony no.

“Il che vuol dire più stipendio e far parte dei piani alti della piramide. Mi manca solo il titolo di faraone adesso” disse Whiskers, complimentandosi e sollevando il bicchierino del caffè automatico davanti ai suoi due sottoposti, che non erano stati promossi.

“Sì, e a me quello di sacro romano imperatore”

Una voce molto nota riempì le orecchie dei tre, e Whiskers chiuse gli occhi, auto convincendosi che era solo la sua immaginazione.

“Sanderson” sibilò. “Che minchia ci fai qui?”

Anthony era da solo, vestito del solito cappotto lungo, esattamente identico a quello dell’ex amico fraterno Thomas.

“Vice Questore Aggiunto, eh? Che palle, ti promuovono sempre” disse Anthony. “Ma dovevo venire. Come amico, vengo a celebrare il tuo trionfo.”

E gli porse la mano.

Lucinda e Christian si stupirono: non credevano che sarebbe mai successo, infatti i due erano anche venuti alle mani, tanto che poi Brad aveva persino sparato alla gamba di Whiskers, anche se poi era misteriosamente guarito senza essere dimesso dall’ospedale.

“Tu vuoi fare pace perché vuoi le iris” obiettò sospettoso Thomas.

“SIIIII HAI RAGIONE TI PREGO SONO IN ASTINENZAAA!!!!”

Anthony si era buttato persino ai piedi del Vice Questore Aggiunto, baciandogli le scarpe di camoscio finto che aveva.

“Caspita, devi essere proprio disperato per non mettere nemmeno le virgole” ridacchiò Thomas, che lo fece alzare e lo abbracciò.

“Amico mio”

“Amico mio”

Ripeterono entrambi la stessa cosa e da allora tornarono ad essere amici e a scherzare sul nuovo titolo di Whiskers.

Ma più che altro per vedere il processo.

I tre giudici chiamati a giudicare erano uomini famosi per giudicare ed emettere sentenze. Sembra strano dirlo, però la loro esperienza nel fare il loro mestiere la si vedeva da come gli abiti neri che avevano erano proprio neri, e non di un altro colore.

“Fate entrare l’imputato”

L’imputato in questione era Joffrey, già vestito con la tipica maglia a righe orizzontale bianche e nere e la palla al piede. E sì, anche due pesanti manette ai polsi.

“Perché l’avete fatto entrare così bardato?” chiese il giudice più a sinistra, il quale però non si chiedeva chi lo avesse fatto entrare con la parrucca.

“Non trovavamo gli abiti moderni, Vostro Onore” rispose il secondino “e gli abbiamo messo la palla al piede perché ci andava”

“Molto bene.”

“Molto male” lo corresse il giudice in mezzo. “Non stiamo rispettando il protocollo”

“Beh, ma si sa che i processi durano molto, no? Un’udienza possiamo anche farla come ci pare” fece notare il giudice di destra, che di carattere era abbastanza lavativo.

“Ok, silenzio in aula!” esclamò il presidente, ovvero il giudice in capo, innervositosi per la piega che stava prendendo quella farsa.

“Fatemi capire di cosa è accusato l’imputato” proseguì il Presidente, che era un po’ seccato, ma forse anche per i fatti suoi.

“Omicidio, Preindente”

“Oh, mio Dio!”

“Sei omicidi e uno tentato, signore”

“Ah”

“Reo confesso, signore”

Il Presidente sbuffò. “Ma allora non c’è bisogno di tirarla per le lunghe! Qui mi era pervenuta una lista di possibili testimoni per la difesa, guardate qua: ananas, latte, pasta, carta igienica… chi minchia si chiama Carta Igienica?”

“No signore, quella è la lista della spesa di sua moglie”

Il Presidente arrossì.

“Bene, allora. Tu hai qualcosa da dichiarare, prima che faccia entrare i testimoni per l’accusa?”

“No” rispose Joffrey. “I miei compagni di cella soffrono di insonnia”

“Avevi detto che non avevi nulla da dichiarare e te ne esci…”

“Sì, amunì, sono reo confesso, è inutile che chiami ancora testimoni”

“Non ne ho chiamato nemmeno uno” disse il presidente, poi alzò lo sguardo e vide l’ex Questore Lampard affranto. Si vedeva che aveva l’anima infranta, bastava guardarlo. Era distrutto internamente, la sua vita era stata distrutta da suo figlio stesso.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Aven90