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Autore: IlaryCobain    17/07/2015    5 recensioni
11 settembre 1889.
Clarissa Hyde viene uccisa per ben quattro volte nel giro di 24 ore.
12 settembre 1889.
Clarissa Hyde scrive cinque lettere, una per ogni omicidio più una per l'investigatore di Scotland Yard che sta seguendo il proprio caso per spiegargli la dinamica dei quattro omicidi combinati, ma soprattutto per rispondere alla vera domanda: come può una donna morta scrivere delle lettere?
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Little York, England.
Settembre 12,1889.

Ma carissima Jemima,
Riflettevo in questi ultimi giorni su quanto tempo sia passato senza vederci - non sapendo della tua visita a sorpresa di ieri - eppure pensavo che fossimo amiche! Noi due eravamo insperabili, ricordi? Ci incontravamo tutte le mattine alle otto in punto nella piazza del mercato e passavamo ore ed ore a raccontarci aneddoti e pettegolezzi, a parlare di moda, un po' di tutto insomma. E quanto fantasticavamo, lo ricorderò sempre!, di come un giorno avremmo incontrato due avvenenti e misteriosi principi stranieri e di come li avremmo sposati, per poi vivere felici e contente in lussuose reggie dai giardini immensi. Che fantasie banali sembrano a posteriori. Ricordo anche di quanto fosse divertente, mentre prendevamo il the insieme, fingere di essere donne d'alto rango e prendere in giro quelle nobili schizzinose, come noi non saremmo mai potute essere.
Eppure ora quel gioco lo porti in scena tutti i giorni, da quando i servi ti svegliano la mattina nella tua sfarzosa villa di campagna a quando torni sotto le coperte di seta ricamate in oro e argento la sera. Forse i nobili sono facili da ingannare, ma io non lo sono, Jemima. Sei sempre la stessa, non sei cambiata e non cambierai mai, ma ti credi importante solo perché ora hai qualche soldo in più grazie al rango di tuo marito.
È proprio il tuo matrimonio che ti ha portata ad allontanarti irragionevolmente da me, il tuo raffinato, esclusivo, perfetto matrimonio con quel bell'imbusto di Lord Albert Richmond. La vostra è stata una classica storia da manuale: una ragazza povera incontra un ricco giovanotto, i due si innamorano e decidono di sposarti contro le convenienze della società e contro il volere della famiglia di lui. Ora in vista del tuo matrimonio ti sforzi di sembrare una futura Lady perfetta anche per ottenere l'approvazione dei tuoi futuri suoceri per convincerli che si sbagliano sul tuo conto, che sei nata per essere una nobile, dunque dal tuo fidanzamento ufficiale hai allontanato quasi tutti i tuoi amici - me compresa - perché non eravamo abbastranza ricchi e influenti. In ogni caso non riuscirai a cambiare l'opinione dei Richmond, non importa quanto duramente ci provi, i tuoi sforzi saranno completamente vani, credimi.
D'altronde lo sappiamo entrambe, anche se tu non sembri disposta ad ammetterlo a te stessa, che non sei così perfetta come vuoi far credere. Una minuscola, infinitamente piccola parte di me prova una certa pena per il tuo Lord Albert, che ignora certi importanti segreti sul passato della futura moglie, ma è un uomo così fiducioso e innamorato...
Forse ti starai chiedendo come sia possibile che io abbia scritto questa lettera e perché l'abbia fatto, e la risposta è semplice: per vendetta, dato che tu hai tentato di uccidermi proprio ieri. Tecnicamente il tuo è stato più di un mero tentativo, dato che sei riuscita nel tuo intento sparandomi un proiettile in pieno petto, dritto nel cuore - che mira inaspettatamente buona!
Non sai che spavento mi sono presa vedendoti estrarre quella pistola a piccolo calibro e puntarmela addosso, ma quando ho realizzato era troppo tardi, stavo già cadendo, colpita, a terra, proprio dove qualche mese prima ci eravamo promesse a vicenda di rimanere amiche per sempre. Mi si appannò la vista, ma riuscii a scorgere la tua figura inginocchiarsi accanto a me, che prendevo respiri brevi e superficiali mentre pregavo Iddio affinché non mi facesse morire lì. E poi te ne sei andata, senza neanche starmi accanto fino al mio ultimo respiro, impassibile ed insensibile.
Ora forse inizi a capire il vero scopo di questa lettera, ma lascia che ti dia qualche indizio in più perché tutto diventi chiaro, prima che tu debba fare una scelta. Ora, forse non ti ho mai raccontato di quella volta in cui la dolce Lady Katherine Richmond, che a quel tempo mi aveva commissionato un suo ritratto, si presentò una sera alla mia porta. Appena la vidi capii subito che era - come dicono i giovanotti d'oggi - brilla, così la feci accomodare nel mio salotto e lei iniziò a raccontare delle cose su di sé, complice l'alcool e la sua fiducia nei miei confronti. Mi raccontò che voi due avevate una relazione - segreta ovviamente, visto che tutt'ora l'omosessualità è un reato nell'Impero Britannico punibile con la morte. Non ho mai riparlato con lei, che sembrava essersi dimenticata dell'accaduto già il giorno seguente, e non rivelai nulla a te né a nessun altro, perché ero e sono tuttora una persona discreta e leale. E poi qualche giorno dopo l'episodio mi raccontasti di aver incontrato Lord Albert Richmond, senza realizzare che lui e Lady Katherine fossero fratelli, io invece lo sapevo ma non gli ho detto di te e sua sorella.
Ora che mi hai voltato le spalle e mi hai fatto anche di peggio, considero la mia lealtà nei tuoi confronti poco più che un ricordo sbiadito, e ti propongo una scelta, e non credere che proverò rimorso per aver rovinato la tua vita perfetta: la vita o l'onore, scegli quale dei due sei disposta a sacrificare.
Se deciderai di rinunciare al tuo onore spedirò lettere a tutti i maggiori giornali londinesi in cui sarà descritta nei particolari la tua relazione omosessuale prematrimoniale con la sorella del tuo futuro marito. Puoi immaginare le conseguenze: i Richmond ti screditeranno a tutti i costi pur di ripulire il proprio nome e annulleranno il tuo matrimonio con Lord Albert, confermando tutto ciò che già pensavano di te e rispedendoti dal sudicio paesino in cui sei nata.
Allegato a questa lettera c'è un pacco contenente una pistola - la stessa che ieri sera mi posizionasti accuratamente in una mano per far credere che io mi fossi suicidata - e un solo proiettile; se sceglierai di toglierti vita, ti concedo la possibilità di scrivere una lettera di addio, ma bada di non menzionarmi perché io sarò la prima a leggerla - stanne certa - e deciderò se sostituirla con una scritta da me (non ti ho mai detto che ho un talento naturale nel copiare le calligrafie altrui?) in cui incolpi del tuo tragico gesto la tua relazione con Lady Katherine, sorella di tuo marito. Quale scandalo e quale disonore per te e per la casata Richmond! In ogni caso il tuo nome sarà infangato, per cui scegli bene le parole per la tua ultima lettera.
Se farai la scelta che io credo tu stia per prendere ci rivedremo presto. Scegli il male minore, la vita o l'onore? Scegli presto, perché il tempo scorre e io sono impaziente di rivederti.
Tick tock,
Clarissa Hyde.
   
 
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