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Autore: Madame Rohan    17/07/2015    8 recensioni
Ispirato in parte all’anime Ranma ½ questa ff nasce dall’idea di voler provare a dare un tocco meno drammatico alla storia dei nostri due innamorati… tra amori non corrisposti, svedesi, maialini, ragazze con il codino, gelosie e scoperte inaspettate… cosa accadrà ad Oscar e ad André?
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Fersen è ritornato! Dopo sette interminabili anni in cui avevo quasi creduto di aver rimosso dal mio cuore il suo dolce ricordo, si è insinuato nuovamente nella mia vita e nella mia anima; bello come non mai, coraggioso come nessun altro e forse, non più innamorato della mia Regina, ha colorato di luce di mattino il tramonto segreto della mia vita. Non ho mai provato una gioia tanto intensa per un uomo, mai avrei immaginato di poter assaggiare una tale felicità nel saperlo non più innamorato della donna più importante di Francia, eppure ho visto con i miei stessi occhi il fiorire del loro amore; può davvero la lontananza affievolire o addirittura cancellare questo sentimento? Si può davvero dimenticare di un amore tanto intenso? Forse no, non si può, eppure io lo spero, una parte di me lo spera, anzi tutta me stessa lo spera! Spero di poter essere la sola ed unica ad occupare un giorno il cuore di Fersen, perché da anni ormai lui occupa il mio: giorno e notte. Sull’onda di questi pensieri che incontrollati fanno agitare violentemente il mio cuore, mi appresto a prepararmi a trascorrere con André una piacevole giornata in compagnia del nostro ospite, sapere che resterà per una settimana in questo palazzo, mi accende di lieto entusiasmo. Il sole risplende alto e luminoso nell’azzurro cielo di dicembre, neppure una nuvola intacca il suo limpido colore, in sella ai nostri destrieri ci dirigiamo nella zona ovest, nei pressi del lago ed è lì che Fersen e André ingaggiano un duello. Con un interesse ed un entusiasmo che non provavo da anni, osservo ammaliata i movimenti agili, scattanti e raffinati del Conte, sono certa che ne uscirà vincitore ed infatti, con un ultimo impeccabile affondo e una risata divertita, vedo André finire nelle acque del lago.
**
-André, vi ho battuto anche stavolta, comincio a pensare che lo facciate a posta!-
Sorrido alle parole del Conte, il mio sorriso tuttavia è amaro, penosamente amaro. E’ vero Fersen mi avete battuto su tutta la linea, la donna che amo da una vita non ha occhi che per voi, non pensa altro che a voi e da quando siete ritornato come un eroe dall’America non ha sorrisi che per voi, mi sento di troppo. Per un istante avverto il cuore e il respiro fermarsi tanto è intensa ed esplosiva la portata di questo dolore che mi logora e accompagna silenziosamente da anni, il gelo di quest’acqua non è davvero nulla a confronto. 
-André, sbrigati ad uscire dal lago o finirai per ammalarti!-  
Socchiudo leggermente gli occhi mentre sul mio volto affiora l’ombra di un sorriso ancora più amaro, è la prima volta da questa mattina che lei mi rivolge la parola. Completamente fradicio, faccio per uscire quando ad un tratto la vedo avvicinarsi alla riva e guardarmi con un sorriso magnificamente divertito; se potessi tornare indietro nel tempo, a quegli albori puri e spensierati di vita, la trascinerei con me in questo limpido specchio d'acqua che mai come oggi, sembra emanare qualcosa di ultraterreno. Un brivido percorre improvviso il mio corpo ma non è per il freddo, ho come un strano presagio. Nemmeno il tempo di realizzare altro, che sporgendosi per porgermi insolitamente la mano -non è da lei un simile gesto verso di me!- la vedo perdere l’equilibro, ritrovandomi il suo esile corpo di donna stretto al mio e i nostri visi e le nostre labbra straordinariamente vicini. Il mio cuore sembra impazzire, in bilico tra le ardenti fiamme dell’Inferno e la beata letizia del Paradiso.
-Oscar… stai bene?- Le chiedo apprensivo, stringendola ancora leggermente per la vita e fermando i miei occhi nei suoi. La sua espressione tuttavia è indecifrabile, forse è irritata e imbarazzata per la “pessima figura” davanti al suo amato Conte.
-Madamigella Oscar!-
A spezzare ogni mio incanto e contemplazione è lo svedese che immediato viene in suo aiuto, porgendole cavallerescamente la mano per aiutarla ad uscire dalle acque del lago.
-Vi ringrazio Conte di Fersen…-
Mi affretto ad uscire anch’io, assistendo mio malgrado con un’ennesima stretta al petto ed un sorriso ironico che spontaneo si apre sul mio viso, ad una serie di sguardi strapieni di dolcezza e calore che Oscar rivolge unicamente a Fersen. Complimenti Conte, complimenti davvero!
-Madamigella, sarà meglio tornare a palazzo o prenderete freddo!-
Lo sento dire e in silenzio, restando dietro di loro, ci dirigiamo in sella ai nostri destrieri verso casa.
 
**
Le primi luci di un nuovo mattino irradiano di un timido colore le pareti della mia stanza. Mi giro e rigiro concitatamente nel mio letto più volte, reduce da un’ennesima notte insonne, trascorsa ancora nel pensare a lui, l’unico uomo che potrei mai amare in vita mia. Con un sospiro mi alzo dal letto, è l’alba, ma dai miei appartamenti riesco a sentire discretamente il frastuono solerte della servitù che si appresta a svolgere le loro mansioni.
-Ragazze sbrigatevi e dirigetevi immediatamente nelle cucine, il Conte di Fersen ha espressamente detto che gradirebbe per pranzo un arrosto di maiale! Muoversi!-
Mi appresto a vestirmi, lasciandomi sfuggire un leggero sorriso nell’avvertire l’inqueta voce di Nanny prodigarsi nell’impartire le varie direttive alle giovani cameriere di palazzo.
-Ancora arrosto? Fersen deve amare molto i maiali!- Rido divertita, conoscendolo, sono più che sicura che anche André avrà qualcosa da dire a riguardo. Prima di raggiungerli per la colazione, mi dirigo verso il catino, riempendolo d’acqua, malgrado adesso ci sia un dolce sole, la notte si è prospettata molto rigida, ma tanta è la voglia di rivedere e conversare con il mio ospite, che non ho né la voglia e né tempo di aspettare che mi venga portata dell’acqua più calda. Dopodiché è tutta questione di un battito di ciglia, il tempo necessario per inumidire le mani e il volto e l’unico pensiero logico che riesco a realizzare dopo poco è che quello che è accaduto è senz’altro frutto di uno stupido sogno, un incubo allucinante e raccapricciante, perché è assolutamente impossibile che io si diventata un…
-Oscar, bambina, sono venuta a portare dell’acqua calda… Oh cielo, ma cosa ci fa un maiale in questa stanza e perché i vestiti di Madamigella sono qui per terra?!-
-Oink, oinkOINK!!!- 
La mia unica risposta è un grugnito. Il mio cuore rallenta i battiti e una sensazione indefinita mi attanaglia le viscere e lo stomaco. Velocemente cerco di guardarmi intorno, notando con sgomento quanto i miei appartamenti e perfino Nanny risultino incredibilmente immensi ai miei occhi. Non è possibile. Mi accorgo di essere ancora sui miei vestiti e indietreggio istintivamente, preda di una strana sensazione.
-Colette, Veronique, Clementine, venite ad aiutarmi a catturare questo maialino nano, se ci sbrighiamo faremo una bella sorpresa a colazione al Conte di Fersen!-
Oh mio Dio, dovrei essere io la colazione a sorpresa per Fersen?  In un breve lasso di tempo, mi ritrovo circondata dalla mia governante e da tre cameriere, hanno uno sguardo pericolosamente torvo, così come le loro intenzioni. 
-Oink!-  Non so cosa fare, spaventata, indietreggio nuovamente, notando poi con sollievo che tra Colette e Clementine si è creato un piccolo spazio sufficiente da permettermi di scappare. Con il cuore in gola, prendo la rincorsa, ma proprio mentre sto per uscire correndo all’impazzata dai miei appartamenti, avverto la mano di Nanny afferrarmi saldamente per il dorso.
-Oink, oink, oink!- Mi dimeno disperata, agitandomi con tutte le forze che ho nel corpo. E’ questa la fine che dovrò fare? Divorata inconsapevolmente dall’uomo che amo e forse anche dal mio amico André?
-Veronique, vai nelle cucine e comincia a preparare una pentola d’acqua bollente e ordina a Simone di prendere dei limoni e di affilare un coltello!- Senza pensarci troppo, con forza e decisione, mi ritrovo ad affondare i miei piccoli denti nella mano di Nanny, la sento urlare e seppur dispiaciuta, riesco finalmente a fuggire da quell’Inferno. Veloce, corro verso l’aria ovest del palazzo, dirigendomi nella stanza di André, confusa trovo la porta leggermente aperta. Un po’ indecisa mi infilo senza problemi ma quello che vedo mi sconvolge. Le mie pupille si dilatano e non ho nemmeno la forza di grugnire. I vestiti del mio attendente sono disordinatamente sparsi a terra, ma quello che più mi turba è la visione di una ragazza mora mezza nuda, coperta solo da un lenzuolo
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