Era felice
di aver fatto finalmente pace con la Tigre, anche se ancora non sapeva
bene
come comportarsi con lui, decise comunque di fare come se niente fosse
mai
accaduto , quindi scese a fare colazione come gli altri giorni.
-Giorno a
tutti-
-Buongiorno
Yami, vuoi il solito per colazione vero?-
-Sì,
grazie
Jenny. Mister per stasera è tutto programmato?-
-Certo,
è
tutto a posto, manca solo l’ora, del resto non è
cambiato niente, qualche
problema?-
-Assolutamente,
va tutto benissimo-
Pur non
conoscendo l’argomento della conversazione, nessuno dei
ragazzi chiese nulla,
erano tutti concentrati e sempre più frementi per la partita
che continuava a
essere sempre più vicina, non avevano tempo da perdere,
ordine del giorno:
ALLENARSI!
L’allenamento
cominciò e i ragazzi scesero in campo, mentre Yami e Julian
li osservavano a
bordo campo, immaginando nuove tecniche e nuovi stili da usare contro i
padroni
di casa nella partita che da lì a poco avrebbero disputato.
Le manager erano
dentro a finire di riordinare e la ragazza ne approfittò per
fare due chiacchiere
col “Principe dal cuore di cristallo”
-Hey Ju-
-Che
c’è?-
-Da cosa
capisci che ti piace una persona?-
Il ragazzo
accanto a lei per poco non cadde per la domanda che lei gli porse
-Yami,
perché
fai a me questa domanda?-
-Bè,
ti
sarai pure accorto da qualcosa che ti piaceva Amy no?-
-Bè…Ma…
OK,
bè, direi che l’ho capito stando con lei molto
tempo, e poi quando la guardo
negli occhi, quando succede mi ci perdo dentro e in un attimo sto
meglio e mi
ricorda sempre quanto lei sia importante per me-
-Capisco…-
-Non so bene
il motivo di questa domanda anche se lo posso immaginare,ma se vuoi un
consiglio, guarda dentro di te, vedrai che non avrai dubbi su quello
che provi-
-Ci
proverò,
grazie Julian-
Il primo
tempo della partita d’allenamento finì e la
squadra raggiunse la coppia di
registi in panchina per riprendersi, erano tutti molto motivati e
questa
motivazione cresceva man mano che la partita si avvicinava, e ormai
mancavano
solo pochi giorni.
I ragazzi
finirono la sessione della mattina ed entrarono, andarono a farsi una
doccia e
si sedettero per il pranzo, ma Yami non aveva fame e nemmeno voglia di
stare a
tavola con gli altri quindi disse di non sentirsi troppo bene e
andò in camera a
stendersi un po’. Doveva assolutamente fare chiarezza: stare
con Napoleon le
piaceva, lo ammette, ma non sapeva se lo amava veramente; questa era la
domanda
a cui aveva continuato a pensare e che ancora non aveva una risposta, e
poi c’era
l’altro problema: aveva parlato con Mark e avevano fatto
chiarezza su quello
che era successo, è vero, ma allora perché il
ragazzo continuava a rimanere nei
suoi pensieri senza volersene andare? Così come il ricordo
della notte passata
con lui.
Il telefono
squillò,era il mister francese che le confermava
l’ora dell’incontro di quella
sera, avrebbe visto Luis, forse, non sapeva che pensare,quindi smise di
pensare
e realizzò che , come aveva detto Julian, avrebbe solamente
fatto quello che le
veniva naturale, seguendo il suo istinto. Prima che iniziasse la
sessione del
pomeriggio Patrick andò ad accertarsi che la sua migliore
amica stesse bene e
lei gli raccontò come stavano le cose, il ragazzo sostenne
la sua amica.
L’allenamento
pomeridiano inizia alle 2.30, e
ad andare come sempre sarebbe finito alle 5.30, ma quel giorno il
mister doveva
incontrarsi con l’allenatore francese quindi i ragazzi
avevano una parte del
pomeriggio libero,ma non Yami, a lei toccava il compito di accompagnare
Freddie
in moto al residence della squadra francese.
Erano le
3.30 fra ¾ d’ora lei e Marshall si sarebbero
diretti verso gli avversari, così
il mister mandò la ragazza a fare una piccola revisione alla
moto. Si diresse
verso il garage dove la teneva, iniziando i vari controlli; avrebbe
incontrato
Napoleon e, forse, avrebbe fatto chiarezza su quello che provava.
Non mancava
molto, aveva finito il suo lavoro, ma aveva deciso di restare
lì ancora un po’
in tranquillità; si accese una sigaretta e si mise comoda
sulla grande poltrona
lì presente rilassando la mente. Fino a quando qualcuno non
venne a disturbarla
-Hey
ragazzina…ma che fai fumi?...-
-Ho un nome
Benji, che vuoi?-
-Uno scontro
con il micetto, il dottore sta visitando lui e tu devi fare lo stesso
con me-
-Capito,
seguimi-
La ragazza
spense la sigaretta e fece strada al portiere fino alla sua camera,
dove lo
fece accomodare sul suo letto aspettando che la ragazza tornasse con
l’occorrente
per la visita
-Allora?
Dove hai sbattuto questa volta?-
-Da nessuno
parte, quel coglione mi è entrato sulla caviglia e sono
caduto sulla spalla
sinistra-
Il ragazzo
le fece vedre i punti esatti e lei controllò che non ci
fossero fratture o cose
simili. Fortunatamente era illeso.
Mandò
il
ragazzo dal mister col verdetto e lei cominciò a prepararsi,
si vestì comoda,
tanto si sarebbe atta un giro mentre i mister parlavano.
Cenarono tutti
insieme e poi i due interessati si misero in viaggio, arrivarono dopo
mezz’ora
scarsa e subito Yami capì che non aveva alcuna intenzione di
ascoltare tutta la
conversazione che quei due si accingevano ad iniziare. Il mister
francese la
portò dalla squadra, dove conobbe la loro manager, la
sorellina di Pierre, non
le stava molto simpatica, ma fece buon viso a cattivo gioco, non aveva
voglia
di litigare con quella ragazzina tutto zucchero, e tanto meno col
fratello.
Iniziarono a
parlare tutti insieme e la invitarono a giocare alla playstation con
loro,
accettò di buon grado questa offerta davanti a quella della
“ragazzina
zuccherata” di andare con lei a fare un giro per il
quartiere. I ragazzi
rimasero sbalorditi dalla sua bravura a fifa e a nessuno
disturbò il fatto che
era della squadra avversaria.
Passarono 2
ore buone e i ragazzi durante la serata avevano anche improvvisato una
partitella, la ragazza giapponese era scesa in campo e rimasero ancora
più
sbalorditi di vedere che era bravissima anche a giocare in campo.
Arrivò l’ora
di andare e la ragazza venne accompagnata al loro garage dal capitano e
dal
bomber, dopo qualche minuto rimasero solo loro 2 e ebbero tempo di
parlare
-Volevo
dirti che quello che è successo è
stato…bè non posso dire che
non mi sia piaciuto, ma ,ovviamente, era solo
gioco e bè siamo amici no?-
A Yami
piacque che fu lui a prendere la parola per primo. Elaborò
quello che il
ragazzo le disse, pensava che se fosse successo sarebbe stata triste,
ma ora
che aveva davanti quella situazione, non era così, anzi
stava anche meglio per
essersi tolta questo peso
-Certo,
quello che volevo dirti, buona fortuna per la parita, vi
servirà-
-Io non
credo, piuttosto siete sicuri di volervi presentare?-
I due
ragazzi si strinsero la mano scoppiando in una risata, e poi quella
stretta di
mano si trasformò in un caloroso abbraccio.
Camera di
Yami, h.11,30 p.m.
Era allegra,
si era chiarita con Luis, e al posto di essere triste come aveva
pensato era più leggera
e questa era sicuramente una
cosa positiva, ora rimaneva solo una cosa da fare, capire cosa provava
veramente per Mark Lenders.