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Autore: Vavi_14    17/07/2015    13 recensioni
Su suggerimento di alcuni lettori, tento l'impresa avviando questa raccolta.
Un connubio improbabile, se non impossibile, si scontrerà a colpi di arti ninja.
Una piccola furia bionda in balia di una fredda e oscura tempesta.
Riusciranno questi due ad uscirne indenni?
****
Spero di aver suscitato la vostra curiosità! :)
Buona lettura
[A seguito di alcune scene di combattimento il raiting è salito da verde a giallo]
Genere: Azione, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Following a dream'
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Capitolo 52
A presto, Boruto!


 

 


 

Terminò di lucidare anche l'ultima arma che avrebbe portato con sé, per poi sistemarla al suo posto nella sacca che teneva legata alla coscia sinistra. Controllò di sfuggita se la tracolla contenesse tutto il necessario per il lungo viaggio che lo aspettava; l'indomani sarebbe partito alle prime luci dell'alba, perciò volevo accertarsi di aver sistemato ogni cosa, onde evitare di perdere ulteriore tempo prezioso che avrebbe dovuto dedicare alla missione.
Si passò stancamente una mano sul volto e nel riaprire le palpebre lo sguardo gli ricadde su quella foto di famiglia che primeggiava in cima al mobile del soggiorno. Aveva sempre detestato apparire in fotografia, ma sua moglie e sua figlia lo avevano assillato a tal punto che alla fine si era deciso ad acconsentire, più per disperazione che per altro. Eppure, mentre ne afferrava la cornice per guardarla da vicino, quel piccolo e apparentemente semplice oggetto fu capace di rievocare una miriade di ricordi. Bei ricordi, dopotutto. Si lasciò scappare un mezzo sorriso e fece per riporla al suo posto, quando sentì qualcuno bussare alla porta.
Era in ritardo. Come al solito.
«Entra» disse, allontanandosi dal mobile per accogliere l'ospite che aveva appena fatto il suo ingresso in casa.
«Sei solo, Sensei?»
La voce di Boruto gli arrivò dalla cucina, dove probabilmente il biondo stava curiosando per cercare le due donne di casa Uchiha.
«Sì – rispose Sasuke, facendogli segno di raggiungerlo nel salone principale – Sarada e Sakura sono in ospedale, torneranno fra qualche ora»
L'Uzumaki annuì e seguì il maestro, prendendo posto sui tatami accanto alla porta-finestra che dava sul giardino. Si sedette in modo stravaccato, con le gambe incrociate, e solo allora notò la borsa viola di Sasuke abbandonata sui cuscini del divano, stranamente più gonfia del solito.
Cercò di mantenere la calma.
«Stai partendo?» gli domandò, seguendolo con lo sguardo mentre cercava di infilarci dentro anche qualche vestito di ricambio.
Sasuke annuì. «È per questo che ti ho chiesto di venire»
Una brutta sensazione alla bocca dello stomaco gli suggerì che il maestro stava per affrontare una questione seria, probabilmente qualcosa che non sarebbe stato di suo gradimento.
«Si tratta di una missione?» chiese Boruto, usando un tono di voce fermo, per quanto gli era possibile. Sarebbe stato inutile giungere a conclusioni affrettate senza prima aver ascoltato ciò che Sasuke aveva da dirgli.
«Non posso spiegarti nel dettaglio, solo alcuni ninja scelti sono stati messi al corrente della situazione. Dovremmo mantenere il segreto almeno finché non faremo un po' di luce sulla faccenda»
Boruto lo scrutò dubbioso, ancora incerto su come replicare.
«Ti basterà sapere che il Villaggio potrebbe essere nuovamente in pericolo»
A quelle parole il biondo trasalì, sentendo il proprio cuore accelerare i battiti.
«Sei stato scelto da mio padre oppure ti sei proposto da solo?» lo chiese senza pensarci troppo, come se rimanere zitto lo facesse soltanto agitare di più.
«Entrambi, in realtà – rispose il moro, sedendosi finalmente di fronte a lui – potrebbe esserci Orochimaru di mezzo, perciò è opportuno che vada io»
«O-Orochimaru?!» balbettò il biondo, scacciando dalla mente tutte quelle dicerie orribili che aveva sentito sul fantomatico ninja dall'aspetto di un serpente. Dopo aver represso un brivido di terrore tornò a guardare il maestro, conscio che tutto quel girare attorno alla questione non avrebbe giovato a nessuno dei due.
«Quanto starai via?» fece un lungo sospiro, senza nascondere il timore che aveva nel sentire la risposta.
Sasuke questa volta alzò le spalle. «Non lo so» ammise, un po' teso «potrebbe trattarsi di due mesi, un anno o anche di più»
Boruto corrugò la fronte e spalancò la bocca per dire qualcosa, ma quando vide la sua stessa preoccupazione negli occhi del maestro decise di lasciar perdere.
Non doveva essere facile neanche per lui.
«Vorrà dire che mi eserciterò da solo, per il tempo che starai via» cercò di sorridere, convincendosi che sarebbe andato tutto bene. «E poi quando tornerai, riprenderemo con gli allename-»
«Non ci sarà più nessun allenamento, Boruto»
Sasuke lo aveva interrotto senza alcuna esitazione, non gli piaceva l'idea di dargli quella notizia poco prima della partenza, avrebbe voluto farlo con calma, in un altro momento, ma il tempo stringeva e Boruto doveva sapere.
«Non con me, almeno» rettificò, rilassando il tono di voce.
Vide il biondo spalancare gli occhi ed inarcare le sopracciglia come se gli fosse stato detto qualcosa in una lingua che non conosceva. «Che..che significa?»
Lo stupore crebbe quando vide Sasuke sedersi sulle proprie ginocchia, a pochi centimetri da lui, e stringergli una spalla con presa sicura, quasi avesse paura che potesse fuggire da un momento all'altro.
«Boruto – iniziò, cercando di parlare in modo tranquillo – io ti ho insegnato tutto quello che sapevo. Ogni tecnica, ogni movimento, ogni conoscenza che avevo in mio possesso te l'ho tramandata»
Il ragazzo scosse la testa d'istinto. «Ma che...»
«Non ho la presunzione di potermi considerare il tuo unico maestro, – riprese il moro, chiudendo e riaprendo gli occhi – mi ritengo soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto fino ad oggi, dei traguardi che hai conquistato, degli obiettivi che ti eri preposto e dell'impegno che hai dimostrato nel volerli raggiungere»
Il biondo aveva ancora la fronte corrugata e sembrava non seguirlo. Teneva le iridi fisse su Sasuke e non osava chiudere le palpebre, forse per paura che quella debolezza che gli aveva inumidito gli occhi si palesasse davanti al maestro.
«Ammetto però che in quanto a disciplina sei un emerito disastro, Boruto, non so quanti insegnanti sarebbero disposti a chiudere un occhio sui tuoi ritardi»
«Ed io non so quanti allievi sarebbero disposti a rispettare i tuoi orari disumani, Sensei» gli aveva risposto Boruto con una punta d'astio, lasciando che due lacrime scivolassero libere sino a bagnare le punte dei ciuffi biondi più lunghi.
Sasuke gli mostrò quel sorriso sghembo che ormai conosceva bene.
«Troverai altre persone per la tua strada ed ognuna di esse avrà qualcosa da insegnarti, così come tu avrai qualcosa da insegnare loro. È così che funziona. Io ti ho seguito fino a dove mi era possibile, adesso sta a te decidere quale via percorrere»
«Ma io voglio continuare ad allenarmi con te»
«Potrai farlo, se vorrai – lo rassicurò Sasuke, poggiandogli una mano sul capo – ma ci scontreremo da ninja alla pari, non più come maestro e allievo»
Il biondo annuì asciugandosi gli occhi. «Dovevi insegnarmi il Mille Falchi» lo rimproverò, dandogli una spinta per scostarlo da sé. «E non guardarmi così – aggiunse, notando l'espressione contrariata di Sasuke – ormai non sono più il tuo allievo, posso fare ciò che voglio» dichiarò alzandosi in piedi, la voce ancora scossa dalle lacrime di poco prima.
«Non hai il chakra del fulmine, Boruto» gli ricordò il moro sospirando, mentre lo vide finalmente accennare ad un lieve sorriso. Si alzò anche lui e cercò di tornare serio.
«Tuo padre ha detto che ti seguirà negli allenamenti, per quanto potrà. Ti aiuterà a gestire e controllare meglio il potere della Volpe»
«Dici davvero?!» sbottò l'altro, risollevandosi un poco.
Sasuke annuì. «Ma non aspettarti che sia presente tanto quanto lo sono stato io. Lui ha altri incarichi da portare a termine e in ogni caso ora sei perfettamente in grado di autogestirti, dico bene?»
Boruto annuì vigorosamente, mostrando di non aver perso la voglia di continuare a migliorarsi. A quel punto sentì la mano destra del maestro dietro la nuca, per poi ritrovarsi con la guancia schiacciata sul suo mantello nero. Rimase immobile, sorpreso dal fatto che fosse stato lui a prendere l'iniziativa, ma poi percepì la stessa emozione che provò ad abbracciare il padre e così, senza pensarci troppo, gli strinse entrambe le braccia attorno alla vita, ricambiando quel gesto affettuoso che Sasuke gli aveva quasi sempre negato.
«Grazie per tutto» sussurrò, allontanandosi poco dopo. «Non dimenticherò quello che hai fatto per me»
Sasuke si limitò a dargli due buffetti sulla guancia, per poi invitarlo a tornare a casa, visto che si stava avvicinando l'ora di cena. Boruto annuì e ridacchiò dopo aver cercato di coprire il brontolio del suo stomaco.
«Ah, prima che tu vada» lo fermò il moro, ricordandosene appena in tempo «voglio sapere che intenzioni hai con mia figlia»
Il biondo si bloccò sul posto, come se qualcuno lo avesse pietrificato, chiudendo persino gli occhi per attutire quella specie di colpo basso.
«In...in che senso?» domandò innocentemente, voltandosi quasi a rallentatore per incrociare lo sguardo severo di Sasuke.
«Nell'unico senso possibile» ribatté il moro, per niente in vena di scherzare.
Boruto prese un bel respiro e decise di chiarire le cose una volta per tutte.
«Siamo amici da tanto tempo ormai e le voglio bene come fosse mia sorella. Però beh..lei, ecco...mi interessa anche come...come ragazza. Non so se-»
«Ho capito» tagliò corto Sasuke, facendolo sobbalzare. «Te la affido per tutto il tempo che starò via. Sakura sa come gestirla, ma a te potrebbe dare più ascolto, se davvero stanno così le cose. Non lasciare che le venga fatto del male, per nessun motivo
Boruto rimase a  bocca spalancata per la seconda volta nello stesso pomeriggio. Probabilmente si aspettava una qualche catastrofe imminente, non di certo quella richiesta così diretta.
«Pensi di farcela?» lo incalzò ancora Sasuke, alzando un sopracciglio.
Il biondo si ricompose grattandosi nervosamente la nuca. «C-certo Sensei, puoi contare su di me. Nessuno le torcerà un capello finché ci sarò io con lei»
L'altro parve finalmente soddisfatto e Boruto tentò di nuovo di abbassare la maniglia della porta, ma anche stavolta venne fermato dall'ennesima raccomandazione di Sasuke.
«Un'altra cosa, Uzumaki» lo appellò di nuovo, stavolta con tono minaccioso «vedi di tenere le mani apposto. Sono stato chiaro?»
Il biondo deglutì rumorosamente ed alzò i palmi in segno di discolpa, un po' deluso; per un attimo aveva creduto che quella richiesta costituisse una specie di permesso che lo autorizzava a frequentare Sarada apertamente. Ma a quanto pare era totalmente fuori strada.
«D'accordo, ora vai» accordò Sasuke, il cui sguardo basso tradiva un'espressione malinconica.
Boruto gli fece un cenno con la testa, ma ora che lo aveva lasciato libero quasi avrebbe voluto auto invitarsi a cena per trascorrere un altro po' di tempo assieme a lui. Tanto Sakura lo avrebbe accolto sicuramente a braccia aperte e lo stesso poteva dire di Sarada. Ma qualche secondo dopo alzò le spalle e rise tra sé e sé, rimproverandosi per quelle idee malsane che gli balenavano per la testa; sicuramente il maestro avrebbe voluto restare solo con sua moglie e sua figlia, prima di partire per un viaggio così lungo. Di certo l'ex allievo rompiscatole sarebbe stato l'ultimo dei suoi pensieri.

«Buon viaggio, Sensei» avrebbe continuato a chiamarlo così, che a lui piacesse o meno.
Un ultimo saluto, prima di varcare la soglia. «A presto, Boruto»





















 

****
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Ma salve miei cari lettori! T_T
E così siamo giunti alla fine di questa raccolta. Qualcuno mi lapiderà per aver pubblicato  il capitolo oggi, senza preavviso e in anticipo per giunta. Ammetto che stavolta sono le note d'autore a mettermi in crisi...vorrei dire tante di quelle cose che alla fine, ne sono sicura, mi dimenticherò quasi tutto. Chi mi segue dall'inizio sa che questa raccolta è stata preceduta da una flash ed una OS, che mi sono servite per introdurre e sviluppare meglio questa idea...ed è solo grazie ad alcuni lettori che sono arrivata a concepire una storia completa su questi due personaggi, Sasuke e Boruto. L'idea è nata da alcune fanart che ho visto su siti giapponesi, nelle quali  loro due venivano ritratti insieme; inizialmente mi veniva da ridere perchè non riuscivo a trovare qualcosa su cui potessero andare d'accordo. Dopo poco però ho avuto "l'illuminazione": perchè non farli diventare maestro e allievo? E così è iniziata quest'avventura un pò stravagante tra un Uzumaki e un Uchiha.
Ammetto di aver avuto un pò di difficolta all'inizio, perchè temevo di creare una brutta copia del legame tra Naruto e Jiraya, o peggio tra Naruto e Sasuke. Poi però il legame ha preso vita propria, dando vita a qualcosa di unico e si è sviluppato capitolo dopo capitolo seguendo la crescita del protagonista. Alcuni di voi sapranno che a breve uscirà in Giappone "Boruto The Movie", nel quale vedremo il primogenito di casa Uzumaki alle prese con il suo nuovo insegnante: Sasuke, per l'appunto. Inutile dirvi il mio stupore nell'apprendere questa notizia...ho subito pensato che sarebbe stato fantastico vederlo e rivivere, in un certo senso, ciò che avevo scritto. Poi ovviamente gli spoiler hanno smontato il mio entusiasmo, anche se aspetterò prima di dare un giudizio (figuratevi che devo ancora vedere The Last, quindi chissà quando lo farò con questo! -.-). Io spero soltanto che, qualora vedrete il film, penserete un pochino a questa raccolta, se è riuscita davvero a trasmettervi qualcosa. Personalmente da voi ho avuto tanto, da ogni singolo lettore che ha seguito questa raccolta, che l'ha inserita nelle storie ricordate o preferite, oppure che è stato presente leggendola in silenzio. Un ringraziamento speciale devo farlo, permettetemelo, nei confronti di coloro che si sono fermati a recensire, chi un solo capitolo, chi alcuni, chi invece mi ha seguito dall'inizio alla fine. E fra questi lettori ce ne sono alcuni a cui devo molto; non serve scrivere i nomi, immagino che loro lo sappiano. Mi hanno aiutato, dagli aspetti tecnici fino a quelli più propriamente legati alla storia; ci siamo confrontati, arricchiti a vicenda, e dietro molti di loro ho scoperto anche degli autori fenomenali che continuerò a seguire.
Quindi niente, vi dico un ultimo ed enorme GRAZIE e spero di potervi ritrovare in qualche altra mia storia!

Un abbraccio!

 

Vavi

  
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