Noi fummo i primi ad aprir cancelli e porte quando l'infame dono bussò alle patrie soglie; ma svelatosi l'arcano, furon fiamme, ferro e morte ad uscir dal ligneo dorso, a generar mai sentite doglie. E supplici vagammo, per sfuggir a quell'impero per quel mare allor fratello che dal giogo ci stornava. Nessun sogno parìa lontano, nè il promesso avvenir nero, e la presente col suo fardello a nuovi lidi ci spediva. Ahi, Ilio più volte distrutta! Verrai forse eretta ancor mentre le basi che con cura poniamo vengon sblazate da nuovo, ostile ardor? Tale ha l'empietà di colmarsi di mesto sdegno dinanzi al nostro inerme capo se a sanguinar è avvezzo ormai? Ardon intanto i roghi. Ilio crolla al colpo indegno e il nemico alza la fiera mano: codeste fiamme le spegnerete mai?