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Autore: Channie    17/07/2015    1 recensioni
“Signore e signori, il mio nome è Merlin.
State per affrontare colloquio di lavoro più pericoloso al mondo.
Uno di voi, e solo uno di voi, diventerà il prossimo Galahad.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Galahad
 

1- Prologo





 
 
 
                                                  
 
 
 
“Signore e signori, il mio nome è Merlin.
State per affrontare  colloquio di lavoro più pericoloso al mondo.
Uno di voi, e solo uno di voi,  diventerà il prossimo Galahad.”
 


 
 
Da tutto il giorno, Eggsy era in giro con quel fottuto taxi.
Non riusciva a trovarlo, quel Pub. Era praticamente nascosto.
Si innervosì visibilmente, continuando a chiedere all’autista se poteva muoversi.
Ma il suo essere nervoso era più che comprensibile.

Era appena iniziata la selezione per il nuovo Galahad, e questo lo rattristava.
Ora anche lui era un Kingsman, ma a lui era stato affidato il nome in codice ‘Arthur’.
Al vertice c’era Merlin che con saggezza gestiva tutte le missioni.
Ma quando gli disse “Hai recitato nel ruolo di Arthur una volta, puoi farlo benissimo per il resto dei tuoi giorni”, Eggsy si incazzo. E non poco.
Avrebbe voluto essere lui il nuovo Galahad… per Harry.
 “Trova qualcuno che sia all’altezza di Harry e portamelo per le selezioni. Non  oltre le 7.00 PM GMT, Grazie”.
 

“Ci siamo, Signor Gentleman… Il Tylor’s”
 
Stava cercando una ragazza che voleva proporre come nuovo Galahad.
Campionessa nazionale di Taekwondo a soli 8 anni.
Prima in tutte le discipline , facendosi desiderare da tutte le più prestigiose università britanniche.
Ma, da un giorno all’altro,  si fece completamente andare.
Droga, alcol e autolesionismo.
In giro si diceva che aveva perso il padre, ma Eggsy non dava molta importanza alle parole di uno spacciatore.

Ordinò della birra e aspettò, guardandosi intorno.
Il sole penetrava ancora dalle finestre e il tutto sembrava ancora più malandato.
Il locale era vecchio, le sedie facevano strani rumori e alcune donnette giravano di tavolo in tavolo per guadagnare qualcosa.
“Hey, bell’uomo. Il tuo aspetto è davvero così eccitante… Non sei scomodo?”
Dire che era vestita era davvero un eufemismo. Eggsy, al contrario, era vestito da vero gentleman.
Pantaloni grigio scuro, tagliati su misura, abbinati ad una camicia bianca e una giacca in tinta con il pantalone. Il tutto adornato da una fantastica cravatta consigliata personalmente da Merlin.
“Sono un sarto. Il mio abbigliamento mi sembra più che appropriato.”
La donna alzò un sopracciglio e si avvicinò al viso del ragazzo, piegandosi leggermente e mettendo in mostra il suo balconcino.
“Beh… Che ne dici di versare un po’ del tuo buon vino dentro il mio calice”.
Eggsy la guardò storta. Aveva provato qualcosa di simile, ma i suoi standard erano decisamente ... elevati.
“La ringrazio molto per la proposta, mia signora, ma credo di dover rifiutare.”
Lei parve dispiaciuta e si alzò in fretta, pronta a chiedere la stessa cosa ad un tizio seduto al tavolo di fronte.
Qualcuno ridacchiò al rifiuto. Qualcuno al bancone.

“Cazzo hai da ridere, sgualdrina. Un giorno di questi ti troverai a trombare gentleman come lui sulla Smith Street, competendo con i peggiori gigolò della zona. Quindi non ti permettere mai più di deridermi in questo modo.”
Eggsy si interessò a quegli insulti e guardò al bancone.

E la trovò.

Finalmente, dopo una giornata intera, trovò la sua ragazza.
Ma non se l’aspettava così… Diversa.
I suoi capelli, nelle foto scolastiche, erano di un castano scuro lucente. I suoi occhi erano così azzurri da mettere in discussione la bellezza del cielo. La sua pelle di un colorito così roseo da farla amare da mezza scuola. Era abbastanza robusta, non molto truccata e vestiva molto colorata.
Eggsy stesso se ne innamorò dalla foto, ma quella che aveva davanti non era quella dolce e semplice ragazza.
I capelli erano palesemente poco curati e neri, con delle sfumature bionde sulle punte. Era truccata pesantemente e con del nero metallico. Era quasi anoressica e con i lineamenti stanchi e annoiati che riflettevano la sua anima.
Il ragazzo si sbrigò a bere la sua birra e si alzò.
Con passo velato si avvicinò al bancone e porse il bicchiere alla ragazza.
“Non deve essere facile lavorare in un contesto simile, non è vero?” provò a chiedere.
“Beh… Almeno lavoro.”
“Sono Arthur. Se, per qualche ragione stramba ma comprensibile, vorresti avere un lavoro mille volte più dignitoso di questo.. Per favore, chiama questo numero.”
La ragazza, timidamente, prese il biglietto che il gentleman gli pose.
“Non è un lavoro come quello di Kate, vero?”
Eggsy si mise a ridere e poi, con lo stesso fascino con cui entrò, se ne andò, lasciando la ragazza nel dubbio più assoluto.
 
 
 
   
 
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