Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: BishamonYG    17/07/2015    5 recensioni
|| Era così vicino, sembrava un sogno, un sogno fin troppo reale, se avessi allungato la mano avrei potuto sfiorarlo, colui che avevo sempre immaginato di incontrare adesso si trovava lì, a un passo da me. ||
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Avete mai immaginato di incontrare il vostro idolo? Ammettete che avete fatto i peggiori filmini mentali! Sgamate!
Questa è più o meno la rappresentazione di ciò che immagino ogni notte quando non riesco a dormire, contornata da un po' di ironia che mi rappresenta, have fun!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quante di voi hanno sognato almeno una volta il proprio idolo?
Andiamo, io una volta ho sognato di mangiare in mezzo alla strada con il mio cantante preferito con non-chalance mentre passavano auto di ogni tipo pronte a metterci sotto.
Ma chiudendo questa parentesi inutile, chi non ha mai sognato Robert Downey Jr? E se non l'avete sognato ammettete di esservi fatte almeno un filmino mentale su di lui eh (?)
Questa storia sarà qualcosa di simile, o almeno ciò che la mia mente riuscirà a partorire. 
Ci sentiamo sotto!

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-FEDEEEE! ALZATI CHE SONO LE 9.00!!-

Cosa diavolo urlava mia madre di prima mattina? Siamo in vacanza, estate, mamma capisci? ESTATE.
Aprii gli occhi molto pigramente cercando il cellulare sul comodino e, dopo aver urtato qualsiasi cosa esistente al mondo, finalmente lo afferrai accendendolo.
Eccolo, la visione migliore dell'universo, tipo quando trovi il frigorifero pieno, anzi, meglio!
Robert Doweny Jr. era lì in tutto il suo splendore a fare da blocco-schermo al mio cellulare appartenente ai secoli del nonno di mio nonno. Il mio sguardo non potè non andare a cadere sull'orario, 8.15, mamma, otto. e . un . quarto.
Cosa non ti è chiaro di 8.15? COSA.
Decisi comunque di alzarmi, o meglio, cadere dal letto in una versione 2.0 di panda obeso e strisciare verso il bagno urlando.
-OH! Sono le 8! Cosa mi svegli di prima mattina, me lo spieghi cristo!-
In tutta risposta mia madre si affacciò nel bagno (privacy inesistente immagino) tutta euforica con dei biglietti per non-so-dove.
-Dobbiamo partire! Tua zia ci ha già prenotato un volo per Los Angeles alle 12.58!!!-
Per poco non soffocai con la mia stessa saliva, perché dovevamo andare dalla zia adesso? Che poi chi se l'è mai filata di striscio quella?
-Mamma mi prendi per il c*lo o cosa.-
-Sbrigati che devi fare la valigia, stiamo lì fino alla fine di Agosto, spicciati!-
Detto ciò sparì da dove era apparsa per correre verso qualche lato a me oscuro della casa.
Tornai nella mia stanza spalancando la finestra, chiusi la porta e mi sedetti sul letto riflettendo sugli ultimi 10 minuti passati dopo quel tragico risveglio.
-Risveglio traumatico.
-Notizia traumatica.
-Zia traumatica.
Altro? No, per adesso no.
Dovevamo partire per un altro Continente, io che è già tanto se ho messo piede fuori dalla Sicilia per andare a Milano in gita scolastica anni fa dovevo passare le vacanze estive da una zia che neanche ero sicura di aver mai visto in vita mia, in più dall'altra parte del pianeta. Wow.
Mia madre mi aveva fatto trovare la valigia vuota dall'altro lato del letto così che la riempissi il più in fretta possibile, iniziai a riempirla con i vestiti che indossavo di solito:  pantaloncini, una felpa, jeans, canotte, maglie a maniche corte e un numero incalcolabile di camicie, poi misi la canotta extra-large di papà che avevo rubato così da avere un comodo pigiama che non mi facesse morire di caldo la notte, in più era degli AC/DC, dell'ultimo disco "Rock or Bust", con quella dormivo divinamente!
Poi misi in una maxi-tasca a parte intimo & co e in una busta, come mi aveva ordinato il Boss (mamma), misi diverse paia di scarpe, diverse perché ne ho migliaia, chiaramente neanche un paio contenente qualcosa di oscuro come il "tacco". Comunque tra queste misi tre paia di scarpe sportive e un paio di stivali stile anfibi che amavo troppo.
Infine buttai dentro qualche libro a caso e i miei accessori vitali: collane, bracciali, bandane tragiche e anelli vintage sempre del nonno di mio nonno.
Chiusi la valigia, la lasciai in stanza e andai in cucina, erano già passate due ore, puntuale come sempre, mia madre aveva già messo nella sua valigia l'immancabile per tutta la famiglia, così che una volta lì non ci sarebbe mancato nulla di essenziale.
-Per me possiamo andare!-
I miei mi guardarono in malo modo, ero diventata un alieno? Che cosa fantastica potevo andare su Marte adesso!
-Cosa c'è, sono così brutta da guard- AH VERO UN SECONDO!!-
Urlai correndo in stanza mentre i miei ridevano di gusto, ero ancora in pigiama.
Riaprii la valigia, presi dei Jeans strappati, la canotta "basket-style" da far invidia a un dodicenne thug-life, l'intimo e corsi in bagno, feci una doccia ultra veloce, asciugai i capelli e mi vestii per poi andare a mettermi un paio di vans con un motivo floreale abbinato alla canotta, amavo anche quelle scarpe chiaramente.
Misi la matita all'interno degli occhi, non amavo truccarmi, ero più una ragazza acqua e sapone, mi pettinai e indossai una collana che avevo già messo in valigia seguita da 3 anelli, adoravo indossare quel tipo di cose, per me erano essenziali, legai una bandana nera al polso e richiusi tutto andando nuovamente in cucina, stavolta portando con me la valigia, il cellulare,il caricabatterie e le cuffie.
Da lì a poco finalmente arrivammo in aereoporto, finalmente si fa per dire, sai che gioia andare da una zia sconosciuta, la cosa positiva era che avrei messo piede negli USA, avevo sempre sognato di passeggiare per le vie Americane bevendo un caffè in un bicchierone preso da Starbucks, era sempre stata una scena fissa nella mia mente da quando avevo iniziato a stalkerare la vita dei miei attori preferiti, esattamente dall'età di quattordici anni, adesso ne avevo 22 e quel sogno si stava realizzando.
Si erano fatte le 13.00 e stavamo decollando, stavo per andare a Los Angeles, mettere piede in America, lo stesso continente di Robert Downey Jr, respirare la stessa aria di Johnny Depp, guardare lo stesso cielo di-
I miei pensieri furono interrotti da una hostess che mi chiese gentilmente se volevo prendere qualcosa, presi del caffè anche se in teoria era l'ora di pranzo, misi le cuffie badando che il cellulare fosse impostato in modalità aereo, non volevo finire a respirare la stessa aria del cast di Lost sperduta nel nulla, feci partire la Playlist che adoravo di più e mi addormentai guardando fuori dal finestrino, il mio ultimo pensiero fu "diavolo ma allora davvero le nuvole sono come su Minecraft!".
Tra 12 ore sarei stata nel luogo dei miei sogni. 

-Fede? Hey! Ti ho preso un panino, prendi.-
Mia madre ci teneva proprio a svegliarmi per qualsiasi cosa esistente nella vita, mi diede un panino, erano passate 6 ore e doveva essere l'ora di cena, cenare con un panino non era il massimo ma mi accontentai e dopo pochi minuti quella "cena" era solo un ricordo. Mi misi a leggere uno di quei libri che mi ero portata dietro a mano in modo da avere un passatempo valido durante il volo, dopo tre ore di sana lettura ripresi le cuffie e attesi l'arrivo osservando fuori, saremmo arrivati all'una, o meglio alle 15 dato il fuso orario, e chi ce la faceva a passare un pomeriggio, io ero già stanca morta.

Le successive ore passarono in fretta, finalmente incominciai a intravedere quelle grandi città, pochi minuti dopo atterramo, mi alzai di scatto sbadigliando seguendo i miei genitori intenti a recuperare i bagagli e a chiamare un taxi che ci portasse a quella che doveva essere la casa della fantomatica Zia, lì era tutto diverso, la gente andava di fretta, il traffico era sempre bloccato, i negozi, diavolo i negozi li avrei svaligiati, i palazzi altissimi e infine quel sottofondo di auto, voci e altro che rendeva la città viva, era tutto dannatamente stupendo, il mio sogno...
Arrivati a casa della zia (più che casa sembrava una villa, avevamo una parente ricca e continuavamo a vivere come barboni in una casa in campagna? Certe volte mi chiedo che razza di famiglia ho) suonammo al campanello, la porta fu aperta quasi subito, come se ci attendessero dietro quest'ultima, inquietante.
Venni assalita da una ragazza, doveva avere la mia età, forse era mia cugina o qualcosa di simile, il suo americano era impeccabile, aveva gli occhi verdi e i capelli castani, magra e alta più o meno 1.65 o giù di lì, devo ammettere che si vestiva bene, o almeno secondo i miei gusti stravaganti aveva stile.
-Ciao! Tu devi essere Federica! Non vedevo l'ora di conoscerti sono Diana e ho un anno in meno di te! 21! Ho sempre sperato di incontrarti, mia mamma mi parlava spesso di voi!-
Mia "ziasconosciutafinora" si unì alle presentazioni con una voce alquanto stridula.
-Oddio come sei cresciuta! Sono passati vent'anni! Io sono tua zia, ti ricordi di me? Mi chiamo Angie!-

Ed ecco la tipica frase di quei parenti che magari ti hanno vista solo una volta nella vita quando avevi 2 giorni e mezzo.
Guardai entrambe con uno sguardo a metà tra il "chicacchiosiete" e il "sonofelicediconoscervi" cercando di dire qualche frase comprensibile in quella lingua.
-Oh.. Sì.. Ehm.. Io sono Federica, sono felice di conoscervi, mamma mi ha parlato spesso di voi (Sì, non sapevo neanche che esistevate nel mondo) spero legheremo da adesso!-
Spostai l'attenzione su mia madre, anche se non sembra sono una ragazza alquanto chiusa e introversa, almeno prima di fare conoscenza. Dopo qualche minuto andammo a "pranzare" (per me quello era un pranzo di mezzanotte) e una volta finito Diana si offrì di farmi vedere la mia stanza.
Salimmo una rampa di scale infinita, quella casa era enorme, ben arredata a metà tra il bianco e il nero, proseguimmo per un corridoio con un'infinità di porte, la seguii finchè non si fermo di fronte a una porta alla destra, della serie "l'ultima porta a destra", la spalancò guardandomi tutta eccitata ed entrammo.
Rimasi a bocca aperta, letteralmente, altro che stanza quello era un appartamento! Era enorme! Una volta entrati ci si trovava in un salotto le cui pareti erano alternate tra il rosso e il bianco e il pavimento era composto da enormi mattonelle bianche, all'interno si trovava una mega tv alla parete, un divano in pelle bianco, un tavolino basso di vetro, una libreria in legno scura e un mega tappeto circolare rosso, c'era anche una terrazza la quale si poteva raggiungere da due stanze, il salotto e la camera da letto. Vogliamo parlare la camera da letto? Le pareti e il pavimento erano dello stesso colore del salotto, una finestra enorme riempiva tutta la parete e dava accesso al terrazzo, all'interno c'era un letto a due piazze con il copriletto rosso, di fronte una piccola TV alla parete, un armadio, due comodini, un divano sotto la TV e a fianco una porta che portava al bagno, anch'esso enorme completo di vasca.
Diana decise di lasciarmi a sistemare le mie cose, così feci e dopo qualche ora avevo sistemato tutto ed ero pronta per la cena, cenammo animatamente con le solite battute di papà che si scoprì un vero americano nell'anima poi finalmente potei dirigermi verso la mia stanza. Stavo letteralmente morendo di sonno, si erano fatte le 22.30, volevo solo dormire. Mi buttai nel letto, non riuscivo a crederci, nel giro di 24h la mia estate monotona e pallosa si era trasformata in qualcosa di epico, ero a Los Angeles, avrei girato tutta la città nei prossimi giorni, non poteva esserci nulla di migliore, era un sogno.
Mi addormentai cullata da quel pensiero, sarebbero stati dei giorni stupendi.


 

|| Questa è la mia prima fanfiction, spero sia scritta decentemente, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione critica o positiva che sia! Mi farebbe davvero piacere e mi aiuterebbe a migliorare.
Btw spero che quelle parti descritte in modo idiota vi strappino qualche sorriso, detto questo ci vediamo nel prossimo capitolo!
Bye Bye!

 

   
 
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