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Autore: Shakarian02    18/07/2015    1 recensioni
" Sai..." Accenni una piccola risata...Un po' per la disperazione del momento, un po' per l'idiozia della persona. " Mi faccio sempre vedere forte, da tutti. Dico sempre di stare bene quando l'unica cosa che vorrei e gridare, scappare in una foresta e gridare." Non riesci a trattenere le lacrime, scoppi. Non riesci più a trattenerti. " Voi non sapete quanto mi odio. Quanto odio questo mio carattere di merda. Ogni giorno do l'anima in palestra, mi faccio un mazzo tanto...Ogni giorno me ne frego di tutti gli infortuni che ho addosso, Ogni giorno do anima e corpo a questo sport" Rimani in silenzio, guardando il pavimento. Un gemito di dolore scappa via dalle labbra, pacato per non farlo sentire ad orecchie indiscrete. " Ho sempre sacrificato tutto...Ho sacrificato parte della mia infanzia, adesso sto sacrificando la mia adolescenza... E tutto questo viene rovinato dal mio carattere.
Tutti i sacrifici che faccio...Si annullano. "
Genere: Drammatico, Malinconico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente nella vita è regalato, niente. 
Tutto è sudato, quello che si raccoglie si semina, no ? 
Ma sinceramente, adesso mi sento vuota. 
Mi sento sola, vuota. 
Dovrei continuare a combattere, no? Come ho sempre fatto. 
Non ne sono sempre uscita vittoriosa dalle battaglie, anzi...Di quante volte sono caduta...Bhe, se mi avessero dato un euro per ogni singola volta adesso sarei milionaria. 
Una voce dentro me rimbomba ogni mattino di gare
"Alle Armi, Soldato."
" To Arms! " 
La voce del comandante, così familiare e così vicina. 
La gente in torno a te protesta, vogliono truccarti...Non ne ho ancora compreso il motivo.
Deve far paura ai nemici o cosa quel mascherone? Mi trovo meglio senza...Vado lì per combattere mica per fare una sfilata.
Finiscono di truccarmi, mi guardo allo specchio, non mi riconosco.
Quella non sono io, è una maschera. 
Un po' come i valeshlin, no? Quelli degli elfi intendo...
"Ok, adesso pensiamo allo chignon." 
Prima le frivolezze e poi le cose importanti...Mh, d'accordo. Compredo.
"Non farlo troppo alto, ho le riprese con la palla." 
" A quest'altezza va bene? "
"Fammi provare. "
Prende la palla, comincia a provare il lancio con la ripresa fra le spalle, dietro la nuca. 
" Va bene" Dici con tono serioso. " E' perfetto" aggiungi poi. 
Va al palazzetto, lì per lì comincia ad analizzare le ginnaste...Volti familiari, volti odiati,  i commilitoni. 
Oh, i commilitoni..Un unica squadra coalizzata contro il nemico. 

In camerino, indossi il body lentamente, quasi come fosse un armatura.
Il respiro si affanna. 
L'arrivo di quel sentimento tanto odiato, l'arrivo della paura. 
Dover apparire forte agli occhi degli altri è d'obbligo.
Non c'è spazio per le emozioni di troppo. 
Ti riscaldi, cerchi di dare il meglio fin da subito. 
Cominci a provare, non viene niente...Ne dei lanci ne dei rischi. 
Respira, mancano due ginnaste e ci sei tu.
Con calma, l'ultima...Preparati. 
Stai sulla soglia della pedana, aspettando che pronuncino il tuo nome mentre gli occhi dei giudici ti linciano. 

Le compagne gridano, ti incitano. 
Saluti la giuria col tuo sguardo, non sai nemmeno tu quale maschera stai portando in quel momento. 
Ti metti in posizione, emetti un respiro profondo,  la musica parte. 
Un brivido viaggia lungo la schiena. 
L'attrezzo non scappa, ma le due maestrie sono annullate. 
Fuori musica, sei partita troppo avanti e non hai avuto il tempo di percorrere la pedana, sei in anticipo. 
La palla non scappa. 
Tocca al primo salto, ti senti volare. 
Venti secondi di esercizio e sai già come andrà a finire, qualunque cosa tu faccia più avanti andrai a sfogarti in bagno come una mammoletta. 
Il tempo scorre insieme ai tuoi movimenti, il respiro si affanna, stringi i denti inghiottendo le lacrime. 
L'ultimo rischio, vai
Lanci la palla, lei non scappa, la riprendi su rotazione. 
L'ultimo pivot, posizione finale.
Il termine della musica. 


Saluti la giuria inghiottendo le lacrime. 
Vedi la tua allenatrice seduta al tavolo di giuria, il suo sguardo dilania più di un coltello contro il petto. 
Esci tentando di non dare segni di cedimenti. 
Arrivi alla soglia, esci fuori mentre la ragazza che si era preparata ad entrare in pedana ti guarda male. 
Crolli sul petto dell'allenatore sporcando la sua maglia bianca con il mascara tanto odiato. Resti lì per qualche secondo, singhiozzando. Mentre gli occhi delle compagne sono fissati su di te. 

"Asciugati le lacrime, adesso andiamo a sfogarci in bagno, ma non farti vedere dalle altre società in queste condizioni" Dice con tono affettuoso mentre ancora ti accoglie tra le braccia.
Tenti di ricomporti ed inghiotti le lacrime. 
Arrivi negli spogliatoi vuoti per prima...Non te n'eri accorta ma avevi corso con quel po di energie che ti rimanevano.
Arrivi in bagno, completamente da sola, isolata, lì crolli. 
Noti del sangue uscire dalla mano, dal ginocchio e dal braccio, le ferite bruciavano, ma in quelle condizioni era l'ultimo dei tuoi  pensieri. 
Accovacciata contro il muro del bagno, le calze si erano strappate ed anche una parte di body. 
Senti le voci delle tue compagne in lontananza, cerchi di darti un controllo, ma non ci riesci...Il corpo non risponde ai tuoi comandi.
 
Due compagne si seggono vicino a te. 
Di una ti fidi ciecamente, l'altra ti ha accoltellato talmente tante volte che ormai è nella norma. 
Tenti di sorridere come sempre, tanto nessuno sa riconoscere i diversi sorrisi che ti appartengono, uno vale l'altro per loro. 
Hanno capito che qualcosa non andava, sarà stato per le lacrime? Oh, quindi l'unico modo di far capire a qualcuno che stai di schifo, con il morale sotto i piedi...E quello di piangergli in faccia? 
Quante volte hai sorriso con le lacrime agli occhi, ringoiandole...Ma la gente faceva finta di non vedere. Faceva di tutto per non vedere.

"Mio Dio, stai perdendo sangue! Vado...Vado a prendere un fazzoletto!" 
Tenti di accennare una risata per sdrammatizzare la situazione...
" Sto bene, tranquilla" Tenti di dire tra un singhiozzo e l'altro. 
" Electra, tu eri la prima a dirmi che non c'era motivo di aver paura...Sei sempre la prima a dirlo..." Disse il commilitone contro di te, in pedana siete contro. E lei ha già fatto un esercizio perfetto in pedana. Lei che non veniva in palestra perchè doveva uscire con le amiche. Lei che non lo aveva mai provato in maniera corretta in palestra. 

" Sai..." Accenni una piccola risata...Un po' per la disperazione del momento, un po' per l'idiozia della persona. " Mi faccio sempre vedere forte, da tutti. Dico sempre di stare bene quando l'unica cosa che vorrei e gridare, scappare in una foresta e gridare." Non riesci a trattenere le lacrime, scoppi. Non riesci più a trattenerti. " Voi non sapete quanto mi odio. Quanto odio questo mio carattere di merda. Ogni giorno do l'anima in palestra, mi faccio un mazzo tanto...Ogni giorno me ne frego di tutti gli infortuni che ho addosso, Ogni giorno do anima e corpo a questo sport" Rimani in silenzio, guardando il pavimento. Un gemito di dolore scappa via dalle labbra, pacato per non farlo sentire ad orecchie indiscrete. " Ho sempre sacrificato tutto...Ho sacrificato parte della mia infanzia, adesso sto sacrificando la mia adolescenza... E tutto questo viene rovinato dal mio carattere.
Tutti i sacrifici che faccio...Si annullano. "

La compagna che deve ancora entrare in pedana ti guarda, tu lo capisci...Capisci che lei vorrebbe far qualcosa, ma non sa nemmeno lei cosa. 
Ed in più rischi di farla innervosire...Ed è l'ultima cosa che vuoi...
Inghiotti le lacrime come ormai è di abitudine fare, sospiri e sorridi.
"Tranquille, sto bene. Adesso pensiamo a te!" Dici con tono ilare. 
Ti alzi in piedi, senti le caviglie cedere...Abbassi lo sguardo, quella sinistra è gonfia. Il tempo di rendertene conto e senti una fitta alla schiena, quelle due stupide vertebre...Erano ancora traumatizzate, non sono guarite. Anche se tutti sono convinti del contrario. 

Ti sciacqui la faccia, rimani sola mentre le due compagne tornano in campo gara.
Ti tasti una guancia con la mano, osservi quest'ultima...E' sporca di nero. 

"Stupido trucco del cazzo" Borbotti sola a bassa voce, sentendo quasi l'eco.

Ti tranquillizzi finche non sei certa di esserti calmata, ci riesci. 
Adesso sei calma, non si dovrebbe notare che hai pianto...
Riscoppi in lacrime dal nulla mentre eri pronta ad uscire. Ripeti l'operazione precedente. 
Esci e mandi un sorriso all'allenatore in lontananza mentre ti avvicini, viene ricambiato.
Tocca man mano alle tue compagne, ma tu sei deconcentrata.
Prendi il tablet ed indossi i cuffioni mentre cominci a scrivere alcune tue fantasie su guerrieri vari. 
"Martina sta entrando in padana! Dai!" Interrompe così i tuoi pensieri l'allenatore. Con tono talmente tanto ilare da farti sorridere. 
"Oddio, non lo sapevo!" Ti alzi, cominci a correre verso la compagna, le dai un bacio in guancia. 
La chiamano in pedana mentre esulti per lei. 
Tocca al rischio che di rado non le veniva...Prende la palla...Ce l'ha fatta. Chiudi gli occhi per un secondo mentre esulti entusiasta.

 Li riapri e...Stava andando a prendere l'attrezzo scappato. 
Il sorriso si cancella e torni con espressione seria. 
Finisce l'esercizio, esce dalla pedana, hai l'istinto di abbracciarla ma ti trattieni. Sai che a lei gli abbracci non piacciono, anche se vorresti aiutarla.
Ti limiti a sorriderle, con quel sorriso così finto ma apparentemente così vero. 
Torni seduta, guardi un punto nel vuoto. Non riesci a reggerti e ti butti con la schiena conto il pavimento, emettendo un lieve gemito. 

Guardi il soffitto, pensierosa, ma erano pensieri vuoti, disperati. 
Ti allontani dal campo gara per mangiare qualcosa, nel tragitto per andare da tua madre cadi, trattieni le lacrime, le ingoi e continui a camminare, come non fosse successo nulla. 
La raggiungi, uscite dalle tribune e siete sole all'entrata del palazzetto, lei aveva capito...Aveva capito il tuo bisogno di aria. Sei in piedi, tranquilla. Mentre mordi un panino col prosciutto e mentre ti godi l'aria. 
Da ferma cadi quasi a terra. Riuscendo a non sbilanciarti, a tenere l'equilibrio. 
La pelle diventa pallida, le labbra ormai non più truccate diventano bianche, gli occhi cambiano colore come ogni volta che ti senti male o che piangi. Passano dal marrone al verde foresta. 
Tua madre si preoccupa, ti senti in colpa per averla fatta preoccupare...Cerchi di farle capire che non è niente... " Mamma, tranquilla. Sto bene" Sussurri mentre ti accompagna al bar. 

"Bevi" dice mentre ti porge un bicchiere.
"Cos'è?" 
"Acqua e zucchero." Risponde lei con il suo classico tono dolce. 
Non dici niente e bevi il liquido tutto d'un fiato. 
Non finisci il panino anche se ne avevi mangiato solo un quarto...
Vai dalle tue compagne in campo gara, ti siedi accanto a loro. 
Non riesci ad ascoltare i discorsi che fanno fra loro, in effetti nemmeno ci provi. 


Ti butti nuovamente con la schiena indietro, guardi il soffitto mentre lo vedi mosso e le voci intorno a te si immischiano, le senti a malapena. 
Un brivido ti avvolge lungo tutto il corpo, senti freddo. 
Cominci a pensare all'esercizio svolto in pedana. 
" Quella non ero io" realizzi poi. 
Non sentivi la musica, tutto si era opacizzato, non sentivi niente a parte il rumore del tuo cuore battere. 

Una voce ti riporta al mondo dei vivi, quella dell'allenatore che ti guarda dall'alto, lui è in piedi davanti a te. Lo guardi dal basso. 
"Che succede?" Chiede con tono di voce dolce. 
" Sto male." Tagli corto tu. 
" Che hai?" 
" Freddo." 
"Hai freddo? Con questo caldo!?"
" Ho freddo, e prima stavo svenendo, mentre ero fuori"
Sputi il rospo, non riesci più a tenerti tutto dentro. Senti di poterti aprire con lui. 
Ti porge una mano per rialzarti. 
"Dai su, vieni." 
Acchiappi la mano sorridendo al tuo solito, anche se più che un sorriso era una specie di smorfia, o un mezzo sorriso...O quel che maledizione era. 

Ti porta negli spogliatoi tirandoti per un polso, non appena arrivati ti alza le maniche del body. 
Una risata ti scappa vedendo i movimenti impasticciati dell'allenatore...
Lui rise di rimando e dopo un paio di minuti riuscì a far risalire entrambe le maniche.
Aprì l'acqua del rubinetto. 
"Ok, bagnati i polsi ed i gomiti" Nemmeno il tempo che terminasse la frase ed avevi già un polso sotto il rubinetto mentre lui lo teneva. 
Prima, dopo e durante l'azione di sciacquare con l'acqua fredda i polsi, i gomiti ed il viso non sai nemmeno tu quante volte gli hai ripetuto grazie. 

Era un grazie sincero...

Nessuno aveva mai fatto una cosa così...Ti sei sentita meglio. 
Un po' grazie all'acqua, un po per il pensiero che per una volta non eri sola a "leccarti le ferite". 
Prendi un felpone e torni in campo gara insieme a lui. 
Tenti di riabbassare le maniche e dopo un botto di tempo finalmente ci riesci. Ovviamente il tutto contornato da diverse ridacchiate. 

Non appena sistemi le maniche indossi il felpone.
Dopo un po' la gara giunge al termine, arriva il momento delle premiazioni. 

Arrivi ultima, te ne fai una ragione...Eri preparata a questo. 
Inghiotti le lacrime, nessuno se ne accorge. 
La sfilata finisce, manca solo il Gran Gala. 

Lo spettacolo va che è una meraviglia, almeno questo...
Prima di entrare in pedana in una coreografia che coinvolgeva tutte le ginnaste ed anche l'allenatore...Hai una specie di Deja vù... Ma non era quest'ultimo. 

" Io l'ho sognato questo momento." Dici con fermezza e sicurezza con un sorriso entusiasta. 

Venite chiamate in pedana, l'esercizio va perfetto. 

La sera stessa parli con l'allenatrice e ti racconta di un sogno che ha avuto quella stessa notte. 

" La cosa spaventosa è che...Bhe...Io ho sognato l'esercizio che hai fatto oggi. Ho sognato di te che te ne dimenticavi una parte, che lo modificavi...Mentre segnavo la fiche ero sconvolta. Nel sogno venivo a rimproverarti durante l'intervallo...Non l'ho fatto solo perchè mi sarei inquietata troppo!" 

Disse con una risata che faceva ridere anche te.
   
 
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