Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: RaffaellaMj    18/07/2015    1 recensioni
Andai verso la camera, in quel momento incominciò a girarmi la testa, non mi resi conto che davanti a me stava arrivando qualcuno, ma non riuscivo a vedere, la vista si era offuscata totalmente e sbattei contro la figura davanti a me, facendogli cadere addosso un bicchiere pieno d’aranciata, sporcando il poveretto che avevo davanti, ero con la testa piegata e lo sguardo verso il basso, stavo morendo dalla vergogna. Sentii la sua mano sfiorarmi la spalla quando, la misteriosa figura ritornò di corsa dentro la sua camera e io solo allora alzai lo sguardo, la stanza era la numero 57, chissà chi poteva essere, non lo avevo nemmeno guardato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estate 1993
 
Un altro giorno si accingeva a cominciare, un tiepido sole passava attraverso i buchi della persiana di camera mia. Ancora intorpidita dal sonno, decisa a rimanere immobile nel letto per non spezzare il dolce legame  tra me e i sogni, non mi resi conto che una nuova caotica giornata stava per incominciare. In cuor mio ho sempre sperato che la mia vita sarebbe stata stabile, con un buon lavoro, una famiglia, un fidanzato amorevole, invece mi ritrovo ogni santo giorno a fare mille cose, per racimolare qualche soldo.
Si questa è la mia vita.. il caos.
Mi chiamo Silvia D’Amici, ho 25 anni e da piccola pensavo avrei fatto un solo lavoro, chi lo avrebbe mai detto che mi sarei ridotta così, la mia scaletta dei vari lavori da fare durante il giorno è un casino totale, fatico a starci dietro, ma non sono una riccona quindi mi devo adattare.
Alle 9:30 vado a fare le pulizie nel condominio in cui abito.
La proprietaria è  mia amica, grazie a lei sono riuscita a trovare una “casa” che con fatica riesco a pagare.
12:00 ogni tanto passo un'ora della mia vita fuori dalle università a distribuire volantini di vario genere, la mancia non è un granché ma sempre meglio di niente.
Dalle 13:00 fino alle 23:00 lavoro in una pizzeria qui vicino e vi assicuro non è affatto facile.
Arrivo a casa stanca morta, purtroppo questa è la realtà, non tutti siamo felici e contenti, tranquilli e rilassati, con il culo sul divano. Aimè nel mondo ci sono molte persone come me, in pratica la loro vita è una vera avventura per arrivare a fine mese.
Al suono della sveglia decido di alzarmi, mi guardo allo specchio e mi ritrovo due occhiaie grosse come due cerchioni sotto gli occhi, << fai proprio schifo Silvia, sei contenta della vita che fai?>> mi dissi allo specchio da sola come una stupida, non mi risposi, rimasi a fissarmi, neanche io sapevo rispondermi.
Il mio appartamento era piccolo, l’unico che potevo permettermi, purtroppo non sempre riuscivo a pagare le bollette in tempo e la mia amica Donna Alimer, con grande pazienza mi aiutava. Povera non solo mi aveva aiutato a trovare questo appartamento, doveva anche sopportarmi, si vedeva che mi voleva un gran bene.
Mi feci una bella doccia e mi preparai un caffè, pur essendo giovane, per il ritmo di vita che faccio, mi sento una vecchia decrepita, non ho un attimo per me, una delle poche cose che però riusciva a tirarmi su era la musica, appena potevo mi ritagliavo un angolino del mio tempo per leggere con un dolce sottofondo musicale. La pace e l’armonia erano con me per qualche istante, poi via di corsa a lavorare.
Appena finito di sistemare la cucina e di essermi vestita, iniziai a fare le pulizie per le scale del condominio, ogni santo giorno incontravo un simpatico vecchiotto di nome Bob, una delle poche persone che riescono a farmi ridere, mi raccontava sempre delle cavolate che combinava la moglie Maria, mi allietava la giornata con quelle storielle.
Infatti anche quella mattina puntuale, Bob usciva dalla sua porta e mi ritrovava li a pulire, << buongiorno signorina Silvia, come sta oggi?>> mi chiese con aria pacifica, << bene Bob, la vedo di buon umore pure oggi>>  << e si cara mia, oggi vado a fare i prelievo del sangue, così sto un po’ lontano da quella matta di mia moglie ehehe>> era cattivante come parlasse così di sua moglie ma nello stesso tempo le volesse bene, insomma erano due burloni di prima categoria.
<< a bene Bob faccia attenzione per la strada mi raccomando>> << non si preoccupi dolcezza sono ancora in gamba come quando avevo 20 anni eheh>> vi giuro, quel vecchietto se non avesse 73 anni, lo avrei già sposato.


Angolo autrice 
Spero che questa prima parte vi abbia messo un po' di curiosità, fatemi sapere come vi sembra, in caso vi piaccia pubblicherò un altro capitolo :) un bacio a tutti. 
Raffaella
   
 
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