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Autore: WannaBeLoved    18/07/2015    1 recensioni
Nicole è lo yin.
Michael lo yang.
Sono opposti ma complementari e destinati a rimanere insieme fino alla fine, per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yin & Yang – Sabato, 7 Marzo.

La luce del mattino penetrava attraverso le lunghe tende rosse che coprivano la mia finestra.
Quella mattina mi svegliai senza sveglia e con qualcuno al mio fianco. Ero steso sul lato destro ma, lentamente, mi stiracchiai e mi misi a pancia in su, a fissare il soffitto alto e bianco. Nonostante alcuni raggi di sole penetravano attraverso le tende, la stanza era perlopiù nel buio, così mi alzai e aprii le tende.
La luce colpì direttamente i miei occhi, perciò sbattei più volte le palpebre per abituarmi al giorno. Quando mi voltai, mi accorsi che nella parte destra del letto, sotto le lenzuola nere, vi era una ragazza. Appena mi accorsi di lei, corsi a vestirmi e raccolsi i jeans neri che trovai sul pavimento.
Non appena mi piegai, un forte mal di testa ed un senso di vomito mi colpirono in modo allucinante. Appoggiai il braccio destro lungo lo stomaco e poi lo strinsi. Mi ricordai della sbronza assurda della notte precedente e così corsi al bagno. Mi gettai in fretta sul pavimento e mi appoggiai al wc.

Feci un respiro profondo e dopodiché vomitai. Vomitai l’anima. Non mi ero mai ubriacato in vita mia. Mi piaceva bere, provare quella sensazione di calore, leggerezza e libertà. Fanculo, pensai. E ripresi a vomitare. 
<< Hey >>, sentii una voce femminile provenire da dietro, << Ieri sera te l’ho detto, lo sapevo che avevi bevuto >>.
Feci per girarmi e guardarla in volto ma fui preso da un altro conato di vomito e di fatto vomitai. Lei si abbassò accanto a me e mise la sua mano sulla mia spalla.
<< Sono sicura che non hai ancora finito >>, mormorò. Così in quel momento la vidi. In quel momento me la ricordai. Ricordai quasi tutto quello che era successo la notte precedente: la discoteca, i chupiti, il giro di prostituzione nel retro della discoteca, Nicole ed infine il mio letto.
<< Penso di aver finito >>, le dissi, cercandomi di alzarmi.
Lei si alzò prima di me e mi aiutò. Mi porse una mano e io la strinsi forte, alzandomi dal freddo pavimento di marmo. Non appena mi alzai, lei lasciò la mia mano e si diresse in camera da letto. Non avevo ancora notato che era in biancheria intima e solo adesso me ne resi conto. Si appoggiò al bordo di letto, raccolse i vestiti sul pavimento ed iniziò a vestirsi.

Mi schiarii la voce << Noi d-due… >>, feci una pausa, << Ieri sera.. >>, feci un’altra pausa.
<< Non l’abbiamo fatto >>.
<< Ah no? >>, feci un sospiro di sollievo. Aprii il cassetto ed indossai una canotta bianca pulita. << Quindi, non ti devo niente? >>, le chiesi vergognato.
Lei non rispose. Ci furono 5 minuti di silenzio e poi mi feci coraggio. Non appena lei si alzò dal bordo del letto, la raggiunsi e mi piazzai davanti a lei.
<< Senti, scusami. Io non vado a letto con le prostitute, okay? Quello di ieri sera è stato uno sbaglio. Sono un bravo ragazzo, veramente. Devi credermi, non faccio queste cose, te lo giuro >>, dissi tutto d’un fiato. Lei mi guardò con le lacrime agli occhi e poi mi tirò uno schiaffo. Rimasi immobile, letteralmente paralizzato di fronte a lei.
<< Non sono una puttana >>.
<< C-cosa? >>, balbettai, << I-io non v-volevo… >>.
Lei tagliò il mio discorso << Non sono una puttana. Ieri sera ho finto di esserlo. Volevo solo dei soldi >>.

E sprofondò a piangere.
Crollò sul pavimento, accasciandosi a terra.
Cercò di nascondere gli occhi gonfi e rossi, dai quali scendevano fiumi di lacrime, con le sue piccole mani e in quel momento capii che dovevo fare qualcosa.
Non sapevo chi fosse questa ragazza. Conoscevo solo il suo nome ma nient’altro. Non sapevo se mi aveva mentito, se era o non era veramente una prostituta ma la sua professione non m’interessava. Ai miei occhi sembrava una ragazza debole ed indifesa, alla ricerca disperata di un aiuto. Mi inginocchiai per terra accanto a lei. Le afferrai i polsi e cercai di spostare le sue mani dagli occhi. Volevo vederli, volevo stabilire un qualsiasi contatto con lei. Inizialmente sembrò essere riluttante ma poi strinse i pugni contro la sua maglietta. Alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono i miei. Non so perché lo feci ma l’abbracciai. Strinsi forte il suo corpo freddo accanto al mio. << Ti aiuterò >>, mormorai al suo orecchio.
  
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