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Autore: MellyV    18/07/2015    5 recensioni
[...]Gli occhi grigi erano fissi nel ghiaccio dei suoi, e Sansa ebbe modo di scorgere un'emozione nuova che nel Mastino non aveva visto mai, ed alla quale non seppe dare nome.
[SandorxSansa]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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» Silent Care
Lost and insecure
You found me
Just a little late
You found me

L'aveva fatto. Ancora.
Aveva visto quella fiamma di odio nei suoi occhi ancora una volta, il ghigno insano allagarsi sul bel viso roseo, la voce acuta ordinare a ser Meryn Trant di colpirla dove più gli aggradava; eppure sperava ancora che il colpo potesse fermarsi a mezz'aria e non arrivare mai a farle del male.
Sansa aveva incassato lo schiaffo a denti serrati, attenta a non urlare di paura e mostrarsi forte, nonostante la voce le graffiasse in gola e le lacrime fossero difficili da trattenere.
Aveva udito le risa sguaiate del suo Re e il calore del sangue sul labbro carnoso, aveva alzato il viso pallido e mostrato uno sguardo di azzardato confronto che non era piaciuto a Joffrey; il tempo di rendersi conto che il Mastino non era lì a condividere la sua collera silenziosa, e alle sue orecchie arrivò il rumore dello strappo della sua veste di seta e l'impatto della sua pelle nivea con l'aria fresca della Fortezza.
Aveva avvertito la lama tagliente della Daga di Joffrey puntata al suo collo, la lentezza con la quale scorreva giù sul petto fino all'incavo dei seni sbocciati, e non era riuscita a distogliere l'attenzione dalla luce meschina che illuminava gli occhi verdi del suo aguzzino e a domandarsi quando la sua perfidia si fosse saziata.
Solo quando la lama recise la pelle bianca del suo petto, ed il sangue era sgorgato timidamente dalla ferita aperta, il Re aveva deciso che per quel giorno bastava così; le sorrise spavaldamente e compiaciuto di sè stesso, e Sansa aveva rabbrividito di ribrezzo al tocco fastidioso del suo palmo freddo sulla guancia accaldata e umida.

Con un gesto titubante, portò le dita a sfiorare la lesione vistosa sul petto candido; il sangue smise di trapelare a contatto con l'acqua tiepida, eppure il bruciore della ferita continuava a farla gemere sommossamente di dolore.
Le servette le giravano attorno intente a sistemarle la veste da indossare e a lavarle i capelli lunghi, ma i loro occhi si fermavano troppo spesso e troppo a lungo sul taglio appariscente che sfregiava la carne bianca appena sopra il seno destro.
Sansa corrugò la fronte e morse il labbro inferiore nel momento in cui avvertì le lacrime tornare a pizzicargli gli occhi arrossati, sentendo sotto il tocco della lingua la piega infiammata che ardeva ancora fresca e pulsante di dolore. 
Posizionò al meglio il corpo ancora scosso all'interno della vasca ovale decisa a concedersi qualche minuto di fugace serenità, ma la quiete venne interrotta dallo scapliccio frettoloso e sempre più forte verso la propria posizione.
Il tonfo di passi pesanti e veloci riuscì ad arrivare anche alle orecchie delle sue serve, le quali ebbero l'attimo di guardarsi smarrite, quando Sandor Clegane spalancò la porta ed entrò prepotentemete nella stanza.
Le ragazze sussultarono vistosamente arretrando di qualche passo, mentre Sansa ebbe giusto il tempo di portare le piccole mani a coprire i seni nudi.
Il Mastino era retto all'ingresso, la possente mano guantata avvolta ancora intorno il pomello dorato della porta aperta; i piedi saldi sul pavimento di legno ed un espressione di impercettibile preoccupazione a sostituire quella perennemente truce del suo viso spigoloso.
Le labbra sottili erano schiuse a testimoniare la fretta che lo aveva spinto a raggiungere la camera, la stazza impressionante inghiottiva lo spazio intorno a se'; gli occhi grigi erano fissi nel ghiaccio dei suoi, e Sansa ebbe modo di scorgere un'emozione nuova che nel Mastino non aveva visto mai, ed alla quale non seppe dare nome..
«Mia signora...»
La servetta mora la destò dalla sorpesa, ma non ebbe la lucidità di risponderle in tempo perchè la voce graffiante del Mastino sostituì la sua.
 «Fuori.»
Sansa sapeva di dover dire troppe cose -alle serve, al Mastino- ma sentì le parole morirgli in gola a causa di un susseguirsi di eventi inaspettati e si limitò a ricambiare lo sguardo intimorito delle sue serve che attendevano un ordine che fosse diverso da quello del cavaliere.
« Ser, cosa ...
Lo vide serrare le dita sull'impugnatura della sua spada lunga in gesto intimidatorio, alle quali le serve risposero con un inchino veloce prima di dileguarsi fuori dalla stanza e lasciandoli soli in un aria pregna di timore ed imbarazzo.
« Continui a chiamarmi Ser, proprio come quelli che si divertono a colpire le ragazzine come te».
Lo vide chiudere la porta alle sue spalle, voltarsi e fermarsi all'uscio con un espressione cupa sul volto sfigurato, la mascella serrata e gli occhi fissi su di lei.
Tutto cio' era enormente fuori luogo, eppure Sansa non gli urlò di andare via perchè, lei lo sapeva, il Mastino non le avrebbe fatto del male.
Non lo aveva fatto mai.
Era comunque decisa a trovare le parole più adatte da perfetta Lady per mandarlo via, quando si rese conto che lo sguardo di Sandor Clegane indugiava troppo sui suoi seni sospesi oltre la superficie dell'acqua ormai fredda.
Istintivamente riportò le mani a coprirseli, alimentanto un ghigno di scherno sulle labbra dell'uomo.
« Credi che non abbia mai visto un paio di tette? »
«Cosa volete! »
Sansa sentì le gote infiammarsi ed il labbro spaccato pulsarle ancora di più, mentre percepiva la presenza del Mastino avvicinarsi a lei con passi lenti e inspiegabilmente tenui.
« So cosa ti hanno fatto, ragazzina. Riesco a vederlo da qui il taglio che Joffrey ti ha lasciato sulla carne.»
Alzò lo sguardo sulla sua persona giusto il tempo di rendersi conto dell'enorme stazza che delineava la sua figura, per poi abbassarlo in un assalto di imbarazzo e collera; sentiva gli occhi inumidirsi di calde lacrime intrise di esasperazione e rancore, ed il calore del corpo del Mastino ardere per tutta la stanza.
« Cerca di uscire il meno possibile dalla tua stanza, e prega i tuoi Dèi che quel fottuto ragazzino rivolga le sue attenzioni su questioni più importanti ».
Il suo respiro grave aveva il sapore della preoccupazione, le sue parole erano sprezzanti ma Sansa potè scorgervi un nascosto accenno di premura.
La sua voce era un ringhio sommosso, di un tono estremamente profondo e cupo e allo stesso tempo il suono più piacevole che lei potesse udire tra le mura della Fortezza Rossa.
Guardò ancora nei suoi occhi grigi, trovandovi la conferma di una silenziosa promessa di protezione ed un'attenzione fin troppo marcata che troppe volte l'aveva messa a disagio; annuì dunque con movimenti lievi e lo vide muoversi impacciatamente per la stanza, prendere una stoffa morbida sulla sedia di fianco al letto e porgergliela sul palmo roseo della sua mano titubante.
« Grazie».
Cercò i suoi occhi ancora una volta, urlandogli la sua gratitudine attraverso le iride ghiacciate dei suoi occhi, ma Sandor le volse le spalle e con la stessa calma con la quale le si era avvicinato, adesso si accingeva a lasciarla.
« Cerca di non farti ammazzare, uccelletto; sarebbe un peccato».
Sansa vide la sua immensa figura uscire velocemente dalla porta e richiuderla dietro di sè con un tonfo secco; eppure il suo odore non lo seguì.
Un timido sorriso era tornato a risplendere sul viso rilassato.

















Salve a tutti, arrivo nel Fandom di GoT con una coppia che mi ha letteralmente rapito, le SanSan; diciamo che adoro Sandor, il suo essere sprezzante e rude, ed adoro il modo in cui ha sempre mostrato una certa cura nei confronti di Sansa. Lo trovo adorabile.
Spero che la Fic vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato il mio modo di scrivere; spero di aver mantenuto i personaggi IC (cosa che per me è essenziale, che io scriva o che legga) ma se così non fosse vi prego di farmelo sapere, in modo da poter imparare dagli errori :)
Con la speranza di tornare presto a scrivere di loro, vi ringrazio per avermi concesso un po' del vostro tempo.
MellyVegeta 
  
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