L'altalena
La bambina continua a dondolarsi sull'altalena.
Nessuno può toccarla lì.
L'aria gelida di Gennaio si infrange sul suo viso delicato.
Boom.
Il rumore di un altro piatto che viene scaraventato a terra.
Ahhh!!!
Le urla della donna che piange disperata.
Clap clap clap.
Il ticchettio delle scarpe dei fratelli riecheggiano nel vuoto, mentre spaventati corrono nella loro stanza.
Ma non ci bada, non quando è impegnata ad essere una piccola parte del firmamento.
Paf.
Lo schiaffo che il padre dona alla madre.
Si dondola, dandosi una spinta maggiore.
Sorride, le nuvole sembrano piccoli batuffoli di zucchero filato.
Allunga le mani, mentre cerca di afferrarle.
«Aspetta nonna adesso ci riprovo, forse questa volta riesco a raggiungerti...»
Un'altra spinta e si libra sempre più in alto.
Sbam.
La porta di casa si apre e viene richiusa con un tonfo assordante.
«No...»
Mormora la piccola creaturina.
«Posso farcela!»
Si sbilancia con il busto in avanti e torna in quel luogo sicuro composto da sogni, speranza ed illusioni.
I passi si fanno sempre più vicini, cade di nuovo giù.
Con una velocità impressionante ritorna su, mentre la luce del sole le riempie gli occhi, facendola sorridere.
Ma quell'attimo finisce e l'oscurità la inghiotte.
L'altalena si ferma sotto la morsa ferrea del padre.
La piccola sgrana gli occhi color nocciola, lui le spezza le ali.
Crack!
Il mostro l'ha presa, distruggendo le sue fantasie.
Dolce giorno nonna, avrei voluto volare con te un altro po'.