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Autore: EagleStrike1    19/07/2015    1 recensioni
[TRADUZIONE] In uno strano susseguirsi di eventi, la Mela dell'Eden trasporta Ezio Auditore in America, negli anni della Rivoluzione Americana. Qui incontra Connor, un feroce assassino nativo. Insieme a Connor c'è un gruppo di assassini italiani guidati da Stefan Auditore, un discendente di Ezio. Ezio deve aiutare gli assassini a combattere i Templari, ma sopratutto un misterioso nemico.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Achille Davenport, Connor Kenway, Ezio Auditore
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa storia non è mia, è la traduzione di una fanfiction inglese, ho ricevuto il consenso per tradurla. Ho cercato di tenere la traduzione più fedele possibile alla storia originale, ma ovviamente ho dovuto cambiare alcune espressioni per rendere la lettura più scorrevole.
Questo è il link per la storia originale: https://www.fanfiction.net/s/11204262/1/Ezio-Auditore-Life-of-an-Assassin


Ezio Auditore se ne stava appollaiato su una trave. La vista di Roma all'alba era semplicemente incantevole dalla cima del Colosseo. Erano questi i piccoli momenti di pace che veramente desiderava. I suoi doveri nei confronti dell'Ordine lo tenevano occupato giorno e notte. Un aquila si alzò in volo, cercando una preda. Ezio osservò il movimento circolare dell'aquila per un po', la sua mente viaggiava in diverse direzioni. Per qualche ragione, questo lo calmava. Sedeva lì da quasi un'ora, godendosi il sole del mattino. C'erano centinaia di persone sotto di lui, poteva vedere i cittadini che passeggiavano svolgendo vari lavori. I suoi sforzi contro i Borgia avevano avuto successo. Roma era sotto la guida pacifica di Della Rovere, Papa Pio III. Le sue reclute erano ancora all'opera, raccogliendo informazioni sui restanti sostenitori dei Borgia, cacciando i Templari meglio che potevano. Ezio sbottonò una borsa legata alla sua cintura. La aprì e fissò la Mela. Il Frutto dell'Eden pulsava e vibrava nella sua mano. All'improvviso, creò un'enorme onda di energia. Scioccato, Ezio perse l'equilibrio e scivolò dalla trave. Era successo così velocemente che non era riuscito ad aggrapparsi di nuovo a qualcosa. Cadde come se fosse al rallentatore.

Non così. Dopo tutto quello che aveva fatto, Ezio Auditore, il leggendario Maestro Assassino stava per morire in seguito a una caduta. Non poteva pensare ad un modo più ridicolo di morire. La Mela scivolò dalla sua mano proprio mentre Ezio chiudeva gli occhi, aspettando l'impatto. Ma cadde in acqua, in acqua! Nuotò verso la superficie, sbalordito e guardando intorno a sé. Non era più al Colosseo, cavolo, non era nemmeno a Roma. Quando raggiunse la superficie, vide che era caduto in un fiume. Il fiume scorreva attraverso una giungla. Era certo di non essere a Roma, sul entrambi i lati del fiume Tevere c'erano moli. Questo fiume era ampio e cristallino. Il bosco era verde e fitto. Il sole stava salendo e l'acqua luccicava. Dove diavolo era? Ezio cercò la Mela, si tuffò nel fiume e perlustrò i cespugli che crescevano sulla riva del fiume. Il panico stava lentamente crescendo dentro di lui. In quel momento sentì un fruscio dietro di sé. Roteò con velocità disumana, mosse il polso, la lama celata scivolò fuori la polsiera. Solo anni di addestramento da assassino e un affinato istinto consentirono ad Ezio di accorgersi della freccia che volava verso di lui. Schivò e afferrò la freccia con l'altro braccio. Vide l'uomo che aveva tirato la freccia. Stava appollaiato su un ramo di un albero a circa sei metri di distanza, un'altra freccia era già stata incoccata nel suo arco, il suo braccio sospeso a mezz'aria con indecisione. Ezio fece rientrare la lama celata e con disinvoltura puntò la pistola sull'arciere. Ma in quel momento, Ezio sentì un rumore di zoccoli. Guardò di lato e vide circa venti uomini, con vestiti rossi, che cavalcavano verso di lui.

Si voltò velocemente per controllare l'arciere solo per scoprire che non era più lì. Confuso, Ezio si voltò verso gli uomini a cavallo. Portavano lunghe aste come armi sulle loro schiene. Prima di poter reagire, gli uomini si fermarono. Uno di loro lo chiamò con accento inglese.

« Voi! Avete visto un uomo sospetto passare di qui? Indossa un cappuccio bianco e porta un arco con sé. »

« Non mi sembra, no. » Rispose Ezio. Voleva trovare questo arciere incappucciato da solo. Voleva parlare con questa abile persona da solo, perché era passato molto tempo da quando qualcuno era riuscito a cogliere di sorpresa Ezio in quel modo.

« Va bene. Tenete gli occhi aperti. Abbiamo saputo che un assassino si trova in questa zona. » Disse un altro uomo.

Ezio si calmò e annuì. Gli uomini gli rivolsero un ultimo sguardo e si voltarono, cavalcando verso la strada da cui erano arrivati. Un Assassino? Pensò Ezio. Ma era impossibile. Perché una delle sue reclute avrebbe voluto lanciargli una freccia? Si guardò intorno, l'ansia che cresceva dentro di lui. Decise di cercare una taverna. Forse vi avrebbe trovato delle risposte. Inoltre si rese conto di essere molto affamato. Raggiunse una taverna chiamata "Il pesce con un occhio". Sull'insegna c'erano le parole:

LE BIRRE MIGLIORI DI TUTTA LEXINGTON. COSTRUITO NEL 1763 D.C.

Merda pensò Ezio.
   
 
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