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1.

Lui lo guarda mentre agonizza sotto l’effetto dell’incantesimo che ha appena usato, incapace di distogliere gli occhi da quello spettacolo così inebriante. Il sangue che si spande nell’acqua circostante e i gemiti di dolore del ragazzo, gli danno una scarica di adrenalina che mai, nella vita, avrebbe pensato di poter provare. Nemmeno quando diede la collana stregata a quella stupida della Bell, provò la stessa sensazione di onnipotenza. Ora, il suo più vicino nemico è lì disteso nell’acqua del bagno, che muore dissanguato sotto i suoi occhi. Povero, piccolo, stupido Malfoy, convinto che il suo Maestro possa vincere. Illuso e sciocco.

2.

“Cosa ti prende, Malfoy?” lo deride. “Non sei più così convinto che Voldemort possa aiutarti ora, non è vero?” Harry si rigira la bacchetta fra le mani, mentre un fremito gli fa scattare di lato la testa dandogli un aspetto ancora più inquietante.
“Perché?” è l’unica parola che Draco riesce a sillabare, con le ultime forze rimaste. Harry ride, di gusto, a quella domanda.
“Perché è ora che Silente abbia, finalmente, la sua vendetta, Draco” gli bisbiglia nell’orecchio, sibilando ad ogni parola. “Perché è giunto il momento che il vile del tuo maestro affronti la dura realtà. Lui è finito”.

3.

Si spalanca la porta del bagno e Piton irrompe nella stanza. Peccato è tutto ciò che Harry riesce a pensare, mentre quel doppiogiochista senza spina dorsale si inginocchia al fianco di Malfoy e sussurra formule di guarigione. Vulnera Sanetur pronuncia Piton, richiamando il sangue fuoriuscito nel corpo del giovane. Lo sguardo di disprezzo che Harry serba al professore, non ha bisogno di parole per esprimersi.
“Vai via, Potter” intima Piton, come se fosse nella posizione di comandare.
“Se no? Cominciate a tirarmi dietro boccette di pozioni, professore?” lo deride “O dovrei chiamarvi Mocciosus?”
“Sei un maiale, Potter!”
“Che coraggio!” ironizza.

4.

Tornato nella sua stanza, trova Ron che lo attendeva. “Non ti ho più visto dopo l’apparizione miracolosa della Bell in mensa. Dove sei stato?” gli chiede con tono preoccupato.
“Beh, nulla di importante. Ho solo fatto capire a quel vile Serpeverde di Malfoy che il tempo di Voldemort sta per finire” spiega, senza riuscire a nascondere il divertimento. Ron lo guarda con occhi interrogativi e vogliosi di conoscenza.
“L’ho quasi ucciso” dice trionfante.
“Quasi?” chiede Ron, deluso.
“Piton” rivela laconico Harry.
“Quello stupido! Ma da che parte sta?” è furioso Ron.
“Da quella sbagliata, Ron. Silente si fida, io no”

5.

“Oh, Harry” la voce del Maestro è preoccupata. “Perché lo hai fatto? Sai il rischio che hai corso?”
Harry tiene gli occhi bassi, per rispetto non per pentimento.
“Ho dovuto, Maestro. Malfoy ha saputo della collana”
Silente scuote la testa con fare accusatorio.
“Harry, non possiamo concederci errori, soprattutto ora. Voldemort sa che le mie file si ingrossano di adepti e che la sua ora è vicina. Con la sua morte il tuo destino si compirà e io sarò il padrone del Mondo!”.

“Malfoy è sopravvissuto” disse, infine, Silente. “Sai cosa fare” ordinò.
“Sarà un piacere, Maestro!” e Harry scomparve.