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Autore: AndreDreamer    19/07/2015    0 recensioni
RUBRICA "STORIE BREVI":
In questo racconto dal titolo "DECIMA - I GIUSTI DEL REGNO" vi narrerò le vicende di un gruppo di giovani, il cui Regno è disgraziatamente devastato da un'interminabile guerra tra i Signori locali, desiderosi di vivere in una terra unita e libera in cui, ormai, il popolo ha smesso di sperare. Durante il loro percorso conosceranno il mondo in torno a loro, scoprendo a fondo l'avidità dei potenti e la sofferenza dei poveri.
N.B.: E' il primo racconto che scrivo, sia come testo sia su EFP, ma ho già preso in considerazione l'idea di creare una rubrica di STORIE BREVI dedicate a più temi legati a storie e racconti differenti; Se nel caso di questo racconto dovessi ottenere delle buone Recensioni, comincerei subito ad ampliare il "mondo" riguardante questo racconto, magari approfondendo le storie dei singoli personaggi, dettagliandone le sfumature ed il carattere degli stessi. Grazie a tutti e spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un’epoca buia, caratterizzata da aspre guerre tra i potenti Signori di un remoto e triste Regno, il cui unico scopo era quello di conquistare il domino sui propri avversari, la nostra storia inizia con un gruppo di giovani audaci, la cui aspirazione più grande è quella di riuscire a creare una società ordinata e giusta in cui tutti possano vivere liberi e in pace. Accadde però, con lo sviluppo delle loro vicende, che alcuni di quei potenti Signori approfittarono della loro inesperienza, bellica e politica, per sorprenderli, cominciando ad attaccarli più e più volte e costringendoli a cercare un fido alleato con il quale difendersi. Loro, il cui nome e Vessillo era quello della cosiddetta “Decima”, decisero di unirsi, in seguito ad una comune scelta non serenamente appoggiata da tutti, ad un gruppo , situato in una zona vicina a loro, più numeroso e più forte, le cui insegne recavano il nome di “Spadaccini”.  

Le voci che circolavano su questi “Spadaccini” erano buone, quindi i giovani della “Decima” decisero di tentare la sorte unendosi a loro, sciogliendo la loro stessa Fazione e diventando membri degli “Spadaccini”. Col tempo, tuttavia, i membri della ormai decaduta “Decima”, si accorsero che le voci su libertà e giustizia riguardanti gli “Spadaccini” non erano altro che menzogne diffuse, principalmente, per paura e profondo timore; L’organizzazione era davvero carente e i ruoli più importanti erano affidati ad amici dispotici anziché a membri veramente qualificati, rendendo il tasso di corruzione interna sempre più elevato.   

A causa dello scarso rendimento, e delle aspettative fallite, nei confronti degli “Spadaccini”, alcuni membri della “Decima” si decisero ad abbandonare la Fazione appena raggiunta, la stessa che poco tempo dopo subì un enorme crollo al quale seguì la dispersione dei vari membri in altri luoghi e in altri ruoli. Lo stesso fato, tuttavia, investì i giovani del nostro racconto, i quali, non sapendo a chi rivolgersi per ottenere protezione e libertà, a poco a poco si divisero in molte e differenti corti di vari Signori, prestando servizio per lungo tempo presso questi ultimi e sfruttando al meglio le proprie abilità e capacità. Parte dei membri  fondatori della decaduta “Decima” restarono insieme, ma col tempo, spostandosi a loro volta in altre Fazioni, alcuni di loro trovarono ciò che cercavano da molto e decisero di restarvi, cominciando inoltre, ad occupare una serie di ruoli sempre più importanti per il funzionamento delle rispettive Fazioni.

I restanti fondatori e compagni della ormai antica “Decima” vennero reclutati tra i ranghi dei “Guardiaterra”, una fazione da poco divenuta sedentaria che necessitava di un sovrano, abile in ambito amministrativo e diplomatico, e di una schiera di uomini capaci a lui fedeli, i quali avrebbero portato i Guardiaterra allo splendore. Pochi altri di loro occuparono, invece, alte cariche in altre piccole Fazioni, come in quella dei Naviganti, dove arrivarono addirittura ad essere proclamati come “prossimi eredi al trono”. Come si vide poi, il sogno in cui avevano tanto creduto era stato quasi realizzato, un po’ da ognuno di loro. Mancava ancora, però, quella speranza di una società unita, forte, ricca e giusta, guidata insieme ai propri compagni grazie ai quali si aveva tanto sognato e desiderato un mondo libero.

Col passare degli anni le strade dei giovani, ormai cresciuti e divenuti abili ognuno in base al proprio ruolo, si rincrociarono ancora una volta finché essi, ricordandosi della loro infanzia insieme e accorgendosi di quanto fossero ancora simili in loro e tra loro, decisero di ridare vita alla “Decima” unendo tutte le loro Fazioni sotto un’unica bandiera, in una società giusta e forte in tutti i sensi come avevano sempre sperato, realizzando così il desiderio di molti e il sogno della loro vita.  
   
 
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