Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Spiritromba    19/07/2015    0 recensioni
| STORIA INTERATTIVA| ISCRIZIONI CHIUSE |
~Melissa ha ormai perduto totalmente le speranze di avere un'estate decente: i suoi importantissimi tre mesi di pausa verranno consumati inutilmente tra amici di genitori e nonni che sanno solo dirle "quanto sei cresciuta" e due bambini che piu' che bambini sono demoni...professionisti.
Ma proprio quando tutto sembra perduto (introduzione da libro fantasy) sua zia riuscira' a farla andare in un campeggio popolato da persone di tutte le varieta' e colori possibili. Come un arcobaleno.~
*************************************************************************************
In quel campo c'erano tutti i caratteri esistenti: l'Invidioso, il Timido, lo Scontroso, il Nerd, lo Sportivo, il Gentile, il Musicista, il Lettore, il Creativo, lo Sbadato, l'Amante dell'Occulto e il Festaiolo.
E allora...io cos'ero?
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Penso di essermi fermata ad un punto alquanto critico...be’, forse sono una delle 8.234.589.153 persone che lo fanno costantemente al mondo...be’, torniamo in un polveroso sottoscala, con sopra chi ci voleva morti e con sotto delle vere e proprie mosche in ragnatela...

 

 

Arancio

 

SBAM! Feci appena in tempo a spostarmi prima che il corpo dell’assassino cadesse inerme al suolo, rischiando di murarmi li’ dentro per i prossimi cinquant’anni. 

Subito dopo sentii quyalcuno che mi tirava violentemente verso il corridoio e in un attimo la vista del sottoscala spari’, sostituendosi a quella della cucina. Mi alzai rapidamente dalle fredde mattonelle bianche oper ritrovarmi faccia a faccia con -quasi non ci credevo che fosse stata lei a salvarci- Elena Normatt. 

“CoSa...?” chiesi facendo la faccia di uno stoccafisso scioccato. La sua, invece, sembrava piu’ quella di un gladiatore preoccupato, con il trucco nero e cupo che le cerchiava gli occhi e le guance che avevano perso il solito color rosa da lei detestato. 

“Non imitarmi quando mi accorgo che una qui presente persona ha una relazione con un cantante del gruppo che odio”, disse con voce fredda e piatta. Sembrava ci avesse messo tutti nel congelatore talmente era ghiacciata...

“Ehi, be’, non so come dirtelo, ma ti ringrazio per averci salvata” mormorai come una stupida. Lei non rispose e si volto’ dall’altra parte. “Voi umane siete proprio una palla al piede” sbotto’. Solo in quel momento mi accorsi di una cosa: mi voltai verso Edo e mi accorsi che stava tremando fissandosi il polso destro. “Cosa c’e’?” chiesi avvicinandomi lentamente a lui. E poi lo vidi. 

Gil non c’era piu’.

 

*

Era da cinque minuti che tutti ce ne stavamo seduti in cucina senza sapere minimamente cosa fare. L’assassino, o meglio, gli assassini non si erano piu’ fatti vedere dopo la faccenda del sottoscala. 

Poco prima avevo scoperto l’oggetto con cui era stato colpito il nostro inseguitore, notando il piede scalzo di Elena: la sua scarpa. Il che mi faceva pensare il peggio per colui che era stato colpito, essendo cosparse di borchie e con una zeppa altissima senza dubbio piuttosto dura. 

Cio’ che mi riscosse dai miei pensieri fu la voce di Xavier, naturalmente anco-

ra attaccato ad Alicia, sistematosi in pieidi davanti al tavolo. 

“Ragazzi, non possiamo starcene qui con le mani in mano, dobbiamo trovare un modo per farla pagare a quei due che si sono portati via i nostri compagn-” venne bruscamente interrotto da una Lorraine che si guardava le unghie: “...questo e’ l’incitamento piu’ banale che abbia mai sentito in vita mia” disse con un tono di voce che, anche se calmo, avrebbe fatto perdere la pazienza al piu’ tranquillo dei professori. Infatti, l’espressione di Xavier cambio’ immediatamente da decisa alla modalita’ “incavolato nerissimo”. 

“Senti, non so cosa tu voglia fare, ma se la tua idea e’ di startene qui seduta a pensare quanto sia esiliarante prendersi gioco dei propri compagni di Campo, dico che tu te ne potresti restare qui con i piedi incollati al pavimento per una mezza era!” grido’ a denti stretti. Alicia gli mise una mano sulla spalla con fare conciliatorio, e lui subito si calmo’. 

“A parte che di esiliarante l’unica cosa che c’e’ qui e’ la giapponesina-nerd-fissata (ed esiliarante e’ una parola grossa), poi se qualcuno di voi vuole incominciare a fare qualcosa, be’, si mobiliti. E io, viste le vostre ancora piu’ fantastiche proposte senza sonoro non ho alcuna intenzione di farne parte.”

detto questo, si alzo’ rapidamente dalla sua sedia e si diresse verso la porta.

Cerco’ di aprirla, una, due, tre volte. Niente, non si apriva. 

“Stai cercando queste?” mi voltai verso Kendall: fissava Lorraine con sguardo malizioso e teneva in bilico le chiavi della cucina sull’indice destro. Lei lo guardo’ in cagnesco. “Non c’e’ bisogno che tu faccia quella faccina arrabbiata, tesoro” ora a guardarlo in cagnesco era anche Hope, “E comunque se te ne vuoi uscire a telefonare alle tue care uniche amichette sei fuori strada; la porta principale e’ chiusa a chiave. Sarebbe utile che tu ci aiutassi a trovarla se non vuoi che il tuo cellulare non faccia un bel viaggetto nel cesso assieme al tuo diario.”

A quelle parole Lorraine divento’ verde. 

“Collaborero’”, disse.

*

“Bene, quindi noi dodici, ovvero io, Hope, Kendall, Alicia, Kotori, Lorraine, Henry, Melissa, Edo ed Elena siamo gli unici rimasti. Su questo foglio ci sono tutti i nomi dei partecipanti di cui quelli che non sono con noi gia’ cancellati. Per me gli assassini devono essere Dylan e Vanessa essendo gli unici a non essersi fatti vivi fino ad ora. Comunque, ho un piano”, molti di noi si scambiarono sguardi preoccupati ai nomi dei presunti assassini, prima che Xavier continuasse il suo annuncio, “Gli assassini sono messi nel gioco per fare la figura degli antagonisti, gia’, ma soprattutto per spaventarci, no?”

“Bravo, hai scoperto l’acqua calda.” disse Lorraine, subito bloccata dallo sguardo intimidatorio di Kendall. “Percio’ che ne dite se diventassimo noi coloro che devono spaventarli? Mentre qualcuno va a cercare la chiave in giro per la casa, noialtri ce ne stiamo qui nella nostra ‘fortezza’ (alias la cuci-

na) a far andare un po’ fuori di senno quei due. Avete qualche proposta del modo in cui li faremo impazzire?” chiese Xavier. In mezzo al gruppo, si alzo’ timidamente la mano lentigginosa di Henry, “Io avrei delle torte conservate di nascosto nei cassetti qui intorno...io e Jake volevamo utilizzarle per fare una battaglia di torte, ma essendo immangiabili penso che meritino una morte piu’ dignitosa finendo in faccia a chiunque siano i nostri inseguitori”, moprmoro’ timidamente. “Perfetto! Con le armi siamo gia’ a buon punto, avete qualcos’altro?” questa volta fu Kotori ad alzare la mano: “Ho portato una decina di nerf di The Walking Dead, un paio della Marvel e altri cinque sulle cose pupazzose!” esclamo’ tirando fuori una cassa con sopra appiccicati un migliaio di adesivi. 

Alla fine, ne venne fuori questo: Lorraine e Xavier sarebbero andati in giro per la casa a cercare la chiave, mentre i rimanenti sarebbero rimasti in un area pressocche’ circondante la cucina e comprendente il salotto e un bagno. 

Non appena si sarebbero colti dei segnali della vicinanza degli assassini, sarebbe partita una zaffata di Heavy Metal ad alto volume, piu’ canzoni piene di bassi e strilli che avrebbero gestito Alicia ed Elena. Gli altri si sarebbero messi in diverse postazioni con tanto di nerf caricati di limonata extra-acid e orzata di Elena (Hope, Kendall, Kotori), e torte immangiabili (io, Edo, Henry), allo scopo di “intrattenere” gli assassini nel caso si fossero presentati. Inoltre Kotori aveva sintonizzato i nostri cellulari in qualche vario modo e distribuiti nella casa. Appena avrebbero captato un qualunque rumore vicino a loro, avrebbero cominciato ad emettere versi grotteschi e paurosi che avrebbero condotto i poveretti verso la ‘fortezza’ delle vittime. Be’, se vittime si potevano  ancora chiamare, ora. 

*

“Dimmi una cosa...”  chiesi ad Henry mentre attendevamo le nuove vittime del gioco dietro al tavolo della cucina. “...a che gusto sono quelle torte?” 

Lui sghignazzo’, “Un paio sono alla banana e acciughe, una al cavolo, al cioccolato e ai broccoli, un’altra al cetriolo, al limone e alla panna con sopra le scaglie di trota...insomma, robe cosi’”, disse sorridendo tra se’ e se’.

SSSSH!” lo zitti’ bruscamente Elena leggendo un libro sui misteri. Sembrava che avesse preso fin troppo sul serio quel gioco, essendo passata dal disinteresse totale alla combattivita’ piu’ assoluta. 

Edo era meno terrorizzato di prima, anche se tremava ancora. Sembrava che Gil gli mancasse molto. Alicia non aveva granche’ da parlare con Elena, poiche’ quest’ultima la zittiva continuamente. Lei, invece, avvertiva molto la mancanza di Xavier. 

Tic Toc Tic Toc ...m’immobilizai. C’era qualcuno che camminava in punta di piedi in corridoio. Anche gli altri sembravano essersene accorti, a giudicare dalle loro espressioni preoccupate. Elena sollevo’ tre dita della mano. 

“Tre...” Edo strinse i lembi della maglietta di Henry piu’ forte che poteva.

“...due...” 

“...uno...” presi la torta alla banana e acciughe, pronta a scagliarla a chiunque avesse attraversato il corridoio. 

“ADDOSSO!” grido’ Elena.

“SFONDIAMO I CIELI CON I NOSTRI NERF!” urlo’ Kotori.

Una pioggia di torte e una cascata di orzata e limonata si addossarono sulla persona nel corridoio, seguite da una serie di note velocissime su chitarra elettrica e le esclamazioni dei cantanti. “AMMAZZIAMOLI!!” gridai.

“BASTA, BASTA! PER ZEUS, BASTA!” ci fermammo tutti, e la torta all’arancia e broccoli mi cadde dalle mani spiaccicandosi a terra con un indegnoso split.

Dal corridoio spunto’ Dylan, paonazzo, bagnato e ‘tortato’ fino al midollo. 

“MA CHE STATE FACENDO, SI PUO’ SAPERE?!” grido’. 

“Ma quindi tu non sei l’assassino!” esclamo’ Alicia scandalizzata. “E noi che avevamo programmato tutto cosi’ bene...” 

“Be’, avete scoperto che il vostro piano funziona! No, io e Vanessa non siamo affatto gli assassini, posso giurarlo su tutti i libri fantasy che abbia mai letto!” ci guardammo tra di noi con aria confusa. Cominciavo a non provare piu’ tanta confidenza con tutti coloro che mi circondavano. “L’assassino dev’essere uno di voi. Lei non e’ di certo, e’ solo rimasta di sopra a cercare la chiave in soffitta. E...ma perche’ nessuno di voi e’ in coppia?” in effetti ormai tutti si erano slegati lo spago daio polsi, me compresa. Tanto, ormai, che diavolo di senso aveva?

*

Terrore, ecco cos’era caduto su di noi. E incapacita’ di riorganizzarci. Gia’, perche’ ora cosa potevamo fare se ognuno di noi poteva essere l’assassino?

Dylan era stato aiutato da Alicia a togliersi di dosso tutta quella glassa, pan di spagna e bagnato che aveva addosso, e ora non sembrava piu’ una torta ambulante, anche se la somiglianza rimaneva.

Eravamo di nuovo in cucina, tutti staccati da tutti e diffidenti perfino delle proprie scarpe. D’un tratto sentimmo un rumore: proveniva da sopra, ed erano delle grida d’aiuto, insieme alle assi che scricchiolavano e ai versi emessi dai cellulari. Alicia fu la prima a parlare: 

Andiamo a prenderci la chiave”.

*

I piccoli rumori ad ogni passo della nostra comitiva erano agghiaccianti. Senza contare che erano quasi le dieci di sera e nessun altro rumore era piu’ uscito dalla soffitta. 

Ognuno di noi si era portato un nerf in mano ‘per prevenzione’, ed eravamo arrivati al terzo piano quando Dylan si blocco’. Ando’ cautamente verso una porta alla nostra destra, con i nostri occhi puntati su ogni suo minimo movimento. Poi la apri’. Dentro non c’era nulla, tranne che un grosso pentacolo disegnato perfettamente sul pavimento con una candela su ogni 

suo vertice. “Questa e’ la stanza dove ho lasciato Vanessa. All’inizio ho insistito che venisse con me, ma lei e’ stata irremovibile. Diceva che loro l’avrebbero aiutata a trovare la chiave” mormoro’, gli occhi persi nel vuoto.

“Ma loro chi?” chiesi istintivamente. Lui si limito’ a scuotere la testa. “Non ne ho idea”. 

Dopodiche’ decidemmo di dividerci: Dylan e Alicia avrebbero cercato Lorraine, Xavier e Vanessa, mentre noialtri saremmo restati in quella ‘simpatica’ stanza, stando bene all’erta. 

Erano passati circa venti minuti, quando Elena, Kotori ed Henry decisero di andare a vedere dove fossero finiti gli ultimi andati via. “Ragazzi, ci stiamo decimando...” disse Hope stringendo la mano di Kendall. Ora erano le dieci e mezza. E nella stanza eravamo rimasti solo loro due, io ed Edo. Gli altri non accennavano a comparire. 

*

Prima sentimmo delle grida, poi dei passi frenetici sulle scale. Pochi secondi dopo la porta si spalanco’, facendo uscire una Kotori terrorizzata e con gli occhiali che le pendevano da un orecchio. “Elena ed Henry sono scomparsi! Ho sentito delle grida ed era tutto buio, poi ho trovato le scale e sono scesa qui da voi.” Edo mugolo’ un “Lo sapevo”, e Kendall scatto’ in piedi. 

“Basta, saliamo sopra. Prima o poi si dovra’ capire dove diavolo sono finiti” disse con decisione uscendo. Noi lo seguimmo a ruota. 

Ora eravamo in soffitta e non c’era anima viva li’ dentro. “State calmi, e cercate quel maledetto aggeggio” sussurro’ lo sportivo riferendosi alla tanto sospirata chiave. Hope vide un bagliore provenire dalla finestra. “Cosa diavolo...” mormoro’ prima di accorgersi di aver appena trovato cio’ che tutti stavano cercando; la chiave era appesa ad un ramo esile dell’albero vicino alla finestra “ECCOLA!” grido’ afferrandola e correndo verso la porta. 

SBAM! Hope sbatte’ violentamente una nasata contro il buio. La porta era chiusa.

*

Si sentivano passettini dappertutto, e una marea di colpi concitati. Eravamo paralizzati dalla paura, con Hope svenuta e a terra, la chiave ancora scomparsa e i versi dei cellulari che non accennavano a smettere neanche un po’. Esprimi il tuo ultimo desiderio! Mi dissi cercando di essere un minimo ironica in quella situazione. Poi vidi una maschera orripilante alla luce della Luna che ci scrutava e veniva verso di noi. Kotori si lancio’ addosso alla figura, strappandogliela dal volto.

Konichiwa mia cara Elina Normett!” ghigno’ sbagliando il nome e cominciando a spruzzare d’orzata il corsetto dell’assassina. “Avevo sempre pensato che fossi tu!” 

Qualcuno mi si butto’ addosso, rendendomi conto di chi fosse la seconda antagonista della serata. Cercai di rialzarmi, ma venni colpita con un pugno e 

poi brutalmente trascinata verso il loro covo. SBAM! Dopo quell’altro colpo sentii mollare la presa sulle mie caviglie e un “Penso che il water sara’ contento di ospitare il tuo inutile diario” probabilmente di Kendall. 

“VIA DI QUI!” grido’ Kotori correndo all’impazzata verso le scale. Mi alzai malamente e inciampai un paio di volte prima di poter raggiungere le scale, che non mi risparmiarono una decina di sbucciature in tutto il corpo. 

In pochi secondi ci ritrovammo tutti e cinque, con Hope in braccio a Kendall e un Edo uscito dall’Inferno che se non era ancora svenuto lo stava per fare, davanti alla porta di casa. 

“APRI, DANNAZZIONE, APRI!” mi grido’ il ragazzo piu’ grande lanciandomi le chiavi in mano. L’oggetto mi scivolo’ un paio di volte dalle mani prima di entrare nella serratura. Tra gli ‘APRI!’ di Kendall, i rumori provenienti da sopra e Kotori che sparava orzata al buio la porta sembrava quasi non volersi aprire. Scivolai in avanti e caddi sul prato, sentendo la rugiada accarezzarmi le guance. Eravamo fuori. 

*

Cosa successe dopo? Be’, in breve, Jake ando’ a ‘liberare’ tutte le vittime catturate. Non potete neanche immaginare cosa ci fu non appena ci riunimmo con loro: Xavier chiedeva ad Alicia “Stai bene?” ogni due secondi, Kotori spruzzava gli ultimi arrivati fino a renderli fradici fino al midollo, Henry dichiaro’ di voler andare a pulire personalmente da cima a fondo il dolce disastro in cucina e dare la buona notte alle poche torte rimaste, Dylan fece un interrogatorio vero e proprio a Vanessa sui vari avvenimenti, dicendo che voleva scrivere un libro su tutto cio’ che era successo, Lorraine era andata a cercare il suo diario, trovandolo miracolosamente intatto, Elena sbuffava continuamente un “E ti pareva che perdevamo”, ed Edo e Gil erano andati nel dormitorio mano nella mano. Kendall non aveva voluto mollare Hope neanche quando lei l’aveva minacciato di non rivolgergli piu’ la parola per il resto della vacanza. Qualcuno diceva addirittura di averlo visto baciarla prima  di andare a dormire. Io? Be’, semplicemente me ne andai a dormire con la maglietta zuppa di orzata, dopo la nottata piu’ eccitante che avessi mai vissuto.

 

ANGOLO AUTRICE: Ritornata! Evviva, sono riuscita a scriverlo, finalmente. Spero che la ghigliottina non mi attenda dopo un aggiornamento cosi’ tardo, soprattutto sviluppatosi da un punto cosi’ cruciale(?)

Anyway, vi amo :)

Spiry

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Spiritromba