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Autore: darling_tears    20/07/2015    1 recensioni
[Pairings: Makoto/Ichigo] La storia ha inizio un anno dopo che Ichigo e Makoto ricevono la notizia da Henry-sensei di costruire un nuovo negozio di dolciumi a Londra. SI narrerà delle avventura della coppia appena creeranno il negozio. Come in ogni coppia non possono mancare litigi, baci, carezze.. una nuova ed emozionante storia insieme.. lontano dall'ereditiera e il suo affascinante cugino. Di una cosa si è certi: l'amore che accomuna Ichigo e Makoto è infinito e reale.. ma sapranno superare le difficoltà che capiteranno nella loro vita? Una storia romantica, affascinate, emozionante.. con un inaspettato sviluppo. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amano Ichigo, Makoto Kashino, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Salve a tutti, scusatemi per il ritardo.. Sono stata impegnata ultimamente a causa dell'università.. Ma ecco a voi il terzo capitolo.. A breve di posterò anche gli altri.. Un bacio a tutti. Buona lettura* "Si parte!", gridò Vanilla accanto alla grande vetrata del negozio. Mancavano soltanto due piccolissimi minuti all'orario di apertura, ma già fuori si era formata la coda. "Wow i nostri primi clienti!", sussurrai emozionata, mentre massaggiavo nervosamente i palmi delle mani sul tessuto soffice della divisa. Di un bel colore verde acqua accesso, essa era composta da una gonna corta a pieghe con merletti e pizzo; da un paio di sandali neri con i lacci intrecciati sulla caviglia, con tanto di tacchi vertiginosi ma adatti a non rovinare il parquet del negozio. E una camicetta attillata con nastro nero sotto l'attaccatura del seno e maniche in pizzo che si allargavano come gigli all'altezza dei polsi, tutto circondato ed abbellito da un'acconciatura elegante e raffinata, intrecciata con dei bellissimi fiori di seta bianca. La mia schiena era pervasa da brividi freddi di tensione mentre nella mai testa si susseguivano immagini negative che "mi mandavano in pappa" il cervello. Makoto, che mi stava mangiando con gli occhi di un innamorato, si era accorto del mio stato d'animo e si era avvicinato dalla cucina, sfoggiando in modo del tutto vanitoso, la sua divisa composta da un candido pantalone nero su scarpe lucide grigie. Una meravigliosa camicia bianca abbellita da un delicato fazzoletto legato intorno al collo risaltava i muscoli possenti del petto e delle braccia. Mi strinse dolcemente la mano, come a combattere il tremito e a donarmi tutto quel coraggio e quella forza che aveva sempre contraddistinto il suo essere, il suo carattere. Di certo se fossimo stati soli, o almeno senza vetrate, si sarebbe concesso un abbraccio o tanto meno un bacio, ma per ora quella stretta era la cosa che si avvicinava di più a quel concetto, a quel sentimento. Quel tanto che bastava per dirmi "Sono qui, al tuo fianco. Tranquilla andrà tutto bene!". Feci un sospiro profondo, giusto per calmarmi e rilassarmi un po' per poi dare un cenno debole con la testa in direzione di Vanilla e Chocolat, le quali aprirono le porte e dare così inizio alla nostra nuova attività, nonchè; nuova vita. La gente che entrava era di sesso, etnia ed età differenti, ma tutte accomunate da un dolce sorriso sulle labbra e da uno sguardo che andava dal sorpreso all'entusiasmo per i dolci sui vari tavoli. Bastò così poco, perdermi nei loro sguardi, nei loro bisbigli emozionati mentre riempivano i loro vassoi, per farmi sorridere. I nostri dolci avrebbero fatto gola anche a chi li aveva sempre odiati. Avevamo i mignon farciti alla crema, nutella e marmellata; i miei tortini alla fragola; le short cake e le torte magnifiche di cioccolato create da Makoto, le delizie a limone presi in prestito da Limon, i vari rotoli al cioccolato, farciti con crema al latte, cioccolato, crema panna e fragola. Avevamo in repertorio anche il magnifico rotolo al te verde di Andou e tutti i suoi dolci giapponesi, per poi finire con le varie creazioni di zucchero, usate per lo più come decorazioni, di Sastuki. Eravamo orgogliosi del nostro operato, delle nostre scelte stilistiche e dei nostri dolci e i nostri clienti lo percepivano nel momento in cui addentavano le prelibatezze. Tra un "Sono 20 sterline" ed un altro, vidi Vanilla e Chocolat che correvano dal salone alla cucina per poter riferire a Makoto quali dolci andavano alla grande, quali erano finiti e andavano rifatti. Decidemmo di chiudere il negozio, giusto per l'orario di pranzo, per poter riprendere fiato e fare il punto della situazione. Avremmo ripreso nel pomeriggio, quindi tra un boccone ed un altro, tra una risata o due, continuammo a creare i dolci che avevamo visto andare a ruba tra i clienti. Non avremmo mai immaginato che avremmo avuto così tanto successo per il primo giorno. I: -Ho avuto paura all'inizio, ma sono contenta che tutto sia andato bene!-, dissi mentre spalmano la crema alla fragola nel rotolo al cioccolato. M: -Abbiamo lavorato tantissimo ed ancora la giornata non è finita!-, esclamò mentre un pezzetto del suo sandwich finiva tra i suoi denti. V: -I loro sguardi erano affascinati quando sono entrati, ma erano emozionati quando sono usciti!-. C: -Si, abbiamo fatto un ottimo lavoro.. Ma Ichigo non ti adagiare sugli allori!-. Sbuffai. "Sempre quel tono duro con me, Chocolat? Ora so da chi ha preso Makoto!" I: -Oh Chocolat.. Hai visto quanto abbiamo guadagnato? Forse con alcuni di quelli possiamo pagare le prime bollette!- Makoto mi rivolse uno sguardo meravigliato con il suo pezzo di sandwich a pochi centimetri dalla bocca spalancata. -Le..prime..bollette!?- I: -Ahahaha.. Si caro.- e gli stampai un bacio su quelle labbra piene di senape. Lasciammo che le nostre delizie finissero di cuocersi, mentre riempimmo i vari vassoi e rimettemmo in ordine le vetrine. Entusiasti demmo il via alla seconda parte della giornata, continuando a sorridere emozionati ad ogni nostro cliente, i quali ricambiavano il nostro sorriso, con uno ancora più grande ed intenso. Non potevo immaginare una ricompensa migliore per il nostro duro lavoro e alla nostra passione. I: -E anche gli ultimi clienti se ne sono andati!-. Sospirai, mentre mi lasciavo cadere stremata, ma soddisfatta, sullo sgabello. M: -Forza tesoro.. Un ultimo sforzo e poi ci riposeremo!-. Mi baciò delicatamente sulla testa, come ad infondermi un ultimo briciolo di forza. Mettemmo in ordine con il doppio del tempo che avremmo dovuto: come al solito Vanilla e Chocolat avevano cominciato a litigare su chi avrebbe aiutato Makoto a lavare gli utensili e chi poi, naturalmente li avrebbe riposti nell'apposita credenza. Sbuffando in quel modo impaziente che solo lui sapeva fare e che ormai da tempo avevo cominciato ad amare, Makoto decise che nessuno l'avrebbe aiutato: che entrambe - Vanilla e Chocoalt - li avrebbero riposti sugli scaffali, lasciando così la parte più noiosa, nonchè asciugarli, a me. Anche quando quest'ultima incombenza fu terminata, ci sedemmo intorno al piano di lavoro per contare il denaro ricavato. Le nostre bocche si allargarono all'unisono in un sorriso meravigliato: era molto di più di quanto avevamo pensato per il primo giorno, tanto meno per la prima settimana. Eravamo orgogliosi del nostro operato e del fatto che Henry-sensei aveva affidato quest’opportunità proprio a noi. Ma avremmo dovuto faticare ancora per far si che i nostri clienti amassero ancora i nostri dolci, senza mai stancarsi riducendo così il guadagno. Chiudemmo il negozio che ormai la luna era alta nel cielo stellato. Tranquillamente assaporando l'aria della città, il venticello e quell'odore salmastro ed acquitrinoso del fiume, arrivammo a casa, quando mi balenò nella mente una strana idea. Un'idea che dopo aver affrontato le polemiche e le insicurezze di alcuni, venne accettata: avremmo introdotto uno o due dolci nuovi alla settimana. Una dolce emozione mi pervase non appena vidi Makoto infilare la chiave nella toppa della porta. Chiunque ci avrebbe visto in quel momento, ci avrebbe di certo scambiato per una coppietta affiatata. Una coppia di sposini che sta dolcemente rientrando a casa. Per tutto il tempo guardai Makoto pregustando il momento in cui mi avrebbe preso tra le braccia e mi avrebbe condotto in camera e mi avrebbe fatto toccare il cielo con un dito. Fissare quelle mani affusolate, morbide e delicate ed avere voglia di sentirle sul mio corpo; quelle labbra carnose strette in un sorriso, labbra che la rendevano euforica ad ogni tocco. Come se mi avesse letto nel pensiero, come se avesse percepito il calore che emanava il mio corpo, mi fissò, mi sorrise ancora di più e mi strizzò l'occhio. Entrammo, mandammo Vanilla e Chocolat a letto e poi ci dirigemmo in stanza per dedicarci a quel tempo intimo, dolce d'amore, che mi avrebbe svegliato il mattino dopo in un groviglio di coperte e con i capelli a dir poco arruffati. Le settimane passarono velocemente, così come i mesi ed il nostro negozio era sempre più affollato dai golosi clienti. A quanto sembrava la mia idea era stata un successo. Ben presto diventammo uno dei negozi di dolci più popolari di Londra. La sera tornavamo soddisfatti, ma ancora più stremati a casa. Qualche giorno più tardi, il giorno del mio compleanno, decidemmo di essere aperti solo nell'orario mattiniero, poichè Makoto aveva deciso di spendere il tempo pomeridiano in giro per negozi con me a fare shopping. Quella sera, eravamo seduti attorno al tavolo intenti a cucinare e a preparare la scaletta dei dolci della settimana con il sole al tramonto che risplendeva dalla finestra, quando il campanello decise di squillare. Non aspettavamo ospiti. Andai ad aprire pensando che fossero i vicini, bisognosi di un po' di zucchero, qualche uovo o che ne so... di un po' di latte, scrollandomi le briciole di pane dalla gonna. I miei occhi si spalancarono all'improvviso. Non mi accorsi che Makoto mi aveva raggiunto, i miei occhi era incollati sul volto dell'uomo che avevo davanti. I: -E.. E.. tu che ci fai qui?- P: -Ciao Figliola! E' da tanto tempo che non ci si vede! Sono venuto a trovarti!- Deglutii sonoramente.
   
 
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