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Autore: RaccontiDiOmbre    20/07/2015    1 recensioni
"Questa è la storia di un individuo ibrido, mezzo eroe e mezzo criminale ma starà a voi decidere quale metà domina sull'altra. Io vi racconterò semplicemente la sua storia, senza esprimere giudizio."
Talos è un ragazzo i quali sogni sono rimasti mummificati nel suo passato che lo incatena come schiavo ai suoi ideali che vacillano tra la giustizia e la criminalità. Senza pietà versa il sangue di innocenti e colpevoli pur di proteggere qualcuno che non sa neanche più della sua esistenza. Davvero la luce che lui protegge lo sta riscaldando? Al contrario è l'unica causa dell'incendio che ha incenerito le sue radici.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“La mia Lama vibra più del solito e... mi vuole condurre verso la stanza da dove provenivano le urla di Reven! Devo sbrigarmi!” Talos, guidato dalla sua arma del Nulla, correva senza sosta col solo pensiero di aiutare Reven, ma quando arrivò a destinazione la ragazza non c’era e tutto ciò che riempiva i suoi occhi era l’oscurità luminescente del portale a forma di quadro; Talos fece un bel respiro e si gettò coraggiosamente al suo interno: dall’altra parte c’era un lunghissimo corridoio dove oltre al quadro c’erano numerose finestre dalle quali si vedeva un denso cielo nero.

“Non ricordavo che il Nulla fosse così minaccioso…” Talos attraversò l’infinito percorso in linea retta fino a giungerne all’uscita: il corridoio portava in cima ad una scalinata dalla quale si vedeva una città in rovina, con i palazzi completamente sgretolati e corrosi dal tempo; circondata da queste costruzioni in rovina c’era un’ampia piazza dove sorgeva altissima una lastra dorata, colore insolito per un ambientazione come quella del Nulla.

Talos, incuriosito e intimorito dalla maestosità di questa antica civiltà, si affrettò a scendere le scale per arrivare al centro della piazza, di fronte all’artefatto misterioso; sulla lastra mistica erano incise sentenze intraducibili ma la maggior parte dei disegni erano sagome di uomini che sembravano darsi battaglia ed ognuno di loro aveva un’arma differente.

“Sono dei bei disegni, non credi?” Una voce prepotente interruppe le riflessioni di Talos che, in guardia, si voltò a vedere chi aveva parlato; si trattava dell’ultimo Messaggero che, anche senza avere la maschera, si copriva il volto nel cappuccio tanto che solo qualche pelo della barba risultava distinguibile.

“Finalmente ci incontriamo da soli, Talos… sapevo che i restanti Messaggeri non erano abbastanza forti per sconfiggerti. Il destino ci ha finalmente permesso di combattere!”

“I tuoi amici non sono stati così furbi… venivano a suicidarsi uno alla volta.”

“Noi non eravamo amici… combattevamo solo per un comune fine.”

“Forse è arrivato il momento di svelarmelo, non credi?! Per esempio, cosa diavolo è quella lastra gigante? E come è possibile che esista un portale per il Nulla?”

“Questa lastra non è altro che quella che recuperammo al museo a cui tu non hai fatto la guardia… nel mondo terrestre non è altro che un foglietto ma… come vedi l’aura del Nulla le ha donato la sua vera forma: Una gigantesca opera d'arte!”

“E questo cosa diavolo significa…?!”

“Talos, le tue domande sono superflue e fastidiose. Non riesci a cogliere l’importanza di questo momento? Siamo gli unici due possessori di armi del Nulla rimasti in vita su tutto il pianeta! Adesso ci combatteremo e vedremo chi di noi sarà il vero e unico degno detentore dell’immenso potere delle ombre!”

“Umpf… giusto. Tu sei quel pazzo che ha assorbito ben novantanove armi del Nulla… avrai il tuo duello presto, ma prima… rispondi almeno a questo! Cosa hai fatto a Reven?!”

“Non preoccuparti per lei… l’ho solo messa fuori combattimento per un po’. Presto si riprenderà.”

“Forse non sono stato chiaro… Dove l’hai portata, infame?!”

“Cosa intendi? Io l’ho lasciata davanti al portale!”

“Bugiardo! Non c’era nessuno quando sono arrivato io! Sei solo un bastardo, lei non ha niente a che fare con il tuo stupido desiderio delle armi del Nulla!”

“Ti ripeto che io non ho fatto nulla a Reven! Sono il primo che non avrebbe nessun interesse a farle del male e se vuoi, ti dico anche il perché! Io sono…” Il Messaggero stava per concludere la sua sentenza ma una voce spenta lo interruppe.

“Forse posso dirtelo io dove si trova Reven, Talos!”

Talos e il Messaggero voltarono lo sguardo in cima ad un palazzo visibilmente instabile da dove proveniva la voce e spalancarono la bocca dalla sorpresa.

“Igor, Tu… tu dovresti essere morto! Ti ho sconfitto con la tua stesa tecnica!”

“Muah-ah-ah-ah! Ci avresti sperato, bastardo! Osserva!” Igor si tolse il cappuccio e si alzò le maniche: metà della sua testa e il braccio dove non indossava l’Anello del Nulla erano mummificati. “Sono riuscito a schivare parzialmente il tuo colpo! Inoltre il potere dell’Anello mi ha permesso di impedire che la putrefazione si espandesse a tutto il mio corpo… sono ancora vivo e pronto a compiere la mia vendetta! Dai un occhiata a questo!” Igor iniziò a levitare e schioccò le dita: Il muro frontale del palazzo dove era poggiato si sgretolò e Talos osservò incredulo ciò che nascondeva al suo interno.

Una strana e altissima costruzione verticale a due gabbie formata da ossa e scheletri intrappolava Eden in una cella e Reven nell’altra.

“Mestro Chin! Ti prego maestro, salvaci! Questo pazzo è entrato in casa e mi ha rapito mentre stavo dormendo! Aiuto!” Gridava Eden facendo attenzione a non toccare le sbarre della gabbia, nella quale pulsava evidente il potere del Nulla; Reven invece era seduta, con gli occhi semi aperti a guardare nel vuoto, impossibilitata a muoversi probabilmente per colpa dell’inibizione dopo il combattimento col padre.

“Ascolta bene Talos… questa gabbia è alimentata dalla magia corrosiva del mio Anello! Proprio come il nostro primo incontro, dovrai fare una scelta! Distruggi pure la cella che contiene la persona che vuoi salvare ma… sappi che tutta la magia si libererà immediatamente dopo sulla cella restante disintegrando tutto ciò che contiene! Muah-ah-ah-ah! Questa volta non riuscirai a farla franca, Talos! Devi pagare la morte di Medea! E se per assurdo ti venisse la strana idea di intervenire, Yone… stai certo che disintegrerei entrambe senza pensarci e nessuno di noi tre lo vorrebbe, vero?”

“Igor, sei un impostore! Talos ti ha sconfitto lealmente e non riesci ad accettare la sconfitta! Sei un perdente e nient’altro! Inoltre… è contro le regole condurre terresti nel Nulla!”

“Fottiti, tu e le tue regole idiote! Solo gli stupidi dedicano la vita all’onore! Mi lavo le mani con i tuoi discorsi sulla lealtà! Talos deve pagare! Ah-ah-ah-ah!”

“Maestro Chin… ti prego… salvaci!” Esclamò Eden con le lacrime agli occhi.

“Non ti agitare troppo, Eden… non ne hai nessun motivo. Tu verrai salvata di certo.” Disse Reven con un sorrisetto di rassegnazione.

“Professoressa… ma perché state dicendo questo…?”

“Talos lo sa già chi deve salvare…”

“Io… non sto capendo… professoressa Reven?! Perché una di noi deve morire! Non è giusto, maledetto Messaggero!”

“Perché, chiedi? Muah-ah-ah! Perché niente rimane impunito! Talos… Voi dovete pagare! Ora basta temporeggiare, però! Talos, fa’ la tua scelta!”

“Non avevo nessun intenzione di farti aspettare. Io ho già fatto la mia scelta.” Alle parole di Talos tutti lo osservarono in silenzio, sudando; solo Reven aveva lo sguardo spento verso il cielo. Talos puntò la cella di Eden con la sua lama che iniziò a caricarsi di energia

“Eden, preparati a cadere in piedi!” Esclamò Talos pronto a sparare.

“I-io? Ma…”

“Che ti avevo detto, lui ha occhi solo per te. Non dovevi avere nessun dubbio. E… non avrei dovuto averlo neanche io…” Reven abbassò ancora di più la testa e chiuse gli occhi mentre una lunga lacrima le percorreva il viso.

“Professoressa… Mi dispiace! Mi dispiace così tanto… perché…” Eden scoppiò a piangere e a gridare.

“Eden, ho detto di stare pronta!” La ragazza cercò di asciugarsi le lacrime e si mise in posizione, mentre Igor rideva all’ impazzata godendo della sua vittoria.

Il proiettile di energia partì verso Eden; Reven lo sentiva avvicinarsi come si sentiva vicina alla sua fine, a dire addio alla sua famiglia, ai suoi sogni e anche ai suoi sentimenti. La ragazza si era promessa di non guardare mentre il suo corpo veniva sciolto dall’oscurità, ma non appena il proiettile colpì la gabbia di Eden, un rumore ancora più forte nelle sue vicinanze la portò a riaprire gli occhi; Talos aveva distrutto la gabbia di Reven nel momento esatto in cui il proiettile aveva raggiunto quella di Eden. Il ragazzo prese in braccio Reven e la appoggiò al sicuro, vicino ad Eden, dopodiché si voltò minaccioso verso Igor.

“Come… Come diavolo è possibile?! Le hai di nuovo salvate entrambe… no… non puoi cavartela sempre! ORA BASTA! Distruggerò tutti voi!” Igor alzò la mano buona al cielo e caricò una grande sfera di energia ma all’improvviso la sua canalizzazione si interruppe; Talos gli aveva tagliato la mano talmente velocemente che lui non se ne era neanche accorto. Il ragazzo dai capelli blu si guardò l’arto mozzato e iniziò ad urlare dal dolore.

“Io non ho mai avuto bisogno di scegliere, Igor…e sai perché? La mia scelta l’ho fatta molto tempo fa: Io non permetterò più a nessuno di fare del male alle persone che amo!”

“BASTARDO! TU DEVI MORIRE!” Igor si lanciò in volo verso Talos, ma non indossando più l’Anello, il suo corpo si sciolse immediatamente, esplodendo in uno sciame di polvere nera.

Tutti i presenti osservarono in silenzio Talos, chi con ammirazione, chi con terrore e soprattutto chi con profondo amore.

“Sapevo che eri un tipo in gamba, Talos! Ma questa proprio non me la sarei mai aspettata! Hai umiliato quel verme in modo eccellente! Il nostro duello si prospetta più interessante di quello che immaginavo!” L’ultimo Messaggero si strappò via la tunica e si mise in posa da combattimento. Aveva un corpo nettamente muscoloso, lacerato però da numerose e profonde cicatrici; impugnava una katana completamente nera e molto più grande rispetto le dimensioni tradizionali.

Talos sollevò da terra l’Anello del Nulla e lo guardò con attenzione.

“Forza, assorbilo pure! È tuo di diritto, hai sconfitto tu Igor!” Esclamò il Messaggero.

Talos poggiò la sua arma sull’anello che venne velocemente assimilato.

“Ehi ma… mi sembra di aver già visto il tuo volto da qualche parte…” Esclamò insospettito Talos.

“Mi presento: il mio nome è Yone e sono il padre di Reven. Magari se riesci a sconfiggermi... ti potrei anche concedere la sua mano! Non saresti male come genero, anche se a me ne piacerebbe uno ancora in vita! Ah-ah-ah!”

“Maestro Chin… ma cosa sta succedendo?! Dove siamo? Perché tutti ti chiamano Talos?! E soprattutto cosa significano le incisioni su questa lastra?! Comunque, lascia che ti aiuti! Combattiamo insieme questo tizio!” Eden era agitata e ripeteva in continuazione le stesse frasi, ma nessuno la prendeva sul serio.

“Eden… ti chiedo di perdonarmi.”

“E per cosa, prof?”

“Per questo.” Reven sferrò un potente pugno nello stomaco alla ragazza che svenne immediatamente.

“Ah! Ottima idea, Reven! Si vede che sei mia figlia! Infatti se non l’avessi fatto tu, ci avrei pensato io. Nessuno deve interrompere il nostro duello! Ma ci pensi? Gli unici due possessori di armi del Nulla in vita! Chi vincerà? La luce o l’ombra? Ma soprattutto, chi è la luce e chi è l’ombra? Ancora non ne sono sicuro… tutto ciò è spettacolare, vero Talos?”

“Talos… io…ti devo delle scuse… mi sono comportata come una bambina.” Reven non riusciva ad alzare lo sguardo per parlare con Talos talmente era imbarazzata.

“Non potevo biasimarti, Reven… comunque ne parleremo in un altro momento. Ora devi farmi un favore: porta fuori di qui Eden e assicurati che sia al sicuro. Ti chiederei anche di non tornare, ma… credo di conoscerti abbastanza bene ormai.”

“Tornerò ad aiutarti il più velocemente possibile, ci puoi scommettere! Ho anche lasciato una cosa proprio fuori dal portale e devo andare a recuperarla! Talos! Stai attento, mio padre è… mio padre!” Reven si caricò Eden sulle spalle e iniziò a correre verso la scalinata.

“Finalmente soli, Talos! Adesso possiamo combattere!” Esclamò con energia Yone.

“Prima di iniziare, vorrei porti un’ultima domanda. Come? Come hai abbracciato… il Nulla? Non riesco a scorgere… traccia di oscurità nel tuo cuore.”
“L’ambizione è l’unica oscurità che mi porto dentro. Ho lasciato egoisticamente tutte le persone a cui tenevo solo per un unico motivo: il potere! La leggenda di questa lastra narra di un antico principe che moltissimo tempo fa riuscì a riunire tutte le armi del nulla! Io desidero il potere finale! L’arma suprema che mi permetterà di essere il numero uno al mondo! Per anni ho viaggiato in tutto il globo in cerca di forza, di armi sempre più forti finché… non ho capito che non c’è niente superiore alle ombre del Nulla! Adesso che gli unici due degni candidati al potere supremo sono pronti a scontrarsi… ti dimostrerò che solo io sono predestinato a quel potere! È una vita che aspetto questo momento!|”

“Una persona che ha cercato e desiderato il nulla… non sei così onorevole come avevo pensato… se potessi tornare indietro, avrei preferito non essere mai diventato degno… avrei preferito non entrare mai nel Nulla...” Disse Talos abbassando lo sguardo.

I due duellanti si incamminarono lentamente verso il loro rispettivo avversario: Yone con la Katana sguainata e Talos con la sua arma nella forma da spada lunga. Non appena una piccola roccia si frantumò cadendo da un muro, il silenzio epico venne rotto dalle due lame che si incrociavano. I due combattenti erano così rapidi e precisi che solo una persona al loro livello avrebbe potuto seguire i loro movimenti.

Reven era arrivata in cima alla scalinata. Il rumore dei colpi si sentiva chiaro anche lì e la ragazza si voltò per dare un’occhiata dall’alto; ciò che vedeva erano solo spostamenti d’aria e palazzi che crollavano a causa dello scontro violento. La ragazza sorrise e continuò a correre vero il portale.

Talos e Yone scontrarono potentemente le punte delle loro due lame creando un botto tale da generare un ampio cratere sotto i loro piedi.

Talos recuperò la forma della Lama originale da assassino e si lanciò verso Yone.

“Umpf… la lama per agguati è inutile quando combatti nel Nulla! Mentre quando sei sulla terra puoi entrare nel Nulla per poi ricomparire, qui non puoi farlo! Ah, non essere stupido!” Esclamò ridacchiando Yone

Talos si slanciò verso di lui minaccioso e all’improvviso scomparve per poi riapparire alle spalle del suo avversario che colto di sorpresa si fece colpire e lacerare l’intero braccio.

“Hai ragione, non posso scomparire nel Nulla… ma posso fare il contrario! Scomparire sulla terra per poi riapparire qui!” Talos saltò in aria e caricò di magia la sua arma.

“Forse è giunto il momento di provare il mio nuovo giocattolo!” Talos sparò la corrosiva magia dell’Anello verso Yone che se la rideva.

“Sei stato abile per prima... ma non crederai di colpirmi con qualcosa di così schivabile… aspetta, ma cosa…?” Yone cercava di spostarsi ma si accorse tardi di essere stato appiccicato a terra con la melma del Pendente.

“Hai unito i due poteri del Nulla per una combo mortale… diavolo se se sono nei guai!” Yone ripose la sua arma nel fodero e osservò ridendo l’ondata di magia che lo travolgeva completamente.

“Non pensavo che sarebbe stato così semplice, ma niente potrebbe sopravvivere alla magia dell’Anello.” Talos osservava a braccia conserte il fumo che si diradava dopo l’esplosione.

“Hai ragione, Talos. Niente potrebbe sopravvivere, niente tranne me.” Yone non era morto e il suo aspetto era completamente cambiato: sembrava essere diventato un cyborg metallizzato ed elettronico, senza volto ma con un casco a raggi x.

“Ma cosa diavolo…?” Talos era terrorizzato e incuriosito dalla sua trasformazione.

“Ti piace? Al contrario tuo, non ho usato le armi del Nulla per potenziare la mia Katana ma le ho plasmate in qualcosa di molto più potente: Un’armatura formata dalla pura essenza del Nulla, tanto indistruttibile quanto letale… osserva!” Yone si teletrasportò di fronte a Talos e lo infilzò completamente con la sua Katana. Il ragazzo rimase pietrificato con la bocca aperta, una lama metallica era completamente conficcata nel suo corpo.

“Ehi, non traumatizzarti troppo… questa è solo una dimostrazione…” Yone camminò attraverso il corpo di Talos dimostrando che era completamente trasparente e che non lo aveva infilzato sul serio.

“Hai capito, adesso? Sono immortale perché adesso io sono il Nulla. Non appena avrò la tua arma la mia armatura sarà perfetta. Quindi… la prossima volta non ti trafiggerò per scherzo.”

Talos si slanciò verso Yone cercando di colpirlo, ma tutti i suoi colpi andavano a vuoto e finì per sforzarsi e stancarsi. Non appena vide che Yone stava per usare la sua lama, Talos sferrò un altro attacco pesante ma, nonostante avesse colpito Yone, la sua armatura non si fece neanche un graffio.

“Mi stai dicendo che questo per te è un attacco?! Questo è un attacco!” Yone colpì Talos con una sciabolata che attraversò tutto il tuo petto. Una spada normale avrebbe tagliato un uomo in due, ma questo non successe; Talos crollò a terra senza potersi più muovere.

“Non agitarti, cioè, se potessi farlo non farlo perché tanto la mia arma non fa sanguinare. La mia Katana del Nulla colpisce direttamente la tua anima, squartando lei e non il tuo corpo. Credo faccia ancora più male, che ne pensi? Cioè che mi diresti se potessi parlare? Io penso che urleresti dal dolore!”

Talos lo guardava con gli occhi spenti, si sentiva morire veramente dall’interno.

“Avevo immaginato il nostro duello più entusiasmante, ti dico la verità… ma alla fine finisco sempre per esagerare. Adesso, però… non ho più nessuna intenzione di aspettare! Ti trafiggerò il cuore e la tua anima ti lascerà per sempre e inizierà a vagare senza meta nel Nulla insieme a tutte le mie altre vittime! Io sono l’eletto! Ho vinto io!”

Non appena Yone fu sul punto di giustiziare il giovane, una lama dorata interruppe l’esecuzione: si trattava di Reven che impugnava la vecchia arma del padre; Yone indietreggiò di parecchi passi e poi parlò irritato.

“Reven… come hai osato interrompere il nostro duello… non è per niente onorevole!”

“Io non voglio fare niente del genere anche perché il vostro combattimento non è ancora finito!”

“Wow… la mia vecchia katana dorata. Non pensavo l’avresti conservata ancora!”

“Io credevo in un tuo ritorno, prima o poi, papà… ma non me lo ero immaginato esattamente così.”

“Adesso basta chiacchierare, Reven! Il combattimento è finito! Ho vinto io! Fatti da parte e lasciami ritirare il mio premio! Presto tornerò a casa e tutti mi vedranno come il paladino più forte dell’universo! Potremo riabbracciarci, tutti insieme! Tutta la famiglia, la famiglia più stimata del pianeta!”

Reven ignorò il padre e si inchinò per parlare a Talos, che inerme si stava leggermente riprendendo.

“R-reven… sei ancora in tempo per andartene…Yone è troppo superiore con tutto il potere che ha acquisito... vattene, la tua anima non si merita di vagare in questo posto orribile.” Disse Talos a bassa voce.

“Talos, prendi questa! La katana dorata! Voglio regalartela!”

“Cosa…? Ma io non riuscivo ad impugnarla… solo tu e tuo padre ci riuscite.”

“Hai ragione… questa lama apparteneva ad un antico samurai che la utilizzava solo per proteggere i suoi cari, si tratta di un’arma che non è mai stata sfoderata per prima ed è per questo… che solo chi ha un cuore libero dall’oscurità può impugnarla.”

“Quell’arma non fa più per noi, figliola!” intervenne bruscamente Yone “Un possessore di armi del Nulla non ha che oscurità nel suo animo… rassegnatevi” Reven fammi spazio… o dovrai pagarne le conseguenze!” Yone sfoderò minacciosamente la sua lama oscura e si incamminò vero i due ragazzi.

“Talos… io riesco a sentirlo. Fattelo dire… tu non sei più un ombra!”

“Reven… ci sono cose di me che tu non sai. Il mio lavoro per esempio… sono al servizio di qualcuno che mi ordina quotidianamente di uccidere innocenti e io gli ubbidisco… perché altrimenti Eden sarebbe completamente sola…”

“A me non importa cosa hai fatto in passato! Le persone fanno errori… l’importante è che si possa rimediare! Io credo in te perché… perché da quando ti conosco non hai fatto altro che combattere per qualcun altro! Io ho visto solo questo! Tu sai amare, Talos! E di conseguenza... c'è chi ti ama!”

Le parole di Reven fecero partire una profonda riflessione nella mente del giovane: da quando aveva conosciuto quella ragazza, aveva salvato i suoi fratelli senza motivo, aveva salvato lei in una missione con tanto impegno solo perché era lei da salvare, aveva accettato di combattere i Messaggeri perché un'amica glielo aveva chiesto, aveva ignorato una missione per salvare questa sua amica, e soprattutto aveva rischiato di compromettere il suo rapporto con la persona che ha protetto per una vita pur di salvare l’intera popolazione dai piani malvagi dei suoi nemici.

Talos aveva deciso: sorrise a Reven e tese la mano aperta verso di lei; la ragazza le allungò la spada e nel momento in cui Talos la toccò, un’esplosione di luce pervase il suo debole corpo che recuperò tutte le forze. Anche l’arma del Nulla di Talos venne assorbita dalla katana, diventando così un pezzo unico.

Yone venne travolto dalla luce dorata e fu costretto ad indietreggiare.

“Come diavolo è possibile?! L’arma del Nulla e quella katana sono di natura completamente opposta!”

“Mi dispiace, Yone… ti sbagli! Reven ha ragione! Sono cambiato e questo perché sono riuscito a fare ciò che chiunque dovrebbe fare per diventare forte: bilanciare le ombre del mio cuore con la luce della mia volontà!”

“Parole belle, devo ammetterlo, ma completamente inutili! Ho usato la katana dorata per molti anni e non può neanche pareggiare la potenza della mia arma del Nulla!”

Talos guardò la katana e all’improvviso una visione si insediò nella sua mente.

“Ho capito… ho capito tutto! Yone, io non perderò! Preparati! Questo è il mio destino, sono io l'eletto.”

“Stai giocando con il fuoco con la tua insolenza! E va bene… se vuoi essere umiliato così pesantemente, ti accontenterò! Proprio come due antichi samurai, incroceremo le nostre due lame al chiaro di luna e chi resterà in piedi sarà dichiarato vincitore!”

I due spadaccini si avvicinarono lentamente l’uno verso l’altro mentre Reven guardava con emozione i due uomini della sua vita che si combattevano all'ultimo sangue.

Bastò un incrocio di sguardi e immediatamente le due lame erano state sfamate: uno di spalle all’altro, i due samurai erano immobili con la loro katana sguainata.

Uno dei due cadde a terra: si trattava di Talos, avvolto da una nebbia oscura che lo stava divorando; la sua katana dorata sparì misteriosamente e la sua Lama del Nulla ricomparve. Reven era rimasta a bocca aperta e tremava a vedere Talos steso per terra e immobile.

“Cosa ti avevo detto? Io sono l’unico vero degno di questo potere…umm?!” Yone sentì un rumore non gradito e osservò la sua lama: si era crepata; in pochi secondi la crepa si espanse fino a tutta l’armatura che esplose in una luce accecante accompagnata dalle urla di Yone.

Al termine dell’esplosione, la Katana di Yone era spezzata in due e lui era a terra con gli occhi spalancati, divorato dalla stessa oscurità che disseminava, quell’oscurità che da Talos, ora, si era dissolta.

 

PICCOLO AVVISO

Il prossimo capitolo sarà la conclusione della vicenda :D grazie a tutti quelli che hanno seguito questa storia e a chi magari inizierà a leggerla da adesso!
Talos e gli altri personaggi mi mancheranno molto perchè ci ho messo molto sentimento a scrivere questa storia (scusate per l'interruzione ma gli esami di maturità sono una brutta bestia) anche se sono molto lento ahahah. Talos è un mio piccolo alter ego e mi ha aiutato molto a separarmi dalla mia "Eden"
Inizierò spero una nuova serie, ciao a tutti e grazie ancora! ;D

 

   
 
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