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Autore: JonSnow95    20/07/2015    1 recensioni
Un monologo che ho vomitato tutto d'un fiato un particolare pomeriggio di non molto tempo fa. Partendo da come mi sento nell'ultimo periodo esploro tematiche via via più generali, terminando con un interrogativo che mi preme particolarmente.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Sto affogando. Sto affogando e non riesco a smettere, smettere di sentirmi in questo modo: come se qualcuno mi avesse gettato in un mare di sabbie mobili in un momento precedente all'inizio dei miei ricordi coscienti. Ne sono costantemente inghiottito e cerco un appiglio con tutte le mie forze per tirarmene fuori ma non ho successo. Successo? In fondo è una parola che non mi è mai appartenuta. Per la mia intera e breve esistenza non c'è stato un momento in cui mi sono sentito come se fossi riuscito davvero in qualcosa. Riuscire a essere la persona che sento di essere dentro, riuscire a soddisfare le mie aspirazioni...aspirazioni che non contemplano le cazzate che la società ti propina ogni giorno. Trovare un lavoro? Avere una famiglia? Autointrappolarsi in una routine che a lungo andare ti assorbirà come lo scarico del cesso? No. Nulla di queste cose sono mai stati i miei obiettivi. In realtà non so esattamente cosa voglio. So solo come vorrei che quel qualcosa mi facesse sentire: vivo. Non ho provato spesso quella meravigliosa quanto fugace sensazione. E' qualcosa di così incredibilmente stronzo, che non ti lascia ricordi in grado di poterla descrivere al meglio...ma voglio provarci comunque. Hai presente quella situazione nella tua vita in cui sei allo stesso tempo spaventato ed eccitato? Quando senti il tuo cuore pulsarti in gola e non riesci a pensare a nessun altro momento che hai vissuto fino ad allora, dimenticando il tempo e tutto ciò che ti ha portato a trovarti lì a vivere quell'emozione così strana. Quando non pensi al passato o al futuro, la successione degli eventi è solo una cazzata che scrivono sui libri...tu sei nato per vivere quel momento, tu sei nato in quel momento. Ma, ahimè, il tempo esiste eccome...e ti ritrovi a scriverlo invece di viverlo pensando di non essertelo neanche goduto come avresti dovuto. E' qui che ti sbagli. Cazzo se te lo sei goduto, lo hai fatto davvero...ma sei un essere umano e gli esseri umani sono creature progettate per ricordare con maggior facilità le cose brutte così da potersene lamentare; riescono a trovare il pelo nell'uovo anche nel più idilliaco dei momenti e degli avvenimenti, sono aberrazioni della natura, hanno sviluppato un senso di auto-coscienza e consapevolezza che nessuno dovrebbe mai acquisire. Sono infatti costantemente portati a cercare un senso alle cose laddove nessuno ne ha messo uno. Cominciando così ad alienarsi in favore di un dio onnipotente per sentirsi più al sicuro...invece che insignificanti come effettivamente sono. Purtroppo per me faccio parte di questa categoria di essere viventi, e purtroppo per me non appartengo alla fazione più stupida e più felice di essi che non si interroga mai sull'inutilità della propria esistenza. No. Io faccio parte di quella ristretta cerchia di persone ciniche, realiste, razionaliste, curiose e perennemente insoddisfatte. Il fatto che io mi senta più intelligente di molti altri non è per me un motivo di vanto, né tanto meno un qualcosa da celare con la falsa modestia che appartiene ai superbi troppo attaccati alla ragnatela che è l'insieme delle convenzioni sociali. E' solo un fatto. Leggendo queste righe ti sembrerà che io stia vomitando un insieme di concetti senza un apparente filo logico, senza sapere effettivamente dove andare a parare...ed hai assolutamente ragione. Perché un punto della situazione non esiste, come non esiste una luce in fondo al tunnel o una meta concreta a cui porteranno le tue azioni. Puoi solo continuare a camminare, lasciandoti vivere in modo passivo aspettando forse l'unico e comune epilogo che tutti condividiamo: la morte. L'annichilimento soggettivo di ogni creatura che nasce è qualcosa che nessuno può negare...anche se a molti piace credere, in modo molto ingenuo, che ci sia qualcosa ad aspettarli dopo. Ma l'unica cosa che viene dopo è la nascita e la morte di sfortunati individui che altri egoisticamente hanno deciso di strappare alla dolce non-esistenza. E perché lo fanno? Perché è una cosa che si fa, perché lo dicono gli altri, perché te lo dice una vocina in testa. Una vocina che echeggia anche nei vuoti corridoi della mia mente. Si. Perché la natura è così bastarda da instillare in ogni suo figlio quell'istinto, l'istinto di riprodursi, di voler essere genitore e responsabile di altre vite, oltre la tua. Perché a lei importa solo preservare tutte le sue creature...facendo in modo che loro lo facciano da sole, e se in questo momento stai pensando di essere diverso e non avere assolutamente questo desiderio, stai solo mentendo a te stesso...basterebbe scavare in mezzo a tutto il letame che ci hai buttato sopra, e lo troveresti lì, pronto ad assillarti. Perché è qualcosa indipendente dal sesso o dall'orientamento sessuale. Non ha risparmiato neanche me, che non sono affatto interessato ed attratto dalla porzione di esseri umani capaci di generare una nuova vita. Tuttavia non siamo esseri dotati di solo e puro istinto, siamo in grado di fare delle scelte, relativamente consapevoli, poiché sono pur sempre influenzate dalla cultura che ci circonda. Una cultura creatasi e sviluppatasi nel tempo, farcita di innumerevoli falle, lacune, errori e convinzioni. Convinzioni che pretendono di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato...quando basterebbe pensare a quanto questi due concetti siano imprescindibili e mutevoli nel tempo. Pensateli come due fratelli capricciosi separati da una sottile parete mobile di cartongesso. Essi non fanno altro che spingerla dalla parte opposta per avere più spazio, creando così un'eterna lotta di pretese. Quando basterebbe abbattere questo muro e abbracciare la semplice realtà. E' inutile infatti affannarsi ad agire seguendo solo una delle due possibilità, invece di farsi possedere da entrambe. D'altronde accettare le dualità, le diversità, le differenze tutte allo stesso modo invece di condannarne una parte non è sempre stato uno dei più grandi problemi del genere umano?
  
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