*Chiamata in arrivo da numero privato*
-Pronto?-
-Hey, sono io...-
-Nancy! Quanto tempo! Non sai quanto mi sei mancata, ho cercato di chiamarti, ma ho avuto un sacco di impegni e poi, sai, mi si è rotto il telefono, mi è caduto nella tazza del water l'altroieri sera,...-
-Jonathan, aspetta...-
-No, devi sentire, ora viene il bello! Non avevo tirato lo sciacquone...-
-Jon!-
-Ok, bellezza. Sono tutt'orecchi.-
-Sai perchè ti ho chiamato?-
-Provo a indovinare: ti hanno rapita gli alieni, ti hanno trasportata a bordo della loro navicella spaziale fin su Marte e lì, quando sei scesa, hai trovato un negozio di scarpe e ti sei comprata ventitrè paia di stivali, poi hai svaligiato una banca, anche se i soldi non erano terrestri e...-
-Scemo... sii serio, per un momento.-
-Sono serissimo, adesso. Come un commesso alieno che passa alla cassa ventitrè paia di stivali.-
-Jon... il problema è che tu non ascolti mai... non dico che tu non sia gentile, premuroso, apprensivo, dolce,.. quello che sei. Dico che ci sei per un momento ed il momento dopo non ci sei più... sono stanca, ecco tutto.-
-Oh, amore, hai una voce così sexy quando sei stanca...-
-Non sto scherzando. Finiscila.-
-Amore, posso dirti una cosa?-
-Dimmi, Jon. Fai in fretta, non ho molto tempo.-
-Lo sai che io sarò sempre il tuo brutto anatroccolo, vero? Sarò sempre al tuo fianco, piccolina. Anche quando svaligerai una banca per davvero.-
-Un giorno dovremmo farlo...-
-Mi piace quando ti lasci andare a pensieri scemi.-
-Anche a me piace quando lo fai tu... anche se mi influenzi troppo.-
-Sono incorreggibile, vero? Sai cosa ho fatto oggi? Ero in studio, stavo aspettando una paziente, una giovane, una bambina, quasi. Prima che arrivasse ho pensato a una cosa...-
-Tu che pensi? Amore, stai bene?-
-Si, scemina. Fammi finire. Pensavo ai pesci chiusi dentro l'acquario. Hanno tutto: cibo gratis, ossigeno a volontà, compagnia, acqua pulita,... eppure non hanno proprio nulla.-
-Che stai dicendo?-
-Poi ho pensato a noi. Siamo dei pesci lontani dal loro oceano, chiusi dentro una teca che riproduce il nostro habitat alla perfezione, ma troppo stretta. Siamo fuori posto, ma siamo insieme. Pensavo che, sì... i pesci dell'oceano ce l'hanno qualcosa da invidiare a quelli nello studio. Loro sono insieme e, finchè lo sono, nessuno potrà mangiarseli per colazione.-
-Che carino, amore... ti è servita a qualcosa la tua laurea in Psicologia. Ma, se noi siamo i pesci, chi ci dovrebbe mangiare per colazione?-
-Non so...-
-Non sforzarti troppo. E poi? Com'è andata con la paziente?-
-E' arrivata con tredici secondi di ritardo. Ci pensi? Assurdo... e poi non sapeva proprio che dire, era lì perchè ce l'avevano mandata i suoi e lei non aveva proprio niente da dire. Le ho fatto le solite domande, per conoscerla un po' e mi son fatto pagare l'anticipo.-
-Che cattivo...-
-...-
-Ora devo andare, amore.-
-D'accordo. Vediamoci appena torni in città, ok?-
-Ok, Jon. Sai perchè ti avevo telefonato?-
-Se l'ipotesi degli alieni è sbagliata non saprei proprio...-
-Ti volevo lasciare.-
-Ah.-
-Ma poi ci ho ripensato. Ti voglio troppo bene.-
-Se non fossi così virile, sarei già in lacrime.-
-Bene, allora ci rivediamo fra due settimane, d'accordo?-
-D'accordo. Ti aspetto.-
*Chiamata terminata*