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Autore: ggenny    20/07/2015    1 recensioni
[Artisti musicali]
[Artisti musicali]Fa troppo freddo fuori perché gli angeli possano volare. Possano volare o perché possano morire
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fa troppo freddo fuori perché gli angeli possano volare. Possano volare o perché possano morire. Ha le labbra bianche, il viso pallido, respira tra i fiocchi di neve emettendo timide nuvolette di vapore. La luce si è spenta: il giorno è finito. Inizia la notte che sarà ordinariamente piena di strani uomini. Dicono che lei sia nella squadra di serie A, bloccata nei suoi sogni ad occhi aperti. È così da quando aveva diciotto anni. Ma ultimamente il suo viso sembra si stia lentamente scavando, logorando, sgretolandosi come pasticcini. Lo ha voluto lei tutto questo. Il sesso, la droga l'alcool, la sua stessa bellezza e la sua gioventù tanto amate dai clienti la stanno trascinando nel buio abisso dell'infinità, ma lei non se ne accorge. Le cose peggiori della vita arrivano gratuitamente perché siamo sotto le mani del Signore. Ed  ecco che arriva una macchina e accosta sul suo marciapiede. Lei se ne accorge ed avanza. La luce del lampione le illumina il viso, ma i suoi occhi rimangono bui. Entra con aggressività, tipica delle persone sicure di sé, ma il suo tremore la tradisce. La macchina parte e non ritorna prima dell'alba. Quando esce da essa noto un sorriso sbiadito da un rossetto sbavato. Dopo aver lasciato il cliente il mascara inizia a colare dal suo occhio destro. È la prima volta che la vedo piangere alla fine di una nottata. Sono lacrime amare e vere dettate dall'incosapevolezza che si sta lentamente trasformando nella consapevolezza che la vita non va sprecata. Ma come ci sono le prime volte esistono anche le ultime volte. E questa per lei sarà l'ultima volta, ma ancora non può saperlo. La luce si è spenta: il giorno è finito. Inizia la notte. La vedo di nuovo che sale su un'altra auto. Non si vede mai due giorni di seguito la medesima del giorno precedente. Sul viso spiccano degli enormi occhiali da sole, anche se è notte. Col tornare dell'alba torna anche lei, ma i suoi occhiali sproporzionati e del tutto inedaguati non ci son più. Gli occhi, rimasti quindi scoperti,  sono rossi e gonfi e lei non si regge neanche in piedi. La macchina che l'ha portata è andata via e ora siamo soli, io e lei. Ma non voglio aiutarla, non ancora. Dopo qualche passo si accascia a terra. Credo sia solo svenuta, ma nessuno la aiuta. Nemmeno io, non ancora. Rimane li fino a giorno inoltrato. Le poche persone che passano fingono di non notarla, anche se mi pare impossibile non vedere una persona accasciata a terra in pieno giorno. Vorrei andare lì, da loro e urlare di aiutarla, ma non posso fare niente, non ancora. Apre gli occhi e si guarda intorno. La notte è tiepida. Mi sono nascosta bene eppure lei mi trova. Forse mi stava cercando, forse ha capito che era troppo tardi per rimediare ai suoi sbaglio o forse era solo stanca di tutto cio. Forse, non lo saprò mai. Mi avvicino e l'abbraccio, assorbendo il suo ultimo respiro. Non fa più troppo freddo fuori perché gli angeli possano volare. Possano volare o perché possano morire. -la Morte.
   
 
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