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Autore: Sick_Unicorn    21/07/2015    0 recensioni
Chissà perché, ogni volta che decideva di fare qualcosa con Mark, si ritrovavano in un lurido strip club. Ogni volta la illudeva dicendole che andavano in un normale night club a bere
qualcosa, e poi si trovava davanti maschi arrapati, di cui l'amico era il principale testimone, e donne nude che volteggiano attorno ad un palo.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chissà perché, ogni volta che decideva di fare qualcosa con Mark, si ritrovavano in un lurido strip club. Ogni volta la illudeva dicendole che andavano in un normale night club a bere

qualcosa, e poi si trovava davanti maschi arrapati, di cui l'amico era il principale testimone, e donne nude che volteggiano attorno ad un palo.
Taylor, pur di cercare almeno un po di non vedere quello scempio, si era messa ad un divanetto infondo alla sala illuminata a malapena da luci blu e fucsia. Ormai aveva rinunciato a cercare
l'amico nella marmaglia in cui si era infilato già da mezzora, aveva preferito chiedere qualcosa di forte al cameriere ed aspettare che Mark tornasse.
Era ormai al terzo bicchierino quando tutte le luci si spensero di colpo, pensò ad un blackout, ma poi notò che le luci del bar ed una luce che illuminava la tenda all'inizio del palco erano accese.
Guardò fissa quella luce sulla tenda vedendoci uscire una ragazzina, poteva avere all'incirca 17 anni, un sorriso per niente da sobria, capelli tinti di un fucsia acceso, occhi verde smeraldo, la pelle pallida ed un corpo
mingherlino ma con forme generose coperti soltanto da una maglietta lunga dei Nirvana e da anfibi neri. Glielo si leggeva in volto che era ancora una bambina, il volto piccino con le guance piene e ancora con
qualche impurità adolescenziale, occhi vitrei a causa della droga che sicuramente le mettono in corpo. Sembra un povero angelo che non riesce più a volare lontano, sembra sfinita di tutto anche di vivere e forse solo con la
droga riesce ad andare avanti, povera piccola bambina.
Iniziò a volteggiare e a ballare leggiadra e sensuale attorno a quel palo, gli uomini erano solo concentrati a guardare le forme della ragazza mentre la musica risuonava nel locale, invece Taylor
non riusciva a staccare lo sguardo da quel dolce volto. Non voleva vedere la nudità della ragazzina, anche se un po l'istinto glielo chiedeva, non si sentiva degna dell'innocenza di quella semplice bambina e nessun uomo
in quella sala ne era degno. Quella poveretta doveva trovare qualcuno che l'avesse veramente amata, solo lui sarebbe stato degno di vederla nuda, di poterla baciare, di poterla toccare nei suoi punti proibiti. Voleva salvarla.

A fine serata, finalmente Mark si decise a tornare.
-Divertita Tay?-. Chiese ridendo mentre la bionda lo fulminava con lo sguardo. Prima di uscire dal locale, disse a Mark che aveva scordato il suo telefono al tavolino e gli disse di iniziare a
rincasare perché lei avrebbe preso un taxi. Appena vide la figura dell'amico sparire dietro un vicolo dove aveva parcheggiato, entrò nel locale e si infilò nei camerini, fortunatamente erano vuoti e, per sua fortuna, c'era
soltanto la ragazzina che rimetteva in un beauty tutti i suoi oggetti. Indossava soltanto un asciugamano giallino con dei fiori di lavanda ricamati sopra, i capelli fucsia le ricadevano bagnati sulla schiena bianca raccolti in una
treccia morbida e varie goccioline ricadevano su quel corpo candido. Taylor sentì un certo calore tra le gambe davanti ad una simile creatura, ma cercò subito di sopprimelo ripensando al discorso mentale che si era fatta prima.
-Ciao-. Una voce candida la
salutò facendola riprendere dalle sue seghe mentali. Alzò lo sguardo e notò che la ragazzina le sorrideva e la guardava con i suoi dolci smeraldi. Aveva un sorriso
bellissimo, quei boccioli rosei sottoli incinati in su che potevano sembrare banalissimi ma, per Taylor, erano di una bellezza inspiegabile.
-Ciao- rispose la bionda riordinando i pensieri -scusami se ti disturbo, ti ho vista sul palco e volevo rivederti, quanti anni hai? Sembri molto giovane-.
-16- rispose la ragazza lasciando di sasso Taylor, aveva addirittura un anno in meno di quanti gliene aveva dati -faccio questo lavoro perché, dopo la morte di mia mamma, mio padre ha iniziato a
dare di matto e a farmi del male, sono scappata di casa e, per mantenere l'affitto della casa in cui vivo, dovevo trovare un lavoro-. C'era una punta di malinconia nella voce di quel povero angelo. La sua vita
assomigliava tantissimo a quella di Taylor, anche lei non sopportava suo padre, ma, diversamente da lei che era diventata famosa, a quella poveretta toccava spogliarsi per arrivare a fine mese.
Prese dolcemente il volto della ragazzina e poggiò le sue labbra sulle sue. Iniziarono una dolce danza tra le loro lingue, la ragazzina all'inizio era un po titubante ma poi si era lasciata
andare baciando con passione Taylor. Si staccarono per riprendere fiato, e la bionda prese bene tra le mani il volto della ragazzina, per non farle perdere lo sguardo.
-Ascoltami bene- iniziò Taylor guardando quegli occhietti verdi attenti -tu devi smetterla con questo lavoro, ti prometto che un giorno il mondo ti sorriderà e diventerai la moglie di un uomo
splendido, avrai dei bambini ed una casa gigantesca, avrai un lavoro che sarà degno di essere chiamato lavoro e realizzerrealizzerai i tuoi sogni-.
Queste furono le ultime parole di
Taylor a quella ragazzina che, in risposta a quelle parole, sorrise e questa volta anche con gli occhi.
Si baciarono un'ultima volta e la bionda andò via nella notte. Pregava davvero per quella giovane ragazza di cui non sapeva
neanche il nome, pregava che un giorno sarebbe diventata tutto quello che le aveva augurato.

Quelle sue preghiere durarono per un anno, si cancellarono durante una giornata innevata di novembre.
Taylor stava camminando per le stradine rinchiusa in un cappotto verdone ed una sciarpa grigia di lana, faceva veramente freddo quella mattina e sperava davvero di non prendersi un accidente.
Ad un certo punto si ritrovò davanti a quello strip club, ricordava ancora quella ragazzina d la ricordò ancora meglio quando vide la sua foto su un cartello funebre bianco.
"È venuta a mancare RACHELE HARRIS Ne danno il triste annuncio parenti ed amici, i funerali si svolgeranno alle 6.00 pm alla chiesa di Saint Frederick". Il cuore le si fermò per un secondo, il secondo più lungo
della sua vita. Quel dolce angelo era... morto.
-Morta violentata dal padre- disse un uomo a testa bassa con un cappotto nero ed un cappello del medesimo colore -il suo povero ed innocente cuore non ha superato tutta la violenza di
quella notte, ha smesso di battere e non c'è stafl verso di farlo ricominciare-. Una lacrima scese sulla guancia dell'uomo e stessa cosa per Taylor. Aveva visto quella ragazza solo una volta, le aveva augurato tutta la
fortuna del mondo ma non l'aveva raggiunta.
Arrivò alla chiesa che stavano uscendo la bara, una bara bianca con tanti fiori sopra. Taylor si avvicinò e fece fermare per due minuti il corteo, uscì da dietro la schiena un mazzo di lavanda e lo
poggiò sulla bara bianca.
Il corteo ricominciò ma la bionda non lo seguì con i piedi ma con lo sguardo, vide quella bara bianca circondata da persone allontanarsi fino a sparire all'orizzonte.
Non tutti ce la fanno ad andare avanti, bisogna essere stronzi e la giovane Rachele non era capace di esserlo. Troppo piccola e buona, una razza in via d'estinsione.


- Angolo autrice -

Pubblicare qualcosa a quest'ora è osceno ma io non ho per niente sonno.
Prima mia FF sulla Momsen e spero che sia stato un buon esperimento, alla prossima!
  
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