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Autore: The Awesome Tomato    21/07/2015    0 recensioni
Vi siete sempre chiesti che cos'è successo nella casa di Libra? Bene, questa fanfiction vi toglierà ogni dubbio!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I quattro amici si voltarono, trovandosi poi davanti non la sola casa di Gemini, ma ben due templi completamente identici. Ma che stava succedendo?! Com’era possibile che fosse comparsa una casa? C’era anche prima? Stavano forse impazzendo?! La verità non la sapevano nemmeno loro… ma lì c’erano due case ed erano reali!
Guardarono tutti quelle due case, confusi ed in parte scoraggiati, il tempo purtroppo non era dalla loro parte e, di certo, perderlo a causa di giochetti simili non era ciò che speravano.
“C’è via d’uscita da questa specie di labirinto?” Chiese Seiya, più a sé stesso che agli altri. Era la seconda volta che provava ad attraversare quel templio e cosa aveva guadagnato? Una casa in più, proprio un bell’affare…
“Ci dev’essere… una forza sconosciuta che vuole impedirci di passare attraverso questa casa…” Dedusse Shiryu, immobile vicino a Seiya
“Comunque sia, per arrivare a mettere piede nelle stanze di Arles dovremmo superare l’ostacolo di Gemini…” Aggiunse Pegasus, iniziando ad essere spazientito. Non sapeva cosa fare.
“Dividiamoci in gruppi e scegliamo una casa… io ed Andromeda andremo a sinistra, Shiryu e Pegasus a destra. Il gruppo che di noi riuscirà a superare indenne la casa di Gemini andrà subito alla quarta casa senza aspettare gli altri. Per salvare la signorina Saori dobbiamo dividerci, purtroppo è inevitabile. Siete d’accordo?” Propose Hyoga, guardando i propri amici ed accennando un sorriso, come ad incoraggiarli.
“Dobbiamo separarci.” Affermò il cavaliere di Pegaso, annuendo
“Sì, è giusto” Rispose Dragone.
Subito Cigno portò avanti una mano, seguito da Shun, Seiya e Shiryu, così da unirle insieme
“Ma nonostante questo i nostri cosmi rimarranno uniti.” Disse solennemente Seiya, trovando l’assenso degli altri cavalieri.
“Com’è stato finora, sarà per sempre.” Finì la frase Shiryu.
“Alla casa di Cancer dunque!” Concluse Hyoga, convinto che avrebbe rivisto tutti i suoi amici.
“Alla casa di Cancer!” Affermò Shun, prima che separassero le loro mani. Il ragazzo dai capelli verdi non riusciva ancora a crederci di essere stato scelto per primo… sì, erano solo in quattro, però il fatto di non essere stato lasciato da parte lo rendeva felice, specialmente in quei momenti dove non si sentiva molto utile per la squadra… ce l’avrebbe messa tutta per aiutare il biondo, non si sarebbe risparmiato nemmeno se avesse dovuto rischiare la vita!
“Andiamo!” Dissero infine all’unisono, per poi separarsi ed entrare di corsa nelle case, senza sapere cosa li avrebbe aspettati.
 
Nella casa di sinistra, Hyoga e Shun stavano ormai correndo da tempo, senza però alcun risultato… non v’era traccia né dell’uscita, né del cavaliere di Gemini e la loro frustrazione non faceva altro che aumentare.
“Hyoga, ma che cosa sta succedendo, non capisco! Non facciamo altro che girare in tondo senza trovare l’uscita… non hai anche tu questa sensazione?” Chiese il ragazzo con l’armatura rosa, continuando a correre insieme all’amico.
“Sì… purtroppo sì Andromeda, d’altronde non abbiamo altra scelta, dobbiamo continuare a cercare, qualcosa alla fine troveremo!” Rispose in tono frustrato l’altro.
“Chissà se Shiryu e Pegasus ce l’hanno fatta a lasciare questo posto…” Aggiunse poi il più giovane, un po’ preoccupato per gli altri due.
Improvvisamente, si sentì una risata ed i due si fermarono, guardandosi intorno allarmati. C’era qualcun altro oltre a loro lì dentro?
“Hai sentito anche tu?” Il cuore di Shun, come quello di Hyoga, iniziò a battere ancora più veloce, ansioso ed anche un po’ spaventato per quella risata strana, che riecheggiava ancora per tutto l’edificio.
“Gemini…!” Esclamò il biondo, sicuro che quella voce appartenesse a lui. In fondo, chi altri poteva esserci lì dentro, se non il proprietario di quel templio?
“Nessuno ha mai osato entrare in questa casa… Incontrerete qui la fine del vostro lungo penare… la meta finale del vostro viaggio… la morte…” Disse la voce sconosciuta.
Ad un tratto, sotto gli occhi sorpresi dei due ragazzi, apparse finalmente il cavaliere d’oro loro avversario.
“Eccolo, è di fronte a noi…” Sussurrò Shun.
“Almeno ora avremmo un nemico contro cui combattere…” Rispose Hyoga preparandosi alla battaglia con il cavaliere di Gemini, mentre questo si avvicinava a loro.
“E così quello sarebbe il cavaliere di Gemini…” Sussurrò ancora Shun, fissando il loro avversario. “Hai visto il suo elmo Hyoga? Ha due facce guarda, una in opposizione all’altra…* Commentò, notando poi che il cavaliere di Gemini si era bloccato “Perché è immobile e non ci attacca? Sembra ignorare la nostra presenza, come se non fosse nemmeno qui…” Aggiunse, ancora più confuso di prima.
“Un fantasma dici?” Chiese il ragazzo biondo, ripensando poi alla stranezza di quella casa “Ma certo, è un fantasma!”
“Mmh?” Andromeda guardò il suo amico mentre questi esprimeva il proprio ragionamento.
“Tutto qui dentro è un’illusione! Il corridoio, la casa di Gemini, tutto quanto lo è!” Affermò, convinto delle proprie parole.
“Tu dici?” Domandò, tornando al cavaliere di fronte a loro “Certo, questo spiegherebbe molte cose… ad esempio il motivo… il motivo per cui non trovavamo più l’uscita…”
“Dobbiamo sconfiggerlo… per porre fine ai suoi inganni.” Concluse il Cigno, annuendo.
“Mmh?” D’un tratto, la catena dell’armatura di Andromeda iniziò a muoversi, attirando così l’attenzione del suo proprietario “Aspetta Hyoga…”
“No, non c’è tempo Shun, lasciami andare!” Il bronzino scattò in avanti e si preparò ad attaccare. “Devo colpirlo ora…” Pensò, mentre lanciava il proprio attacco ‘polvere di diamanti’ contro l’avversario.
Con lo stupore di entrambi i giovani, il colpo del Cigno tornò indietro, travolgendoli e facendoli finire a terra.
“La polvere di diamanti ha attraversato il suo corpo ed è tornata indietro…” Pensò il ragazzo biondo, rialzandosi. “Proprio come noi cercando l’uscita… siamo tornati all’entrata dopo la corsa…”
“Che strano Hyoga.” Disse Shun, dopo essersi rialzato a sua volta.
“Cosa Shun?” Chiese il compagno, stando davanti a lui e dandogli le spalle. Non voleva perdere di vista il nemico.
“La mia catena… adesso non vibra più…”
“Ma com’è possibile?!” Chiese stupito all’amico.
“Per un attimo aveva segnalato la presenza di Gemini… ora è come abbandonata… come se non sentisse più il nemico…!” Spiegò Shun, continuando a guardare la propria catena.
“Eppure il cavaliere d’oro è di fronte a noi, non si è mosso!”
“D’altronde…” Iniziò, zittendosi però subito, non sapeva proprio cosa dire o pensare di quella situazione.
“Per quanto diabolico e misterioso sia il suo potere, noi dobbiamo sconfiggerlo Shun, per superare la terza casa e per salvare la vita di Milady. Per Athena… CON L’AURORA DEL NOOORD!” Disse il Cigno, sempre più frustrato e preparandosi nuovamente ad attaccare Gemini.
“NO HYOGA! LA RISPEDIRA’ INDIETRO!” Urlò Andromeda, cercando di fermare il gesto avventato dell’amico, senza però riuscirci.
“AURORA DEL NORD!” Ripeté Hyoga, lanciando il suo attacco contro il nemico, che non fece nulla per difendersi.
Come previsto da Andromeda, il colpo venne nuovamente spedito indietro, colpendo ancora entrambi. Questa volta però, Cigno ricevette più danno e cadde a terra, inerme.
“Hyoga!” Shun corse subito dall’altro, vedendolo sanguinante a terra e lo scosse leggermente, provando ancora a chiamarlo “Hyoga, rispondimi…” Guardò preoccupato l’amico, notando che era svenuto.
Bene… lui era quello che si era ripromesso di aiutare l’altro, lui avrebbe dato la propria vita pur di far uscire indenne il biondo da quella casa! Ed ora? Tra i due, quello ferito e privo di sensi era colui che doveva proteggere!
I suoi pensieri furono interrotti dalla risata di Gemini “Eh?” Si voltò a guardare l’avversario, senza però allontanarsi dal corpo dell’amico. “Allora non è soltanto un’illusione…”
“Noi ti attaccheremo Shun, noi ti uccideremo Hyoga.” Disse il cavaliere d’oro, senza muovere un solo passo da dove si trovava.
“Cosa? Addirittura del noi?! A tal punto giunge la tua doppiezza, cavaliere?!” Chiese stupito, prima di attaccare “CATENA DI ANDROMEDA!” Urlò, lanciando la propria catena, che però si bloccò e cadde a terra. “E’ riuscito a bloccarla! Come può essere successa una cosa simile? Esiste… o è un’illusione questo cavaliere che la mia catena non può colpire?” Pensò spiazzato il cavaliere di bronzo. “Se non posso attaccarlo, bene…” Pensò risoluto, alzando poi la voce. “CATENA DI ANDROMEDA, DISPONITI ALLA DIFESA!” Fece mettere la catena a cerchio intorno a sé ed all’altro cavaliere svenuto, chinandosi poi leggermente per portare una mano sulla schiena dell’amico. “Almeno così impedirò a Gemini di avvicinarsi a Hyoga, che esista o meno, non potrà comunque attraversare la mia difesa. Gli anelli sono attraversati da forti tensioni elettromagnetiche…” Pensò ancora, forse un po’ troppo sicuro. “Che c’è cavaliere? Esiti di fronte alla mia catena?” Chiese a Gemini, con un tono quasi di sfida. “Lasciaci andare Gemini, come vedi ormai non hai più alcun potere su di noi!” Disse, poco prima che il nemico iniziasse ad avanzare, senza subire danni “No, che cosa fa?! Sta entrando!” Pensò, piuttosto stupito. “Cammina sulla mia catena… senza risentire minimamente degli effetti della tensione…!”
“La tua catena…” Disse ridendo il cavaliere d’oro, continuando ad avanzare.
Shun guardò immobile l’avversario mentre si avvicinava a loro, pensando “Non può essere, sono sicuro… il vero cavaliere di gemini non è qui… questa è un’emanazione del suo cosmo, come l’intera casa e il labirinto… ma se è così… come farò a colpirlo… l’unica possibilità, sarebbe trovare il nemico che ha creato questa illusione… dove sarà?”
“Avete osato sfidare la collera del grande templio… avete osato sfidare la collera di Arles hahaha… la resa dei conti è giunta…! Noi ci batteremo per la vostra disfatta. Addio Andromeda!” Disse Gemini, ridendo e lanciando il suo attacco ‘dimensione oscura’, colpendo entrambi i cavalieri di bronzo.
Fortunatamente per Andromeda, la sua catena lo salvò avvolgendosi saldamente intorno a due colonne “Oh no, Hyoga!” Urlò il ragazzo, non appena vide l’amico, ancora svenuto, venir trascinato sempre più alla deriva in quella dimensione. “HYOGA! VIENI HYOGA, TI PREGO! HYOGA! AMICO!” Continuò ad urlare, allungando un braccio verso di lui, nonostante fosse ormai troppo distante “Hyoga… no…!” Disse, vedendolo sparire, per poi ritrovarsi a terra una volta finito l’effetto dell’attacco di Gemini.
Hyoga… cosa gli sarebbe successo? Dov’era finito?! Il giovane si maledì per non essere riuscito a salvarlo… l’ennesimo fallimento… perché?! Perché doveva sempre finire così?! Lui voleva aiutare i suoi amici, rendersi utile, ma…
“Avevo sottovalutato la forza della catena di Andromeda… ha resistito all’energia sprigionata dal nostro cosmo e lo ha salvato. Se non fosse stato per la tua catena, a quest’ora saresti morto insieme a Hyoga.” Disse il cavaliere d’oro, senza muoversi da dove si trovava ed interrompendo i pensieri del giovane.
“Dove l’hai mandato… maledetto…!” Chiese Shun, alzando la testa per guardarlo.
“In un’altra dimensione.” Gli rispose, semplicemente
“Un’altra dimensione?” Chiese ancora il cavaliere di Andromeda, non capendo cosa intendesse.
“Fluttuerà alla deriva per sempre!” Disse ridendo l’avversario.
“No, devi salvarlo, Gemini!” Lo supplicò Shun, continuando a guardarlo. No… quell’uomo… era loro avversario, sì, però… non poteva voler davvero una cosa simile!
“Salvarlo dici? Povero pazzo, presto anche tu lo raggiungerai e per l’eternità vagherete insieme nell’immutabile oceano della dimensione oscura! Perché l’altra dimensione, è la dimensione oscura dove le stelle si spengono una ad una.”
“Tu sei pazzo!” Rispose Shun a quel discorso. Era veramente pazzo! Come poteva… un luogo simile…
“Lo vedremo! L’oscurità ti aspetta Shun! Addio per sempre!” Disse, appena prima di lanciare nuovamente il proprio attacco. “PER IL SACRO GEMINI!”
Shun urlò, mentre venne colpito in pieno dalla tecnica di Gemini e riportato in quella dimensione buia.
“La tua catena non ti salverà una seconda volta, il nostro potere la spezzerà in due come fosse nulla!” Disse il cavaliere ridendo, non appena vide che la catena di Andromeda cercò ancora di salvare il suo proprietario, aggrappandosi ad altre colonne. “La tua vita è appesa ad un filo destinato a spezzarsi. L’oscurità che hai tanto temuto ti avvolgerà presto cavaliere.”
La lotta tra i due continuò, finché Shun non capì finalmente ciò che doveva fare, ovvero sfruttare la propria catena di attacco per trovare e colpire colui che lo stava tenendo intrappolato in quella casa, ovunque si trovasse. A lui non piaceva la violenza, per niente, però… dovevano salvare Athena e come se non bastasse, dentro di lui stava crescendo uno strano sentimento... era forse desiderio di vendetta quello che provava? Voleva colpire colui che aveva mandato Hyoga in quella dimensione buia e senza possibilità di ritorno? Sì, doveva ammetterlo, lui che ripudiava tanto quel sentimento, ora lo provava così intensamente…
Shun lanciò all’attacco la catena e colpendo il suo vero nemico, fece finalmente sparire il cavaliere e tutte quelle illusioni, ritrovandosi così da solo nella casa di Gemini, davanti alla sua armatura. Avrebbe tanto voluto essere lì con Hyoga, proseguire insieme a lui e raggiungere gli altri amici… ma il Cigno… era davvero quello il suo destino? Vagare per l’eternità in un mondo senza stelle? Al cavaliere di Andromeda sarebbe piaciuto fermarsi a piangere per la perdita del suo prezioso amico, ma non c’era tempo! Più di tre ore erano già passate e non avrebbero certo superato tutte e dodici le case restando fermi a deprimersi! Incoraggiato dalla vittoria appena presa, il bronzino si apprestò a lasciare la casa e corse per raggiungere gli altri due cavalieri.
 
I tre ragazzi si riunirono e superarono altre case, per poi correre verso quella di Libra, sconfortati dal fatto di aver perso non solo Hyoga ma anche Ikki, sacrificatosi per loro da Virgo. Arrivati davanti a questa, si fermarono a guardarla per qualche istante… sapevano che era disabitata, in fondo il cavaliere che la presiedeva era il maestro di Shiryu e si trovava ai cinque picchi, con tutto quello che era successo però, temevano che avrebbero trovato una qualche sorpresa degli altri cavalieri d’oro.
“Entriamo dunque, perché indugiare?” Chiese Shun. Era rattristato dalla perdita di quelle persone a lui care e l’unica cosa che poteva distrarlo era andare avanti.
“Giusto! Andiamo, presto!” Rispose Seiya, riprendendo a correre ed entrando con gli altri due nel templio.
D’un tratto si fermarono e guardarono attoniti ciò che gli si presentò davanti, all’interno della casa: Un blocco di ghiaccio, perfettamente sagomato, che come un sarcofago teneva intrappolato il cavaliere del Cigno.
“Hyoga, amico mio…” Sussurrò Seiya, fissando l’amico.
“Ne perdemmo le tracce nella terza casa, da Gemini. Credevo che fosse rimasto nella dimensione oscura” Disse Shun, probabilmente più sorpreso degli altri amici, ripensando a quando perse l’amico. “Come mai però è qui da Libra, è un bel mistero…” Il ragazzo proprio non capiva, lui era sicuro che fosse scomparso! Che… che fosse stata un’illusione anche quella? No, impossibile… era stata così vera la sensazione che provò quando fu attaccato da Gemini…
“Non l’unico.” Intervenne Shiryu. “Nella quarta casa, di Cancer, lo vidi con gli spiriti che andavano verso la bocca di Ade verso il luogo del non ritorno.”
“Beh come sia giunto qui poco importa, piuttosto vorrei sapere che cosa ci fa in quella gabbia di cristallo” Disse Seiya, interrompendo così i pensieri dei due amici.
“L’unica cosa che avverto è un cosmo estremamente potente, proviene da piuttosto lontano!” Rispose Shun, pensando a chi potesse appartenere.
“Esiste un cavaliere… un solo cavaliere in grado di creare un cristallo di tale fattura, l’uomo che presiede alle energie fredde” Sussurrò ancora Dragone.
“Che presiede alle energie fredde…?” Chiese il cavaliere di Pegaso, guardando l’amico dai capelli lunghi.
“Chi è mai, Shiryu?” Domandò a sua volta Shun.
“Il suo nome è Aquarius, ha insegnato al maestro di Hyoga” Rispose il ragazzo con l’armatura verde.
“Aquarius dici? Ma non è possibile!” Disse stupito Andromeda.
“Lui è il cavaliere dell’undicesima casa, noi siamo ancora alla settima…! Come mai questo Aquarius sarebbe giunto fin qui, che cosa lo avrebbe spinto? Non c’è motivo!” Disse Seiya, sempre più confuso.
“Direi un ordine di Arles ma è improbabile. Essendo colui che ha insegnato al maestro dei ghiacci, Aquarius è da considerarsi anche il maestro di Hyoga!” Intervenne Shun.
“Avete sentito?!” Chiese all’improvviso il cavaliere del Dragone, sorpreso da ciò che percepiva.
“Sì, certo!” Rispose immediatamente Seiya.
“Il cuore di Hyoga…!” Esclamò dopo Shun, ascoltando il cuore dell’amico che ancora batteva, intrappolato in quello scrigno di ghiaccio. Era ancora vivo quindi?! Non poteva crederci, com’era possibile tutto ciò?
“Batte, anche se molto debolmente…” Finì la frase Shiryu.
“La sua vita è solo sospesa” Aggiunse Seiya, fissando il biondo.
“Athena ti ringrazio…” Disse piano Shun. Vedere l’amico lo rendeva talmente felice… era ancora vivo ed avrebbero potuto salvarlo! Sì, ne era sicuro!
“È talmente pallido il viso di Hyoga… versa in uno stato di sospensione vitale, è chiaro.” Commentò il cavaliere di Pegaso, facendo qualche passo verso il blocco di ghiaccio. “Allontanatevi… lo farò uscire dal gelido ghiaccio che certamente colma quella gabbia!” Disse risoluto, preparandosi a colpire con il suo ‘Fulmine di Pegasus’, ignorando Shiryu che cercava di fermarlo.
Con stupore di tutti i presenti, la prigione di ghiaccio non subì il minimo danno dai colpi del cavaliere di bronzo, che rimase a fissarla a bocca aperta.
“È un’opera di Aquarius, non è cosa da poco, quell’uomo è molto potente” Spiegò Dragone ai due amici, facendogli capire che non era così fragile come credevano. “Neanche un cavaliere d’oro o forse neanche Arles avrebbe ragione di quel gelido feretro.”
“Non c’è scelta comunque, dobbiamo romperlo!” Esclamò Shun, pensando a come avrebbero potuto fare. Voleva salvarlo, anzi no, DOVEVA farlo!
“Shun ha ragione, non possiamo abbandonare Hyoga in questa tomba!” Disse risoluto Seiya, portando le mani contro il cristallo che imprigionava l’amico. “Ecco amici lo sentite? Il cuore di Hyoga batte ancora, sì c’è vita in lui…! Troviamo una soluzione, apriamo questa bara!” Aggiunse, dando un pugno alla superfice del sarcofago.
“L’avevamo creduto perso e poi l’abbiamo ritrovato… di nuovo dunque lo perderemo? È questo che succederà?!” Chiese Shun, alzando la voce. Non voleva perderlo… sarebbe stato troppo per lui.
“No, no di certo! Non avrò pace finché questa gabbia non sarà aperta! Nessun cristallo sarà così resistente da opporsi a Pegasus! Cedi! CEDI!” Rispose subito Seiya, prendendo disperatamente a pugni il ghiaccio.
Tutto inutile, i loro sforzi per distruggere quella gabbia sembravano vani. I tre cavalieri restarono lì, scoraggiati, inermi e sul punto di piangere, davanti all’amico congelato… era davvero quello il suo destino? Morire così in quella gabbia?
Improvvisamente il terreno iniziò a tremare e, dal pavimento, apparve lo scrigno d’oro dell’armatura di Libra… l’aveva mandata il maestro Dohko in aiuto dei cavalieri di bronzo.
Shiryu osservò le dodici armi dell’armatura d’oro e, sotto la guida del suo stesso maestro, scelse di usare la spada. Con quella sarebbe riuscito ad infrangere il ghiaccio, senza però ferire l’amico imprigionato dentro.
Attesero tutti col fiato sospeso, mentre il cavaliere del Dragone raccolse il proprio cosmo ed urlando “Che tu possa tornare alla vita!” fendette l’aria e tagliò il ghiaccio che si frantumò ed evaporò all’istante, rilasciando l’amico, sotto gli occhi sorpresi e felici degli altri due. Dopo essersi scambiati qualche parola e non appena il vapore se ne fu andato però, videro il biondo giacere a terra privo di sensi… che fosse morto? Shiryu non era riuscito a contenere il colpo ed aveva ferito mortalmente il cavaliere del Cigno? Subito il loro umore precipitò nuovamente e corsero da lui, così da scoprire la sua sorte.
Il cuore batteva ancora, sì ma stava decelerando sempre di più… non era finita lì, dovevano fare altro per lui! Ma cosa?!
“Forse io lo so, Seiya…” Disse in tono calmo Shun, guardando con determinazione i due cavalieri di fianco a sé. Lui aveva capito subito cosa avrebbe dovuto fare.
“Davvero?” Domandò in un sussurro Shiryu, guardando l’amico.
“Non ho tempo per spiegarmi adesso, presto! Andate all’ottava casa, lasciatelo a me, a Hyoga penserò io” Continuò Andromeda, sicuro di ciò che diceva. Lui era l'unico che non aveva ancora fatto la sua parte, quindi era ora che si rendesse utile! Sì, con il cavaliere di Gemini aveva avuto uno scontro ma... poteva davvero ritenersi soddisfatto? Proprio no, al ragazzo non bastava... doveva fare qualcosa di più, anche a costo della sua stessa vita!
Si scambiarono qualche altra parola, per poi salutarsi con la promessa di rivedersi presto… peccato che Shun fosse sicuro che non avrebbe mantenuto la parola...
“Che abbiano capito cosa voglio fare…?” Si chiese il cavaliere, fissando i due allontanarsi di corsa, per poi sedersi a terra, con Hyoga tra le braccia. “Non esiterò comunque, è l’unica speranza che ho per salvarlo. È così pallido il suo volto… devo fare in fretta!” Continuò a pensare, accarezzandogli il viso e cercando di scaldarlo con il proprio corpo. “È così freddo anche il suo corpo… difficile credere che ancora vi soffi il dolce alito della vita… è così per fortuna, una piccola fiamma riscalda ancora il suo corpo, non l’ha spenta Aquarius, forse non era sua intenzione…! Lo ha solo intorpidito, in un sonno senza sogni…” Shun iniziò ad espandere il proprio cosmo, così da aiutarsi a riscaldare l’amico che giaceva ancora inerme contro il suo stesso corpo.
No, non l’avrebbe lasciato morire… non lì, non così! Il ragazzo non capiva bene il perché ma sapeva che per lui avrebbe fatto questo ed altro… anche per Seiya e Shiryu, questo era ovvio, ma per Hyoga… sentiva che c’era di più… era più affezionato a lui che al resto dei cavalieri, ma perché?
Chiuse gli occhi e strinse maggiormente il biondo, continuando ad espandere il cosmo e scaldare l’ambiente circostante, pensando sì che l’altro era davvero freddo, ma anche che tenerlo così stretto, tra le proprie braccia, gli dava un senso di pace e sicurezza… era quasi meglio che di quando, da piccolo, abbracciava il fratello per un po’ di protezione ed affetto…
Nel silenzio di quella casa, il tempo passava inesorabilmente ed il ragazzo si mise a pensare… ricordò la sua investitura a cavaliere e di quello scherzo del destino, che lo portò a sacrificarsi, proprio come la regina Andromeda… oltre a ciò però, si mise anche a riflettere sugli avvenimenti che avevano coinvolto lui e gli altri quattro da quando erano tornati dai rispettivi viaggi, all’amicizia che si era creata e… e cos’altro? Cos’era che provava nel profondo, dentro di sé? Non riusciva proprio a capirlo e, probabilmente, non l’avrebbe mai scoperto ora che le forze lo stavano abbandonando.
Lentamente, si distese con l’altro ancora contro il petto, felice nel sentire che finalmente si stava scaldando e che un colore roseo riprendeva possesso del suo viso, mentre la propria mente iniziava ad annebbiarsi. Non ci volle molto che svenne anche lui, sfinito da quello sforzo e sopraffatto dalla potenza del proprio stesso cosmo.
 
Freddo… tutto quello che Hyoga poteva sentire in quel momento era solo il freddo glaciale che lo circondava ed un rumore, leggero ma costante. Era forse… un cuore…? Era il proprio cuore quello che udiva?
Il cavaliere fece per portare una mano al proprio petto ma non poté, qualcosa glielo impedì.
“Ma cosa…? Qui non c’è niente… perché non riesco a muovermi?” Si chiese allarmato, cercando inutilmente di muovere un arto o anche solo un dito… niente… era completamente bloccato. “Com’è possibile?”
Aprì gli occhi e ciò che vide non fu la casa di Libra, no… era il cielo stellato della sua amata Siberia, era disteso su una spessa lastra di ghiaccio… il luogo dove si trovava sua madre… sotto di lui poteva benissimo immaginarsi la nave e la stanza dove giaceva la donna. Se solo riuscisse a muoversi…
“Hyoga…!” Improvvisamente, si sentì una voce femminile lì vicino al biondo. “Hyoga, figlio mio, cosa ci fai qui…?” Disse ancora quella voce, fin troppo famigliare per il ragazzo.
“Mamma?” Sussurrò piano, mentre cercava di rialzarsi, così da poter vedere il volto della donna che tanto amava. Perché sì, lui amava alla follia sua madre, ma non era un amore malato, no! Lui la rispettava, gli era grato per avergli dato la vita e, soprattutto, di essersi sacrificata per il suo bene. Natasha gli aveva pure insegnato ad amare Dio, a non avercela con lui per tutto il male che subiva ed a perdonare… per Hyoga era stata una madre perfetta!
“Alzati Hyoga, mettiti in piedi e torna dai tuoi compagni! Non puoi restare qui!” Disse Natasha con voce preoccupata, restando in piedi vicino al figlio.
“No mamma, io non voglio più combattere… voglio restare qui con te!” Rispose Cigno, riuscendo finalmente ad alzarsi e guardare il volto di sua madre. “Cosa? Perché mi guardi in quel modo?” Le chiese poi, vedendo la sua espressione contrariata.
“Tu non sei mio figlio” Disse lei, con grande stupore del ragazzo. “Io non ho mai insegnato a nessuno ad essere così remissivo!” Detto questo, si voltò e se ne andò, lasciando Hyoga a fissarla stupefatto.
“No mamma, ASPETTA!” Portò in avanti una mano, come se quel gesto bastasse a raggiungerla, quando un forte terremoto fece rompere il ghiaccio dove stavano ancora entrambi. “MAMMA!” Urlò il biondo, vedendo che la madre cadde in acqua.
Corse subito da lei e rimase bloccato a fissarla mentre affondava lentamente, come l’ultima volta che la vide in vita.
Il cavaliere del Cigno si buttò immediatamente in acqua per salvarla. Non l’avrebbe persa di nuovo…! La raggiunse in poco tempo e le afferrò un braccio, ma le correnti forti purtroppo, lo fecero allontanare sempre di più dalla superficie e non ci volle molto che Hyoga perse la presa sulla donna. “NO!” Pensò, come il braccio di lei gli scivolò via dalle mani ed il corpo esanime della donna scese ancora di più nelle profondità.
“Mamma! Vengo a prenderti!” Pensò ancora, cercando di nuotare verso il basso e raggiungere la madre. Era un gesto stupido, sapeva già che non l’avrebbe mai raggiunta… non da vivo almeno, però… non poteva lasciarla affogare ancora! Non avrebbe accettato nuovamente quella fine orribile per sua madre!
Improvvisamente si sentì stringere e tirare verso la superficie da qualcosa. “Cosa…? No! Devo salvarla! Non posso andarmene ora!” Pensò il ragazzo biondo, divincolandosi nell’inutile speranza di farsi lasciare da quella presa ferrea.
“Hyoga, amico mio!” Questa volta fu una voce maschile a parlargli, una volta usciti dall’acqua.
“Mmh… Shun…?” Sussurrò il biondo, socchiudendo gli occhi e vedendo subito il volto dell’altro, chino su di lui. Erano ancora sul ghiaccio, lui si trovava tra le sue braccia e l’amico gli stava accarezzando una guancia, con un piccolo sorriso.
“Appena in tempo.” Disse il cavaliere di Andromeda, senza lasciar andare Hyoga. Lo stringeva così forte… come se volesse proteggerlo da qualcosa. “Io e gli altri pensavamo di averti perduto per sempre!”
“Shun, cosa ci fai qui…?” Chiese confuso il Cigno, tenendo la voce bassa.
“Sono venuto per riportarti indietro, abbiamo bisogno di te al grande tempio.” Rispose tranquillo il ragazzo dall’armatura rosa, passando una mano tra i capelli dell’altro.
“No io… resterò qui, devo salvare mia madre!” Rispose Hyoga, portando una mano sul petto dell’amico e spingendolo leggermente. “Lasciami andare, devo raggiungerla!”
“Cosa? È impossibile…!” Shun gli prese la mano così da fermarlo, guardando poi il punto dov’era scomparsa la madre dell’altro. “Il ghiaccio è ormai richiuso in una solida lastra…”
“Lo riaprirò io stesso! Lasciami andare o sarò costretto ad usare la forza!”
“Sai anche tu che non ci riuscirai!” Rispose subito il più giovane. “Ed anche se ci riuscissi, cosa otterresti? Questo è solo un sogno, il tuo vero corpo si trova al grande tempio, nella settima casa di Libra!” Disse Andromeda, stringendo maggiormente l’amico che tentava nuovamente di divincolarsi. Era ancora così debole…
“Sì, lo so…! Ma almeno qui vorrei salvarla, una sola volta…!” Sussurro, con le lacrime che già gli si formavano agli angoli dei suoi occhi azzurri.
“Non è possibile e lo sai… perché tormentarti ancora, torna al tempio con me…!” Parlò piano Shun, asciugando il viso dell’altro dalle lacrime. “Inoltre… pensi che a tua madre farebbe piacere saperti disposto a morire per il solo ricordo di lei?” Chiese all’altro, lasciandolo andare e mettendosi in piedi. “Alzati cavaliere! Andiamo a salvare Athena e dimostra così a tua madre di essere degno del nome che porti!” Esclamò infine Shun, sorridendo e porgendo una mano a Hyoga, che la afferrò subito, annuendo piano.
“Sì, andiamo…” Rispose il cavaliere del Cigno, rialzandosi a sua volta e ricambiando il sorriso, convinto dalle parole dell’amico. Andromeda aveva ragione, non poteva restare lì, ora era la Dea Athena ad aver bisogno di lui, nessun’altro!
Stettero fermi per qualche secondo, con una mano stretta in quella dell’altro a fissarsi negli occhi in una sorta di muta conversazione, prima di lasciarsi andare ed incamminarsi verso l’uscita di quello strano sogno. Entrambi sapevano che quell’esperienza li avrebbe resi più forti e, soprattutto, più uniti… probabilmente l’amicizia tra loro era ad un livello più elevato rispetto a quella con gli altri, si sentivano quasi… fratelli? No, non era certo fratellanza quello che li univa… ma allora cosa…? Beh ci avrebbero pensato poi, ora dovevano concentrarsi su altro, ovvero sui cavalieri d’oro e la salvezza di Saori!
 
Aprirono entrambi gli occhi, ritrovandosi distesi sul pavimento della casa di Libra, ancora abbracciati. Il biondo sorrise leggermente, accarezzando una guancia all’altro ma bloccandosi subito, sentendola così calda.
“Shun, amico mio, stai bene…?” Chiese, mettendosi seduto e guardando l’altro ragazzo. Era visibilmente accaldato e stanco per lo sforzo fatto nel tentativo di salvarlo. “Perché… perché hai rischiato a tal punto?” Sussurrò, tirandolo su e facendolo appoggiare contro il proprio petto.
“Perché chiedi…?” Iniziò a voce bassissima l’altro, ansimando leggermente. “Non so… sentivo che era mio dovere salvarti, gli altri erano stanchi delle battaglie precedenti ed il tempo scorre così veloce… poi…” S’interruppe, guardando gli occhi celesti del biondo.
“Poi…? Avanti, voglio sapere il motivo di questo gesto così avventato!” Lo incoraggiò l’altro, stringendolo maggiormente.
“È strano, ma quando ti ho visto a terra inerme, ho pensato che non avrei accettato di nuovo la tua scomparsa, no non avrei resistito! E… sai una cosa…?” Sussurrò con voce sempre più flebile. “Cedo molto volentieri la mia vita per la tua… e lo rifarei altre mille volte. Ora vai, gli altri cavalieri ti aspettano…!” Concluse così il suo discorso, svenendo nuovamente tra le braccia dell’altro.
“Tu non perderai la tua preziosa vita, hai capito Shun? Shun!” Il cavaliere del Cigno guardò l’altro preoccupato. Cosa volevano dire le sue parole? E soprattutto… era ancora vivo?! Sì, fortunatamente il cuore dell’altro batteva ancora. “Sopravvivrai Shun, te lo assicuro!” Disse risoluto il biondo, portando una mano sul viso dell’altro e raffreddarlo leggermente con l’aiuto del proprio cosmo, così da dargli un po’ di sollievo. Purtroppo non poteva fare altro al momento, doveva sbrigarsi a raggiungere i loro amici.
Prese in braccio il cavaliere di Andromeda e s’incamminò subito verso la prossima casa, quella di Scorpio.
 
 
 
E qui s’interrompe questa storiella… sì, so che non è il massimo e che l’ho troncata così ma… beh la storia la sapete tutti, no?
Penso comunque che farò un seguito, magari dove parlano e cercano di capire meglio i loro sentimenti… una cosa più carina e meno in linea con la storia originale, ecco.
Fatemi sapere se vi è piaciuta con una recensione (sempre che ne abbiate voglia ovviamente), noi ci rivediamo nella prossima fanfiction… credo… non lo so!
Ciao ciao!
  
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