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Autore: _Fabiana    21/07/2015    0 recensioni
Rachel è una ragazza per bene, un po’ all’antica che tiene i suoi sentimenti sottochiave.
L’università sembra la sua unica via di fuga per dimenticare il passato e rincominciare una nuova vita.
Tutto ciò che ha da fare è arrivare puntuale alle lezioni e seguire i corsi per non perdere la borsa di studio, e magari farsi nuovi amici. Quello da evitare, invece, è farsi notare dall’unico ragazzo che potrebbe mandare all’aria tutti i suoi piani.
Aaron Ames è il ragazzo più ambito del campus: aspirante rockstar dai muscoli scolpiti, bel sorriso, capelli ricciolini e occhi color smeraldo. Il classico ribelle dal quale le brave ragazze come Rachel dovrebbero stare alla larga.
Ma come sappiamo, un semplice incontro può cambiare tutto.
Dal libro:
«Rachel, io ti amo», disse a bassa voce.
«Mi avevi detto di non innamorarmi di te»
«Ma io lo sono». Mi attirò a sè e iniziò a baciarmi. Dapprima lentamente, poi mi prese il viso tra le mani e mi baciò con più passione. Io cercavo di stringerlo il più possibile a me.
Si fermò un attimo. «Non ti lascerò mai andare», sussurrò. «Ascolta, come mi batte forte il cuore». Mi disse appoggiando la mia mano sul
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1

Da dove tutto inizia.


«Papà, avevamo detto niente smancerie»

«Hai ragione piccola», dice lasciando andare le braccia che fino a pochi secondi fa mi stringevano. «Sbrigati, sennò l’areo parte senza di te», disse sorridendo.
 
“Ultima chiamata per il volo 472 per Los Angeles”
 
 «Ciao papà», dissi stringendolo forte per poi imbarcarmi sull’aereo. Già mi mancava.
Mi sistemai al mio posto e tirai fuori l’agenda dalla borsa. Spuntai il “prendere l’areo per L.A” dalla lista delle cose da fare e mi misi comoda. Stavo partendo dalla Carolina del Sud che si trova esattamente dall’altra parte degli Stati Uniti, quindi sarebbe stato un viaggio abbastanza lungo.
Non fu una scelta facile quella di andare all’università di Stanford. In effetti si trova a più di 2 miglia da casa e mio papà avrebbe dovuto restare da solo fino alle vacanze di Natale, ma lui voleva il meglio per me e quindi mi lasciò andare.
Alle 2:20 PM atterrammo a Los Angeles ed io mi precipitai subito al pullman che mi avrebbe portato all’università. Avevo ancora cinque ore prima di arrivare alla mia destinazione, ma non fu un viaggio particolarmente noioso, anche perché mi addormentai e mi svegliai poco prima di arrivare.

Scesa dall’autobus rimasi stupita dalla bellezza del campus, mi è piaciuto subito.
Mi diressi velocemente verso la mia stanza e visto che non c’era ancora nessuno mi scelsi il letto che mi piaceva di più, quello vicino alla finestra.
Feci in tempo a sistemare le mie cose e a farmi una doccia veloce, quando poi arrivò la mia coinquilina.
«Hey bambolina!», mi disse ridendo. «Piacere, io sono Claire. Claire Woods, per precisare. Vengo da Jackson, Mississipi»

«Io sono Rachel e vengo da Charleston, nel Nord Carolina»
«E come mai sei venuta fin qui?», chiese.

«Potrei farti la stessa domanda», poi aggiunsi «sono qui grazie a una borsa di studio»

«Davvero? Anch’io!» Esultò euforica. «è sempre stato il mio sogno»

«E ce l’hai fatta»
Claire era bellissima, con questi lunghi capelli neri e gli occhi azzurri come il mare, e poi sembra simpatica.
Parlammo un po’ delle nostre vite, anche se decisi di non dirle cos’era successo a mia madre, almeno per ora. E’ un segreto troppo difficile da ammettere. Non l’ho mai detto a nessuno.

Visto che era già ora di cena,  decidemmo di andare a mangiare insieme in un pub vicino al campus.
Alle 10 PM eravamo già di ritorno e siccome il giorno dopo avevamo già le lezioni decidemmo di andare subito a dormire.

Il terribile suono della sveglia ci cacciò di soprassalto fuori dal letto. Erano le 8:30 AM e dovevamo prepararci per andare a lezione. Andai in bagno, mi feci una doccia, mi lavai i denti, mi vestii e mi passai un po’ di mascara sulle ciglia. Poi io e Claire uscimmo dalla stanza.
La prima lezione era quella di sociologia. Il nostro insegnante, Mr.Harris (di nome William), sembrava abbastanza severo. Severo ma coinvolgente, quando spiegava.
Terminata la lezione avvertì Claire che stavo andando a prendermi da bere al bar e le dissi di aspettarmi in cortile.
I corridoi erano talmente lunghi che sembravano non finire mai.
Arrivata al bar presi una limonata. Mi girai, facendo per andarmene, ma sbadatamente rovesciai il bicchiere di limonata addosso ad un ragazzo.
«Oddio, scusami tanto», gridai. «Che sbadata!»

«Non ti preoccupare, puoi sempre comprarmi un’altra maglietta», disse ridendo.

«Mi dispiace.»

«Hey, vuoi bere qualcosa?», mi chiese.

«Non dovrei chiedertelo io?», dissi. «Comunque no, scusa. Devo andare. Un’altra volta magari»

«Un appuntamento, per caso?»

«Non direi proprio», dissi sorridendo. Poi mi girai e scomparì tra gli altri studenti.

“Quant’è carino”, pensai tra me e me. Ma non sapevo nemmeno il suo nome.
 



Ciao a tutti!
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. E' un po' corto, ma semplicemente perchè è la mia prima storia e devo ancora un po' "prenderci la mano" :) 
Vi dico subito che in totale i capitoli saranno 6/8.
Spero vi piacerà la mia storia, se vi va lasciate un commento!
A presto, spero :*

Fabi

 
   
 
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