A un
amico esanime
“Da quanto tempo sono qui? L’aria
fresca mi accarezza il volto, riportandomi alla mente momenti di una dolce
infanzia trascorsa a palleggiare con il mio fidato pallone. Pallone che mi ha
permesso di conoscere talmente tante persone…tutte così fantastiche! Pallone che mi ha permesso di incontrare te…di giocare con te, su
questo stesso campo che un tempo ha assistito a tutte le nostre partite da
bambini.
Dove sei, amico mio? Perché non
sei qui con me?
Dove sei finito?
Questo posto è così buio senza di
te…
Non posso credere a quello che mi
è giunto alle orecchie. No…una cosa del genere è fuori discussione! L’irrealtà
ha pervaso le loro menti, accecandoli della realtà.
Non si rendono conto, o forse non riescono a capire…quello che dicono è impossibile!
Tu, amico mio…tu non puoi averci
lasciato veramente…
No, no, no…!
Tu…non puoi avermi lasciato!
No! È fuori ogni logica! Perché mai te ne saresti dovuto andare? Perché
in un momento talmente bello della tua vita? Perché proprio ora, a un passo dal realizzarsi del tuo sogno…?
Che senso ha tutto questo?
Che senso ha continuare a giocare ora, per me?
Ti odio, amico mio. Perché te ne sei andato così, senza nemmeno salutarmi? Cosa rimarrà ora di Tom Becker? Non si sentirà più parlare
della Coppia d’Oro, dinanzi ad ora, per il semplice fatto che tu hai voluto rimanermi da solo, Oliver Hutton.
Holly…quante volte ho invocato il
tuo nome?
In questi giorni il tuo nome
continua a riempire le prime pagine dei giornali. La tv non ha oggetto che te. Ma d’altronde è sempre stato così, no? Tu, il capitano della
mitica nazionale giapponese che ha conquistato il cuore del Paese e
dell’Europa! Tu, che sei riuscito da solo a far rivalutare il
Giappone nella scacchiera calcistica. Tu, che sei riuscito a guardare al di là di ognuno di noi…
Come faremo senza di te, Holly?
Amico mio, che senso ha per me ora
giocare?
Tu eri lo spirito sempre animato
che teneva accese le partite e infiammavi i cuori dei tifosi con i tuoi
magnifici tiri ad effetto! Adesso a chi si rivolgeranno gli urli dei tifosi?
Chi riscalderà le notti di Patricia, la ragazza che ti ha amato con tutta se
stessa da tempo immemore e che ha saputo conquistare
il tuo cuore da bambino? Chi le sussurrerà parole d’amore, e chi bacerà le sue
scarlatte labbra ora che tu non ci sei più?
Non può essere così ingiusta la
vita… Patty ti ha atteso così tanto e quando finalmente stavate per sposarvi,
tu te ne sei andato, lasciandola sola in questo mondo che è la giungla.
Come hai potuto
andartene così, Holly?
Come hai potuto lasciarci nel
momento che tutti stavamo più aspettando, nel momento
che tu stavi aspettando più di
tutti? Quanto hai lottato per poter vedere il Giappone
nei finali dei mondiali di calcio? E adesso dove sei? Perché non sei qui, a giocare con noi quest’ultima partita?
Avrei dato la vita pur di essere io al tuo posto, in quel momento, quando quel
camion ti è finito contro, stroncando così la tua nobile vita!
Holly, amico mio…perché te ne sei andato?”
- Tom? –
una voce calda e mascolina si frappose nel silenzio surreale in cui era
sprofondato il piccolo campo da calcio.
Tommy
Becker nemmeno si voltò. Sapeva già chi fosse.
- Tom, ti
prego, rispondimi! – ancora quella voce a tratti persino
disperata a risuonare nell’aria di quella gelida mattina.
A quelle
parole, Tom non poté fare a meno di sorridere, amaramente. In tutta la sua vita
non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe udito tali parole di supplica
proprio da lui, il ragazzo più freddo e cinico del mondo! E
invece…
- Tom –
lo chiamò di nuovo, stavolta con tono più deciso di prima.
Becker
non rispose, né tanto meno fece nulla quando si sentì strattonare per una
spalla fino a farlo girare.
- Tom,
non puoi continuare così! – gli occhi scurissimi del ragazzo di fronte a lui
erano seri, ma velati da una malinconica preoccupazione.
Tom lo
guardò per un istante, in silenzio. Poi, improvvisamente, scostò lo sguardo da
un’altra parte, freddo e impassibile come mai era stato.
- Lasciami in pace, Benji – le parole dure del giovane arrivarono
dritte al cuore del ragazzo come una pugnalata.
Benjamin
Price guardò il ragazzo di fronte a sé con un’espressione profondamente ferita
in volto. Ecco, le parti si erano invertite. Adesso non era più lui ad essere
quello distaccato, quello freddo e cinico e Tom quello sensibile, dolce di
sempre.
Istintivamente
Benji strinse di più la morsa sulle braccia del ragazzo, che però non diede
alcun cenno.
- Si può
sapere che ti prende? Dov’è finito il Tom che noi
tutti conosciamo? – chiese quasi a se stesso.
Quelle
parole stavolta furono udite da Tom che, colpito da un’improvvisa quanto
violenta orda di irritazione, si voltò verso l’altro e
lo guardò in cagnesco.
- Che mi prende?! – ripeté con voce insolitamente dura e
arrabbiata. – Oliver Hutton è morto, ecco che mi prende! Il migliore amico che
io abbia mai avuto, non c’è più!! Holly se ne è andato…andato per sempre!! E
non venirmi a chiedere dove fosse finito il buono, caro, vecchio Tom. Perché,
dannazione, lui è morto con Holly! -
- Tom…-
lo sguardo di Benji era un misto di preoccupazione, malinconia, tristezza,
amarezza, affettuosità.
- Lasciami
in pace, Price! – sbottò Becker, sentendosi seccato al solo sentire il suo
nome.
Con uno
strattone, si sottrasse alla morsa di Benji e si voltò dall’altro lato,
indignato.
Rimase
così per qualche istante, poi, sotto lo sguardo apprensivo di Benji, iniziò a incamminarsi verso una meta a lui per primo ignota.
- Tom! –
lo richiamò a quel punto Benji, con il suo abituale tono di voce.
Becker si
fermò, ma non si voltò.
- Che vuoi, ancora? – chiese, con voce impassibile.
Benji
sentì il proprio cuore stringersi, ma tuttavia non si lasciò abbattere.
-
Holly…lui non avrebbe voluto vederti così – disse quelle parole con tono calmo
ma sicuro, estremamente convinto di quello che diceva.
– Gioca con noi, domani. Lui…Oliver avrebbe voluto così -
Stavolta
il cuore di Tom non poté fare a meno di fremere a quelle parole. Era vero, lo sapeva. Holly non avrebbe mai voluto vederlo
lasciarsi andare così. Probabilmente al suo posto Oliver si sarebbe rialzato,
perché lui sapeva! Sapeva che era quella la cosa giusta da fare…però…era così
difficile! Holly era sempre stato il più forte tra loro due. Lui era così
carismatico!
Tom
sospirò e, avvinto da quella vocina che gli urlava di non rifiutare quel
disperato aiuto, si voltò verso il ragazzo ancora fermo al centro del campo.
-
Holly…lui…mi manca – confidò per la prima volta da
quel tragico incidente, lasciando finalmente che frammenti di lacrime troppo a
lungo trattenuti gli sgorgassero dagli occhi, inumidendogli le pallide gote.
- Tom…-
Benji sussurrò nuovamente il nome del ragazzo, troppo spossato per riuscire a
dire qualcos’altro.
- Perché proprio lui? Sai rispondere a questa domanda, Benji?
– Tom guardò l’altro con un’espressione immensamente addolorata in volto.
Il suo
cuore aveva bisogno di una risposta a quella domanda. Il suo cuore doveva
sapere se c’era una risposta a quella
domanda.
Benji,
allora, sospirò, passandosi amaramente una mano tra i lucenti capelli corvini.
- No, non so rispondere a questa domanda, Tom – ammise apertamente,
sospirando nuovamente, desolato. – Io non so dirti il motivo per cui
Holly se ne sia andato così improvvisamente. Io non so perché lui! Però…però c’è una cosa che posso dirti: Holly avrebbe tanto
voluto che noi domani giocassimo la partita e che vincessimo i mondiali di
calcio. Quello…è sempre stato il suo sogno! Chi siamo noi per poterci
rifiutare? Chi siamo, Tom? -
Gli occhi
neri di Benjamin si posarono in quelli malinconici e sofferenti di Tom. Poteva
capire il suo dolore, perché lui per primo si sentiva vittima di
quell’indicibile sofferenza che gli attanagliava il cuore, fino quasi a fargli
mancare il respiro. Holly era stato il suo primo, vero amico. L’unico che si fosse sforza, in un tempo in cui era antipatico a tutti,
di andare oltre e guardare quel lato buono che si era conservato nel suo cuore.
Holly era stato il primo a farlo e a convincere poi gli altri a imitarlo. Era grazie a Holly se adesso lui era quello che
era. Non avrebbe mai potuto dimenticare tutto quello che l’amico aveva fatto
per lui. Dalla sua mente non sarebbe mai venuto meno il ricordo di quegli
attimi in cui lui gli era stato vicino, nonostante tutto.
Ma
Benji sapeva bene che Holly non avrebbe mai voluto vederlo morire con sé. Anche
Patty, che più di tutti lo aveva amato, lo aveva capito e aveva accettato la
sua perdita con quella malinconica consapevolezza che grazie al suo sorriso ce l’avrebbe fatta un giorno a rialzarsi e a guardare
avanti. Certo, ora quella prospettiva le sembrava impossibile, così come pareva
improbabile a Benji, ma per nulla al mondo né l’una né l’altro avrebbero permesso di infrangere uno dei voleri del ragazzo.
Perché se c’era una cosa di cui erano sicuri era che
Holly avrebbe voluto vederli vivere, nonostante la sua cara perdita.
- Nessuno…
Holly merita di veder realizzato il suo sogno, anche ora che…- Tom deglutì,
abbassando lo sguardo e lasciando andare un singulto. – Anche
ora che non c’è più…- ecco perché continuare a giocare. Per lui, per
Holly. Ma più che altro per lui, per il suo sogno che
aveva da sempre condiviso con un amico esanime.
Benji lo
guardò, dispiaciuto di vederlo così. Non poteva sopportare di vedere quegli
occhi marroni tanto intrisi dalle lacrime. Non riusciva a sostenere
quell’espressione talmente desolata senza provare dolore a sua volta. Un doppio
dolore.
- Tom,
io…- le parole gli morirono in gola quando vide lo sguardo del ragazzo puntarsi
nel suo.
- Benji,
promettimi…- lo guardò, con un’espressione speranzosa e allo stesso tempo
melanconica in volto. - Ti supplico, promettimi che almeno tu non mi lascerai
mai…te ne prego…-
Il cuore
di Benjamin si sciolse come neve al sole a quelle parole tanto disperatamente
pregate, e immediatamente sul suo volto comparve un piccolo ma eloquente
sorriso.
- Te lo
prometto, Tom -
Becker lo
guardò negli occhi ancora per un istante, con il cuore riscaldato da
un’improvvisa quanto intensa luce. Poi, istintivamente e improvvisamente, fece
qualche passo nella sua direzione, prima piccoli, incerti, poi sempre più
veloci, fino a tramutarsi in una corsa che giunse al termine nel momento in cui
le sue braccia incrociarono l’atletico corpo di Benji.
- Benji…-
Tom appoggiò il volto sul suo petto, lasciandosi finalmente andare a un pianto troppo a lungo soffocato.
Price non
disse nulla, limitandosi a stringerlo di più a sé, mentre, con un gesto che
voleva essere affettuoso, gli carezzava i lisci capelli castani.
- Benji…-
lo chiamò nuovamente poco dopo, quando riuscì a calmarsi un po’.
Tom alzò
lo sguardo verso di lui, prima di continuare la frase. Alzò lo sguardo e lo
poggiò in quelle nere pozze profonde a cui tanto era affezionato.
- Benji,
io ti amo – lo disse con semplicità, quasi fosse la
cosa più ovvia del mondo.
E, in
effetti, lo era. Perché infondo, non è normale dire al
proprio ragazzo quello che si provava? Si, lo era. Solo che quella volta era diverso. Perché
era da quando Holly era morto, la settimana precedente, che lui non glielo
diceva più. Tom aveva innalzato un muro tra loro. Un
muro insormontabile che aveva rischiato di distruggere la loro storia. Un muro a cui Benji no nera riuscito ad opporsi, almeno fino a quel
momento.
E proprio
Benji nel sentire finalmente di nuovo quelle parole,
che tanto gli erano mancate, fuoriuscire da quelle labbra morbide che tanto
amava, sentì il proprio cuore come scoppiare. Quante volte in quella lunga,
quasi eterna settimana aveva desiderato di poterle sentire? Ma
Tom era sempre troppo distante da lui, racchiuso in quel mondo ovattato che si
era costruito e a cui non permetteva a nessuno di entrare. Neppure a lui.
- Tom –
lo sguardo gli si addolcì e gli occhi si illuminarono
per la gioia.
La loro
storia non era nata da molto, solo pochi mesi. Eppure i sentimenti che li aveva uniti erano sempre stati forti. Benji non aveva mai
pensato che un giorno qualcosa avesse potuto dividerli, e invece si era
sbagliato. La morte di un amico tanto caro quale Holly aveva
rischiato seriamente di portarla al declino. Assurdo per lui, che era
stato il padrino di quella unione. Benji ricordava
perfettamente il modo in cui lui e Tom si erano scoperti amanti. Era stato
proprio grazie all’amico comune che ci erano riusciti.
Quel giorno si trovavano tutti e tre ancora al campo per allenarsi ancora un
po’, quando d’un tratto Oliver aveva farfugliato una scusa incomprensibile e se
ne era andato, senza lasciare loro nemmeno il tempo di
reclamare. Rimasti soli, fu Benji a prendere per primo il coraggio a quattro
mani e a rivelare finalmente quei sentimenti che teneva custoditi nel cuore al
ragazzo che amava. Era stato proprio Holly, che si era accorto di quei nuovi
sentimenti per primo, a dirgli di farlo. Sempre Holly a
convincere Tom a fare lo stesso.
Da quel
giorno in poi, la sua storia con Tom era andata sempre a gonfie vele. Almeno
fino alla scomparsa di Oliver. Il duro colpo di quella
perdita improvvisa aveva fatto vacillare la loro storia, ma ora, finalmente,
Tom sembrava aver deciso finalmente di abbattere quel muro che li teneva
separati, seppur non fisicamente.
Senza
riuscire a trattenersi oltre, Benji appoggiò le sue mani sul viso delicato
dell’altro e, con un’estrema dolcezza insolita per lui, gli asciugò le lacrime
che ancora rigavano il volto di Tom. Lo guardò ancora per un istante, senza
riuscire a saziarsi veramente, prima di poggiare le sue labbra su quelle
scarlatte del ragazzo.
Tom sentì
il tocco di Benji su di lui e immediatamente il suo cuore si sciolse,
addolcito. Lo amava, come mai aveva amato in tutta la sua vita. Con il suo
comportamento orgoglioso e allo stesso tempo dolce, Benji lo aveva sin da
subito conquistato. Ma gli ci era voluto un po’ per
capirlo. E molto di più per riuscire a rivelarglielo.
Il bacio
che suggellò nuovamente i loro sentimenti, si fece ancor più profondo e dolce.
In sé racchiudeva tutti quei sentimenti intensi che li tenevano uniti, in ogni
caso, anche in un momento talmente tragico della loro vita come lo era quello.
Benji si
separò da lui poco dopo, ritornando a fissare con sguardo scrutatore e profondo quegli occhi marroni.
- Ti amo, Tom – ammise, semplicemente, senza vergognarsi di esprimere
così apertamente i suoi sentimenti.
Una volta
sarebbe stato inconcepibile per lui il pensiero di riuscire a farlo così
spontaneamente. E invece, grazie all’amicizia di Holly
e all’amore di Tom, tutte le sue barriere erano cadute e finalmente aveva avuto
via libera la voce del suo cuore.
Dal canto
suo Tom, sentendo nuovamente quelle parole, non riuscì a trattenere un
meraviglioso sorriso che, per la prima volta dopo tanto,
gli illuminò il volto.
Adesso
capiva anche lui. Il regalo che Holly gli aveva fatto in extremis era proprio
quello: la speranza di una vita felice.
The End
Aspettando l’uscita del prossimo capitolo di “Yurushi Watakushi Ai”, mi sono dilettata a
scrivere questa breve one-shot. Vi confiderò che
l’idea per questa fanfic è stata improvvisa, in un
momento di pioggia. Così, colpita, ho deciso di metterla nero su bianco. Ecco
dunque quello che ne è venuto fuori.
La mia è una fanfic yaoi, come avete già inteso, sulla coppia Benji-Tom. Volevo analizzare il modo in cui il miglior amico di Holly,
Tom, avrebbe reagito alla morte proprio di questo. E
così…ecco la fanfic!
Spero vi piaccia!
Beh, fatemi sapere, mi raccomando!
^__-
Intanto ringrazio
in largo anticipo chiunque lo farà! Grazie!!!
Ok, ora vi lascio, ma con la
promessa di risentirci presto!
Memi
i Tutti i personaggi di Captain
Tsubasa non mi appartengono, ma sono © Yoichi Takahashi e della casa editrice. Inoltre tutti i personaggi e la stessa fanfiction non sono
utilizzati assolutamente da
me medesima a scopo di lucro.