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Autore: doctorsmadness    21/07/2015    3 recensioni
[DAL TESTO]:
"La ragazza intrecciò le mani con quelle del ragazzo e gli disse: -Invece hai fatto benissimo. Tu sai che io pensavo che l’amore fosse qualcosa di stupido e superfluo, ma sei riuscito a farmi cambiare idea… e per questo te ne sono eternamente grata. Ora viviamo il nostro amore, sentiamolo sulla nostra pelle e marchiamolo a fuoco nei nostri cuori perché non durerà per sempre e io voglio far durare questo giorno per l’eternità-."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 3

Primo incontro

Si chiama Enea” Si disse la ragazza.

…Ed ecco che i filmini mentali ebbero inizio nella sua mente. Era sulla via del ritorno a casa quando si perse in quei pensieri ed era strano per una persona come lei. Era la prima volta che si sentiva così presa da una persona in carne ed ossa. Di solito si abbandonava a personaggi immaginari di libri che erano tutto meno che reali. Lei amava i libri difficili e questo la rendeva, secondo lei, noiosa agli occhi degli altri, ma in realtà tutti la trovavano una persona interessante con la quale era piacevole parlare.

I giorni passavano ed i loro occhi continuavano ad incontrarsi per poi evitarsi a causa dell’imbarazzo. Zoe era convinta che fosse solo la sua immaginazione e così decise di andare a chiedere aiuto ad Anna. Anna era una ragazza solare, aveva lunghi capelli ricci.

La ragazza le disse: -Zoe, secondo me gli piaci e dovresti buttarti. Insomma, o la va o la spacca. -.  Zoe non era ancora convinta, ma diede retta all’amica. Insomma, c’era ancora parecchio tempo davanti a loro e l’anno scolastico era ancora lungo.

Entrambe erano rimaste a scuola per dei corsi e così anche il ragazzo. Anna le aveva consigliato di “buttarsi”, ma ancora non ci riusciva. Inoltre, aveva indagato un po’ e aveva scoperto che il ragazzo si era beccato il debito in scienze e quindi doveva partecipare ai corsi di recupero di metà semestre. I due si erano incrociati in corridoio, ma a causa dell’imbarazzo e della paura non si rivolsero la parola; solo uno sguardo veloce per intendersi qualcosa che nemmeno loro sapevano. “Che strano” si disse lui.

Mi ha guardata ancora, forse Anna ha ragione. Forse dovrei buttarmi e lasciarmi controllare da questi strani sentimenti… No, non ho alcuna intenzione di  farmi controllare da qualcosa di così irrazionale.” Si voltò e lui era sparito tra quei corridoi ormai a lei troppo familiari. Chissà in quale classe era tenuto il suo corso. Sospirò e tornò in classe.

Anna le chiese cosa fosse successo, come se non lo sapesse.

Suonò anche l’ultima campanella.

-Finalmente! -. disse Zoe e si stiracchiò. Le lezioni di scienze erano sempre noiose e le portavano sonnolenza; per restare sveglia si metteva a disegnare e poi a casa si ritrovava una caterbia di roba da recuperare.

-Allora, che fai oggi? Provi a parlarci? -. Era Anna, l’unica a conoscenza di quel suo piccolo e imbarazzante segreto. Zoe arrossì e, questo, Anna lo notò. Poi le disse: -Non ti devi vergognare. E’ normale provare qualcosa del genere nei confronti di un'altra persona. Quindi che farai? -.

-Penso che proverò a parlargli in treno e dato che fa la mia stessa strada avrò parecchio tempo per tentare di fare la prima mossa. -. Era decisa a farsi avanti e nessuno le avrebbe messo il bastone tra le ruote.

 

Dato che era inverno, la sera calò presto, ma la stazione era comunque piuttosto popolata. Vide il ragazzo. Stavano aspettando lo stesso treno. I loro sguardi si incrociarono di nuovo. Con grande sorpresa della ragazza, fu lui a fare la prima mossa: -Tu sei in seconda E, giusto? -. La ragazza si era trovata spiazzata. Gli piaceva la voce del moro: era calda e profonda, sembrava quasi non adatta ad un ragazzo così giovane però lei la apprezzava. Le guance le erano diventate rosse, le ginocchia cominciarono a tremare, poi rispose: -Si, e tu sei in terza E.-. Lui le rispose: -Si, anche se dovrei essere in seconda. Diciamo che i miei mi hanno iscritto un anno prima all’asilo ed ora mi tocca stare con quelli di terza. -. I due passarono così il tragitto; a parlare di scuola alternati a strani momenti di imbarazzo.

I due scesero alla stessa fermata. Il viaggio era stato un mix di imbarazzo e paura di sbagliare.

Le loro strade si divisero appena arrivati ad un bivio, lui la salutò dicendole: -Allora ci vediamo domani a scuola. – e le sorrise.

Il cielo era grigio e sembrava che neve dovesse cominciare a cadere da un momento all’altro. Ma questo non rovinò l’umore della ragazza, anzi, le sembrava di vivere un sogno. Stava accadendo per davvero?

Era una cosa incredibile. Quel ragazzo aveva qualcosa che l’attirava come se lui stesso fosse un polo negativo e lei un polo positivo; “del resto gli opposti si attraggono, no?” Si ripeteva nella sua mente ed un leggerò sorriso si formò sulla sua faccia.

Intanto, Enea era già arrivato a casa. Si tolse le scarpe sull’uscio della porta e disse: -Nico, sono a casa. Non ho fame per ora, quindi puoi anche iniziare a cenare senza di me. -. Nico dalla cucina gli disse: -Okay, va bene. Al massimo appena è pronto, ti porto su la bistecca e un po’ di insalata. -.

Nico era il fratello maggiore. Erano abbastanza simili di aspetto; l’unica cosa che li differenziava era che Nico, appunto, aveva i capelli più chiari di Enea. Nico era più aperto ed espansivo, mentre Enea pareva ripudiare l’intera umanità, fatta eccezione per qualche persona.

Il maggiore si fermò a pensare a cosa fosse accaduto: era strano che suo fratello si rifiutasse di mangiare qualcosa, specialmente quando si trattava del suo piatto preferito, e quindi si disse: -Indagherò! -.

 

Enea si chiuse in camera ed iniziò a pensare a quella ragazza. Non capiva se gli piacesse o meno. Anche se era troppo strana per lui, ed alcuni ragazzi gli avevano detto che in certi momenti si comportava come uno scaricatore di porto, a lui stava simpatica. Poi ricordò di averla già vista; avevano frequentato la stessa scuola media, solo che lui era avanti di un anno e lei dovette cambiare scuola all’improvviso. In quel periodo nessuno dei due sapeva dell’esistenza dell’altro; solo qualche occhiata durante l’intervallo e via. Nessuno dei due soggetti in questione si fermava ad osservare un po’ di più l’altro.

Oggi per la prima volta le aveva parlato… Se per parlare si intendevano lunghe pause ricche di imbarazzo puro, allora sì, le aveva parlato.

 

 

 

Note dell'autrice: Allora, ecco a voi il terzo capitolo e mi dispiace tanto avervi fatto aspettare. Una cosa: penso che scriverò un'altra storia su questo genere solo con l'ambientazione leggermente diversa e con dei personaggi in più :) Non so che altro dirvi, quindi buona lettura e fatemi sapere che ne pensate. 

doctorsmadness

  
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