Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: BluRei    21/07/2015    7 recensioni
IN REVISIONE DAL 29/04/2020
"Come questo tuono la mia Dea urla dentro il mio petto, vuole vedere questo mondo, vuole vivere ancora il suo amore perduto ed io, con i miei capricci da bambina, non posso impedirle di manifestarsi. Devo ubbidire a lei ed alla sua anima tormentata e ritornare alla realtà. Mah così ogni mio sogno svanirà. E' questo il prezzo che pagherò per poter diventare la dea Scarlatta! Le sue parole risuonano nella mia testa come un eco infinito. "Chi mi sta chiamando?" "Chi mi sta chiamando?" L'amore la chiama, ed anche se sa che nulla andrà come lei desidera deve rispondere, anch'io risponderò Akoya, farò rivivere il tuo sogno d'amore uccidendo il mio." - dal capitolo 32
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ayumi Himekawa, Chigusa Tsukikage, Masumi Hayami, Maya Kitajima, Yu Sakurakoji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34

Riuzo Kuronuma: il Generale "papà" orco

 

 

 

 

 

Kuronuma fissava Maya ormai da moltissime ore, non aveva chiuso occhio per accudirla e cercare di farle abbassare la febbre, la donna che li ospitava aveva curato le sue ferite con un unguento ma erano ancora rosse e tumefatte, il pover'uomo non poteva fare a meno di sperare che guarissero in tempo per l'esibizione o almeno che diventassero meno evidenti così da permettere al cerone di coprirle. La ragazza non aveva smesso di delirare un solo istante, continuava a parlare di fiamme, di amore e inadeguatezza. Insisteva col chiedere scusa ad un misterioso ammiratore, il pover'uomo stava cercando di mettere ogni tassello al suo posto dando un senso a quello sproloquio ma non avrebbe mai potuto farlo giacché, anche nella vita delle persone prese in causa, l'equilibrio era soltanto un bel miraggio. Aveva capito perfettamente che l'amore che non riusciva a confessare neanche a se stessa e che la stava bruciando era per Masumi Hayami, beh più che capito era stata proprio Maya a dichiararlo chiaramente ripetendo quel nome centinaia di volte per tutta notte, ma chi era questo ammiratore che doveva scusarla. Credere che Maya stesse pensando al solito rapporto che si instaura con i fans, per cui questi non vorrebbero mai vedere il proprio idolo fidanzato, era completamente insensato, lei non era il tipo, Maya non pensava a queste cose ma, in verità, lui non riusciva neanche ad immaginarla innamorata e soprattutto innamorata di un uomo d'affari, un uomo così lontano dal suo mondo, un uomo di molti anni più grande di lei.

 

- Sembri una ragazzina comune eppure la tua vita è così magicamente complicata, credo che tu non ti accorga neanche di quante persone facciano ruotare la loro vita intorno a te. Di quanto tu sia importante. Hai dato alla tua sensei la voglia di continuare a vivere solo per poterti insegnare a recitare e chissà se ti sei accorta dei sentimenti di Sakurakoji, spezzerai il cuore a quel ragazzo quando calerà il sipario su questa ennesima opera, quando tu smetterai i panni di Akoya lui ti considererà ancora la sua anima gemella ma tu smetterai di considerarlo tale. E poi io, grazie a te ho ritrovato la voglia di sperimentare, di lottare contro i dirigenti teatrali che puntano soltanto ai guadagni facili, ed intanto non ti svegli, ragazzina non abbiamo ancora finito, non buttare al vento i tuoi sacrifici. Stai ancora vivendo il tuo sogno d'amore? Lotta per la realtà. Svegliati ed andiamo a prenderci la nostra possibilità di vittoria.

 

- « Sento che qualcuno mi sta parlando ma non riesco a capire nulla, mi fa male ogni parte del corpo e mi sento bruciare. So che il signor Kuronuma è venuto a prendermi, l'ho visto prima di svenire l'altra notte, sono contenta che si sia preoccupato per me, anche se avrei voluto vedere il mio Masumi ma lui si è sposato e non può certo assecondare i miei capricci. Spero soltanto che non si dimenticherà della sua ragazzina e che continuerà ad occuparsi di me come mio ammiratore. Voglio che torni a scrivermi i biglietti di sua mano e non mi deleghi alla sua segretaria come se fossi un impegno di poco conto. Signor Kuronuma mi spiace, vorrei tanto aprire gli occhi e tornare a recitare con lei ma sono così stanca, tanto stanca »

 

- Signore, le converrebbe stendersi dieci minuti, mi hanno detto che non ha chiuso occhio stanotte.

- Non posso allontanarmi, deve svegliarsi o la vita di centinaia di persone sarà rovinata per sempre.

- Così si ammalerà anche lei e questo non farà certo guarire prima questa ragazza. La chiamo io se cambia qualcosa, comunque non ci spererei troppo, viste le sue pessime condizioni fisiche dovrà riposarsi molto.

- Il problema è che non abbiamo tutto questo tempo.

- Si consoli pensando che tanto non avreste come andare via perché le strade sono così mal ridotte che hanno bloccato tutti i treni in partenza ed in arrivo.

- Suppongo che non posso fare altro che rassegnarmi.

- Non rassegnarsi ma adeguarsi.

- Ha ragione lei, sono proprio stanco. Vado a dormire un po' ma lei mi prometta di chiamarmi se si dovesse svegliare.

 

Il pover'uomo aveva provato a riposare ma il rumore della pioggia, che non accennava a rallentare, gli ricordava costantemente che erano intrappolati in quel villaggio fino a quando madre natura non si fosse placata e come se non bastasse i fantasmi del passato, che avevano bussato alla sua porta un mese prima, non smettevano di tormentarlo ancora. Cominciò a pensare allo spettacolo, a ripassare ogni decisione artistica, ogni angolo buio ed ogni luce che aveva scelto per quello strano palcoscenico, i costumi, che in quel momento gli sembravano forse troppo semplici, al telone di salvataggio che aveva fatto preparare in caso di pioggia improvvisa, pensò anche a tutte le cose che avrebbe dovuto dire e chiedere a Maya. Come si sarebbe mossa la sua dea? Qual'era la sua voce? E soprattutto avrebbero dovuto parlare del finale, lui ci aveva pensato a lungo e ne aveva ragionato anche con Sakurakoji ma l'opinione di Maya era fondamentale. Era decisa a vivere o a morire per amore? Qual'era il concetto d'amore che aveva elaborato? E la sua Akoya era più dea o più donna? Avevano molte cose di cui parlare e lei non accennava a svegliarsi. Dopo ore di rimuginamenti, era ormai pomeriggio, riuscì ad appisolarsi. Quando si risvegliò era già notte fonda, tornò nella stanza di Maya e diede il cambio alla gentilissima padrona di casa.

 

- Dovevi essere davvero sfinita, dormi ininterrottamente da più di ventiquattro ore.

- « Si signor Kuronuma, dormo da tanto tempo, io vorrei aprire gli occhi e muovermi ma questo corpo non risponde alle mie richieste. Da un po' di minuti ho cominciato a sentire la nenia della signora che mi sedeva accanto e adesso sento indistintamente la sua voce. Credo che riposerò ancora un po' mentre la ascolto parlare, la sua voce è così diversa rispetto a quella alla quale sono abituata durante le prove, mi rilassa »

- E quindi sei innamorata di Masumi Hayami.

- « Cosa? Come fa a saperlo? Forse ho parlato nel delirio della febbre, chissà cosa ho detto. Adesso penserà che sono una stupida perché mi sono innamorata di un uomo del quale non sono all'altezza , perché non solo non sono all'altezza e che per giunta è anche sposato »

- Chissà se lo hai confessato al tuo cuore così come lo hai detto apertamente a noi l'altra sera: “Il fuoco del mio amore per Masumi mi sta consumando!”. Così hai detto, la tua non era febbre ma ardore. Ho fatto proprio bene a venire quaggiù perché tu ragazzina hai perso il contatto con la realtà ancor prima di salire sul palco.

- « E' vero il mio corpo brucia per Masumi Hayami e la mia anima lo brama, quando siamo stati nella valle insieme io ero certa di aver trovato in lui la mia anima gemella ma in queste settimane ho sentito soltanto freddo e tanta solitudine. Mi dispiace di avervi messo paura, e come se non bastasse non sono sicura di riuscire ad interpretare il legame delle anime gemelle adesso che so che lui non potrà mai essere mio, adesso che lui ha sposato un'altra donna dimostrando di non provare nulla per me. »

- Ti racconterò una storia Maya, forse tu ed io, se saremo fortunati, per il tuo e per il mio bene, non avremo modo di parlarne mai più, ma adesso, adesso che non mi senti, ho bisogno di parlartene di raccontare a qualcuno questo peso che mi opprime ormai da un mese. Quasi vent'anni fa ero appena uscito dalla scuola di regia di Tokyo ed ero uno spiantato ubriacone che non era in grado di trovarsi un lavoro stabile, sai perché? Perché ero troppo pieno di me, anche se a quei tempi ero un emerito sconosciuto volevo che tutto fosse fatto a modo mio e così, spesso e volentieri, venivo cacciato dai produttori teatrali perché trattavo male gli attori, perché facevo sempre richieste strambe e fuori budget o perché la maggior parte del tempo ero ubriaco. Insomma, la mia vita lavorativa faceva schifo!

- « Perché mi racconta queste cose? Sappia che lei non potrà mai perdere il mio rispetto ».

- A quei tempi vivevo con una ragazza che avevo conosciuto in un ristorante dove cenavo spesso dopo la scuola. La apprezzavo perché era una donna che lavorava sodo, gentile e che nonostante la fatica aveva sempre un sorriso per tutti i clienti. Ma dentro di me avevo soltanto un profondo abisso affamato di successo e riconoscimenti. La vita insieme a lei si faceva sempre più difficile, lei voleva una famiglia, il matrimonio i figli, ma per avere tutto questo ci voleva stabilità finanziare ma non ero in grado di dargliela e questo mi rendeva ancora più frustrato. Un giorno, era mattino presto ed io mancavo da ore, ci fu una delle peggiori liti. “Sono le cinque del mattino, ti sembra questa l'ora di tornare a casa? Tu mi farai morire!” Lei non aveva chiuso occhio tutta la notte, aveva paura per me ma le troppe delusioni che le avevo dato le impedivano di dimostrarmelo. “Perché devi fare ogni volta queste storie, stavo lavorando.” Mentre le raccontavo le solite bugie barcollavo ed avevo gli occhi così annebbiati che quasi non riuscivo a vederla in volto, eppure questo non mi impediva di continuare a tramare le mie vergognose scuse. “Certo, lo sento fin qui l'odore del tuo lavoro.” “Donna tu non sai di cosa stai parlando”, avrei mentito anche davanti al diavolo pur di non darle soddisfazione, non potevo dichiararle la mia disfatta. “So perfettamente di cosa sto parlando, avevi promesso che avresti smesso di bere e invece tutti i giorni io resto qui ad aspettarti, a rovinarmi gli occhi a rammendare e tu cosa fai, bevi, bevi e perdi il tuo tempo in giro”, “Non perdo tempo in giro, come dici tu, io cerco contatti nel mondo del teatro per trovare qualcuno che mi affidi un lavoro da regista”, “Chi darebbe mai un lavoro ad un uomo che puzza di birra e sake, sei un buon a nulla!”, quelle parole mi fecero capire che ormai in lei non c'era più fiducia nei miei confronti ne tanto meno rispetto. Oramai di quello che eravamo non era rimasto più nulla, solo un eterno rinfacciare. “Quando mi hai sposato non la pensavi così e sapevi perfettamente quello che volevo fare. Non ti ho mai nascosto che aspiravo a diventare qualcuno nel mondo del teatro”, “Si, sapevo che volevi lavorare nel cinema, che eri un artista, ma questo non è ne lavoro ne arte. Per i tuoi capricci noi dobbiamo patire la fame. Lo vedo come mi guardano le altre signore, vado in giro sempre con gli stessi vestiti ed io mi vergogno anche ad andare a fare la spesa, ma a te non importa nulla, l'importante è che tu abbia i soldi per il tuo alcool”, era vero, io stavo sempre fuori casa e non mi accorgevo di quanto per lei potesse essere difficile quella vita, allora cercai di farle capire il mio punto di vista. “Ho bisogno solo di altro tempo, questo non è un mondo facile e le persone con idee originali come me non vengono prese in considerazione”, “Tempo, tempo, stiamo insieme da cinque anni e non è mai cambiato nulla, anzi le cose peggiorano di giorno in giorno, insieme a te non avrò mai una vita normale”. Già una vita normale, un concetto che noi gente di spettacolo rifuggiamo come la peste. “E non ne sei felice? Cosa c'è di buono nell'essere normali? Ti lamenti dei vestiti quando io parlo di arte”, non mi capiva, e non era colpa sua, forse nessuna lo avrebbe fatto. “Con l'arte non si apparecchia la tavola, ci vogliono i soldi, ma a te non importa, tanto sono solo io che ogni giorno devo fare figuracce con il droghiere perché non posso estinguere i nostri debiti. Io lavoro come una schiava per permetterti di fare l'uomo d'arte e se un giorno non potessi lavorare, se avessimo un bambino?”, non ti nascondo che un sorriso mi balenò sul volto, non avevo mai pensato ad un bambino, non in quelle condizioni. “E' inutile intraprendere questo discorso, visto che, per fortuna, non ci sono bambini”, “Disgraziato buono a nulla, pensi soltanto a te stesso, uno come te meglio perderlo! Hai rovinato la tua e la mia vita”, non lo avevo detto per male, avrei voluto un figlio con lei ma quello non era il momento migliore per fare certi progetti.

- « Non deve giustificarsi con me signor Kuronuma perché anche io so cosa vuol dire sentirsi frustrati perché nessuno condivide i propri sogni. »

- Due giorni dopo tornai a casa completamente ubriaco e la lite si fece ancora più furiosa. Lei continuava ad urlarmi tutto il suo odio ed io per farla smettere la schiaffeggiai, dovevo fermarla, dentro di me sapevo che aveva ragione mi ero ripetuto quelle stesse frasi centinaia di volte, ma sentirle dire da colei che avrebbe dovuto amarmi e sostenermi era troppo. “Si, schiaffeggiami. Avrei dovuto aspettarmi anche questo da un ubriacone”. Quelle parole mi ghiacciarono,la fissai immobile, la guancia rossa e gli occhi inondati di lacrime, realizzai la certezza di aver raggiunto la più grande bassezza colpire la donna che amavo. Decisi di smettere di ubriacarmi e di cominciare alcuni lavori che mi avevano proposto anche se non li ritenevo alla mia altezza ma lei aveva ragione, dovevo cominciare a badare alla mia famiglia. Quando un mese dopo tornai a casa, dopo aver recuperato la mia dignità, lei era sparita, sul tavolo c'era un biglietto: “Non è questa la vita che desideravo per, Addio!”. Più o meno un mese fa, era notte fonda, un uomo in giacca e cravatta ha bussato a casa mia, lo conoscevo e mi sembrò davvero molto strano che fosse alla mia porta. Lo feci accomodare e dopo avergli versato del buon sake cercai di capire il motivo di quella visita. “Qual buon vento la porta qui?”, “Signor Kuronuma, purtroppo è stata una bufera e non un buon vento ad avermi portato da lei”, cominciavo a preoccuparmi e lo confessai apertamente, anche se fino a quel momento si era dimostrato un buon amico e non potevo credere che fosse li per rovinarmi. “Devo cominciare ad avere paura?”, “Voglio che sappia che l'idea non è stata mia ma non potrò fare nulla per fermare il terremoto che si abbatterà su di lei e sulla sua prima attrice”, “Non la capisco, di che terremoto sta parlando? Non esiste ragazza più pacata ed attrice meno portata al pettegolezzo di Maya Kitajima”, “Purtroppo in un momento come questo non conta molto essere restii al gossip”, “Intende in questo momento nel quale tutti cercano di aggiudicarsi una bella fetta della torta “Dea scarlatta”?”, “Hmf, in questo mondo se non sei tu a cercare i guai, loro verranno a cercare te caro Kuronuma”.

- « Chi è quest'uomo signor Kuronuma, me lo dica? Il suo modo di parlare, la tristezza delle sue frasi mista a rabbia e noncuranza. Cosa sta succedendo? »

- A me piacciono le persone dirette e tutti quei giri di parole cominciavano ad innervosirmi così lo pregai di andare al sodo ma quello che disse mi piacque ancora meno. “Tra un paio di giorni una notizia che riguarda lei e Maya Kitajima sarà sulle prime pagine di tutti i giornali del paese”, andai su tutte le furie, nessuno doveva mettere in dubbio il nostro rapporto. “Io e Maya? Ma cosa sta dicendo? Sappia che non tollererò assurde menzogne riguardanti la mia condotta. Non ho mai avuto rapporti disdicevoli con nessuna delle mie attrici e non comincerò proprio adesso che lavoro con una ragazzina di neanche venti anni.

- « Come osano parlarle in questo modo, non c'è persona più corretta di lei sul lavoro. Dopo la signora Tsukikage lei è il regista con il quale mi sono trovata meglio. Lei mi spinge sempre a fare meglio, a ragionare non solo sul personaggio ma anche sul contesto della storia. Chi era quell'uomo? Io ho paura a seguire il filo dei miei pensieri, ho paura di pronunciare quel nome. Era forse lui a minacciarla? »

- “Non è questo il tipo di notizia di cui parlo io signor Kuronuma, ma è giusto che sia chiaro e le racconti tutto dall'inizio.” Quasi come se narrandomi tutto potesse purificare la sua anima, Masumi Hayami cominciò a raccontare.

- « Quel nome, era logico che fosse lui, è sempre lui il cattivo della situazione, l'affarista senza scrupoli »

- Masumi Hayami cominciò a raccontare di ciò che aveva portato due uomini d'affari pieni d'odio a commettere azioni a volte aberranti pur di raggiungere i loro obiettivi. Tutto era cominciato quando un giovane uomo d'affari, respinto dall'unica donna che avesse mai amato, aveva reso il suo cuore di pietra commettendo tante bassezze, tutto per strapparle ogni felicità, per allontanarla dall'uomo che possedeva il suo cuore e cercare così di farla sua. Ma le cose gli sfuggirono di mano e perse per sempre ogni speranza di essere amato così decise di dedicare tutta la sua vita agli affari solo per diventare sufficientemente ricco da poter comprare ciò che non era riuscito ad avere per amore: La Dea Scarlatta. E poi raccontò di come tutto quell'odio si estese a macchia d'olio fino ad ingoiare la felicità di un bambino un tempo spensierato che vide risucchiare la sua gioia e sua madre da tutto quel buio. Sai Maya, aveva uno strano sguardo il signor Hayami, vuoto e senz'anima, pronto ad espiare i peccati del mondo intero. Quando finì il suo racconto mi diede la notizia che ha cambiato per sempre la mia vita e che potrebbe cambiare la tua. “Signor Kuronuma, entro pochi giorni tutti i giornali scriveranno di lei e di sua figlia Maya Kitajima.

- « Che cosa? Cosa sta dicendo? Non riesco a destarmi da questo torpore, vorrei urlare, mi dica tutto signor Kuronuma, non può essere vero quello che mi sta dicendo e perché mai quei due uomini avrebbe dovuto inventarsi una storia tanto incredibile ».

- Naturalmente mi sono ribellato, gli ho dato del pazzo e dell'imbroglione ma quando mi assicurò che erano state fatte molte ricerche e addirittura gli esami del DNA non potei più controbattere. Non solo conoscevano tutti i trascorsi della mia vita ma sapevano anche che tua madre mi aveva lasciato perché era incinta di te e non mi riteneva un buon modello di padre. Lo supplicai di rimandare la pubblicazione della notizia a dopo la rappresentazione perché avrebbero potuto compromettere la tua recitazione ma non feci in tempo a pronunciare quella frase che subito mi resi conto che forse era proprio quello il loro obiettivo e glielo dissi. Forse conoscere la sua risposta ti farebbe piacere: “Le assicuro che rovinare la carriera di quella ragazzina è l'ultima cosa che vorrei fare ma, per ragioni che non posso spiegarle in questa occasione, non posso intromettermi in questa decisione di mio padre. Spero soltanto che avvertendola per tempo io possa limitare i danni.

- « Ragioni? Quali ragioni possono spingere a tanta cattiveria, ma certo l'odio e non conta che lei sia il mio ammiratore segreto che mi segue e mi protegge dai miei primi passi in teatro ».

- Sembrava davvero costernato, tanto che mi convinsi a supplicarlo, se avesse voluto forse avrebbe potuto fermare quella follia. “Odio chiama odio caro Kuronuma, il destino della famiglia Hayami si deve compiere ed anche io come lei ne pagherò le conseguenze perché dopo questo Maya Kitajima mi odierà per sempre senza via d'uscita.

- « Si, è questo che meriterebbe, odio e nient'altro, vuoi rovinare la mia vita, la vita di mio padre e dei miei colleghi, quante cose posso perdonarti in questa nostra misera vita»

- Quella donna, la donna che frequentavo da giovane, era Haru, tua madre. Quando mi ha lasciato sapeva sicuramente che stava per darmi un figlio e piuttosto che farlo crescere con un uomo, un padre, come me ha preferito scappare senza dirmi niente. Come vedi, cara Maya, il destino gioca sempre brutti scherzi, se solo Haru avesse aspettato ancora un po', saremmo stati una famiglia e chissà come sarebbes tata la nostra vita. Non so perché ma i giornali non hanno mai pubblicato questo articolo, poco dopo, il rampollo di casa Hayami ha comunicato le sue nozze e nessun giornale ha mai parlato di noi. Forse il povero Masumi Hayami si è sacrificato accettando il matrimonio pur di non rovinare le nostre vite? Se tu lo ami deve esserci un motivo, avrai visto qualcosa di buono in lui e quel qualcosa ci ha salvati figlia mia.

- « Lui, lui mi ama? Si è sposato per impedire al padre di rovinarmi? Allora anche lui starà soffrendo come me? »

- Figlia mia, questa frase mi fa sorridere amaramente, non credo che farò mai questo discorso con te se non sarò costretto dagli eventi perché vorrei che il nostro rapporto non cambiasse mai, vorrei che tu non mi odiassi per come sono andate le cose in passato, per il giovane stupido che sono stato. Vorrei avere l'occasione di aiutarti a plasmare il tuo talento ancora per molto tempo.

- « Papà, lei è mio padre. Mi piace la dolcezza che ha messo nella parola figlia, rispetterò la tua volontà papà e non ti dirò che ho sentito tutto, ma in cuor mio voglio dirlo, non ti giudico perché anche io ho abbandonato la mamma come hai fatto tu, non sono stata migliore di te, non ho provato a capire i motivi che la spingevano ad odiare la strada che avevo intrapreso e adesso capisco molte più cose. La mamma aveva sofferto così tanto per colpa del teatro e non voleva che io mi riducessi come mio padre. »

- FORZA RAGAZZINA, TI DEVI SVEGLIARE STIAMO ASPETTANDO SOLO TE!

 

Nessuno dei due poteva lontanamente immaginare quale fossero i motivi reali che avevano spinto Eisuke Hayami a cambiare idea sullo scoop Kuronuma/Kitajima. L'incidente del figlio gli aveva permesso di manipolare le cose verso un'altra direzione, avrebbe potuto fiaccare la ragazza attraverso i sentimenti che lei e Masumi provavano uno per l'altra e in più era riuscito ad ottenere la cosa più importante: il matrimonio del secolo.

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 
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