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Autore: _thantophobia    21/07/2015    3 recensioni
[DenNor con accenni lievi SuFin][ambietata durante l'Unione Svezia-Norvegia]
Berwald vede Mathias sbiancare quando pronuncia quella frase.
-Voglio Norvegia. O preparati a un’altra guerra.-
“Ti porterò via ciò che per colpa tua ho perso, Danimarca.”
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Norvegia, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Within Temptation – Our solemn Hour]





Can we break free from chains of never-ending agony?





Berwald vede Mathias sbiancare quando pronuncia quella frase.
-Voglio Norvegia. O preparati a un’altra guerra.-
“Ti porterò via ciò che per colpa tua ho perso, Danimarca.”
 
*
 
Svezia apre la porta della stanza senza nemmeno bussare – sa benissimo che l’occupante di quelle quattro mura non lo accoglierebbe con un caloroso Avanti e un sorriso. Non lui, almeno.
Come sospettava – e come tutte le volte – Norvegia è seduto al centro del letto a gambe incrociate, lo sguardo perso nella parete che ha di fronte.
I suoi occhi viola, che Berwald ricorda sempre vivi e quasi illuminati di luce propria, ora sono vacui. Spenti. Morti.
Come se all’improvviso Lukas fosse diventato cieco.
Norvegia gira piano la testa verso di lui e lo fissa – sembra un manichino vuoto, fermo con la tesata reclinata sulla spalla e gli occhi vuoti che lo fissano senza davvero vederlo. Attende – attende cosa? – e resta in silenzio.
-Ti ho portato il pranzo.- borbotta Svezia posando sulla cassettiera vicino alla porta un vassoio con sopra un piatto fumante –Vedi  di mangiare, oggi.- il tono è leggermente minaccioso.
Ma sa che molto probabilmente nemmeno quel giorno Lukas mangerà e continuerà a fissare la parete di fronte a sé. Capita spesso da quando l’ha portato via da Copenaghen – e da Danimarca.
Ma, a dire la verità, poco gli importa di Norvegia: fosse per lui lo lascerebbe morire di fame. Lui come il suo popolo, quell’ammasso di morti di fame che ha deciso di prendere come trofeo delle Guerre Napoleoniche[1]
Norvegia è solo una palla al piede, per Svezia. Un peso di cui vorrebbe liberarsi… ma che ha deciso di portare ancora solo per il piacere di vedere Danimarca soffrire.
Proprio come Berwald – per colpa di Mathias – ha perso Tino, Danimarca deve patire il suo stesso dolore. È un semplice scambio equivalente il ragionamento che è alla base dell’UnioneSvezia-Norvegia[2]
Distruggere Lukas equivarrebbe a distruggere Mathias e questo Berwald lo sa. Per questo tiene Norvegia chiuso in quella camera tutto il giorno senza permettergli di uscire: vuole piegare espezzare Lukas nel modo più lento e doloroso possibile, ma senza sporcarsi le mani[3]
Però Berwald non aveva fatto i conti con la mente di Lukas.
Certo, Norvegia non è forte fisicamente come Danimarca – a volte Svezia pensa sia più gracile anche di Tino – ma ha una mente molto forte e un ottimo controllo sulle proprie emozioni. Per questo, nonostante siano anni che lo tiene chiuso in quella gabbia, il norvegese non è ancora impazzito.
Non è per niente distrutto dalla lontananza dal danese - e sembra nemmeno soffra per Islanda, il suo fratellino, che non ha nemmeno fatto in tempo a salutare – eppure Berwald sa che ciò che lega i suoi fratelli maggiori è qualcosa che va ben oltre l’amore fraterno… Ne è certo… Eppure Norvegia non crolla: non piange, non urla, non scalcia. Resta lì, seduto su quel letto a gambe incrociate a fissare il vuoto con i suoi occhi morti.
Ascolta il silenzio e il tic tac costante del pendolo appoggiato contro la parete opposta alla porta.
Quel pendolo ricorda a Berwald che il tempo sta scorrendo e che, con Norvegia, non ha guadagnato nulla[4].
Così assorto nei propri pensieri, Svezia si accorge solo in quel momento di quel leggero e tenue bagliore dorato tra i capelli biondi di Norvegia.
-Ti avevo detto di toglierlo.- tuona minaccioso avvicinandosi al letto. Non è necessario indicare il soggetto, sanno entrambi a cosa si riferisce lo svedese.
Lukas fa un piccolo balzo indietro – non sta scappando, non vuole scappare – e si porta una mano alla testa.
-No.- il tono della voce di Norvegia, di solito basso e monocorde, in quel momento diventa un ringhio sommesso – come quello di un cane quando difende il suo pezzo di carne.
Berwald si avvicina ancora – ormai sovrasta il norvegese – e lo fissa ancora, truce.
-Toglilo. Ora. E dammelo.-
-No.- il ringhio sempre più acuto, le dita sempre più strette intorno al fermaglio.
È un regalo di Danimarca. Per questo Berwald non lo può vedere: più lo nota spiccare trai capelli di Lukas, più gli sembra di vedere e sentire Danimarca vicino al norvegese - come un fantasma, una presenza molesta e indesiderata che gli ricorda che Svezia ha i territori norvegesi, ma non ha Norvegia.
Furioso, Svezia piomba addosso a Norvegia con tutta la sua forza. Cerca di immobilizzarlo, di strappargli quel fermaglio… ma Norvegia sembra più agile di un’anguilla e gli sfugge ogni volta.
Ma  Berwald è stanco di sentire sempre il fiato di Danimarca sul collo mentre gli ripete “Non ti lascio Nor. Non lo avrai mai.” come se fosse davvero un fantasma che lo segue di continuo e non lo abbandona mai – a volte se lo vede alle spalle, riflesso nello specchio; altre volte stringe Norvegia in un abbraccio soffocante e protettivo e lo fissa con aria di sfida, come a dirgli“Provaci se hai il coraggio”.
Alla fine, al limite della propria pazienza, Svezia afferra Norvegia per il collo e stringe forte abbastanza da fargli mancare gran parte del fiato – e sente il fantasma di Mathias alle sue spalle urlare di smetterla, di lasciarlo andare, di non fargli del male.
Ecco: potrebbe ucciderlo. Potrebbe stringere forte le mani intorno al collo sottile di Lukas fino a soffocarlo, tagliargli la gola… Potrebbe fare quello che vuole, a Lukas. Perché Norvegia è un suo possedimento. Perché Norvegia gli appartiene.
Stringe un po’ di più le dita intorno al collo del norvegese: sente i suoi respiri fermarsi nella gola e trasformarsi in rantoli sommessi, mentre sbarra gli occhi.
Svezia non si muove di un millimetro mentre Norvegia scalcia e si dimena sotto di lui cercando di liberarsi, pianta le unghie nei suoi polsi sperando di fargli allentare un po’ la presa e spalanca la bocca in cerca d’aria che non arriva e un sottile rivolo di saliva cola lungo la linea del viso – e sente Danimarca continuare a urlare di fermarsi, che lo sta uccidendo. E che Tino non vorrebbe vederlo così.
Tino.
Chissà cosa starà passando Finlandia, a casa di Russia. Non riesce a contattarlo e, se ci riesce, le poche notizie che gli arrivano sono disastrose.
E con in testa l’immagine di Tino che viene portato via da Russia, Svezia stringe ancora di più le mani e Norvegia ormai non respira più, ma rantola solo mentre continua a lottare flebilmente per liberarsi.
Berwald si chiede perché non aveva pensato subito a questo. Sarebbe stato più veloce… E Danimarca avrebbe sofferto molto di più. È certo che se lo uccidesse Danimarca piangerebbe come un disperato sul corpo senza vita di Norvegia fino a non avere più lacrime. Forse fino a impazzire dalla rabbia.
Svezia si rende conto che gli basterebbe fare solo un po’ più di forza sulle dita e potrebbe spezzargli il collo nello stesso momento in cui Norvegia punta i suoi occhi viola su di lui.
Non sa nemmeno lui perché – forse perché gli occhi di Lukas hanno avuto, per un attimo, la stessa luce di quelli di Mathias - ma alla fine Berwald lo lascia andare, si alza e mentre recupera la sua compostezza si allontana verso la porta e Norvegia tossisce violentemente alle sue spalle.
Non dice nulla, Svezia, apre la porta ed esce chiudendo a chiave.
Chiudendo di nuovo in gabbia quell’uccellino.
Uccellino che, ora, ha il collo stretto in un collare rosso e spesso.
 

 
 
 



 
 
 
Note:
  1. Gli svedesi consideravano i norvegesi inferiori .
  2. .Questa cosa della cessione alla Svezia della Norvegia da parte della Danimarca (e la faccenda della vendetta di Sve su Den tramite Nor ) e solo un mio headcanon , lo ammetto. Siete liberi di pensarla come volete.
  3. L’isolamento è considerata una tortura bianca perché non prevede dolore fisico, ma solo psicologico. Il soggetto in isolamento può addirittura arrivare alla pazzia.
  4. Riferimento a questi versi della canzone di cui sopra: Time keeps on slipping away and we haven’t learned.So in the end now what have we gained?    
 
 


 
D.P.P.: Deliri Post Partum
SONO UN MOSTRO LO SOOOO *si sotterra*
Non ho scusanti, I know. I’m very very very sorry, guys.
…scusate se parlo in inglese, ma le due settimane in Irlanda mi hanno traviata(?)
In mia discolpa(?!) posso dire che nessuno ha tentato di fermarmi…
. . . .
VA BENE: SIETE LIBERI DI LINCIARMI
Però magari aspettate a farlo. Potrebbe esserci un seguito (sempre angst) e un altro (angst pure quello) che portano a una fine felice (o fluff, si vedrà) quindi io aspetterei a preparare mazze, forconi, padelle et similia.
 
Anyway, grazie a chiunque leggerà/recensirà/aggiungerà nelle varie categorie.
I love you all
 
Maki
  
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