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Autore: Soleil Jones    22/07/2015    2 recensioni
| Storia tradotta da Fanfic.net | [ T w i n c e s t ] |
— [ Hikaru Hitachiin x Kaoru Hitachiin ] —
D o n ' t like? — D o n ' t read .
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: dal testo ——— :
[...] " Aggrottò le sopracciglia, mettendosi a sedere un po’ più compostamente.
Suo fratello pareva abbastanza attento e interessato alla lezione. Sbadigliò annoiato, era sul punto di addormentarsi. Aveva assolutamente bisogno di trovare qualcosa con cui intrattenersi. Il suo sguardo vagò senza meta su tutta la sua roba, sparsa alla rinfusa sul bando, senza il minimo interesse.
Allungò le gambe, stiracchiandosi. Il suo ginocchio e quello di Kaoru si sfiorarono, ma il minore parve non accorgersi di nulla, tanto era immerso nella lezione di letteratura.
Un sorriso scaltro andò a tingersi sul volto di Hikaru, che socchiuse gli occhi con malizia. Un’espressione malandrina li animò. "
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hikaru Hitachiin, Kaoru Hitachiin
Note: Lime, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Incest
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Para Mitsuki Sumeragi : Te he dejado un mensaje sobre fanfic.net, pero noté que no escribiste nada desde el 2011, así que te envié el link de la fanfiction traducida. No he cambiado nada, cuando la leí me he reído muchísimo (porque reir es mejor que sonrojar, adelante de tu familla, LOL).
Pronto pensé: “Seguro que a los de más, en Italia, le gustaría mucho. Podría traducirla”, porque, de verás, es algo hermoso!
No sé si algún día vas a leer lo que te escribo aquí, pero si eso pase, gracias por crear esta One-Shot.
Por supuesto, si hay algún problema o algo así solo dímelo. A lo mejor la quito, de verdad, no quiero ser molesta contigo.
Gracias por la atención, pase un buen día!

Un abrazo desde Italia — Soleil.
 
 
| Attenzione: Questa fanfiction è il risultato di una traduzione, l’autrice originale è Mitsuki Sumeragi. Non ho tradotto parola per parola, certo, ma non ho cambiato nessun dettaglio rispetto all’opera originale. |
 

 
 
Classroom molestation

 

 
Iniziò a dare dei colpetti con la matita contro il suo quaderno in preda alla noia assoluta. A tutta la classe, a chiunque gli stesse intorno, non importava nulla della lezione. Guardò il suo orologio per l’ennesima volta; voleva andarsene, eppure mancavano quaranta minuti buoni alla fine dell’ora.
Come se non bastasse Haruhi era arrabbiata con lui e suo fratello, per via del loro ultimo scherzo. Il quale aveva incluso un Tamaki mezzo svestito – avrebbe dovuto chiedere a Kyouya per quello – rincorrente per tutta la scuola la più bassa, urlando a pieni polmoni qualcosa circa
«la castità rubata a mia figlia».
Sospirò, appoggiando il capo tra le braccia. Haruhi non gli rivolgeva la parola da due giorni, e pensare che non era stata una sua idea: era stato Kaoru ad iniziare e lui, da buon fratello maggiore, lo aveva semplicemente aiutato.
Guardò suo fratello di sottecchi; si erano seduti l’uno affianco all’altro. Hikaru poteva sentire distintamente il tranquillo andare e venire del respiro del minore.
Kaoru stava prendendo appunti, innocentemente, ignorando chiunque non fosse il professore.
Quell’uomo non piaceva per niente al maggiore dei gemelli; guardava il suo Kaoru in una maniera che solo a lui era concessa.
Aggrottò le sopracciglia, mettendosi a sedere un po’ più compostamente.
Suo fratello pareva abbastanza attento e interessato alla lezione. Sbadigliò annoiato, era sul punto di addormentarsi. Aveva assolutamente bisogno di trovare qualcosa con cui intrattenersi. Il suo sguardo vagò senza meta su tutta la sua roba, sparsa alla rinfusa sul bando, senza il minimo interesse.
Allungò le gambe, stiracchiandosi. Il suo ginocchio e quello di Kaoru si sfiorarono, ma il minore parve non accorgersi di nulla, tanto era immerso nella lezione di letteratura.
Un sorriso scaltro andò a tingersi sul volto di Hikaru, che socchiuse gli occhi con malizia. Un’espressione malandrina li animò.
Chinandosi sul banco con nonchalance, Hikaru lasciò una delle sue mani cadere in grembo al gemello e appoggiò l’altra sul ripiano davanti a sé. In un movimento naturale, allineò le proprie gambe a quelle del fratello.
La pelle di Kaoru sotto l’uniforme doveva essere calda, la stoffa nera che avvolgeva le sue gambe emanava una piacevole temperatura.
Hikaru guardò avanti; il professore li stava guardando. Bastò sorridergli con falsa innocenza perché quell’idiota se ne tornasse alla sua stupida lezione.
Il minore lo guardò in sordina, curiosità e nervosismo aleggiavano nei suoi occhi ambrati. Vedendo che suo fratello non si muoveva più, tornò a concentrarsi sui suoi appunti, con una leggera alzata di spalle.
Hikaru esaminò i lineamenti rilassati del più piccolo, il suo nasino lievemente arricciato, in un’espressione che trovava adorabile.
“ . . .Darò anch’io quest’impressione? ” si chiese. I suoi occhi continuarono a percorrere quel viso, ora Kaoru si mordicchiava leggermente le labbra con aria assente, concentrato nel suo mondo.
“ . . .No. ” si rispose, scuotendo il capo. Non sarebbe mai stato incantevole come il suo otouto. °
Con un sorriso felino, la mano sinistra di Hikaru serpeggiò fino al ginocchio più vicino al proprio. Kaoru, sorpreso, sussultò, mollando la penna. Gli lanciò un’occhiata nervosa, agitandosi lievemente sul posto.
Hikaru evitò di guardarlo — se l’avesse fatto, non avrebbe potuto essere certo di riuscire a non saltargli addosso e prenderlo proprio lì, di fronte a una ventina di persone e in un’aula.
Kaoru si rilassò nuovamente, riprendendo in mano la sua penna e volgendo lo sguardo avanti a sé, in un sospiro.
Hikaru sorrise compiaciuto delle sue stesse avances. Iniziò a muovere le dita, accarezzando delicatamente il ginocchio del gemello con movimenti circolari, quasi impercettibili. Il minore aveva le gambe ben serrate, di modo da non lasciargli accesso all’interno coscia.
Il ragazzo dagli occhi ambrati cercò di rompere in modo discreto quell’unione, con insistenza. Fu Kaoru ad allentarla, lentamente, mentre scriveva. Hikaru sorrise malizioso. Una volta avuto il via libera, la mano del maggiore salì fino alla coscia del gemello.
Un brivido percorse la spina dorsale del più piccolo, che fermò la sua corsa sul foglio. Kaoru deglutì sonoramente, mentre sentiva un’ondata di calore invadergli il volto.
Il più grande si leccò le labbra, mentre accarezzava l’interno coscia del gemello. Poteva percepire, con delizia, il respiro alterato di suo fratello.

«H—Hikaru. . .» lo avvertì il minore, quasi senza fiato.
Gli occhi dorati di Hikaru brillarono; la situazione stava diventando interessante. Essendo attorniati da tutti i loro compagni di classe, il suo piccolo otouto non poteva gemere o produrre alcun tipo di suono.
Fece salire ancor di più la mano. Kaoru, al suo fianco, tremava lievemente e la penna – insieme agli appunti – giaceva dimenticata sul suo banco. Tutta la sua attenzione era ora concentrata sui pericolosi movimenti dell’altro. Le sua guance erano rosse e le sue labbra semi dischiuse permettevano l’accesso all’aria, che pareva mancargli.
Hikaru salì ancora, notando la crescente ansia e nervosismo di Kaoru, il quale si rifiutava di guardarlo.
Disegnò cerchi su quella pelle sensibile, Hikaru, beandosi delle reazioni del suo gemello.
Che si morse le labbra, serrando con forza gli occhi.
Il maggiore arrivò all’inguine con un solo movimento risoluto. Il minore si irrigidì e prese bruscamente una boccata d’aria.

«Hikaru…?» lo chiamò nervoso Kaoru, con un fil di voce.
«Mhh?» rispose il sopracitato, ampliando il proprio sorriso strafottente dinnanzi alla nota di panico occultata nella voce della sua controparte.
«Che cosa stai—?!» Kaoru sussultò improvvisamente, interrompendosi. Hikaru aveva aperto il primo bottone dei suoi pantaloni color onice.
Il professore e alcuni alunni li guardavano curiosi. Gli occhi di Hikaru brillavano maliziosi, in un secondo movimento impercettibile sganciò il bottone che rimaneva, senza che la sua espressione tranquilla ne risentisse. Kaoru serrò le mani contro il bordo del banco, muovendosi inquieto e imbarazzato.

«C’è qualche problema, Hitachiin?» chiese il professore, osservandolo. Nel preciso istante in cui Kaoru aprì la bocca per rispondere, Hikaru approfittò della sua disattenzione per introdurre la mano nei pantaloni del gemello.
Kaoru chiuse la bocca in un suono secco. Insinuandosi nella sua biancheria, il maggiore sfiorò il basso ventre del gemello e scese lentamente, godendo dell’essere teso e bollente della pelle del minore.
Con il viso acceso di un rosso brillante, Kaoru Hitachiin abbandonò l’aula, con l’aria di uno che ha un diavolo per capello, farfugliando qualcosa sull’andare in bagno.
Haruhi guardò con scetticismo il modo in cui Hikaru Hitachiin, sorridendo soddisfatto, si scusò con il professore e sparì attraverso la porta di gran carriera, per seguire il fratello.
 

 


° otouto — nel testo originale c’è questa parola, che viene usata in Giappone dai fratelli maggiori in riferimento ai più piccoli. Un po’ come “NiiChan”, per farvi un esempio. Io non lo sapevo, LOL.
Comunque, ero indecisa se cambiarlo o meno, ma alla fine ho deciso di lasciare la parola così come l’ha scritta la fantastica Mitsuki.

Vi risparmio l’elenco di parole particolari e termini che ho tradotto e che possono essere intesi in più modi, ho cercato di rendere tutto il più chiaro possibile perché, ovviamente, da una lingua all’altra ce ne passa.
Spero vi piaccia, e vi lascio il link della fanfiction originale qui — trust me, leggerla così com’è stata partorita è stato esilarante e. . . indescrivibile, insomma! xD
Se aveste voglia di leggere qualcos’altro di fresco fresco sulla coppia incestuosa più cnodfcmdkjcmoccndggiante(?) di sempre, vi lascio il link della mia recentissima One-Shot: qui.
Mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate, sia dell’una che dell’altra! :D
 
A presto, spero,
Soleil
  
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