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Autore: carmen16    22/07/2015    2 recensioni
E se Bella ricoprisse il ruolo del vampiro e Edward fosse il fragile umano? e se dovessero incontrarsi nel momento più sbagliato che il destino dovesse scegliere? se dovessero anche risultare nemici?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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~Bella osservò gli studenti che si appressavano ad entrare nell'edificio che gli uomini chiamavano "scuola" con un sorriso amaro. La sua scuola come la sua iniziazione erano state ben diverse. Sebbene si mescolasse abbastanza bene fra gli umani, lei non era una comune ragazza di diciassette anni, non aveva una famiglia che la sostenesse o rimproverasse se sbagliava. Aveva un ordine a cui dar conto e le regole di una razza da rispettare certo, ma quello non era esattamente paragonabile ai doveri e ai divieti cui venivano sottoposti quei ragazzini che stavano sfilando davanti ai suoi occhi. Erano i primi di dicembre e già da un paio di settimane si respirava a Forks un'aria tipicamente natalizia, resa ancora più calorosa dal caleidoscopio di luci e dalla neve che scendeva tutte le mattine, dando il buongiorno ai tetti delle case, alle strade, ai gatti acciambellati sui tappeti di fronte casa con la scritta welcome, ai pupazzi di babbo natale e agli studenti che uscendo di casa creavano nuvole nell'aria con i loro respiri caldi e portandosi l'odore di camini accesi, di coperte, bucato che profuma di fresco e delle colazioni appena consumate. Se si concentrava riusciva a percepire con la vista il calore che sprigionavano, ed era così dolce da farle venire l'acquolina in bocca al pensiero di quale sapore e del tepore che avrebbe provato se... No!! I suoi pensieri stavano prendendo una piega che non le piaceva per essere in quel luogo e con le sue intenzioni. Sarebbe stata una normale ragazza di diciassette anni ( ci avrebbe provato almeno), avrebbe iniziato una nuova vita e avrebbe dimenticato il passato che ancora la tormentava. Lei amava gli umani ma gli altri non avrebbero dovuto saperlo. Non Loro. Il suo ordine. Non bastava non essere umani, essere qualcosa che sfidava ogni legge della natura e della vita. Essere vampiri; ma distinguersi a seconda del genere di appartenenza. Neanche i vampiri erano uguali fra loro, ma si apparteneva ad un ordine, ed anche in esso, ognuno era unico nel suo genere. Poteva sviluppare dei poteri sconosciuti e potenti tanto quanto lo era l'anima che lo conteneva. Bella preferiva definirla energia, non anima. Era troppo astratta ed evanescente per poter definire come essa agiva dentro di loro. Quando un vampiro usava i suoi poteri si metteva in contatto con la propria anima, veniva a patti con ciò che era e con ciò che aveva fatto, nel bene e nel male e allora lasciavano che essa diventasse materiale, corporea, che ricoprisse la loro pelle e da quest'ultima, sprigionare la sua forza. Conoscere se stessi era una grande abilità, portava saggezza e si doveva essere dotati di una grande introspettività; ma a volte era crudele e orribile, poichè a loro non era concesso rimanere all'oscuro anche dei lati peggiori e malvagi di loro stessi, delle cose più orrende che avevano pensato o desiderato anche inconsciamente, di ciò che totalmente erano in grado di fare, a se stessi e agli altri. Ci voleva molto tempo perchè un vampiro imparasse ad usare la propria "anima" e a conoscerla senza venirne intrappolato. Alcuni di loro, non abbastanza forti o pronti psicologicamente venivano del tutto sopraffatti dalle loro coscienze e perdevano la razionalità, agendo d'impulso e di norma seguendo gli istinti peggiori. I più pericolosi erano quelli che avevano potere, perchè lo utilizzavano indiscriminatamente compiendo scempi, disastri, o definendo il destino di grandi guerre, come la seconda guerra mondiale prima del '45, che aveva provocato conseguenze innumerevoli in tutto il mondo, aveva cambiato tutto. Economia, politica, il lavoro. L'uomo stesso. A risolvere le cose era stato l'ordine in cui lei stessa apparteneva, arruolandosi nelle truppe americane e russe e dando una svolta decisiva al conflitto modiale, ma le cose d'allora non erano state tutte rose e fiori. Non tutto era sistemato e gli uomini stavano acquisendo sempre più l'odio verso gli altri, la rabbia ceca verso il diverso e tutti i gorni avvenivano cose inenarrabili. Inaccettabili, che portavano la sua specie a disprezzarli e considerarli inferiori per i loro sentimenti limitati e per la passione sfrenata ed inlogica che ci mettevano nei loro affetti. Nulla di più diverso dalla loro razza. Loro avevano il pieno controllo, della mente e del corpo. Consideravano una vergogna coloro che non riuscivano ad ottenerlo e si abbandonavano agli istinti. Per la maggior parte però, dato che gli esseri umani non contavano nulla, erano un buon capro espiatorio per una abbuffata numerosa quando si muovevano per la caccia. Questo atteggiamento disgustava Bella, che per qualche tempo da bambina era vissuta con una di loro.

FLASHBACK

La bambina dagli occhi cioccolato e i capelli color mogano,tirò la veste della donna al suo fianco per richiamare la sua attenzione mentre lo sguardo contemplava il bosco sotto di loro e le figure che veloci si muovevano nell'oscurità fitta dei rami anche in pieno giorno.
- Carmen? Chi sono quelle ombre? Sono venute a prendermi?-
La donna con un debole sorriso, pallida in volto le rispose :
- Non ancora bambina mia. Non possono averti finchè sarò in vita. L'ho promesso ai tuoi genitori quando sei nata e ti custodirò per sempre-
- Assieme a quel ragazzo? Lui non sembra come te, e neanche loro-
- Si, bambina mia. Loro sono come te, ma non avere paura. Non lascerò che ti facciano del male, avrai la possibilità di scegliere e di essere chi vorrai tesoro-
La bambina era tutt'altro che covinta della cera che aveva assunto quella che a tutti gli effetti considerava una madre, ma cercò la sua mano e gliela strinse lo stesso, cercando di focalizzare le figure che vedeva sfrecciare nel bosco, senza riuscirci finchè una non si fermò, e voltandosi vide un solo dettaglio prima che si girasse nuovamente e scomparisse fra i rami più in basso: occhi rossi, ardenti come brace e freddi come il ghiaccio. Ne ebbe paura, e la donna se ne accorse probabilmente perchè la issò sulle sue braccia e sorridendole, di più questa volta le disse:
- Tesoro, vogliamo rientrare? Jasper dovrebbe essere rientrato a quest'ora, chissà cosa ci ha portato!!-
La bambina quasi si dimenticò di ciò che l'aveva spaventata un momento prima, ma un rumore più forte degli altri cancellò quel breve attimo di ritrovatà serenità. Adombrandosi un pò, le mise una mano sulla guancia della donna e le disse:
- Carmen, io diventerò come quelle ombre?- La donna si bloccò mentre stava richiudendo la porta-finestra e guardandola seriamente le rispose - Tu potrai essere tutto ciò che desideri. Potrai anche avere le stesse capacità loro, ma sarai sempre diversa. Un giorno saprai tutto, te lo prometto-, e sul finire di quelle parole, la accarezzò al'altezza delle tempie, proprio lì dove aveva una piccola voglia a forma di mezzaluna.

FINE FLASHBACK

Si riscosse all'improvviso dai suoi ricordi quando avvertì un calore intenso dietro di sè e poco dopo girandosi qualcuno che stava per scivolare davanti a lei. Senza pensarci si allungò, afferrandolo un attimo prima che si scontrasse sul ghiaccio. Fingendo fatica ( dopo tutto si accorse che era un ragazzo, anche alto per la verità), lo aiutò a rialzarsi e a riprendere l'equilibrio. Quando quest'ultimo alzò gli occhi per vedere chi l'avesse salvato, lei rimase folgorata. Occhi di una brillantezza surreale, vividi e lucenti, di un verde smeraldo mozzafiato. Nella sua lunga vita di vampiro, non aveva mai visto degli occhi simili. Se non fosse stato per quel colore, così diverso dal rosso fuoco accecante a cui lei era abituata, avrebbe detto che era uno di loro. Anche la corporatura era simile a loro. Alto, spalle larghe, magro ma con una tartaruga accennata sotto la maglia. Quelli più incredibili erano i suoi occhi, così espressivi e stanchi. Si vedevano due profonde borse sotto gli occhi che rovinavano il quadro del suo viso altrimenti perfetto. In quel momento quando distorse lo sguardo si rese conto che erano immobili da qualche minuti, a fissarsi, mentre l'ultima campanella del primo giorno di scuola stava ancora suonando e stavano facendo ritardo. Con un sorriso affettato alzò la mano in segno di saluto, senza accennare neanche una parola, e se ne andò, lasciandolo lì a chiamarla. Cos'aveva sentito?
   
 
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