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Autore: CJ only    22/07/2015    0 recensioni
"B.R.O.Q. Brevi Racconti di Orrori Quotidiani" è una raccolta di storie di vite vissute; drammi comuni, affrontati da persone ordinarie.
"Capricci" è il secondo capitolo. Il racconto è incentrato su una ragazza di quasi trentanni, vanitosa ed egocentrica, che per narcisismo non si cura di correre il rischio di rovinare la propria famiglia.
Questa è una storia di pura invenzione: ogni riferimento a cose, persone e luoghi realmente esistiti è puramente casuale.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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«Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la vita! Sposami: non posso vivere senza di te!» esclamò Adriano, inginocchiato ai miei piedi.
Tra le mani aveva uno sfolgorante anello d’oro bianco, con incastonato un rubino enorme circondato da tanti piccoli di brillanti: bello da far girare la testa!
Non ci pensai su a lungo.
«Oh, sì. Certo che sì!» risposi immediatamente, mentre tutti i nostri amici urlavano e battevano le mani.
Era il mio ventesimo compleanno… circa otto anni fa… lo ricordo ancora come fosse ieri!
Così come ricordo il matrimonio in grande stile che ha voluto organizzare Adri per me e tutte le cose carine e romantiche che ha fatto nei miei confronti.
Come quella volta che mi ha regalato una targa d’oro con incisa la frase “Se non ti avessi mai incontrato, sarei ancora là fuori a girare a vuoto… Tu hai dato un senso alla mia vita!”
Oppure quando ha acquistato una stella e le ha dato il mio nome.
E i post-it melensi che mi lasciava ogni mattina sul frigo.
E il modo in cui mi guardava e mi toccava, come se fossi l’unica persona al mondo di cui gli importasse…
Lui, bello e romantico, con un lavoro importante presso una grossa società di Milano ed io, affascinante e orgogliosa, felice del mio lavoro di parrucchiera in una grande catena internazionale, in uno dei negozi del centro commerciale a cinque minuti da casa! La nostra vita era praticamente perfetta! Gli eterni sposini, sempre a sbaciucchiarci e a farci smancerie…
Questo fino all’arrivo di Serena!
Serena, la mia piccola dolce e testarda figlioletta di tre anni!
E’ stupenda: ha due occhioni color cioccolato, proprio come i miei, ma con il taglio obliquo di Adriano, e i capelli castani, lisci e setosi, lunghi fino alle spalle.
Ha voluto che glieli tagliassi esattamente come i miei, perché vuole a tutti i costi assomigliare alla sua mamma.
La adoro. Ma allo stesso tempo un po’ la odio.
Da quando è nata, non ho più una vita mia; non ho più tempo per me o per mio marito. E lui non ne ha per me: e questa è la cosa peggiore!
Adriano non mi guarda nemmeno più!
Ogni volta che ha dieci minuti liberi, li dedica a nostra figlia, ignorandomi completamente.
Si ricorda di me solo la domenica pomeriggio, quando Serena dorme e lui decide che forse è il caso di fare sesso!
Mi sembra di essere un oggetto!
Non mi sento apprezzata, tantomeno desiderata, e la cosa mi frustra parecchio!
Io ho bisogno di attenzioni… mi servono come l’aria!
Prendo dieci euro dal portafoglio e pago il mio panino e la mia cola alla cassa, sempre persa nei miei pensieri.
Cerco un tavolino libero e mi siedo.
Ormai è più di un anno che lavoro in questo centro commerciale, eppure non mi sono fatta molti amici; non ho mai orari fissi e sono sempre piuttosto di corsa!
«Ciao!» sento una voce cordiale salutarmi e mi volto.
«Ciao.» mormoro incerta, fissando il palestrato che mi sorride. Ha le mani in tasca e un atteggiamento sfrontato. E’ estremamente attraente.
«Posso sedermi qui? Non ci sono altri tavoli liberi!» esclama.
Cosa dovrei dirgli? Non mi sembra il caso di pranzare con uno sconosciuto, ma non mi va nemmeno di essere scortese! E poi è talmente bello! Che c’è di male in fondo?
Ragiono rapidamente, decidendo in pochi istanti cosa fare.
«Ma certo: accomodati pure.» rispondo sorridendogli.
Il suo sorriso si accentua ancora di più, mostrandomi una fila di denti perfetti, bianchi come il latte, soprattutto in confronto alla pelle lampadata!
«Grazie. Mi chiamo Terenzio Bracconi e lavoro al centro estetico al primo piano. E tu? » si presenta.
«Io mi chiamo Krizia DiLeo.» replico, bevendo un sorso di cola per calmare la mia agitazione.
Perché mi sento così a disagio?
«Lavori qui anche tu, vero? Ti vedo spesso in giro…» butta lì, come se niente fosse, quella specie di adone abbronzato.
«Sì, al secondo piano. Da Mod’s Hair.» annuisco, dando un piccolissimo morso al mio panino, troppo presa a guardarlo per ricordarmi di mangiare.
«Ma certo! La tua pettinatura è troppo perfetta: avrei dovuto capirlo!» esclama, battendo una mano curatissima sul tavolino. Poi scuote il capo e scoppia a ridere.
«Che succede?» gli chiedo incuriosita.
«E’ buffo… lavoriamo entrambi nel campo dell’estetica.» mormora, fissandomi intensamente.
Io non ci trovo niente di buffo… casomai è  una coincidenza alquanto banale!
«Lavori qui da molto?» domando io, non sapendo bene cosa rispondere senza offenderlo.
«Due anni. E tu?» s’informa lui, addentando il suo trancio di pizza.
«Uno.» dico, sorseggiando la mia cola. Chissà perché mi si è chiuso lo stomaco…
Parliamo del più e del meno per circa mezz’ora, dopodiché mi alzo.
«Scusa, ma devo rientrare in negozio; la mia pausa è finita.» dico prendendo il vassoio.
«Potremmo pranzare insieme anche domani. Che ne dici? E’ stato così piacevole chiacchierare con te… finalmente un po’ di buona compagnia…» mormora guardandomi insistentemente.
Conosco quello sguardo… è interessato a me. Ma io sono sposata! Devo chiarire subito le cose!
Sto per replicare quando una vocina dentro di me mi ferma. Mi ha chiesto solo di pranzare, trova piacevole la mia compagnia… non ci vedo nulla di male!
E’ così bello sentirsi apprezzata!
«Va bene. Ci vediamo domani alle due.» lo saluto d’impulso, allontanandomi rapidamente, ma non abbastanza da non notare il suo sorriso soddisfatto.
Questa mezz’ora è passata veramente in fretta, e mi ha lasciato addosso la strana sensazione di aver vissuto un sogno bizzarro.
****
Le settimane sembrano volare e la mia amicizia con Terenzio è sempre più profonda. Ormai pranziamo insieme tutti i giorni e, quando possiamo, ci vediamo anche nei nostri giorni liberi, come oggi: mi ha proposto di andare a fare un giro al lago ed io ho accettato.
E’ una giornata talmente bella!
«Siediti qui.» mi chiama lui, indicandomi lo spazio libero sul plaid che ha steso in terra.
Mi accomodo e appoggio il viso sulle ginocchia, lasciandomi cullare dalla dolce brezza del vento.
«Sei bellissima.» mormora Terenzio, a pochi centimetri dal mio orecchio. Un lungo brivido di piacere mi percuote la schiena.
«Grazie, sei gentile. Anche tu non sei niente male…» cerco di scherzare, ma la voce mi si è bloccata in gola.
Terry allunga una mano e mi accarezza i capelli, lentamente. Poi mi sfiora il viso con la punta delle dita.
Mi volto a guardarlo e rimango spiazzata. E’ stupendo!
Il suo sorriso sghembo, dolce e affascinante, mi lascia senza fiato.
«Krizia… io…» le sue labbra si muovono appena, la sua voce è una carezza profonda, la sua richiesta mi scava nell’intimo.
«Mi spiace Terry… non posso. Lo sai: sono sposata.» replico, ma il mio tono è tutt’altro che convincente.
Lui si avvicina ancora.
«Sì, lo so. Ma tuo marito non ti apprezza abbastanza… tu hai bisogno di qualcuno che si prenda cura di te…» mormora ancora.
Quant’è vero!
Lascio che il tutto si svolga senza oppormi ulteriormente.
Le labbra di Terenzio si appoggiano sulle mie, calde e piene, mentre le sue braccia scendono ad avvolgermi la schiena.
Non ho più il controllo sul mio corpo, inclino il capo lasciandomi andare completamente.
Terenzio interpreta il mio gesto come un invito e mi spinge delicatamente fino a farmi sdraiare. Intanto le sue labbra si sono fatte più insistenti e il suo bacio più intimo.
Quando le nostre lingue si sfiorano, inizio a tremare di desiderio.
Le braccia, che fino a poco prima tenevo distese lungo i fianchi, inermi, prendono vita e lo afferrano per le spalle, accarezzando con ingordigia i suoi muscoli scattanti. Non riesco a trattenermi e gli sfilo la maglietta! E’ un vero e proprio adone!
Lui si separa da me giusto il tempo necessario a sfilarsela e mi fissa intensamente.
I suoi occhi sono liquefatti, smarriti e penetranti. Mi ci perdo dentro.
Riprendiamo a baciarci con foga, senza nemmeno prendere in considerazione le conseguenze del nostro gesto. Io ho dimenticato tutto: mio marito, mia figlia… tutto!
Terry mi slaccia la camicetta ed inizia ad accarezzarmi il seno. Il mio corpo sembra ardere!
In pochi minuti siamo nudi, avvinghiati l’uno all’altra.
Io non riesco a non rimanere affascinata dal suo corpo perfetto e lui continua ad adularmi con i suoi complimenti!
Quando lo sento unirsi a me, non riesco a trattenere un profondo gemito di piacere. Ci muoviamo in perfetta armonia, con una frenesia inaudita.
Passiamo ore ad amarci all’ombra degli alberi sulla sponda del lago.
«Sei la donna più bella che io abbia mai visto… fare l’amore con te è stata un’esperienza devastante che vorrei non finisse mai.» mi sussurra lui prima di lasciarmi davanti al portone di casa.
Ebbra delle sue parole, finalmente mi sento nuovamente apprezzata!
Ci metto parecchio a ritornare alla realtà.
Anche la sera, a cena, non riesco a prestare attenzione ad Adriano e Serena. Non sono in grado di contenere la mia euforia per il pomeriggio appena trascorso, sono estasiata… incantata!
«Kri? E’ successo qualcosa?» mi chiede ad un tratto Adriano.
«Come?» replico, cercando invano di concentrare la mia attenzione su di lui.
Lo vedo fare un’espressione strana: cupa, accigliata e addolorata al contempo.
Mi sa che ha intuito qualcosa!
«Dove sei stata oggi?» domanda ancora, in tono quasi inquisitore.
«Al lago.» ribatto rapidamente.
«Con chi?» s’informa di nuovo lui.
«Un amico… non lo conosci.» mormoro a disagio.
«Un amico che non conosco? Dove l’hai conosciuto?»  adesso la sua voce è parecchio tesa.
«Al lavoro… te ne ho parlato.» dico imbronciata.
«Quel tipo con cui pranzi sempre? Ti ho detto che non voglio che ci passi troppo tempo insieme.» sbotta lui.
Serena, spaventata, lascia cadere un giochino in terra e ci fissa attonita.
«Con qualcuno dovrò pur passarlo il tempo!» ribatto in tono aggressivo. Come diceva sempre mio padre, la miglior difesa è l’attacco!
«Krizia, non abbiamo più sedici anni! Non puoi comportarti come una ragazzina: siamo sposati ed abbiamo una figlia!» quasi urla.
«Davvero? Lo dici come se non me ne fossi accorta; da quando è nata lei tu ti sei eclissato! “Noi” non esistiamo più… devo elemosinare anche solo cinque minuti del tuo tempo: mi dedichi solo mezz’ora la domenica, tanto per svuotarti le viscere… mi fai sentire un oggetto sessuale!» sbraito.
«Ancora la stessa storia.» sbuffa «Lo sai benissimo che ti amo! Ma devo pur passare un po’ di tempo con Serena. Non riesco mai a vederla durante il giorno: quando arrivo a casa lei spesso dorme!» sibila Adriano.
«E io? Quando pensi di dedicarmi un po’ delle tue attenzioni? Credi che posso stare qui ad aspettarti all’infinito? Non ho ancora trent’anni e mi sento una vecchia di cinquant’anni! Sono ancora affascinante e voglio godermi la vita, non rinchiudermi in casa a piangere sul divano aspettando che mio marito trovi il tempo di amoreggiare con me!» insisto.
«Sempre lo stesso discorso. La sera sono stanco, lavoro fino a tardi, e il sabato lavori tu e la domenica bisogna dedicarla a Serena… non è colpa mia se non abbiamo mai tempo per stare soli!» si giustifica, affranto.
«Sono mesi che ti avverto Adriano. Come ti ho detto almeno mille volte, io ho bisogno di attenzioni… se non me le vuoi dare tu, dovrò trovare qualcun altro disposto a darmele!» infierisco acidamente.
«E così sei andata a cercare altrove qualcuno che soddisfi i tuoi bisogni?» il suo tono è quasi minaccioso.
L’improvviso urlo di Serena ci interrompe.
La bambina, seguendo il litigio pur non afferrandone appieno il significato, deve aver intuito che la discussione era piuttosto grave e si dev’essere spaventata.
Adriano la raggiunge in un balzo e la prende tra le braccia, mormorandole parole di conforto.
«Shhh, tranquilla piccola. Non è successo nulla…» sussurra con voce rotta.
Stizzita, senza nemmeno comprenderne il motivo, mi allontano dalla stanza e mi chiudo in bagno.
Non so se sono più infastidita perché la discussione con Adriano ha rovinato il mio umore, spaventata perché so che ha capito che l’ho tradito o irritata per l’intromissione di Serena e la completa dedizione di mio marito a lei anche in un momento tanto delicato!
****
I giorni seguenti sono pesanti. Serena è isterica, piange per nulla e Adriano è cupo e silenzioso.
Per fortuna ho il mio angolo di paradiso: ogni volta che sono in compagnia di Terenzio, tutti i miei problemi sembrano svanire. Mi sento una donna nuova, sono felice!
Decido di infischiarmene della reazione di Adriano; in fin dei conti l’ho avvisato più e più volte e come diceva sempre mio padre: uomo avvisato, mezzo salvato!
Così la situazione in casa diventa piuttosto eccentrica: figlia lagnosa, padre musone e madre raggiante!
Il mio atteggiamento indifferente, ferisce Adriano ancora di più che non il sospetto del mio tradimento e finalmente sembra rendersi conto del pericolo, così il lunedì successivo le cose cambiano notevolmente.
La prima novità riguarda mia figlia: non avendoci più sentito litigare, finalmente sembra calmarsi.
Al mattino, quando apre gli occhi, mi guarda teneramente, mi abbraccia e mi bacia.
«Buongionno mamma!» mi saluta sorridente.
«Buongiorno anche a te, piccola mia!» le rispondo, strofinando il naso contro il suo.
Si lascia lavare e vestire senza fare storie, lasciando scegliere a me cosa farle indossare, fa colazione tranquillamente e alla scuola materna mi saluta senza piangere quando me ne vado. Finalmente sembra rilassata.
Il pomeriggio, Adriano torna prima dal lavoro. La prima cosa che noto è l’espressione furbesca dei suoi occhi.
Non mi lascia nemmeno il tempo di salutarlo: dopo aver chiuso a chiave la porta, mi spinge contro il muro, sollevandomi la gonna e iniziando a torturarmi con le sue carezze intime.
I suoi baci sono caldi ed appassionati. Erano anni che non mi baciava in questo modo!
Mi lascio travolgere dalla sua passione, ma quando cerco di ricambiare le sue carezze lui mi ferma, bloccandomi le mani sulla testa con la mano libera.
Quando mi sembra di essere sul punto di impazzire, mi prende, così: contro il muro del soggiorno.
La sua passione sembra incontenibile ed io ne sono grondante.
Parecchi minuti dopo, Adriano mi prende tra le braccia e mi porta sul letto, dove ricomincia ad amarmi con trasporto.
Mi sfila i vestiti lentamente, fissandomi con occhi ardenti mormorando frasi di apprezzamento dolcissime; mi accarezza delicatamente, quasi fossi una bambola di porcellana, soffermandosi nei punti più delicati; mi bacia con impeto, eccitandomi nuovamente.
All’improvviso sparisce tra le mie gambe, facendomi quasi urlare di piacere; mi fa venire per ben due volte prima di penetrarmi ancora.
Non ricordo di aver mai fatto del sesso così appagante con Adriano prima d’ora. E’ sempre stato molto bello, ma mai così soddisfacente! E’ come se fossi colma di piacere…
Anche i giorni successivi le cose sembrano andare alla grande. Serena è felice e Adriano ricomincia a prestarmi attenzione: mi regala fiori, mi riempie di complimenti e cerca di appartarsi con me ogni volta che può, anche quando arriva a casa molto tardi.
Ieri sera mi ha regalato l’anello di diamanti che desideravo da anni!
Sono felice di questa situazione, ma ormai io sono così pesa da Terenzio… temo che finché non mi sarà passato il grillo le cose tra me e mio marito non torneranno più come prima.
Terenzio è scocciato. Gli ho detto che io e mio marito ci siamo riavvicinati fisicamente ed ho anche ammesso che Adriano mi procura immenso piacere, così ogni volta che ci uniamo ci mette il massimo dell’impegno.
Non mi sono mai sentita così: sono appagata, felice. Mi sento desiderata e contesa, è una sensazione meravigliosa!
«Krizia non puoi andare avanti così!» mi riprende un giorno Fiorenza, una mia cara amica, scuotendo i ricci biondi che le incorniciano il viso.
Siamo sedute nella cucina di casa sua ed ho appena finito di raccontarle dei miei ultimi incontri con Terry e del magnifico regalo di Adri.
«Lo so Fiore, ma non riesco a smettere. Terenzio colma le lacune che ha provocato in me Adriano negli ultimi anni… e Adri ha molto da recuperare: di certo non bastano un paio di amplessi come si deve!» borbotto.
«Già, ma così rischi di rovinare la tua famiglia.» mi critica ancora dolcemente la mia amica.
«E’ colpa di Adriano!» sbotto, scocciata.
«La colpa non è mai solo di uno…» ribatte lei, sempre in tono dolce.
Lo so, ma non lo voglio ammettere!
«Fiore ti prego… non giudicarmi male! Ho passato mesi interi a dire ad Adriano che la situazione mi era diventata insostenibile… non era mia intenzione tradirlo con Terenzio, ma è successo e ora non riesco a lasciarlo, anche se con Adriano le cose vanno meglio. Forse ho paura: adesso che ha il sospetto, per quanto fondato, che io lo tradisca, lui è eccezionale. Ma chi mi dice che domani, sentendosi di nuovo tranquillo non torni a trascurarmi?» ammetto con sincerità.
«Ma non puoi fargli questo! Lo sai quanto ti ama… dagli una seconda possibilità: pensa anche a Serena!» esclama accoratamente Fiorenza.
Chino il capo, vergognandomi di me stessa e asciugandomi una lacrima che mi è sfuggita involontariamente.
«Hai ragione, devo troncare con Terry prima che sia troppo tardi!» mormoro.
Lascio una Fiorenza soddisfatta con un sorriso mesto sulle labbra e mi inoltro nel traffico del dopo lavoro per andare a prendere mia figlia. Oggi è andata mia madre a prenderla all’asilo, so che mi farà una scenata tipo quella di Fiore, ma in toni molto più pesanti.
Infatti quando arrivo da lei è già sul piede di guerra.
«E allora?» mi chiede.
«Cosa?» fingo di non capire.
«Hai detto a quel ragazzo di non importunarti più?» mi aggredisce.
«Terenzio non m’importuna, mamma.» mormoro, già stanca per la conversazione avuta con Fiorenza pochi minuti fa.
«La devi smettere. E subito.» tuona lei, afferrandomi per un braccio e scuotendomi con forza «Ti rendi conto che se Adriano lo scoprisse ti lascerebbe su due piedi? Hai mai pensato alle conseguenze di questa tua scappatella? Hai pensato a Serena?» strilla istericamente.
Serena! Sempre e solo Serena. Mai nessuno a cui importa cosa voglio io o come sto! Ma in fin dei conti hanno ragione loro: Serena è una mia responsabilità. La dovrei proteggere…
«Sì, mamma. Hai ragione. So di aver sbagliato: interromperò quanto prima la storia con Terenzio, te lo prometto.» cerco di ammansirla.
Lei si calma, ma continua a guardarmi di traverso finché non vado via.
La sera, depressa, cerco le attenzioni di mio marito che non si lascia desiderare.
Contento del fatto che, per una volta, sia stata io a cercarlo, mi possiede con ancora più foga del solito, affondando dentro di me con slanci impetuosi, procurandomi un intenso piacere.
Io mi lancio nell’amplesso come se fosse un salvagente, una boa di salvataggio… mi avvinghio ad Adriano come se ne andasse della mia stessa vita. Rimaniamo senza fiato e ci addormentiamo ancora abbracciati.
L’indomani cerco di evitare Terenzio. Non ho il coraggio di affrontarlo, così ho deciso che se non mi presento più a pranzo capirà che per me è finita…
Arrivo a casa piuttosto soddisfatta per essere riuscita nel mio intento, ma l’atmosfera in casa è piuttosto tesa. Quando cerco di chiedere spiegazioni ad Adriano, lui ribatte dicendo di avere dei problemi sul lavoro e si chiude in se stesso.
Il giorno successivo non ho altrettanta fortuna.
Giunta l’ora della mia pausa, chiedo alla mia collega di comprarmi un panino, per non dover uscire, ma lei ha altri impegni e non può aiutarmi. Così afferrò la borsa ed esco dal negozio per andare al bar  e trovo Terenzio lì, appoggiato ad una colonna che mi aspetta.
«Ciao.» mi saluta in tono brusco.
«Ciao.» mormoro imbarazzata.
«Dobbiamo parlare.» mi annuncia.
Chino il capo, non osando guardarlo.
«Io credo che non ci sia molto da dire…» sussurro appena.
«Invece credo proprio che tu me lo debba!» insiste lui, afferrandomi per un braccio e trascinandomi con sé. Entriamo nell’ascensore e saliamo al quarto livello, dove ci sono gli uffici dirigenziali. Attraversiamo l’ingresso degli uffici, poi con un passpartout, Terenzio apre una porta e mi spinge dentro.
E’ una stanza buia, priva di finestre. All’interno ci sono vari scatoloni, dei tavoli rovinati e altri rifiuti del centro commerciale.
«E così, volevi lasciarmi senza nemmeno dirmi una parola?» quasi mi aggredisce Terenzio non appena si è chiuso la porta alle spalle.
«Io… non sapevo come dirtelo… non ne avevo il coraggio…» bisbiglio.
Lui mi si avvicina lentamente, poi mi afferra la nuca ed inizia a baciarmi con veemenza. Sento le gambe cedermi.
«E vorresti rinunciare a tutto questo?» mormora sulle mie labbra, mentre le sue mani mi frugano il corpo avidamente.
«Oh, Terry… sono sposata: ho una famiglia, delle responsabilità! Mio marito mi ama… e poi c’è Serena. Non posso far loro questo: contano su di me…» cerco di obiettare, ma il mio corpo sembra dire l’esatto contrario.
Terenzio si sfila la t-shirt e mi slaccia la camicia, scoprendomi il seno e strofinandosi contro di me, pelle contro pelle.
«Sei proprio sicura di volerti privare di tutto questo piacere?» mi chiede ancora, il fiato corto per il desiderio.
Non riesco a rispondergli. La verità è che proprio vorrei non doverlo fare…
«Allora?» mi incalza ancora, mentre sento le sue mani scavarmi nell’intimo.
Non riesco a trattenere un gemito di puro piacere.
«Come vuoi, Krizia… allora concedimi solo quest’ultima volta… il sesso dell’addio. Almeno questo me lo devi…» sussurra in tono caldo proprio sopra il mio orecchio.
Priva di ogni forza di volontà, inclino la testa all’indietro, donandomi a lui per l’ultima volta.
Lui mi sfila rapidamente gli slip e mi raggiunge in un amplesso pieno di emozioni contrastanti. Mi sento invadere dalla sua rabbia, dal suo dolore, dal suo desiderio e dalla sua passione, ma anche dal suo amore.
Quando raggiungiamo l’apice del piacere un grido gutturale sgorga dalle mie labbra.
Passano parecchi secondi prima ch’io mi renda conto che qualcuno sta bussando insistentemente alla porta.
Mi allontano rapidamente da Terenzio e cerco i miei slip, piena di imbarazzo per essere stata “beccata” in flagrante da uno degli inservienti del centro.
Lui si allaccia i pantaloni ed apre appena la porta. Sono pochi centimetri, ma sono sufficienti all’avventore per dargli uno spintone e spalancarla del tutto.
Il tempo sembra congelarsi in un istante.
Sento rimbombarmi nelle orecchie il rumore della mia vita che si infrange in mille pezzi.
Non posso negare l’evidenza. E’ chiaro cosa stessimo facendo io e Terenzio fino a pochi attimi fa! Posso quasi vedermi: ho i capelli scompigliati, le labbra rosse e umide dei suoi baci, il seno esposto alla vista e gli slip i mano. E poi quell’urlo! Quel dannato urlo di piacere che ho lanciato… non poteva essere frainteso!
Adriano ora è di fronte a me, pallido e intontito. Scuote il capo, cercando di ritornare in sé, l’espressione straziata dal dolore…
Poi tutto cambia.
Gli occhi si infiammano e mi fissa con odio viscerale, stringe i pugni e, con uno scatto rapido, si volta e colpisce Terenzio in pieno viso. L’attimo dopo è sparito al di là della porta.
Io sono sotto shock. Non riesco a reagire. Non so nemmeno cosa fare.
Vorrei soccorrere Terenzio, a terra a pochi metri da me, ma  vorrei anche rincorrere mio marito, gettarmi ai suoi piedi e chiedergli perdono…
Terenzio si rimette in piedi e si volta a guardarmi. Io sono ancora immobile, con gli slip stretti in una mano e gli occhi pieni di lacrime.
«Beh, è andata meglio di quanto sperassi.» esclama Terry con un sorriso sghembo.
Lo osservo, senza capire bene la sua affermazione.
«Cosa intendi dire?» domando a fil di voce.
«Poteva andare peggio! Non mi ha nemmeno rotto il naso!» dice, quasi sghignazzando.
Non capisce che è molto peggio di così? Adriano non mi perdonerà mai per averlo tradito! Per me è la fine… per la nostra famiglia è la fine!
Poi, all’improvviso, una lampadina si accende nel mio cervello. Come faceva Adriano a sapere dove trovarci? Nemmeno io conoscevo questa stanza! Non ci eravamo mai stati prima d’ora! L’unico a sapere che saremmo venuti qui era Terenzio…
«Cos’hai fatto?» gli chiedo in un sibilo.
«Ho messo le cose in chiaro! Era giusto che sapesse quanto ci amiamo!» sbotta lui, in tono rude.
«Sei impazzito? Io amo mio marito! Hai rovinato la mia famiglia!» urlo scagliandomi contro di lui ed iniziando a colpirlo con tutta la forza della disperazione.
«No, Krizia. Tu hai rovinato la tua famiglia, io ho solo fatto avere un messaggio a tuo marito… gli ho solo detto dove poteva trovarti…» afferma, bloccandomi i polsi per evitarmi di colpirlo ancora.
Mi libero dalla sua stretta e lo fisso con odio.
«Non voglio vederti mai più, hai capito?» prima di voltargli le spalle e partire alla ricerca di Adriano. Chissà se riuscirò a recuperare… l’ho deluso ed umiliato… non è tipo da lasciar correre!
Esco dal centro commerciale, raggiungo la macchina nel parcheggio, metto in moto e parto sgommando, provocando le urla di parecchi clienti.
In pochi minuti raggiungo il nostro appartamento. La porta è aperta.
Corro direttamente in camera, dove trovo Adriano che, infuriato, sta gettando dei vestiti in una grossa valigia.
«Ti prego Adriano, perdonami. Io… Oh, amore non andartene! Non lasciarmi: io ti amo!» dico piangendo disperata.
«Non sono io quello che se ne deve andare.» ribatte a denti stretti, liberandosi dalla mia stretta.
Lancio uno sguardo alla valigia e mi rendo conto che è piena di indumenti femminili.
Lui la chiude con uno scatto secco e me la getta contro, sospingendomi fino all’ingresso.
«E ora sparisci. Ti farò avere il resto delle tue cose insieme ai documenti per il divorzio! Addio Krizia.» esclama in tono secco, sbattendomi la porta in faccia.
Rimango lì impalata a lungo, incapace di accettare la realtà.
Alla fine mi impongo di reagire e mi allontano. Salgo in macchina e vado da mia madre. Guido come un automa, senza nemmeno guardare la strada.
Quando apre la porta, lei mi fissa tra l’accigliato e lo sconvolto. Il suo sguardo dice chiaramente “Te l’avevo detto”, ma lei non proferisce parola. Si sposta, facendomi spazio per permettermi di passare, e mi indica la mia vecchia camera.
Mi chiudo dentro, mi getto sul letto e piango tutte le mie lacrime.
Che stupida sono stata… per uno sciocco capriccio ho perso tutto,  e posso biasimare solo me stessa!
   
 
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