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Autore: Veni Vidi Jackie    22/07/2015    2 recensioni
Riuscirà Jack, nella sua Torre del Lago, a conquistare definitivamente la sua amata?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LO SGUARDO DI PUCCINI

 

 

 

Mi graffio in modo convulsivo le mani, aspettando con ansia il momento che tra poco arriverà. Guardo a sinistra: ancora nulla.

Sono seduto su una panchina lungo la Via Aurelia, all'entrata di Torre del Lago Puccini. L'attesa è estenuante, soprattutto ora che è estate e la panchina è rivolta verso il sole. Sento le prime gocce di sudore scivolarmi lungo la fronte, anche se non sono sicuro se siano dovute all'afa o all'agitazione. Forse ad entrambe? Probabile.

Rivolgo di nuovo gli occhi alla mia sinistra, verso Viareggio: niente ancora. E' da lì che arriverà, questo è certo. Torno a graffiarmi le dita: non sento dolore, lo faccio da così tanto tempo che mi fa sentire meglio. Ho come un callo nel punto in cui mi graffio. Ormai è come se avessi un oggetto anti stress incorporato, lo posso usare quando e quanto voglio.

Aspettando, sono assalito dai dubbi. Ce la farò? Riuscirò a scordare i fantasmi del passato? Oppure mi farò travolgere dalle antiche passioni e dall'emozione?

«Jack, mi senti?» sento una voce gracchiare.

Giusto, mi ero dimenticato di Tom. Mi sistemo meglio l'auricolare nell'orecchio e rispondo.

«Tutto a posto, Tom. La lepre non si vede ancora»

«Va bene, avvisami quando l'avvisti. Passo e chiudo.»

Tom, meno male che c'è lui oggi. Come potrei farcela senza di Tom? Oggi avrò bisogno dei suoi preziosi consigli, mi dovrà aiutare a non farmi prendere dal panico. Mi sta parlando da circa sette chilometri di distanza, ovvero da Viareggio. Probabilmente adesso si starà baciando con la sua Sara...spero che oggi sia la mia volta buona.

Il rumore di chiusura dello sportello di un auto mi fa voltare d'istinto verso sinistra...falso allarme: è solo Giulio, il parrucchiere che ogni volta a quest'ora apre il suo negozio, proprio alle mie spalle. Lo saluto con un cenno del capo, poi continuo ad aspettare.

E se non venisse? Non ci avevo pensato, questa è un'eventualità plausibile. Accidenti, dovevo aspettarmelo. Era troppo bello per essere vero.

«Tom, forse non viene...» sussurro

«Quante volte ti ho detto di dire “Tom, qui Jack” quando parli? Perché non mi ascolti quando...»

«Shh! Zitto!» lo interrompo. «La lepre è arrivata! Ripeto: la lepre è arrivata!»

Osservo la piccola macchina grigia che accosta e si ferma vicino al marciapiede. Dal lato passeggero scende la bella ragazza che conosco da ormai due mesi e mezzo. Mi fa un timido saluto, poi dice qualcosa a sua mamma e si avvicina a me. Io sorrido a sua madre, che mi rivolge un sorriso. Poi, avviene la catastrofe.

Dallo stesso lato da cui è scesa la ragazza vedo scendere anche una bambina, che io conosco molto bene.

«Tom! Emergenza, emergenza! E' venuta pure...ehm...la leprottina!» esclamo all'auricolare, cercando di nascondere la mia agitazione alla ragazza, che ormai mi ha raggiunto.

«Ciao, Camilla» la saluto, con molta insicurezza. Lei mi fa quel sorriso bellissimo di cui mi sono innamorato

«Ciao, Jack. Non ti dispiace se ho portato la mia sorellina? Sai, mi stava rompendo le scatole a casa e...insomma...»

Io scuoto la testa, allontanando quelle parole con le mani.

«Nessun problema, adoro Martina e sono felice che sia qui con noi oggi» mento, sorridendo alla piccola bambina. Martina ha dieci anni ed è molto dolce, io le voglio molto bene ma non nascondo che oggi non l'avrei voluta. Oggi è il d-day, niente deve andare storto. La bambina si stringe alle mie gambe e mormora: “ti voglio bene”.

«Ti voglio bene» faccio pure io, scompigliandole i capelli.

«Jack, non mi sembra il momento...» sento nel mio orecchio

«Non dicevo a te, Tom!» esclamo all'improvviso, facendo sussultare Camilla e la sua sorella. Perfetto, ho già fatto la mia figuraccia. La cosa positiva è che le cose possono solo migliorare, non peggiorare. «Scusami, Camilla» mormoro con vergogna, «in questi giorni ho studiato molto...ho la testa fra le nuvole...»

La ragazza, dopo un attimo di perplessità, torna a mostrarmi il suo sorriso e mi fa cenno di prenderla sotto braccio.

Wow, Jack...sta davvero accadendo? Dai, non perdere questa occasione! Senza un secondo di indecisione, le infilo il braccio sinistro sotto il suo...ma con troppa violenza. La mia mano, infatti, va a colpire il viso di Martina, che scoppia in lacrime.

«Jack, porca l'oca! Non dovevi uccidere la leprottina!» mi urla Tom. Faccio finta di non sentirlo e mi scuso gentilmente con la bambina, che adesso si tocca la faccia per assicurarsi che non le faccia troppo male.
«Accidenti, scusami! Non l'ho fatto apposta, davvero! Vuoi un fazzolettino?»

Martina scuote la testa e Camilla mi invita a continuare (o meglio: iniziare) la nostra passeggiata. Bene, non devo più pensare a quello che è appena successo. Stacca la testa, Jack. Fatti guidare dal cuore e basta, vedrai che così andrà tutto bene.

«Allora, dove mi porti?» chiede Camilla

«Ah, oggi ho un bel programmino per noi. Prima tappa: il lago di Massaciuccoli»

«C'è davvero un lago?» domanda Martina, mentre io noto con terrore che ha un occhio rosso

«Certamente» rispondo.

La bambina fa una faccia sorpresa e poi inizia a saltellare felice davanti a noi. Santo Cielo, non posso portarmela dietro tutto il tempo. E se la buttassi nel lago? No, ci sono troppi testimoni. Dovrò cercare di non farci caso.

Arrivati all'incrocio con il Viale Puccini (che conduce fino al mare), giriamo a sinistra, diretti al lago. Il viale è piuttosto lungo, ma molto gradevole: due file di alberi corrono lungo i suoi due lati, gettando un' ombra molto fresca. Mi sto già rilassando.

Camilla osserva la fila delle ville in stile liberty che costellano il viale, sembra si stia divertendo. Sembra che per adesso si stia trovando bene qui con me, glielo leggo negli occhi. Bene, devo fare in modo che questa situazione continui.

«Jack, come prosegue?» La voce di Tom mi fa quasi saltare dalla paura. Fingo di toccarmi un orecchio e abbasso la voce per non farmi sentire.

«Piuttosto bene... adesso io e la lepre stiamo saltellando verso il lago»

«Ottimo. La leprottina?»

Do una veloce occhiata a Martina, che è a circa venti metri davanti a noi e sta danzando davanti al cancello di un' imponente villa.
«La leprottina sembra iperattiva, penso abbia mangiato delle carote prima di venire»
«D'accordo, ci sentiamo dopo. Passo e chiudo»

«Passo e chiudo.»

Martina, che fino a poco fa non faceva che ballare e fare piroette, si è fermata davanti alla villa. Inserisce la testa fra le sbarre del cancello e scruta dentro, dove sbuca all'improvviso un piccolo chihuahua che le abbaia. La bambina schizza indietro urlando per lo spavento, poi si tranquillizza e accarezza il cagnolino, fattosi mansueto tutto d'un tratto.

«Che bel cagnolino! Ma quanto sei bello? Sei bellissimo!» dice la bambina, facendosi leccare dal chihuahua. Camilla, rimasta in silenzio, si gira a guardare la villa. I suoi occhi brillano della stessa luce di cui brillavano la prima volta che l'ho fatta ridere. Quel magico 13 agosto 2013, quando tutto è iniziato...che splendida serata, rivedere quel sorriso mi mette una felicità mai provata.

«Che cos'è?» mi chiede dopo alcuni secondi, indicando l'abitazione.

Sospiro: oggi farò anche la guida turistica.

 

  
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