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Autore: lostinthefreedom    22/07/2015    0 recensioni
Un passato straziante da rivivere, ricordi da sopprimere e un futuro da salvare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'autostrada era sgombra, libera e si viaggiava che era una meraviglia ed io mo soffermo a osservare il cambiamento repentino del paesaggio al confine tra una regione e l'altra. "Vedere come tutto scorre così veloce fa quasi impressione, è come la vita, i giorni passano velocemente e senza nemmeno rendertene conto ti ritrovi 19enne, diplomato e sull'autostrada del Sole con il tuo grande amore alla volta di un nuovo capitolo della tua esistenza. I cambiamenti non mi sono mai piaciuti, ma con Gabriele al mio fianco potrei partire per qualunque posto senza alcuna convinzione, certezza e sicurezza e sarei l'uomo più felice sulla faccia della Terra. Uomo. Ho detto uomo. Io sto diventando un uomo, insomma, andare a vivere con il proprio compagno, lontano dalla famiglia e da chiunque è un comportamento da persone indipendenti e mature, quindi di un uomo. Mi sento alquanto stupido a farequesti ragionamenti, ho solo 19 anni, ma sapere che tutto si stia evolvendo in una maniera così immediata mi fa sentire grande, forse anche troppo. Sarò capace di adempire ai miei compiti di ragazzo indipendente e compagno? Sarò in grado di affrontare questo nuovo mondo? Sarò adatto a questa svolta? Non lo so...sono troppe domande alle quali potrei dare solo supposizioni in risposta, perciò non mi resta che provare con mano e attendere le risposte con il tempo che passerà..." Nel mezzo del monologo il ragazzo al mio fianco rompe la bolla di riflessione intorno a me poggiandomi una mano sulla coscia e dicendomi dolcemente: "Tesoro, mi sembri stanco e accigliato, riposati un po', oggi è stata una giornata intensa e manca ancora un po' all'arrivo" Mi scuoto un attimo dal mio piccolo mondo interiore e impiego un paio di secondi prima di rispondere,cerco di connettere il cervello alla bocca, e infine me ne esco con: "Non voglio farti fare il viaggio da solo mentre io dormo" avevo un tono strano, impostato come un automa, ero davvero stanco, ma non volevo farlo pesare a lui. "Tranquillo, io sono pieno di forze, mentre tu hai bisogno di rilassarti, così quando saremo arrivati non avrai scuse da propinarmi quando ti vorrò trascinare per ogni via e pertugio di Firenze" risponde sorridendo Gabriele e volgendosi per un istante al me distogliendo lo sguardo dalla strada. Ci pensai un attimo, aveva ragione, dovevo riposare, così sorrido a mia volta e faccio cenno di sì col capo e con movimenti lenti mi raggomitolo sul sedile appena disteso e cerco di trovare una posizione comoda. Intanto Gabriele abbassa la musica, così da farla diventare un lieve sottofondo che possa conciliarmi il sonno, ed ebbe un immediato effetto, crollai nelgiro di pochi minuti. *"Samu! Samuele! Dai vieni, è bellissimo qui!" Mi porto una mano sopra la fronte per vedere oltre il naso a causa del sole battente. "No Richi, non ho voglia, semmai più tardi" rispondo a voce alta socchiudendo gli occhi. "Dai! Guarda che lo dico a mamma che non mi hai accompagnato in acqua, così ti sgrida perchè non mi controlli mai e stai per i fatti tuoi!" risponde di getto e accigliato il bambino dalla battigia. "Dì a mamma ciò che vuoi, io sto prendendo il sole, tu invece di andare a largo, per ora stai a riva e poi andiamo insieme a farci una bella nuotata" iniziavo a infastidirmi, non avevo la minima intenzione di andare a bagnarmi e sentire il sale del mare tirarmi la pelle al contatto con il calore del sole, per non parlaredella sabbia nel costume, sui capelli, che si appiccica ovunque e graffia la pelle. "Va bene, ma ricordati che sei un fratello pessimo, la prossima volta che esci con i tuoi amici di nascosto corro da mamma e papà e dico tutto" "Sei il solito capriccioso Riccardo, ricordati che tu sei il piccolo e io il grande, quindi comando io" "Sarai grande ma cattivo. Non ti sopporto!" il bambo davanti a me si dirige verso l'acqua cristallina e inizia a bagnarsi i piedi e le caviglie, io, dal mio canto, sbuffo per i comportamenti infantili del mio fratellino e mi rimetto a prendere il sole sull'asciugamano, senza rendermi conto che stavo iniziando a rilassarmi così tanto da addormentarmi. "Qualcuno lo aiuti, presto! Aiuto!" Mi sveglio di soprassalto, era la voce squillante di una donna ad aver avuto quell'effetto su di me. "Bagnino! Qualcuno faccia qualcosa, staaffogando!" Ci metto qualche secondo ad afferrare e in un istante mi sollevo da terra e inizio a vagare con lo sguardo in modo frenetico alla ricerca di Riccardo. Non ve n'era traccia. Sono nel panico, corro verso la battigia dove ci sono altri ragazzini che urlano e fisso l'acqua, non vedo nulla. Un ragazzo con un costume rosso e una sottospecie di boa si precipita in acqua scansando un po' di gente e inizia a nuotare, sono impietrito. La scena dura un minuto scarso, ma quelle decine di secondi sono terrificanti, agghiaccianti e soprattutto fatali. Il bagnino esce dall'acqua portando a sè un piccolo corpicino inerme, è Riccardo. Lo distende velocemente sulla riva e inizia a praticargli una manovra di rianimazione premendo con i palmi sul petto minuto del bimbo e facendogli una respirazione bocca a boccaI minuti passano, il ragazzo continua imperterrito a ripetere quei due passaggi e il mio sguardo, insieme a quello di molta altra gente, è fisso e shockato di fronte a quella tragica visione, mio fratello é davanti ai miei occhi, pallido, quasi violaceo e sembra di non voler riprendere a dare segni di vita. In lontanaza si odono le sirene di un'ambulanza, probabilmente l'aveva chiamata qualcuno dei bagnanti e presto i paramedici arrivano con la barella e urlando: "Fate spazio, forza! Toglietevi!" Il bagnino si ferma, si asciuga la fronte e con sguardo desolato si volge verso l'uomo con la divisa arancione e fa cenno di no con il capo, al che il paramedico ordina a un collega di spegnere la sirena dell'ambulanza. Capisco al volo e con un gesto repentino mi avvento sul corpicino del mio fratellino e inizio a urlare in preda alle lacrime e ai singulti"Riccardo! Riccardo svegliati! Ti prego, cazzo ti prego svegliati!" Due paramedici mi prendono di peso e mi sollevano dal Riccardo, il quale viene trasportato sulla barella e coperto da un fine telo bianco. "Lasciatemi! È mio fratello, lasciatemi! Dovete fare qualcosa, mio fratello sta morendo!" Uno dei due uomini si mette di fronte a me, mi prede dalle spalle e con molta calma mi dice: "Ragazzo...tuo fratello non ce l'ha fatta, ha incanalato troppa acqua nei polmoni...mi dispiace." Le lacrime si bloccano, ed io di conseguenza mi impietrisco. Era morto. Riccardo, il mio fratellino di 8 anni era morto. Quella parola mi frullò vorticosamente nella testa per un paio di minuti e infine crollo tra le braccia del paramedico, nuovamente in preda ai singhiozzi"È tutta colpa mia! È tutta colpa mia!" continuai a urlare "È tutta colpa mia!"* "È tutta colpa mia!" urlai svegliatomi di soprassalto. "Samuele! Amore mio che hai?" Gabriele inchioda di colpo la macchina e si mette nella corsia di emergenza, fortunatamente dietro di sè non aveva nessun altro. "Niente...solo un brutto incubo." rispondo con lo sguardo allucinato e la voce tremula. "Tesoro è tutto finito, era solo un brutto sogno, ci sono qui io. È tutto finito." risponde lui levandosi la cintura e sporgendosi verso di me per potermi stringere in un abbraccio pieno di sicurezza. "Sì...è tutto finito. Tutto finisce." "Cosa intendi?" sussurra Gabriele. "Niente...niente, davvero." rispondo io levandomi lentamente dalla stretta delmio compagno e osservando la strada. "Siamo a una ventina di minuti da Firenze, ci siamo quasi. Prima mi sono fermato ad un Autogril e ti ho preso un caffè, ma non volevo disturbarti e svegliarti e ora sarà freddo." "Non preoccuparti, lo bevo comunque" dico prendendo il bicchierino cartonato e portandolo alla bocca. "Ti senti meglio?" Gabriele è preoccupato per la mia reazione, si percepisce lontano un miglio. "Certo, come hai detto tu era solo un brutto sogno" rispondo abbozzando un sorriso nervoso. "D'accordo..." non è convinto, ma evidentemente non vuole forzarmi, così lasciacorrere e spegne le quattro frecce. "Ci rimettiamo in marcia?" chiede. "Ovviamente, siamo quasi arrivati a destinazione, non vorrai fermarti ora." "Hai ragione, preparati a visitare la nostra nuova città tesoro mio" dicesorridendo Gabriele e rimettendo in moto. Lo guardo e poi poso nuovamente lo sguardo sul parabrezza, quella frase non aveva smesso nemmeno un secondo di riecheggiarmi in testa. "È tutta colpa mia."
  
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