Fanfic su artisti musicali > Super Junior
Segui la storia  |      
Autore: Angel_15    22/07/2015    1 recensioni
< Senti piccola, ti concedo una foto e non chiamerò nessuno solo se poi te ne torni subito a casa. Okay? >
< Allora non vuoi proprio capire eh? > Disse la ragazzina scuotendo la testa e posando le mani sui fianchi < Mamma non aveva mai accennato a questa tua testardaggine >
Jung-soo sbuffò abbassando il capo, chiedendosi mentalmente come e quando sarebbe potuto tornare alla sua meritata giornata libera.
< Dimmi solo cosa vuoi per lasciarmi in pace > La supplicò.
< Estate del 2001, Los Angeles. Ti dice niente? >
Al ragazzo occorsero svariati secondi prima di poter rispondere.
< Si > Rispose con una nota di tensione < Ma cosa ne sai tu? >
< Semplice. La ragazza che conoscesti in quei quindici giorni mi ha raccontato tutto. Chenille Reinolds. Ti ricordavi almeno il suo nome? >
< Vuoi arrivare al punto?! > Chiese ormai vicino all'esasperazione.
< OKAY! Chenille è, o meglio, era mia madre. Mi chiamo Hayley Reinolds e sono nata il due maggio del 2002 >
La mente di Jung-soo era un insieme di dati che mentalmente e a fatica cercava di collegare.
< Non ho mai conosciuto mio padre. Ma mi è stato detto che si chiama “Park Jung-soo” >
[...]
< Quindi, se non ho sbagliato persona o indirizzo. Piacere, sono tua figlia >
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leeteuk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Shock by a Thunder

 
Prologue

 
 
"Have you ever loved someone so much, to give an arm for?
When she know she's your heart, 
And you know you are her armour. 
And you will destroy anyone who would try to harm 'her.
But what happens when karma, turns right around and bites you? 
And everything you stand for, turns on you, despite you? 

What happens when you become the main source of her pain?
"
- Eminem (When I'm Gone)


 
La risata dell'intervistatrice, insieme a quelle del pubblico, riempì lo studio televisivo.
< Oh Leteeuk, è sempre un piacere una chiacchierata con te >
Jung-soo sfoderò il suo sorriso a denti scoperti. Aveva deciso di puntare sull'ironia per quel particolare talk-show, noto per essere il più invasivo nel tipo di domande poste agli intervistati.
Ma lui non era certo uno sciocco, e men che meno un novellino nel mondo dello spettacolo.
Sapeva bene che l'ilarità era l'unico modo intelligente di sviare alle domande più private ed anche l'unico modo per mettere i presentatori al loro posto.
< Quindi non hai più visto o risentito la ragazza a cui hai dato il tuo primo bacio >
< Assolutamente no > Adottò la sua facciata, mista tra il divertito e il finto coinvolto, in una conversazione che per lui era solo lavoro. < Come potevo dopo una tale figura? Insomma, lei mi accoglie tutta sorridente e felice per la sua acconciatura fresca fresca di parrucchiere, io mi decido a darle un bacetto sulle labbra, le avevo pure portato la sua bibita preferita, e cosa combino? Inciampo e gliela verso dritta sulla pettinatura perfetta e costosa >
Attese che le risate si placassero di poco per proseguire, ridendo anche lui.
< Ovviamente sono corso via. Non le ho nemmeno chiesto scusa, volevo solo andare a casa e sprofondare nell'imbarazzo per l'immensa figuraccia >
< Un po' come quello scivolone che facesti sul palco all'SM Town in Thailandia? >
< Si beh, penso che il livello di imbarazzo sia paragonabile >
Jung-soo, tra quel finto divertimento, iniziò mentalmente a chiedersi se il pubblico fosse pagato per l'esagerata abbondanza di risate che stava sfoderando o fossero semplicemente tutti leggermente ubriachi.
< Si vede che non era destino, o ti avrebbe richiamato lei, non credi? >
< Penso tu abbia ragione, evidentemente era scattato il colpo di fulmine più con la sua acconciatura che con me >
Aveva preso il via. Era sull'onda dell'ironia e stava tentando di condurre così il livello dell'intervista sino alla sua conclusione. Sfortunatamente ci pensò l'intervistatrice a stroncare i suoi piani, con una domanda a cui era pressoché impossibile rispondere con un ulteriore battuta.
< Oh, quindi possiamo affermare che Park Leeteuk crede nel colpo di fulmine? >
Bastarda” Gli balenò in testa guardando la donna seduta di fronte a lui. Perché lo sapeva. Sapeva dove quell'apparente innocua domanda volesse andare a parare. “Spero tu cada da quei tacchi che indossi”.
Ma Jung-soo sapeva di essere più furbo. E data la sua inesistente voglia di mettersi a sparare cavolate su come sviare l'argomento delle relazioni sentimentali, cercò di essere breve e coinciso.
< Oh, onestamente per niente > Assunse un tono più serio e scosse leggermente il capo < Sono convinto che l'attrazione si sviluppi col tempo e la conoscenza. Credo fortemente che qualsiasi forma di amore esista, non possa scattare immediatamente >
E quella fu tra le poche domande, da quando la diretta era iniziata, a cui rispose con sincerità.
< Il caro leader dalle idee molto chiare > Sorrise la conduttrice con un tono entusiasta che metteva quasi la nausea a Jung-soo.
Ringraziò con tutto se stesso che il suo tempo fosse giunto al termine e stava per scattare il turno del prossimo personaggio da strapazzare di domande.
< Beh, è stato come sempre piacevole averti come ospite >
< Il piacere è tutto mio Yoon-shi > Avrebbe potuto usare un tono più falso?
Si alzò dalla poltroncina per un abbraccio con l'intervistatrice che, elegantemente e nei suoi aderenti vestiti formali, ricambiò il casto contatto fisico.
< C'è un ultima cosa che vorresti dire prima di salutarci? >
< Si > Si rivolse alla telecamera < Se stai vedendo questa trasmissione sappi che mi dispiace e se mi cerchi magari ti rimborso i soldi del parrucchiere >
Con un altro scoppio di risate ed un applauso finale Jung-soo uscì sorridendo dallo studio e si ritrovò nelle quinte.
Sospirò mentre una ragazza gli porse una bottiglietta d'acqua con cui si dissetò immediatamente.
Come facevano i giornalisti a sopportare tutto quel parlare per ore?
La ragazza rivolse qualche parola al microfono dell'auricolare che teneva sull'orecchio per poi annunciare: < L'auto sarà fuori tra poco >
Jung-soo annuì. < Grazie. Hanno finito di pulire il camerino? >
< Certo, ora è libero >
< Ottimo > Il ragazzo porse la bottiglietta ormai vuota alla ragazza che si dileguò, mentre lui si diresse verso un corridoio alla sua sinistra, puntando ad una porta rimasta aperta.
Una volta entrato nel camerino si sciacquò le mani con l'acqua fresca del lavandino, posto vicino al bancone del trucco.
< Buon lavoro > Pronunciò la voce di un suo collaboratore, la cui immagine gli apparve nello specchio di fronte a lui < Con l'ultima domanda pensavo ti fregasse >
Jung-soo sorrise lateralmente < Ci sperava > Emisero all'unisono una risata sommessa < La cosa buffa è che a quella ho risposto sinceramente >
Sung-yon, il suo collaboratore più anziano, sciolse la sua posizione, appoggiato al muro e controllò l'orario sul suo cellulare.
< Beh, se non ci muoviamo, il colpo di fulmine lo fa venire a me il fotografo. Dai che è l'ultimo impegno della giornata >
< Si, ti raggiungo subito >
L'uomo si dileguò in attesa del ragazzo che si concesse pochi secondi di pace, solo nel camerino.
Di solito si complimentava con se stesso per il modo in cui riusciva a sviare alle possibili “disastrose” domande. Immaginando le conseguenze che i giornaletti di scoop avrebbero poi potuto riportare.
Sarebbe bastato un niente. Una parola di troppo e nel giro di pochi secondi, il web si sarebbe intasato di pagine di fan impazzite alla ricerca di teorie, o per organizzarsi per poterlo spiare alla ricerca di risposte. Tutto ciò che alla fine volevano sapere era quello. L'argomento “amore” era di certo il nervo più scoperto che si potesse toccare per un cantante e le sue giovani ammiratrici.
Ma lui ormai i trucchi gli aveva imparati tutti, per questo, quel giorno fu quasi sorpreso di non averne utilizzato uno.
La sincerità. Da quanto non la utilizzava in un intervista?
Sicuramente, pensò uscendo dal camerino, sarebbe passato molto prima di poterla riusare.
 
Ma nonostante la veridicità delle sue parole... Jung-soo, avrebbe mai potuto minimamente immaginare che, di lì a poche settimane, avrebbe completamente cambiato idea in merito a quella particolare ultima domanda? Che quando aveva risposto a quell'intervistatrice, vi era una forma di amore che non aveva per niente preso in considerazione?
No. Non poteva assolutamente immaginarlo.

 

 
Nel prossimo capitolo...
 
Il suono del campanello fu come uno schiaffo in pieno volto. Possibile che tutti i suoni più disturbanti dovessero capitare proprio nei suoi momenti liberi?
[…]
Ma la ragazzina continuava a starsene lì, di fronte a lui. Con un aria per niente smossa dall'emozione di una fan davanti al suo idolo.
[…]
Il fattore della lingua fu un ulteriore conferma. Non era coreana, decisamente. Quei tratti avevano qualcosa che ti costringevano a soffermarti per chiederti da quale etnia provenissero.
[…]
Ma Jung-soo non poteva negare l'evidenza. Quella bambina, appena tredicenne, sapeva. Sapeva di fatti della sua vita che, benché insignificanti, a parte lui, pochi conoscevano. E quelle notizie, ne era totalmente sicuro, non erano scritte in nessun sito internet.
[…]
Ma quella rivelazione, nonostante le prove che gli si presentavano davanti, era decisamente TROPPO assurda e incredibile perché il suo cervello potesse accettarla come vera.”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Super Junior / Vai alla pagina dell'autore: Angel_15