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Autore: tixit    22/07/2015    7 recensioni
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* 19.Ottobre.2015
* LAVORI IN CORSO - NON ENTRARE! Riapparirà come "Una storia rococò"
* Penso di smezzare alcuni capitoli perché mi
* sembrano troppo lunghi (la solita mania!), mentre
* il primo capitolo non verrà sostituito da un prequel
* Potrei cancellare tutto e rifare ma non ne ho voglia.
* Forse aggiungo anche delle note - ma cambierà poco - e alcuni
* dettagli qua e là.
* L'apparizione di capitoli nuovi sarà tutta una finta, quindi!
*
* Chi ha lasciato una review, se la vuole modificare a fine "magheggio", è benvenuta.
* Per correttezza verrà comunque avvisata!
* Scusate!
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Una porzione di Paradiso è ancora sulla terra,
e l'Eden rivive nel primo bacio d'amore.
(Byron)
Da un bacio nascono molte cose: dubbi, riflessioni su di sé, domande sugli altri, timidi sogni, gesti impulsivi, sorelle e fratelli che si impicciano, interrogativi sul futuro, ricordi, lettere, discussioni, incidenti... o anche nulla.
Per alcuni giorni d'estate in Normandia, mentre si ciondola, si ricama e si leggono libri, un bacio increspa i due mondi di due ragazzi, a cui, di solito, nessuno presta molta attenzione.
... e gli altri non stanno solo a guardare.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorelle Jarjeyes, Victor Clemente Girodelle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di chiunque possieda diritti su Lady Oscar, la serie televisiva, i Manga, il film... e qualunque altra cosa.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

Avvertenze : mi piacerebbe scrivere questa storia con un narratore non onnisciente: sa quanto ne sapete voi, o poco più. I personaggi e la loro storia vengono narrati da loro stessi, se possibile con pensieri o dialoghi o pezzi di lettere, traduzioni, compiti... vedremo.

So che questo rende la storia meno facile da seguire, ma è più simile alla vita reale: se traslocate in un condominio nuovo i vostri vicini li conoscerete "a pezzettini" ma non verranno certo da voi con in mano un curriculum... sentirete che parlano di Elisabetta, ma non saprete se è il gatto, la figlia, la nipote... dove sono stati in vacanza l'anno prima, che lavoro fanno...
Ovviamente se ci saranno nelle review delle domande esplicite, cercherò di fare in modo che i personaggi diano la risposta nel capitolo successivo. Ma questo non sarà un racconto epico: solo una storia di dettagli.

Spiego solo due cose per chi deve farsi i conti sulla storia: il nonno di Danielle è nato verso la fine del 1600, suo padre ha una 20ina di anni più di lui: tutti e due hanno vissuto, chi nella giovinezza, chi nell'infanzia e poi a seguire, un certo periodo storico che ha caratterizzato alcune loro scelte ed alcune loro amicizie. Gli avvenimenti di allora non contano più politicamente nel presente in cui abita Danielle, ma il nonno ha narrato la sua visione della vita al figlio ed alla nipote, sicuramente influenzandole.

I Girodelle hanno partecipato secoli prima alle guerre di religione, ma dalla parte sbagliata: le mura dei castelli di famiglia sono state abbattute a suo tempo. Hanno preso anche loro delle decisioni, hanno sposato donne che non le condividevano, etc etc... Hanno anche loro vecchi rancori su questioni che politicamente oramai non contano più. Il Vecchio (un personaggio che apparirà nella storia) è vecchio, lo è per la sua epoca e lo è per la nostra. In una certa epoca era un ragazzino, ma c'era ed ha i suoi bei rancori pure lui.
Conoscere i dettagli non è rilevante - diciamo che la eventuale "guerra" è finita da un pezzo, ma ognuno ricorda, eredita ricordi ingombranti, e ci sono cose che è bene che restino ben chiuse nei propri pensieri, serrate come il Vaso di Pandora.

Avvertenze 2: la storia è anche il pretesto per parlare di un'altra fanfic, secondo me molto bella... The dragon and the rose di queenjane.

Girodelle e Danielle leggono questo "libro" e lo commentano. Il commento non occupa mai il il 100% del capitolo, non avviene in ogni capitolo, e spesso verrà legato a quello che i personaggi pensano dei casi loro, vedendo parallelismi ed opposizioni. La storia fila anche senza aver letto quella fanfiction: in fondo in Harry Potter, per tutta la saga Hermione cita /discute di Hogwarts a History, libro che non esiste, ma nessuno ha interrotto la lettura dei libri (che io sappia) perché JKR non era sufficientemente chiara.
Io non sono JKR, questo non è Harry Potter, ma l'impasse di citare una fanfiction penso sia superabile: avete pure un vantaggio... la storia citata la potete leggere.

Avvertenze 3: come nel film della Coppola la Regina gioca al Gioco dei Personaggi, così Danielle e Girodelle giocano al Gioco del Libro.

Si fa per scherzare e divertirsi, ovviamente.

Lei gli racconta una trama per sommi capi e vede in quanto tempo lui indovina di che libro si sta parlando... Danielle legge libri che ho letto io, per ovvi motivi.
Chi legge questa storia può provare ad indovinare e vedere se è più bravo di Girodelle....
Sono per lo più libri che si citano a scuola, su cui si è stati interrogati, che è probabile che si abbiano in casa e di cui, magari, si è visto il film. Sono di vari paesi perché Danielle li ha letti per imparare una lingua... Girodelle la conosce, legge parecchio (invece di esercitarsi con la spada) e di solito alla fine ci coglie.
Non è detto che sui libri la vedano allo stesso modo, però...

Note: ma cosa narra la storia, allora? pezzi di vita di due personaggi minori, che trascorrono un paio di giorni in Normandia, nel'atmosfera senza tempo di una vacanza, facendo cose pigre, e, soprattutto, leggendo e commentando un libro, per loro, galeotto: The dragon and the rose di queenjane.
Al contrario della storia di Giovanna, dove succede veramente di tutto, tra un mare di gente, e in vari luoghi, qui succede molto poco - ma al mare è così: si legge, si sta al sole, si sta all'ombra, si chiacchiera, si pensa, si almanacca, si diventa un pochino ardimentosi senza crederci troppo...

Note2: Danielle è ispirata alla Danielle di Spirito Inquieto di Ninfea Blu.
Dal punto di vista della cronologia: questa storia si colloca subito dopo Siediti accanto a me e lascia andare il mondo.
Il capitolo che stavolta leggeranno è il numero 37.

Dedica: A Giovanna (queenjane) che ha creato Felipe, l'uomo perfetto, che le è scappato dalle mani (secondo me) vivendo di vita propria - anche se pamina lo vorrebbe vedere bloccato su una nave tra i ghiacci a dare la caccia agli orsi bianchi.
Pure André, credo.

Colonna sonora: boh! Danielle è meno in gamba di Oscar, si sa, e molto meno intensa. Eppure... a qualcuno piace.
Direi una cosa leggera, dovesse scegliere Girodelle, probabilmente sceglierebbe questa: Se non ci fosse lei, di Bennato (1992): https://www.youtube.com/watch?v=ong6AfmhVV4

 


Di Estati, Libri, Pasticcini, Dragoni e Rose



1. Di Prigioniere, Principi e Cornicioni 



Se non ci fosse lei
emozioni nessuna
senza i suoi trucchi
i suoi colpi di scena

Se non ci fosse lei
sarebbe senza sale
questa minestra
e allora tanto vale


(Se non ci fosse lei - Bennato)

Danielle stava leggendo sdraiata sul letto a pancia in giù, tutta concentrata, il vestito a maniche corte raccolto intorno al corpo in modo da lasciar libere le gambe dalle ginocchia in giù, che, nude, si muovevano al ritmo dei suoi pensieri. Faceva proprio caldo.
I vetri della finestra erano aperti, per far entrare un po' d'aria, ma gli scuri erano accostati per non far passare la luce del tardo pomeriggio. Eppure, anche così, la stanza era sufficientemente illuminata per leggere.

Per fortuna che il Generale, lontano dalla Corte, era un grande fautore della sobrietà, specialmente per i bambini - storse il naso, "bambini" - niente busto a cono stretto stretto, niente panier - ci mancava solo quello! possibile che il corpo di una donna fosse così brutto da doverlo trasformare? - si era sfilata tutto, le due sottogonne, il petit panier dai fianchi... e poi si era rivestita: solo chemise, corsetto (allentato, per carità), e vestito di lino.
Sfiorò la stoffa leggera tutta orgogliosa: si era ricamata lei la chemise impalpabile, e lei aveva confezionato e cucito i fiocchi sulle maniche e sul seno - che fatica trovare una stoffa delle stesso azzurro del vestito ereditato da una delle sue sorelle. Perché in casa del Generale non si tolleravano sprechi, figuriamoci l'acquisto di abiti da casa che seguissero la moda... 

Chiuse il libro indispettita e si stiracchiò inarcandosi, le mani intorno alle caviglie, un buffo ponte bianco e azzurro; figuriamoci se avesse provato a farlo con il panier! sarebbe morta soffocata a pancia in giù! Avrebbe dovuto stare seduta composta con un cuscino dietro la schiena, a sostenerla.
Quando era rientrata dalla falesia, tutta sorridente, aveva trovato sua sorella di pessimo umore per via degli ospiti inattesi, pronta a ricordare al Generale che lei, proprio lei, sua sorella, non poteva restare a chiacchierare con loro: andava spedita dritta in camera senza cena. Non si ricordava che era stata punita proprio stamattina?

Che cosa vergognosa!

Per fortuna che la loro camera era stata ceduta ai fratelli di Clément, pensò scuotendo la testa. Se avessero dormito insieme questa notte di sicuro avrebbero litigato tutto il tempo. E invece lei voleva solo ricordare il calore del sole sulla pelle, il vento, il rumore delle onde sulla riva, il battito del suo cuore... magari raccontarle come era stato il suo primo bacio... e invece... una cosa inaudita quello che Oscar le aveva fatto! Come se il Generale, che dava punizioni di ogni tipo in continuazione, si potesse ricordare di tutto... probabilmente era per quello che preferiva regolare le faccende con l'immediatezza del frustino, avesse avuto solo un po' più di memoria, sai che pace in casa!

Sua sorella era una sicofante, se mai ne aveva vista una! Sgradevole come uno dei Trenta Tiranni! 

In quel momento sentì i sassolini colpire gli scuri.

"Oscar!" pensò, con un sorriso, "Finalmente la pianti con quel muso!"

Si alzò dal letto, agile e felice.

Che poi, lei, lei la capiva, sua sorella, rifletté magnanima, cercando inutilmente le scarpette, lei voleva fermare il tempo e si illudeva che bastasse il frustino del Generale, così potente da trasformare una donna in un uomo, per bloccarle eternamente nella loro infanzia, e invece no, nemmeno cento frustini potevano tanto.

Il tempo s'era divorato i suoi imperatori romani, uno ad uno, non i pretoriani, o il veleno di mogli e figliastri! Unica vestale rimasta a guardia del fuoco della memoria: il precettore, che odorava di tabacco - bell'affare! 

Arricciò il naso disgustata avvicinandosi scalza alla finestra - l'avrebbe aperta?

Si, avrebbe fatto la pace con quella scema, decise. 

Se il tempo s'era divorato gli imperatori, il tempo avrebbe divorato anche lei. Tanto valeva non sprecarlo.
Aprì gli scuri con un gesto deciso e, si affacciò in punta di piedi, con un sorriso.

A quel punto vide lui, un libro in una mano ed un involto nell'altra, che la guardava con aria ironica. 

Senti inciamparle il cuore.

Poi si chiese dove diavolo avesse ficcato le sue calze di seta. Forse nel secondo cassetto?

 


Pochi minuti dopo, erano tutti e due nella Camera Azzurra, destinata agli ospiti scapoli, seduti sul letto di lui, a gambe incrociate, uno davanti all'altra, in silenzio. L'involto aperto tra di loro.

"Natura Morta. Autore: Victor Clément de Girodelle" disse con un sorriso. Lui le spostò dagli occhi una ciocca sfuggita dallo chignon, con un gesto quasi tenero. 

Questo era un male, riflettè Danielle, addentando golosa una albicocca, lei nella Camera Azzurra, non queste albicocche da gustare a piccoli morsi, per carità, le albicocche erano un bene! 
Il Generale... mah! Danielle aveva il vago sentore che non avrebbe apprezzato che lei se ne stesse lì, su un letto, da sola  con Clément, anche se lei, ufficialmente, sedeva ancora al tavolo dei bambini. 
Con André, il Generale non ci avrebbe visto niente di male, ma con Clément... avrebbe detto cose terribili e fatto sicuramente un gran pasticcio. Soprattutto si sarebbe accorto che non era proprio una bambina e si sarebbe messo in moto per sbarazzarsene, finalmente, con la minor spesa. Rabbrividì. Anche se lei ancora non era... nessuno l'avrebbe voluta senza la certezza che lei poteva... procreare. Sospirò, più tardi era, più a lungo sarebbe stata libera.

Però.

Però, se fosse stato troppo tardi avrebbero pensato che soffriva della malattia delle vergini e prima avrebbero cominciato a salassarle le caviglie e poi l'avrebbero sposata in fretta e furia.
 
Comunque il Generale avrebbe avuto ragione a non irritarsi per André: lei alla falesia, scorrendo la lista delle sue possibili sé, aveva baciato Clément. 
E lui aveva baciato lei.

Avevano chiuso la porta a chiave, tra le risate soffocate, il che era un bene, almeno, lo avessero cercato, lei avrebbe avuto tutto il tempo per svanire per il cornicione.

Il che era un male. Un grosso male. Quasi un disastro!
Perché lei si era sempre sentita quella femminile rispetto ad Oscar, e lo era, eccome se lo era, più femminile anche di tante arroganti mocciose di Versailles come lei, però, se ne rendeva conto, lì in Normandia, faceva cose che erano normalissime crescendo con quei due selvaggi, ma che Raperonzolo non avrebbe mai fatto! Raperonzolo se ne stava rinchiusa nella torre, al massimo gettava la sua lunga treccia ad un innamorato, non girava allegramente per i cornicioni della torre per poi piombare, dalla finestra, nella camera del principe! Altrimenti il principe che ci sarebbe stato a fare? Che scopo avrebbe avuto il principe se Raperonzolo non se ne stava rinchiusa in lacrime? Perché era venuto alla torre?

A portarle frutta e dolce, parrebbe... che tenero...

Mordicchiò con gusto una ciliegia, e leccò avidamente il succo che le macchiava le labbra. Lui rise malizioso, ma non le disse nulla.

Mentre succhiava pensosa la punta delle dita, macchiate di rosso rifletteva: se avessero bussato nella camera in cui ora dormiva lei e non l'avessero trovata, tutti avrebbero saputo che poteva girellare a suo piacere, sgattaiolare in cucina a riprendersi quanto le spettava... la prossima volta l'avrebbero rinchiusa altrove per benino, non sottovalutandola.

No! decise afferrando una sfogliatina, avrebbe portato Clément in camera sua, non c'era altra soluzione! Se qualcuno doveva involarsi per i cornicioni, quello era lui! Quella era decisamente una cosa da uomini - i romanzi gotici su questo erano molto chiari!

Fu lui a precederla, imperturbabile, da finestra a finestra, come se non avesse fatto altro per tutta la vita, elegante come un gatto. 
Il gatto amico della vecchiaia dell'imperatore Augusto, pensò Danielle, ringraziando dentro di sé quel pavone, per tutti quegli aneddoti che le aveva raccontanto sugli imperatori... non li avrebbe mai imparati a memoria altrimenti!

Girodelle entrò per primo in camera di lei, poi si voltò, la prese per la vita, la sollevò e la posò delicatamente sul pavimento. Lentamente, come un passo di danza da provare senza musica.
Eppure lui lo sapeva bene, l'aveva vista saltare dal davanzale della camera blu al pavimento, leggera, solo poco prima, lui lo sapeva che non serviva aiutarla.

Danielle prese dei cuscini e li mise in terra: sul pavimento che odorava di cera lui sarebbe stato più a suo agio, aveva le gambe troppo lunghe per il suo lettino provvisorio... era corto perfino per lei! Segno che il Generale non aveva proprio idea di quanto fosse alta, e, presumibilmente, nemmeno dei suoi anni. 
Meglio.
 
E poi, sorrise maliziosa, lui le avrebbe sicuramente dato la mano per aiutarla ad alzarsi. O la avrebbe sollevata prendendola per la vita. 
E lei glielo avrebbe lasciato fare.

Fu lui che ruppe il silenzio "Cosa stai leggendo adesso?" accennò al libro sul letto.

"Commedia. Ed è tanto bella..."

"Stesso autore dell'altra? "

"Eh si!"

"C'è un balcone?" chiese divertito.

Lei scosse la testa - le piaceva questo gioco che facevano sempre tra di loro: lei gli raccontava una trama ridotta all'osso e lui cercava di indovinare - "Forse, non mi pare, però... se c'è non se lo ricorda nessuno. Ci sono tante persone innamorate..."

"Persone innamorate? Ma davvero?" la prendeva in giro, ma lei non se la prese - sì, era vero, leggeva romanzi d'amore e allora?
"Tante quante? Quattro? Due eleganti e due no?"

"Beh" lei si sedette a gambe incrociate accanto a lui, ringraziando l'assenza del panier, "un lui ama una lei, che però saltella da un amore ad un altro e infine si invaghisce di una lei che sembra un lui e poi amerà un lui che somiglia a quella lei, la seconda, che a sua volta ama, non riamata, il primo lui..." finì di sistemare la gonna, che sembrava la corolla di un fiore mai visto, e lui le lanciò uno sguardo di approvazione "e poi c'è un altro lui che ama la prima lei, ma non conta. E ce ne sono altri due, ma questi si regolano tra di loro."

"Sembra un pettegolezzo di Versailles" scherzò Girodelle, ma lei annuì rattristata.

"Sì, solo che a Versailles si parlerebbe pure di soldi..." Danielle addentò un ultimo pezzetto di frutta e sorrise al ragazzo con gratitudine "queste albicocche sono proprio buone! Nella storia soffrono tutti terribilmente, come se l'amore fosse una malattia, si disperano come se fosse peggio che morire, ma poi cambiano in fretta l'oggetto del loro amore, con quello disponibile al momento."

"Il matrimonio di Lauzun?" Girodelle chiese serio alzando un sopracciglio.

Lei rise, "No, sul serio, è davvero triste."

"Non approvi che non siano costanti?" le sfiorò distrattamente il braccio con l'indice, inseguendo la pelle di lei, là dove confinava con il pizzo della finte maniche annodate su quelle della chemise - lei fu conscia di ogni istante di quel lento percorso. 

"No! Almeno in un libro, dove lo sforzo è tutto dell'autore, la gente si potrebbe sforzare di non cambiare amore più in fretta di come cambia vestito." rispose decisa.

"Sono in una foresta?" lui aveva cambiato argomento, registrò lei, un pochino rattristata.

"No."

"Uno dei personaggi ricorda Monsieur Oscar?"

"Un pochino" era esitante, "ma io spero tanto di no... lei porta i messaggi d'amore dell'uomo che lei ama alla donna amata da lui... è una cosa... brutale"

"Esagerata..." Girodelle si chinò e le sussurrò all'orecchio un titolo; lei annuì, trattenendo il fiato per il calore che sentiva passare dalla pelle di lui a lei, come una vampa "Bravo." si scostò arrossendo, improvvisamente timida.

"E' vero, è molto bella, ma non è triste, è molto divertente, piuttosto." lui era perplesso, la stava osservando intento, ma lei evitava i suoi occhi.

Poi Danielle scosse la testa, non era convinta, ma non voleva discutere, probabilmente non avrebbe capito che cosa secondo lei mancava a Viola per farla felice come meritava, "Passiamo alla cose serie, " disse, "Felipe?" 

"Se vuoi resto ancora un pochino e leggiamo insieme" la guardò assorto "leggiamo e basta." 

Lei annuì - era la casa del Generale, ospite ed ospitato, un atto sacro, pensò, l'ospite non avrebbe baciato la figlia dell'ospite sotto il suo tetto, di sua iniziativa. E forse nemmeno se Raperonzolo si fosse mostrata - inaudito! - un pochino scostumata.

Girodelle sorrise e le allungò il libro. "Comincia tu."

 


"Pensi ancora che per lei sia solo curiosità?" chiese lei inarcando la schiena, dopo un po', arrivata a metà del capitolo.

"No, c'è anche uno spirito di rivalsa... quando c'è la frase sul tu puoi scegliere e lui le chiede se ha detto qualcosa di sbagliato..."

Danielle corrugò la fronte "Beh ma se lei sente che c'è una possibilità che lei non ha, per irrigidirisi deve essere una possibilità a cui tiene, c'è un desiderio dietro, non solo un limite."

"Forse desiderio c'è, ma non per lui; è l'idea, in generale, di avere un limite, che la infastidisce."

"Clément, io non posso volare, è un limite, ma non mi irrigidisco se me lo ricordano. E' un limite che lei vuole poter superare."

"Forse," le concesse, "ma non per lui."

"Forse." gli concesse, "lui invece è preso."

"Lui non è preso, è perso, talmente perso che le fa capire che vorrebbe sposarsi con una con cui avere qualcosa in comune, e che quello conta per lui, più della dote e della bellezza. E nessuna donna potrà avere più cose in comune rispetto a lei, che è anche un uomo."

"Non avrebbe dovuto dirlo?" si allungò verso di lui perplessa, guardandolo in viso.

"In generale no, chi si innamora farebbe meglio a non raccontarlo in giro e ad aspettare con pazienza che gli passi!"

"Clément! Sii serio!" gli diede un colpetto sul ginocchio, irritata.

"Sono serio. Il padre di lei non avrebbe mai dato il consenso e lui lo sa... forse è perché Felipe è un bastardo, forse perché è un figlio illegittimo del marito di sua figlia e lui si sente offeso di riflesso, forse perché di maschi in casa Fuentes ce ne sono tre, tutti vivi, mentre, nella casa di lui... solo femmine inutili. Lui dalla prima moglie, amatissima, ne aveva avuti tre, ma sono tutti morti e prova rabbia... o forse sarebbe contrario perché ha deciso che lei non si deve sposare... il motivo alla fine non conta:  lei vive in Francia e in Francia funziona così. Punto.
Le famiglie sono clan e devono rispettare delle regole, i membri non devono mai pensare a cosa li renderebbe davvero felici, come individui; lei per prima è entusiasta di fare quanto le è stato chiesto... non farebbe giri su stessa solo per lui. Non a quell'età almeno."

"E' diverso altrove?"

"In Inghilterra, il paese di mia madre, il consenso della famiglia è necessario fino ai 21 anni, poi basta. Ovviamente ci sono tanti modi per forzare una persona, una principessa non sposa mai un ciabattino, non è un caso, ma l'idea è di un matrimonio... in cui i due si sono scelti... ed è interessante."

"Interessante?"

"L'idea di corteggiare ed essere corteggiati per... ma in Francia non è possibile. Il cuore delle ragazze è un soldatino."

Lei fece cenno di aver capito - conosceva bene la madre di Clément. Quindi lui avrebbe sposato una ragazza inglese, dopo averla corteggiata? Andava a Londra per quello? Per dare una prima occhiata? Ma non glielo chiese.

 "In ogni caso, Felipe sa già la risposta, perchè fare la domanda, quindi?" finì Girodelle, scrollando le spalle.

"Perché è leale come un pirata, e le lancia un indizio su ciò che lui vuole e su cosa lei significhi... lei è bellissima non solo in modo oggettivo, ma anche perché è uguale a lui! E' come una porta che gira su dei cardini... i cardini sono quelli giusti!"

"I cardini? Sono i cardini giusti per lui, ma per lei no! E i cardini non sono cardini e nemmeno incastri, se non coincidono. E poi è qualche anno che non la vede, che ne sa Felipe dei suoi cardini? C'è anche quell'altro che sta sempre insieme a lei, e che sicuramente le vuole bene... non sto parlando di amore, ma fanno tanto insieme: nel tempo lei girerà sui cardini di quell'altro, se non ci danno un taglio in fretta. Felipe è perso e basta, non sa quello che dice e lo sa."

"Lo sa?"

"Lo sa, infatti pensa che se fosse saggio le girerebbe al largo, lo sa come andrà a finire, che lei non pensa davvero a lui..."

"Andiamo avanti!" tagliò corto la ragazza, sconsolata. "Tu uccidi tutte le mie illusioni!"

"E' solo un libro..."

Lessero fino alla fine, Danielle man mano sempre più scarlatta per l'imbarazzo: non si aspettava che si parlasse di bordelli e... les fleurs.

"Domande?" chiese Girodelle cortese.

Lei scosse la testa senza guardarlo. "Lei, qualunque cosa abbia detto, non è detto che sia quello che lei pensa. Lo dice che quello che pensa lo tiene per sé. Per cui tutto quello che ha detto all'inizio del capitolo non conta per davvero... E' confusa."

"Non su quello che vuole che lui sia per lei: un esperimento. Andrebbe benissimo anche l'altro: ce l'ha sempre in casa, disponibile, le deve obbedienza, non può pretendere nulla da lei, e, soprattutto, terrebbe il segreto, ma per qualche motivo questo la mette in imbarazzo.
Meglio per Felipe, comunque!"

"E' orribile detto così, sai?"

"E' una cosa naturale, invece... sperimentare... per chiunque. Per lei anche di più: se fosse davvero un maschio potrebbe andare in un luogo apposito e togliersi il pensiero. Lo dice anche lei, quando parla dei bordelli... Ma un luogo apposta per lei non c'è."

Danielle lo guardò timida... "... chez les filles, vuoi dire?"

Girodelle alzò le spalle. "A Londra, dove la prostituzione non è illegale, una donna su cinque fa quello per vivere, vogliamo fingere che solo pochi uomini... e tutti gli altri casti? O fedeli? Quanto a Versailles, ci vivi, mi pare..."

Lei ammutolì, imbarazzata, avrebbe voluto chiedergli se anche lui, per caso, con suo padre, con quella sua risata bassa, che la trattava con indulgenza quasi come faceva con sua figlia, o coi suoi fratelli, che l'avevano conosciuta quando era più piccola, ma non poteva. 


"Perché ti piace Felipe?" le chiese brusco Girodelle.

"Perché si è cercato una sua strada e l'ha trovata: è stato in gamba. E poi perché con lei è... non la forza, le vuole bene, la rispetta e la lascia libera di fare ciò che vuole, anche se quello che lei vuole, che crede di volere, non è quello che vorrebbe lui..."

"Secondo me sarà più che soddisfatto di quello che vuole lei, credimi. Non credo sia così perfetto."

Lei non disse nulla, Clément, secondo lei, non avrebbe capito perché lei si dispiaceva per la Viola del suo libro, che aveva amato Orsino per tutta la commedia, e veniva chiesta in sposa da lui in tre minuti, solo perché era giunto il momento e intorno si stavano sposando tutti.

 

D'impulso gli chiese cosa volesse fare l'indomani. Voleva venire con lei ad una festa di paese? era per la protezione dei naufraghi.
Lei ci andava ogni anno... con André di solito... Avrebbero scelto la ragazza più bella per la processione - votavano solo i ragazzi, c'erano i pegni, i ciottoli levigati dal mare... erano belli.
Non potevano restare per i balli, dovevano tornare, ma nessuno ci avrebbe fatto caso.
Solo... non doveva vestirsi da... aristocratico, sarebbe stato fuori posto. Lui sorrise.
Lei si chiese se quel pavone avesse mai avuto in vita sua un vestito di seconda mano e come sarebbe stato vestito come André.
Carino come André, decise. Ma non glielo disse - tanto, se non era sciocco, di essere carino lo sapeva.
Prima magari andavano alla falesia - lei si sarebbe cambiata lì - e avrebbero letto ancora un capitolo insieme. Se voleva. 

Voleva?

"Con Grandier?" chiese educatamente lui."Visto che di solito vai con lui... Monsieur Oscar di solito non viene con voi due? O andate da soli?"

No, Oscar non ci era mai venuta... solo lei ed André.

Ah.

Se lui voleva, se ci teneva tanto, potevano andare con Oscar ed André, ma alla sera (se quei due volevano, Oscar e i balli... mah!).
Di giorno no.

"Perché?"

"Perché lei è una sicofante, e poi perché pensavo fosse lei prima... coi sassolini!" lui la guardò sorpreso, "io l'avrei fatto, sai? non è forza di carattere tagliare fuori le persone per una sciocchezza, è solo brutto carattere... e invece... lei..."

"Delusa? Che fossi solo io intendo?"

"Scherzi?" Lo stupore sincero negli occhi di lei doveva avergli fatto tenerezza, perché le toccò affettuoso la punta del naso "se ti fa piacere... ma a cosa mi stai invitando con esattezza? Ad una processione e ad una Messa?"

Lei lo guardò - lo sai cosa ti sto chiedendo vero? pensò, Non è diverso che sgattaiolare insieme per Versailles, ma il prossimo anno, è probabile, non te lo potrò più chiedere. Non me lo potrai chiedere tu. Non potremo giocare a far finta di essere grandi perché lo saremo. Tu già lo sei. Te ne vai pure a Londra!
Il prossimo anno, o tra due, massimo tre, ci dovranno essere i tuoi fratelli, forse una cameriera, forse tuo padre o il Generale. Forse tua madre con tua sorella, mia madre... non lo so - è troppo svagata e non si fiderebbero. Forse.

Oscar... figuriamoci! Come essere in carcere...

Potrai solo sfiorarmi le dita casualmente. 

E probabilmente nemmeno ti importerà.

O, pensò rattristata, è possibile che non importerà a me.


Note finali:
1) all'epoca si dava una grande importanza al menarca di una ragazza.
Se si sviluppava troppo presto lo si considerava un problema.
Se tardava idem.

La "malattia delle vergini" in Inghilterra si chiamava greensickness ed era una forma di anemia, accompagnata da amenorrea.

Uno dei "rimedi" per un menarca elusivo erano purghe (potevano mancare?) e il salasso della caviglia.
Ma il rimedio principale era appunto il matrimonio: la ragazza andava sposata in fretta sperando che il sesso matrimoniale compisse il miracolo.

2) cosa sta leggendo Danielle? Ci sono Viola e Orsino che alla fine si sposano...
Ma cosa stava leggendo in Siediti accanto a me e lascia andare il mondo? La Bisbetica Domata.

   
 
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