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Rincorrere l'Avatar in giro per il mondo si era rivelato più difficile di quel che Katara si era aspettata. Non perché l'Avatar fosse il grande Dominatore che tutti le avevano fatto credere, ma a causa dei suoi amici. I due dominatori del fuoco che viaggiavano con lui erano stati una vera spina nel fianco, soprattutto il ragazzo – Zuko.

Katara strinse i pugni sulla mappa aperta davanti a sé. Anche solo pensare a lui la innervosiva. Quel sorrisetto che le riservava ogni volta che riuscivano a sfuggirle da sotto il naso la mandava fuori di testa. Se non fosse stato per la sua abilità nel dominio del fuoco, a quest'ora avrebbe già consegnato il ragazzino Avatar a suo padre, lasciando quel pesce lesso di suo fratello a bocca aperta.

La voce della guardia dietro di lei la fece sobbalzare, riportandola alla realtà. “Li abbiamo raggiunti, ci prepariamo ad attaccare.”

Katara annuì, acconsentendo all'attacco contro quei ragazzini in groppa al bisonte.

Uscì sul ponte della nave con il marchio della Tribù dell'Acqua, seguita dalle guardie vestite di blu. Sopra la sua testa, la squadra dell'Avatar cercava di seminarli, ma senza successo.

Dominando una lingua d'acqua dall'oceano, Katara colpì il grosso animale su cui viaggiavano, facendoli sbandare.

Il fuoco arrivò in risposta all'istante, scaldando l'aria intorno a lei e rendendo difficile respirare. Ricambiò l'attacco di Azula, che fu subito messa a tacere dalle sue guardie – il suo obiettivo era Aang.

L'acqua la portò all'altezza del bisonte e Katara si trovò faccia a faccia con l'altro dominatore del fuoco. Zuko le sorrise con quel suo maledetto sorrisetto impertinente, lei gli sorrise di rimando, colpendolo con un'onda di impressionanti dimensioni. I capelli di Zuko si bagnarono, ma nulla di più, stava ancora sorridendo. Cercò di colpirla svariate volte, esibendo complicate coreografie che gli permettevano di emanare fuoco anche dai piedi, lei lo scansò e colpì a sua volta, centrandolo finalmente in pieno petto. Il corpo del ragazzo cadde al di fuori della sella e precipitò per diversi metri verso l'acqua.

Prima che si rendesse conto di quello che stava facendo, Katara si ritrovò a stringergli il polso, evitandogli l'impatto. Lui la guardò stupito, almeno quanto lo era lei.

Lo tenne stretto per qualche secondo, ipnotizzata dai suoi occhi ambrati, prima di allentare la presa. Poteva liberarsi della principale causa dei suoi fallimenti nel catturare l'Avatar, doveva solo aprire la mano e lasciarlo annegare.

Ma quell'attimo di esitazione – perso a scrutare quegli occhi dorati – le costò tutto il piano.

Zuko venne tirato di nuovo in groppo al bisonte volante e lei non poté far altro che osservarlo sorridere.

Tornò sulla nave, sconfitta ancora una volta, ma era piuttosto sicura che non sarebbe stata quella la cosa che l'avrebbe tenuta sveglia, quella notte, bensì un paio di occhi del colore della Luna Grande.


 

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[La Luna Grande è quel fenomeno per cui la luna si trova ad una certa distanza dalla Terra, sembrando più grande e luminosa, diventando di un giallo acceso.]