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Autore: GipsySoul    22/07/2015    1 recensioni
Un’immagine suggestiva, dolcetti francesi, musica e una bambina che tenta inutilmente di rinnegare la sua fantasia si amalgamano insieme sullo sfondo di una Parigi autunnale.
Niente amori struggenti o epiche battaglie: sono le realtà e gli incontri più semplici a suscitare le emozioni più intense.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HANG

Capitolo I
 

Aperte virgolette.
Sinfonia di contrari
Chiuse virgolette.

La nebbia si era raccolta con indifferenza fino a creare una cappa perlacea e umida attorno ad un solitario cipresso che sembrava essere nato, per caso, in mezzo al nulla.
Le gambe bellamente incrociate e il mento appoggiato al palmo destro, la figura seduta sulle radici dell’albero poteva sembrare un’insolita scultura tanto era immobile, ma se mai avesse alzato la testa si sarebbe stupita di quanto fosse densa l’atmosfera che la circondava: la sagoma sinuosa del cipresso si intravedeva per poche spanne e i raggi del sole, se mai esisteva ancora un sole lassù, si erano arresi a raggiungere l’erba di quella radura.
Ma Luba non avrebbe alzato la testa.
Oh, no.
D’altronde era lei la causa di quella nebbia e più il suo umore peggiorava, più percepiva le goccioline d’acqua farsi pesanti. La maschera neutra che era costretta a indossare quando si addentrava nel mondo dei mortali non faceva altro che soffocarla e infastidirla, perciò, a che serviva alzare la testa se aveva piena consapevolezza del proprio nervosismo?
Finalmente, congelata in quella scomoda posizione, in apparente bilico tra la noia e una crisi isterica, Luba vide una minuscola luce fluttuare in lontananza, disegnando nell’aria complesse volute, e si stupì quando distinse il profilo di una farfalla infuocata combattere contro l’umidità per non spegnersi e poterla raggiungere.
“Piccola, debole figlia di un gioco infantile.” pensò, appena la vide morire di fronte a sé.
“Ti è piaciuta?” esordì una voce alle sue spalle, senza preamboli o timidezza. Un’altra maschera bianca si era seduta alle radici del cipresso, le gambe bellamente incrociate e il mento appoggiato al palmo sinistro.
“Ti è piaciuta?” chiese ancora, ma Luba, scocciata, rispose con un’altra domanda.
“Come hai fatto a trovarmi, Rhue?”
“Che domande! Vieni sempre qui dopo che litighiamo!”
“Non è vero.”
“Hai ragione. A volte ti nascondi nel querceto a qualche miglio da qui… devi ammettere di non aver molta originalità, cara mia.” sibilò Rhue mentre un’altra farfalla nasceva dalle sue mani, che crepitavano come tizzoni accesi.
“Smettila di giocare!” sbottò Luba.
“E tu smettila di tenermi il broncio. Non è colpa mia se a volte perdo il controllo e incenerisco qualcosa…”
“Vorrei sottolineare che stavolta quel qualcosa erano i miei capelli. Hai bruciato i miei capelli!”
“Solo qualche cioccia…” precisò lui, soffiando via la sua creazione: era ancora più bella della precedente tanto che, per un attimo, lo stesso Rhue si incantò a fissarla, mentre volava via, fermamente convinto che questa volta la nebbia non l’avrebbe soffocata.
Luba sospirò rassegnata quando le braccia del fratello le circondarono la vita: quante volte le loro futili discussioni terminavano così, in un abbraccio tanto strano a descriversi quanto impossibile a spiegarsi, nel quale Rhue chiedeva silenziosamente perdono per qualsiasi disastro avesse combinato e lei si arrendeva nel gradevole tepore di quelle sincere scuse.
Se qualcuno fosse passato di lì in quel momento, nei pressi di quel cipresso solitario nato in mezzo al nulla, si sarebbe stupito dell’affascinante spettacolo che avvolgeva i due ragazzi: non avevano più forme umane e i loro corpi, mutati in lingue di fuoco e nastri d’acqua danzavano nella coltre grigia in cui erano immersi, fusi insieme come pennellate di colore sulla tela di un pittore visionario.
Un pittore visionario…

Aperta parentesi.
Numero 4
Chiusa parentesi.



Ndr
Non è nata come una storia a capitoli ma mi sono accorta che potrebbe essere divertente dividerla!
Non svelo altro...altrimenti vi rovino la sorpresa

  
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