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Autore: Eco_90    22/07/2015    0 recensioni
Seguito di "Mo anam cara" Storie di spiriti, amori perduti e sogni infranti poi ricostruiti.
Dal testo:
"Aveva del lavoro da fare, lavoro normale: era la segretaria di una dottoressa. Ormai era quella la sua vita, non c'era più spazio per le nottate insonni al freddo solo per convincere un paio di presenze a sloggiare. Già, non c'era più tempo per quelle cavolate."
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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È piccolino, però mi piace, per questo mi è venuta voglia di pubblicarlo subito. Non so se per voi sarà lo stesso, ma devo ammettere che ad un certo punto, mentre scrivevo, mi sono emozionata! Devo dirvi però che questo sarà uno degli ultimissimi capitoli della mia piccola storia.... che cosa triste... però è anche ora che la smetta di tormentare i miei piccoli protagonisti... Comunque riflessioni a parte io vi lascio alla lettura del capitolo, spero che possa piacervi! Un bacione!









  Appena entrati nel pub, avevano sentito i loro muscoli rilassarsi. L’aria calda del locale li aveva subito fatti sentire meglio.
Presero  posto vicino ad una finestra dai vetri colorati: Il rosso e il verde risplendevano, riflettendosi di tanto in tanto sul loro tavolo, grazie ai fiochi raggi del sole, che riuscivano a trafiggere le grandi nuvole cariche di acqua. I due non avevano ancora ricominciato a parlare, avevano aperto bocca solo per ordinare del tè e della cioccolata calda.
La cameriera arrivò, portando con sé le bevande calde e poggiando lo scontrino al bordo del tavolo, per poi lasciarli al loro gioco del silenzio.
-Certo che tu non sai cosa voglia dire la parola “dieta”. - sbuffò Billy, guardando la cioccolata fumante che Kelly aveva davanti a sé. Effettivamente non era proprio un alimento leggero: il bordo della tazza era completamente ricoperto di panna montata sormontata da piccoli marshmallow colorati, il tutto accompagnato da sciroppo al cioccolato. Kelly fissò la sua tazza con un moto d’orgoglio, poi fissò il suo sguardo, disgustato, in quello del ragazzo.
-Non ho mai detto di essere a dieta. - sputò con fare stizzito. –Se cerchi la compagnia di un’anoressica dovresti provare a tornare da Lory. A proposito, come sta?- si stupì del suo tono, era più maligno e acido di quanto avrebbe voluto.
-Starà sicuramente bene. - le rispose lui, senza scomporsi. Sapeva che quando Kelly si sentiva attaccata allora, attaccava a sua volta; era come un serpente velenoso, sempre pronto a scattare, per ucciderti.
-Vuoi proprio parlare di lei?- la domanda gli uscì spontanea… non aveva rimandato il suo volo per continuare a litigare, anche se sapeva che Kelly non sarebbe arretrata neanche di un millimetro. Voleva lottare e quello avrebbero fatto per il resto del tempo.
-Dovrei voler parlare del fatto che sei scappato senza dire nulla?-
-Da che pulpito. - la stuzzicò lui. A quel punto la ragazza parve infervorarsi ancora di più. Gli occhi iniziarono a brillarle di una luce masochista che non prometteva per niente bene.
-Scusa, non avrei dovuto. - Billy cercò di rimediare subito, ma sapeva che il danno era fatto.
-Si, figurati. Per quanto ancora vorrai rinfacciarmelo?- chiese lei con tono scocciato. Era più calma del previsto, e questo preoccupò ancora di più il ragazzo.
-Non avrei neanche voluto dirlo, ma tu vuoi litigare, si vede. Quindi forza… divertiti. - il riccio si scostò dal tavolo con un gesto plateale, alzando di qualche tono la voce. Era contrariato dal solito comportamento infantile della ragazza, ogni volta lo portava all’esasperazione senza neanche impegnarsi troppo.
-Non voglio litigare. Non voglio niente da te. La domanda giusta è: cosa vuoi tu da me?-
Kelly aveva colpito nel segno, certo non era proprio vero ciò che aveva detto, o almeno non tutto. Lei non voleva litigare, questo era vero… il resto l’aveva detto solo per fare scena. Si stampò in faccia una maschera di superiorità, che stonava terribilmente col tumulto che la stava squassando dentro, cercando di guardarlo senza farsi incatenare dai suoi occhi.
-Io vorrei che tutto tornasse come prima.- sospirò lui, più a se stesso che per rispondere a lei.
Kelly spiazzata, si ritrovò a mordicchiarsi l’interno della bocca, non sapeva proprio come replicare. Certo, la faceva facile lui, ormai i danni erano fatti, non si poteva cancellare tutto e fare finta di nulla. Non era come da bambini quando bastavano un paio di mignoli per rimettere tutto a posto. Sentì il sapore ferroso del sangue farsi largo nella bocca, e capì di aver esagerato nel mordicchiarne l’interno. Represse una smorfia di dolore, fingendo un ritrovato interesse per la tazza stracolma di cioccolato bollente.
-A te le cose vanno bene così?- proseguì Billy a mezza voce.
I suoi occhi saettarono sul volto del ragazzo, senza soffermarsi troppo su nessuna cosa in particolare, era indignata dalle sue parole, ma ancora non sapeva come replicare.
Si fece coraggio solo quando, dopo svariati minuti, lo vide riaprire la bocca per partire in quarta.
-Senti, non so per chi mi hai preso, ma credevo che mi conoscessi un minimo. Come puoi solo pensare che con tutto quello che mi hai fatto provare, e quello che abbiamo passato insieme le cose possano andarmi bene così come sono ora?- detto ciò si portò la tazza alle labbra per prendere un lungo sorso di cioccolato.
Il calore che si sprigionò nel suo stomaco la fece rilassare ancora un po’, certo quella conversazione non era delle più facili, ma aveva visto di peggio, poteva affrontarla senza troppi traumi.
Stranamente fuori dal pub il tempo sembrava voler migliorare, cosa strana, tutte le volte che s’incontravano per parlare si verificava un nuovo diluvio universale. Forse avrebbe dovuto prenderlo come un segno!
Billy continuava a osservarla attentamente, e lei sentendosi in imbarazzo iniziò a giocare con lo scontrino, fino a romperlo.
-Ci avrei messo la mano sul fuoco!-
-Uff.- sbuffò Kelly, annoiata dalle parole del riccio. – Piacerebbe anche a me far tornare le cose come prima, come quando mi pedinavi e t’inventavi le scuse più cretine per accompagnarmi a casa e poi imbucarti di prepotenza. - sorrise mesta, mentre la testa vagava fra quei ricordi così dolci da farle male.
Il ragazzo a quelle parole si alzò di scatto, portandosi vicino alla sedia di Kelly, che spaventata da quel suo gesto così improvviso si ritrovò ad alzarsi a sua volta, solo per inciampare nei piedi di Billy e cadere a terra.
-Ouch, ma sei scemo?- gracchio la ragazza massaggiandosi le mani doloranti, per lo scontro con il pavimento
-Forse dovresti guardare dove metti i piedi. - la voce del ragazzo si era fatta più profonda e calda, intiepidita da qualcosa che stava riaffiorando piano, un ricordo!
-Senti tu…- cominciò Kelly, che dal canto suo non si era accorta del cambiamento nel ragazzo. Avrebbe anche continuato la sua frase, se lui non avesse deciso di tirarla su prendendola per le braccia.  –Bi… Billy…- balbetto la ragazza, cerando di rimettere in moto il suo unico neurone, ma sembrava tutto inutile. Gli occhi di quel ragazzo le mandavano sempre in tilt il cervello. Lui la squadrò per qualche secondo, tenendo i loro visi a pochi centimetri di distanza, poi come se niente fosse, la lasciò andare e fece qualche passo indietro, sempre restando in silenzio.
-Billy, sei sicuro di stare bene? Prima ti alzi di botto, come se qualcuno ti avesse messo delle puntine sotto il sedere, poi non parli più. Così mi spaventi!-
Kelly stava quasi per scuoterlo violentemente, quando lui fece qualcosa di inaspettato.
-Piacere, il mio nome è William. Sono il nipote di Ron!- disse allungando una mano, senza mai spostare il suo sguardo da quello di Kelly.
Solo in quel momento il cervello della ragazza parve riattivarsi, almeno quel tanto che bastava per farle arrivare il ricordo agli occhi. Occhi che non riuscirono a evitare che un fastidioso velo umido si frapponesse fra loro e il ragazzo che tanto amavano fissare.
-Sei un cretino!- riuscì a singhiozzare lei, con qualche difficoltà.
Billy mosse la sua mano, esortando Kelly a fare quello che aveva fatto lui.
La ragazza alzò timorosa il palmo verso quello del ragazzo, per poi stringerlo con decisione. Prese un profondo respiro e poi sorrise. –Piacere, io sono Kelly e vedo i fantasmi!-
 
  
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