Questa fiction è stata scritta per il compleanno di Tom (che, se ve lo state chiedendo, era il 31 dicembre) ma tra feste, impegni e storie varie non sono riuscita a finirla in tempo. Ho deciso di postarla oggi perché questo pomeriggio ho l'esame pratico di guida >___< perciò voi siate buoni, fatemi trovare un commentino, così se mi bocciano mi consolerete e, se invece andrà tutto bene, mi renderete ancora più felice! Buona Lettura ^^
SPOILER: E’ il seguito di “Bevanda della Pace per una nuova Alleanza” e,
come quella, non tiene conto del 6° e del 7° libro della Saga.
Effetto Collaterale
Io come un gentiluomo,
E tu come una sposa.
Mentre fuori dalla finestra
Si alza in volo soltanto la polvere.
C'è aria di tempesta!
Sarà che noi due siamo di un altro
Lontanissimo pianeta.
Ma il mondo da qui sembra soltanto
Una botola segreta.
Tutti vogliono tutto, per poi accorgersi
Che è niente.
Noi non faremo come l'altra gente...*
Nel Mondo Magico imperversava il caos, la gente evitava di uscire di casa il
più possibile e, se proprio era costretta a farlo, camminava guardandosi
attorno con diffidenza, dubitando di chiunque persino degli amici. Tuttavia in
un luogo regnava la pace assoluta... Malfoy Manor
sotto la candida coltre invernale sembrava un paesaggio da cartolina, in
lontananza l’antica villa pareva una miniatura di quelle contenute nelle sfere
di vetro e ricoperte di finta neve. Dalle finestre si scorgeva la luce calda
delle stanze ed all’interno di una di esse…
-Cos’è questa?- due occhi d’onice scrutarono
interrogativamente il ragazzo al suo fianco.
Harry inarcò un sopracciglio: -Esattamente quello che sembra,
Tom: una torta di compleanno- rispose pacatamente.
Il Signore Oscuro fulminò il compagno con un’occhiataccia –E perché, di
grazia?- domandò, constatando tra sé che forse non fosse il caso di punirlo per
la sua arroganza prendendolo lì, sul tavolo della sala da pranzo…ci sarebbe
stato tempo più tardi.
-Per il compleanno di Edwige, sai se lo merita proprio- ironizzò il
ragazzo, riferendosi alla propria amata civetta.
-La tua vena petulante è più spiccata del solito. A
cosa devo un tale onore, mio Principe?- ribatté l’altro nel medesimo tono.
-Non mi piace svegliarmi da solo nel nostro letto, mio Signore-
spiegò, premurandosi di marcare bene il concetto basilare.
-Avevo un’importante questione di cui discutere con Lucius
e poi non ti ho lasciato solo- Riddle ghignò,
intrecciando le dita affusolate delle proprie mani e posandole sulle stomaco.
-Per quanto gradisca la compagnia di Nagini, avrei di
gran lunga preferito svegliarmi accanto a te…e sono anche curioso di sapere
cosa dovevi discutere con Lucius in mia assenza-
la replica tagliente arrivò immediata.
-Niente di grave mio Principe, per questo non ho
voluto svegliarti, inoltre so quanto tu sia poco lucido al mattino...- lo
sbeffeggiò.
-Lo sarei molto di più se passassi la notte a dormire- stavolta l’occhiata
truce provenne da due iridi di giada.
-Torniamo al punto, Harry, vuoi? Perché questa torta?- tagliò corto il Mago
Oscuro più potente di tutti i tempi.
Il moretto sospirò esasperato: -Per te, Tom. E’ il tuo compleanno-
-Non era necessario- rispose questi lapidario –Non
l'ho mai festeggiato-
-Perché?- chiese Potter, con il presentimento di conoscere già la risposta.
-Lo sai bene il perché- era cresciuto in un
orfanotrofio, dato che sua madre era morta dandolo alla luce. Proprio non
vedeva cosa ci fosse da celebrare.
-Fallo per me, allora- propose il suo giovane amante, guadagnandosi un nuovo
sguardo perplesso –Prima che scoprissi di essere un mago, nessuno si era
mai preoccupato di organizzare qualcosa per la mia festa, perché non conoscevo
nessuno che mi amasse e che fosse felice della mia nascita- s’inginocchiò
davanti alla poltrona su cui era accomodato l’Erede di Serpeverde
e prese una delle sue mani tra le proprie –Festeggia con me questo giorno, Tom,
perché io sono grato a tua madre che ti ha amato al punto di sacrificare la sua
vita, per metterti al mondo e sono grato a te per il semplice fatto che tu
esista e stia rendendo migliore la mia esistenza- concluse, posando un
bacio sul suo palmo.
Quello era uno dei momenti in cui Tom si rendeva conto di quanto fossero
cambiati, entrambi. Un tempo Lord Voldemort avrebbe
deriso quelle parole considerandole insulse, perché l’amore era per i deboli.
Ma come non leggere la sincerità negli occhi del compagno? Probabilmente
sarebbe rimasto sempre attonito di fronte alla purezza di cui era rivestito
quel ragazzo. Erano così simili ed, al contempo, così diversi.
Vedeva benissimo quanto il suo Principe Oscuro fosse mutato in quei pochi
mesi. A partire dal suo modo di vestire, del tutto somigliante a quello del
padrino, con quelle sensuali camicie di raso ed i pantaloni di pelle di drago
che enfatizzavano la sua figura sottile, fino ad arrivare alla maschera fredda
ed impenetrabile che aveva imparato a portare in pubblico. Si stava occupando
lui stesso di terminare la sua istruzione magica e non avrebbe potuto
desiderare alunno migliore, Harry era affascinato da ogni cosa che gli
mostrava.
Ancora meglio, però, avvertiva il cambiamento in sé stesso...
infatti, da quando il giovane Potter gli era accanto, aveva cominciato a
rendersi conto di quanto fosse manchevole e di quanto il compagno, sotto
molti aspetti, fosse più maturo di lui.
In quel momento si chiese se questo fosse ciò che chiamavano “amore” o
semplicemente l’effetto collaterale della loro alleanza. Ciò che sapeva
per certo era che stringere quel patto era stata la scelta migliore della sua
vita e che, prima d’ora, nessuno gli aveva mai parlato in quel modo,
interessandosi a lui come persona e non solo come fonte di dominio.
Incorniciò il volto delicato del giovane tra le proprie mani e posò un lieve
bacio sulle sue labbra morbide: -D’accordo, lo farò per te e solo CON te-
mormorò su di esse, ricevendo in dono un sorriso ed un altro bacio.
Quando il moretto fu nuovamente in piedi, il Serpeverde
domandò: -Dunque, come funziona questa…- fece un gesto svolazzante, ad indicare
prima sé stesso e poi la torta -…cosa?-
-Soffia sulla candelina ed esprimi un desiderio- rispose Potter, come se fosse
ovvio.
-Una sola?- chiese Riddle
per prendere tempo.
-Se avessi dovuto metterle tutte, non sarebbe bastata una torta di sei piani-
lo schernì l’amante –E poi è simbolica, visto che è il primo compleanno che
festeggiamo insieme- aggiunse più dolcemente.
Il Signore Oscuro osservò la fiammella con fare titubante –Merlino, che
sciocchezza…non sono fatto per queste cose, piccolo- ammise infastidito.
-Ti ci abituerai- replicò questi serenamente, con una carezza tra i suoi
capelli ricciuti.
Improvvisamente a Tom fu chiaro il significato implicito di quelle parole, era
solo il primo di una lunga serie e li avrebbero vissuti insieme, sempre.
Per il resto della loro vita. Le sue belle labbra si arcuarono in un sorriso
lieve, intimo e soddisfatto e, senza ulteriori indugi, soffiò sulla piccola
asticella di cera spegnendone la luce.
Il ragazzo batté le mani e poi catturò la sua bocca in un ulteriore bacio,
profondo ed intenso, che strappò ad entrambi il fiato e rubò loro ogni
pensiero: -Buon Compleanno, Tom- sussurrò, mettendo
tra le sue mani una scatolina rivestita di velluto nero.
Riddle la osservò incredulo, riportò lo sguardo sul
compagno per qualche attimo e poi nuovamente su quel presente.
-Qualcosa non va?- lo interrogò il suo Principe.
-Non ho mai ricevuto un regalo- confessò a bassa voce. Era una sensazione strana, ma bella, faceva istintivamente venire voglia di
sorridere e capì immediatamente che, qualunque cosa quell’involucro celasse,
gli sarebbe piaciuta perché era un dono di Harry.
Il moretto si schiarì la voce, imbarazzato e spostò il peso da un piede
all’altro: -Spero ti piaccia...- mormorò, mentre
l’altro si accingeva a scoprire il contenuto del piccolo scrigno.
Adagiato su una fodera di seta verde cupo, vi era un
sottile anello d’argento a forma di serpente, creato per avvolgersi attorno al
dito. Le squame erano realizzate in filigrana e sulla testa del piccolo cobra
campeggiava uno smeraldo. Un oggetto fine, dall’aria antica e preziosa.
Voldemort lo ammirò in silenzio per alcuni attimi.
-So che non ami molto i monili, ma questo non è un comune anello, ha delle
caratteristiche magiche e per questo ho pensato potesse essere di tuo
gusto…- rivelò il Principe Oscuro, sulle spine –E’ possibile incanalare nella
gemma dell’energia magica che ti sia di scorta e persino dei ricordi, come
fosse un Pensatoio e ha un sistema di difesa che non permette ad altri
d’indossarlo- illustrò, facendosi via via più sicuro
vedendo l’interesse dell'amante –Come avrai intuito è
appartenuto a Salazar Serpeverde, probabilmente è
stato lui stesso ad idearlo. Ho scoperto una cosa dopo averlo acquistato, se Sinister ne fosse stato a conoscenza me l’avrebbe fatto
pagare molto di più…- ghignò, poi aggiunse in Serpentese:
-Svegliati Apophis*- con un sibilo sommesso il rettile si animò, alzando
la testolina e rivolgendola verso colui che lo aveva chiamato –Lui è Tom Riddle, il tuo nuovo Padrone- annunciò il ragazzo ed il
serpentello d’argento rivolse all’altro uomo quello
che era palesemente un inchino –Morderà ed avvelenerà chiunque osi
impossessarsene contro il tuo volere- concluse.
-E’ bellissimo- ammise l’Oscuro Signore,
affascinato –Torna a dormire, Apophis- aggiunse nella lingua dei rettili
ed il cobra tornò alla rigida posa iniziale –Grazie- disse infine.
-Posso mettertelo?- chiese Potter, dopo un sonoro sospiro di sollievo.
Riddle annuì, porgendogli la scatola ed il Grifondoro s’inginocchiò nuovamente per infilargli l’anello
al dito. –Stai sbagliando mano...- gli fece
quietamente notare l'altro.
Tra le proprie, Harry, stringeva la sua mano destra. Fece per ribattere
qualcosa, ma poi preferì evitare e prendere invece la sinistra, su cui vanno i
pegni d’amore. La vera d’argento scivolò all’anulare ed il piccolo serpente
s'avvolse intorno alla falange sottile.
Tom accarezzò la guancia dell'amato con il dorso delle dita e posò la fronte
sulla sua: -Dimmelo nuovamente-
-Buon Compleanno, mio Signore- bisbigliò il ragazzo sulle sue labbra,
socchiudendo gli occhi.
-Grazie per essere qui con me, oggi, mio Principe- sorrise il Lord.
FINE.
*La frase d’introduzione è tratta da una bellissima canzone di Renato Zero, “I Migliori Anni della Nostra Vita”.
*Apopi (o Apep, o Apophis), secondo la mitologia egizia, era la divinità del buio e del Caos; è spesso rappresentato con le sembianze di un serpente cobra. Potete trovare tutte le informazioni in merito qui, fonte Wikipedia.