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Autore: telesette    23/07/2015    1 recensioni
Triss pianse commossa, percependo tutto l'affetto di lui in quelle parole, e quasi non sapeva come esprimere tutta l'intensa emozione che provava...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:  

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. 
Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. 
Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso! ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!

 

 

 

***

Arrivederci Triss
immagini tratte da internet

Ora che finalmente la pista per ritrovare Ciri si stava facendo più chiara, Geralt confidava fiducioso di ricongiungersi con la sua pupilla il prima possibile. Le informazioni che Yennefer gli aveva appena spedito, a mezzo corvo, indicavano chiaramente che la "fanciulla dai capelli biondo cenere" era stata vista sfuggire ai neri inseguitori della Caccia Selvaggia proprio in prossimità della grande foresta a meno di un'ora di cavallo da Novigrad.
Non c'era dubbio che fosse Ciri, la descrizione calzava a pennello, non erano certo molte le fanciulle in possesso di lunghe spade da Witcher.
Geralt sapeva che non vi era più tempo per indugiare. Doveva partire subito, prima che la pista tornasse nuovamente fredda, e solo un miracolo poteva sperare di sottrarre Ciri dalle grinfie di quei farabutti. Rutilia era già sellata e pronta per partire e, nel mentre che Geralt si allacciava le fibbie di cuoio dell'armatura, una mano gli carezzò morbidamente la spalla e una voce gli si rivolse piano all'orecchio.

- Hai già preso tutto con te? - gli domandò Triss.

Geralt annuì.
La maga aveva un'espressione insolita in volto, seria come al solito ma insolita, quasi che stesse provando a ricordarsi come versare delle lacrime... Cosa non facile, per lei, dal momento che erano anni che si era imposta di non piangere. Geralt intuì che qualcosa non andava, conosceva Triss troppo bene per non accorgersene, e subito le accarezzò istintivamente la guancia con sincera preoccupazione.

- Triss - mormorò. - Ti senti bene?
- Lo sai che, quando sarà finita, non avrai più un vero motivo per tornare... Questo lo sai, vero?

L'altro trasse un profondo sospiro.
Cosa poteva risponderle, senza mentire spudoratamente?

- Ho fatto una promessa - provò a dire. - Una volta che Ciri sarà al sicuro, non...
- No, Geralt, ho capito - sorrise mestamente Triss. - Tornerai da Yennefer, lo so, ma non è di questo che volevo parlare!
- Mi dispiace - fece l'altro sinceramente dispiaciuto. - Triss, so di procurarti un dolore, anche se non ho mai avuto intenzione di ferirti...
- No, tu no - riconobbe Triss con amarezza. - Sono io che devo chiederti scusa, Geralt, e non so neanche da dove cominciare!
- Chiedermi scusa? - ripeté Geralt stupito.
- Oh, Geralt - gemette Triss, sfiorandogli appena la guancia e la barba irsuta, incapace di trattenere il luccichìo delle lacrime nel fondo degli occhi ambrati e sottili. - Potrai perdonare tutto il mio grande egoismo?
- Non capisco...

Ora Triss stava veramente piangendo.
Geralt la vide mordersi il labbro, come una colpevole senza giustificazioni, eppure non riusciva a comprendere di cosa mai ella stesse parlando. Da che aveva memoria, Triss era sempre stata per lui un'amica preziosa e leale, oltre che amante focosa e passionale, e non ricordava alcun comportamento scorretto da parte sua. A differenza di Yennefer, abituata ai sotterfugi e agli inganni, Triss era infatti molto più aperta e sincera; i suoi sentimenti per Geralt, oltre all'abnegazione, erano la prova di come solo una donna innamorata poteva amare allo stesso modo in cui lei si era detta amarlo più di ogni altra cosa al mondo...
Ma c'era una cosa, una cosa della quale ella si vergognava profondamente, e proprio in virtù di questa cosa Triss sentiva ora il bisogno di chiarire con lui l'intera questione.
Incapace di trattenersi, Triss baciò Geralt con tutta sé stessa. Il Witcher sentì il sapore caldo e morbido delle sue labbra contro le proprie, rispondendo per quanto possibile, finché Triss non si fermò e lo guardò tristemente negli occhi. 

- Io sapevo quanto forte fosse il tuo amore per Yennefer - spiegò. - L'ho sempre saputo e, nonostante tutto, non sono mai riuscita a rassegnarmi all'idea che tu fossi suo! Potevo accettare tutto: essere tua amica, la tua amante, essere tutto quello di cui avevi bisogno pur di starti accanto... Ma non sarei mai stata Yennefer!
- Triss, proprio non capisco, cosa...
- E quando lei è morta, e nessuno era in grado di dire cosa realmente fosse successo, all'improvviso tu eri libero! E' allora che ho dato ascolto al mio più grande egoismo, senza preoccuparmi delle conseguenze, e alla fine ho addirittura "ringraziato" il fatto che tu non avessi quasi più alcuna memoria di lei...

Geralt rifletté attentamente sulle parole di Triss.
In effetti, a parte il fatto che l'affascinante maga dai capelli rossi si era presa cura di lui sempre e comunque, era innegabile come lui ci avesse messo poco a rimpiazzare il vuoto lasciato da Yennefer e ad accogliere Triss come "unica" in grado di prendere il suo posto.
Il punto era che Triss sapeva.
Sapeva che Geralt non avrebbe mai dimenticato Yennefer, non intenzionalmente almeno, e ciononostante si era presa tutta l'intimità del Witcher pur di vedere finalmente il proprio amore corrisposto. Non si poteva accusarla troppo duramente, in quanto Triss non aveva plagiato la mente di Geralt con la magia o in altro modo scorretto, ma era anche vero che costei aveva colto al volo la debolezza e l'estrema vulnerabilità del Witcher per soddisfare i suoi desideri. Pur provando vergogna di ciò, Triss ancora non riusciva a perdonarsi per aver approfittato così della situazione.

- Puoi odiarmi, se credi - sussurrò. - Non ho giustificazioni, Geralt, né intendo averne... Sono una donna che ha sbagliato, nel modo più egoista possibile, ed è giusto che tu sappia la verità fino in fondo!
- Triss, senti - fece dunque Geralt. - Posso capire, perché lo hai fatto intendo, ma non è certo un bel modo di salutarsi questo!
- No, infatti - riconobbe lei dolorosamente.
- Quando ho rivisto Yen, guardandola negli occhi dopo quanto è successo, il senso di colpa era quasi più forte della gioia di essersi ritrovati; e quando dopo ho rivisto te, convinto di essere solo io dalla parte del torto, ho avuto paura... Paura che tu potessi guardarmi con disprezzo e, ti assicuro, non è una bella sensazione!
- Lo so, Geralt, lo immagino!
- Non pensi sia un po' difficile ricominciare a credere l'uno nell'altra, sapendo quanto male siamo riusciti a farci a vicenda?

La voce di Geralt, come al solito, pareva priva di rabbia o emozione. Il Witcher non aveva modo di esprimersi né con gioia né con ira, salvo che col linguaggio del corpo, tuttavia Triss percepiva chiaramente il rimprovero dietro alle sue parole.

- Geralt, non ti sto chiedendo di perdonarmi, voglio solo che tu non abbia da soffrire ancora!
- Come?
- Facendomi carico io sola del dolore di entrambi - spiegò dunque Triss. - Posso intervenire sulla tua mente, sigillare il mio nome ed il mio ricordo con un incantesimo, e spingerti a dimenticare tutta la mia intera esistenza... Così, né tu né Yennefer avrete più modo di soffrire a causa mia!
- E tu?
- Sono abituata a pagare il prezzo dei miei errori, Witcher - tagliò corto lei. - E se devo portarti eternamente nel mio cuore, come rimpianto, lo farò!

Ciò detto, Triss evocò a sé un forte concentrato di luce magica nel palmo della mano, nell'atto di formulare le parole del suo incantesimo di memoria. In quella però, prendendole robustamente la mano tra le proprie, Geralt la interruppe e scosse la testa.

- No - disse. - Non puoi decidere per me, Triss, e dimenticarti non è quello che voglio!
- Ma io sono stata scorretta con te, Geralt...
- Questo lascia che sia io a deciderlo - replicò serio il Witcher.

Triss abbassò lo sguardo, forse per la vergogna, tuttavia Geralt le impose di guardarlo negli occhi.

- Triss, guardami - esclamò. - Già una volta sono stato privato dei ricordi di persone a me care: i miei amici, i miei compagni, la donna che amavo... Pensi davvero che possa permetterti di uscire dalla mia vita, così come sei entrata?
- Ma... Geralt, io...
- Tutti commettiamo errori, Triss, nessuno è perfetto - osservò. - Puoi anche aver commesso un errore, ma sei rimasta al mio fianco e hai sofferto tutto quello che ho sofferto io; hai sentito il dolore sulla tua pelle, laddòve non ero con te per proteggerti, e hai continuato a combattere con coraggio! Dimenticare te equivarrebbe a dimenticare come respirare... Io non vivo senza respirare, nessuno può farlo, e non potrei vivere senza di te!
- Lo pensi sul serio?

Di nuovo Geralt annuì.
Triss pianse commossa, percependo tutto l'affetto di lui in quelle parole, e quasi non sapeva come esprimere l'intensa emozione che provava.

- Quando ho detto "ti amo" la prima volta, non era una bugia - sottolineò Geralt. - E' vero, il mio cuore appartiene a Yen ma anche tu mi sei molto cara... e lo sarai per sempre!
- Oh, Geralt - singhiozzò Triss con gli occhi lucidi.
- Il nostro non è un addio, te lo assicuro - concluse il Witcher. - Arrivederci Triss! 

FINE

   
 
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