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Autore: WillofD_04    23/07/2015    3 recensioni
Cosa fareste voi se vi ritrovaste all'improvviso in casa sei personaggi del vostro manga/anime preferito? E se a complicare le cose ci fosse il fatto che siete gli unici che riescono a vederli? Cosa sarà successo? E soprattutto come faranno a tornare nel loro universo? Ce la farà la nostra eroina a farli tornare a casa?
DAL TESTO:
«Credo proprio che tu ci debba delle spiegazioni.» due occhi di ghiaccio mi trafissero, seri.
Deglutii un paio di volte anche se c’era ben poco da deglutire, visto che la mia bocca aveva smesso di produrre saliva da un bel po’. Vedendo che non proferivo parola, il mio interlocutore intensificò lo sguardo già abbastanza terrificante e fece un passo verso di me.
«Oh cazzo…non è possibile» dissi. E per qualche ragione che tuttora non comprendo, cominciai a ridere, irritandolo ancora di più. «Io pensavo che oggi uscisse il capitolo…» fu tutto ciò che riuscii a pronunciare
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco, Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La fenice. Chirurgo della morte. Cappello di paglia. Cacciatore di pirati. Gamba nera. Sogeking. Ancora nel buio più totale - metaforicamente e non - feci mente locale sui volti che avevo riconosciuto. Assurdo. Davvero assurdo.  Il mio sogno di conoscerli dal vivo si era avverato e io che cosa avevo fatto? Ero svenuta miseramente, collezionando la più grande figura di merda della storia. “Ma ti sembra questo il momento di pensare a una cosa del genere!?” la mia coscienza si era risvegliata prima di me a quanto pareva. Però aveva ragione. La situazione era abbastanza critica. Aprii gli occhi controvoglia, sperando di ritrovarmi in paradiso o dovunque non avessi dovuto affrontare gli occhi freddi e inquisitori del terribile chirurgo della morte. Avrei preferito perfino essere prigioniera al sesto livello di Impel Down, ma non lì. Subito avvertii il cado soffocante estivo e dodici occhi che mi guardavano nella maniera più diversa, chi con indifferenza, chi con curiosità, chi con paura. “Ok. Queste persone si aspettano delle spiegazioni. Spiegazioni che non hai al momento e che probabilmente non avrai mai. Sono pirati. Pirati ricercati. Alcuni di loro uccidono per il semplice gusto di farlo. Fa qualcosa di intelligente se non vuoi rimanerci secca.” Quello che mi preoccupava più di tutti in realtà era Law, tutti gli altri a parte forse Marco che non avevo avuto modo di inquadrare, sapevo che non erano cattivi e non mi avrebbero fatto del male se io non gliene avessi dato un motivo valido. Già. Il punto era proprio questo. Cercare di fornirgli una motivazione sufficientemente credibile per evitare di finire come carne da macello. Quale sarebbe stata era ancora un mistero, ma contavo sul mio buon senso per tirarmi fuori da quella situazione spiacevole.
«Ehi, stai bene?» una voce mi riportò alla realtà, appena in tempo per realizzare che ero stesa sul tavolo della sala da pranzo. Un ragazzino poco più grande di me mi squadrava con un sorriso stampato in faccia. Non capivo che ci fosse da ridere ma la sua allegria in qualche modo era contagiosa, quindi sorrisi anche io, tanto per rendere la situazione ancora più inverosimile.
«Sei proprio il fratellino di Ace» commentò serafico il biondino seduto accanto a lui.
«Ma vi sembra il momento!?» la voce preoccupata dell’aspirante re dei cecchini mi tranquillizzò un po’. Il pensiero che ci fosse qualcuno terrorizzato almeno quanto me mi faceva sentire meno surreale.
«Visto che ti sei ripresa, parla.» disse secco il pirata che temevo di più in quel momento. Prima di emettere qualsiasi suono, c’era una cosa che dovevo fare. Allungai una mano verso lo spadaccino - quello che al momento era il più vicino - e lo toccai. Potei sentire la stoffa del suo vestito sotto le mie dita, era morbida e leggera. Non contenta, gli toccai una guancia. La pelle era liscia e estremamente reale. Dunque era vero. Tutti loro erano veramente lì davanti a me, in casa mia. Era buffo. Il mio desiderio di incontrarli in carne e ossa si era finalmente realizzato e io anziché saltare di gioia ero rimasta paralizzata dal terrore. Ora però dovevo cercare di mettere da parte le emozioni e concentrarmi su quello che stava succedendo, per cercare di capirci qualcosa.
Il chirurgo della morte picchiettava il piede per terra, impaziente, senza però far trasparire alcuna emozione. Zoro invece, mi guardava sconcertato, probabilmente ancora scosso dalla scena che gli avevo propinato prima. Rufy sorrideva ancora e si dondolava come una scimmia dalla sedia. Decisi che avrei guardato lui, se non altro mi rassicurava la sua espressione così serena a dispetto di tutti gli altri. A pensarci bene avrei potuto puntare il mio sguardo tranquillamente anche su Sanji visto che mi fissava estasiato. Scesi dal tavolo che ero ancora un po’ intontita, ma senza perdere tempo mi sedetti sulla prima sedia disponibile.
«Potresti, se non ti è di troppo disturbo, spiegarci questo?» a parlare era stato Marco, accompagnandosi con un gesto della mano. Mi voltai verso di lui e boccheggiai.
«Ragazzi non vedete che è sotto shock? Datele tempo!» cavalier Sanji era venuto in mia difesa «come ti chiami bella fanciulla sconosciuta?»
Boccheggiai anche a quella domanda.
«Secondo me è muta» commentò con molta tranquillità lo spadaccino
«Ti sbagli testa di muschio, ha visto te e si è terrorizzata!»
«Stai zitto cuoco di merda! Ti faccio a fette!»
«Come ti permetti!? Io t…»
«Camilla» sputai fuori all’improvviso, guadagnando l’attenzione di tutti, compresi i due litiganti
«Ma che bel nome! Si addice proprio a una bella ragazza come te!» il cuoco della ciurma di cappello di paglia disperse cuoricini per tutta la stanza, nauseando buona parte dei presenti
«Ci risiamo, è partito» commentò Usop che fino a quel momento non aveva proferito parola
«Però potete chiamarmi Cami, lo fanno tutti» continuai io, facendo un mezzo sorriso
«Quanti anni hai Camilla?» mi chiese Marco
«Diciotto quasi»
«Sei la più piccola allora!» esclamò Rufy, sempre con un sorrisone «Io mi chiamo Rufy e sono colui che diventerà il re dei pirati!»
Risi per la prima volta quella mattina. «Lo so chi sei, Rufy. E faccio il tifo per te! Tutti lo facciamo!»
«Grazie!» rise anche lui
«Tutti chi?» chiese titubante Usop
Merda, avevo parlato troppo. Per l’ennesima volta quella mattina non seppi cosa dire.
«Ehi ragazzina, il nasone ti ha fatto una domanda. Sarà meglio per te che risponda» Law aveva parlato, con una tale freddezza da spazzare via i 35 gradi che facevano.
«Ehm…come faccio a spiegarvelo?» cominciai io «ecco…diciamo che siete famosi qui nel nostro mondo»
«Famosi in che modo?» mi incalzò il medico
«Io vi conosco. Tutti. So chi siete e so da dove venite. Questo perché fate parte di un manga che seguo molto» sputai fuori tutto d’un fiato
«Ah! Lo sapevo! È una strega! Ci ucciderà tutti con uno dei suoi incantesimi! Rufy, Zoro, Sanji pensateci voi!» Usop strillò in preda al panico prima di andare a rifugiarsi sotto al tavolo
«Mango?? Dove?? Ho fameee»
«No Rufy, non farti fregare dalla faccia gentile! Vuole la tua testa in realtà! Oddio Zoro ti ha toccato…ora sei sua preda! Scappa finchè sei in tempoo» da sotto al tavolo la voce suonò ancora più nasale, ottenendo un effetto decisamente più comico del previsto che però non potei godermi perché sentii delle dita affilate afferrarmi il collo «Comincio a spazientirmi. Esprimiti chiaramente»
Cominciai a tremare come una foglia, guardando Trafalgar Law stringere in mano la mia vita, letteralmente. «Manga. Fumetto. Una storia disegnata! La vostra storia, quella di Rufy e la sua ciurma che parla del viaggio per ritrovare lo One Piece e diventare re dei pirati. Voi siete tutti personaggi di questo manga. In molti lo seguono e in molti vi conoscono!» dissi tutto d’un fiato. Il chirurgo però non allentava la presa «M-mi dispiace, ma più chiara di così non posso essere…» ero sul punto di piangere.
«Ehi Traffy. Lasciala.» ancora una volta, da bravo gentleman, Sanji era accorso in mio soccorso. Pronunciò la frase con calma, nascondendo lo sguardo sotto la frangetta e buttando fuori il fumo della sigaretta che aveva aspirato poco prima. Law sembrò convincersi, perché fece come aveva detto il cuoco.
«Quindi, ricapitolando, noi saremmo personaggi di una storia disegnata?» chiese Marco
«Si. Perché siate qui e come ci siate arrivati non ne ho idea, ma appartenete all’universo di One Piece» dissi convinta
«Eh? Conosci anche tu lo One Piece??» gli occhi di Rufy brillavano come quelli di un bambino in un negozio di caramelle
«Diciamo di si» gli sorrisi di rimando. Nessun altro proferiva parola. Erano tutti rimasti sconvolti dalle mie parole.
«Wow! Ma è fantastico!»
«Sanji prepara un banchetto dobbiamo festeggiare!» disse entusiasta Rufy «ehi un momento…non sarà che anche tu vuoi diventare re dei pirati!? Perché in tal caso siamo nemici!» cappello di paglia mi guardò storto per un attimo
«No, no figurati! A me basta seguire le tue avventure e vedere avverarsi il tuo sogno»
«Che sollievo...beh stai pur certa che ce la farò!» il suo volto divenne estremamente sicuro e un ghigno di sfida comparve sul suo volto
«In sostanza, tutti si fanno gli affari nostri leggendoci su un foglio di carta?» chiese pacatamente la bionda fenice dopo essersi ripresa dal piccolo - per così dire – shock.
«Beh…si…»
Il capitano dei pirati Heart prese parola «Se le cose stanno davvero così come ci hai detto, dobbiamo contattare l’autore.».
   
 
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