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Autore: Flitwick    23/07/2015    5 recensioni
Prendete un pirata, fatelo innamorare e avere una figlia. Riuscirà a sopravvivere alla routine e a essere un bravo papà?
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dottor, Whale, Emma, Swan, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Regina, Mills
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Fammi capire dolcezza, io dovrei rimanere a casa mentre tu dai la caccia a dodici cigni umanoidi comparsi in città?- esclamò Hook buttando giù tutto d’un fiato il bicchiere di rhum.
La Salvatrice gli lanciò un’occhiata eloquente mentre radunava le ultime cose nel suo piccolo zaino. Da quando l’ultima minaccia era scomparsa da Storybrooke molte cose erano cambiate. Mary Margaret, David e il piccolo Neal si erano trasferiti in un altro appartamento poco distante per avere più spazio e soprattutto perché due neonati più un tredicenne in piena crescita nella stessa casa non sono perfettamente compatibili.
Dopo diversi mesi Emma aveva convinto suo padre (non dopo aver corrotto Mary Margaret) a permettere a Hook di abitare nella sua casa. Aveva ceduto soltanto perché Henry e il pirata sembravano andare molto d’accordo, ma non aveva retto la notizia che gli era giunta dopo diversi mesi. Il diventare nonno per la seconda volta lo aveva destabilizzato fortemente, portandolo a minacciare il povero Killian con un mestolo da cucina ancora sporco di sugo. Non avrebbe dovuto permettere a quel pirata poco raccomandabile di dormire nella stessa casa della sua bambina, e ancora peggio condividere il letto lei, ma nonostante l’astio iniziale e gli istinti omicidi nei confronti del ragazzo di sua figlia, era pieno di felicità nel vedere Emma gioire a ogni ecografia. Henry, però, era stato sicuramente il più contento di tutta la famiglia, era da tanto che desiderava un fratellino e finalmente era stato accontentato. Scoprire che il fratellino era però una sorellina lo aveva lasciato piuttosto perplesso, ma alla fine avrebbe potuto preparare altre operazioni segrete anche con una bambina.
La piccola era nata una bella mattina di primavera mentre David continuava a ripetere che era tutta colpa di Capitan Eyeliner se sua figlia stava soffrendo, ma il futuro papà a malapena lo ascoltava, concentrandosi sulle urla di Emma. I sensi di colpa erano piuttosto scomodi, ma cercava di consolarsi ripetendosi che ne valeva la pena e aveva perfettamente ragione. Era un piccolo batuffolo rosso e urlante con una montagna di capelli neri e arruffati che cercava pace fra le braccia della sua mamma. I due neogenitori erano già entrambi in lacrime per la felicità, ma Henry, quando prese in braccio la sorella, vide chiaramente i due cercare di nascondere i segni della loro commozione. Ridacchiò, pensando a quanto fossero strani.
Alla piccina fu dato il nome di Elise e ben presto il suo carattere tempestoso e vivace si fece sentire in casa, la sua mamma e il suo papà non dormivano tutta la notte da più di sette mesi e la bambina non era mai intenzionata a cedere.
-Io e David dobbiamo occuparci dell’allontanarli dal ponte, potrebbero rendere la strada inagibile.- guardò la bambina ridere contenta sul seggiolone e le diede un bacino fra i capelli, per poi guardare Hook –Devi portare la bambina da Whale, Killian. Deve fare il controllo dei sette mesi.-
Il viso del pirata si trasfigurò in un’espressione sorpresa e incredula, lasciando il bicchiere a mezz’aria-Cosa? Dolcezza, sei tu la madre, dovresti andarci tu e io dovrei occuparmi dei cigni.-
Sentì gli occhi di Emma trafiggerlo e si dette mentalmente dell’idiota. Prima regola, Emma Swan è una donna indipendente e non si poteva discutere. Cercò una via d’uscita per evitare una litigata inutile.-Oppure, perché non chiedi a Mary Margaret di tenere la bambina?-
-E’ a scuola insieme ad Henry.- si sedette versandosi del caffè nella tazzina
-Belle?-
-Sta facendo la babysitter a Neal.-
-Regina...?-
-Vorrei scherzare, spero.- lo fulminò mettendo lo zucchero –Perché non vuoi andare? Non è un compito da pirata?-
Killian guardò la piccola e le accarezzò la guancia gentilmente, certe volte si sentiva così fuori posto...-Swan, sono senza una mano, potrei farle del male, non l’ho mai presa in braccio senza te in casa.- abbassò la voce, mortificato –E se poi piange e ha fame? Cosa le do? Non ho mica delle mammelle di riserva.-
Emma sorrise dolcemente, alla fine era sempre il solito Killian, attento e gentile che fa di tutto per nascondersi. Amava sua figlia tanto da vegliarla tutta la notte con la febbre, sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, anche tagliarsi l’altra mano se fosse stato necessario.
-Ba... Babababa!- i piccoli versi allegri di Elise riportarono Emma alla realtà. La bambina rideva agitando le manine per aria e mostrando i suoi due dentini appena nati. –Cosa c’è tesoro?-
La piccola indicò Hook ridendo e continuando con le sue parole sconnesse –Vuoi andare da papà?- la prese in braccio, posandola delicatamente sulle ginocchia dell’uomo che sorrise per poi darle un bacino sul naso.
Emma guardò nuovamente l’orario –Devo proprio scappare, David mi sta aspettando, mi raccomando, non dimenticare il cambio Killian.- salutò entrambi per poi sparire nel giro di pochi secondi.
Hook sospirò guardando la figlia –Siamo rimasti solo noi due tesoro, meglio prepararsi.-
La bambina batté le mani ridendo.
 
Era quasi un’ora che stava litigando con quel dannato coso rosa, ma sembrava peggio di una piovra assassina. Emma gli aveva assicurato che quel ‘marsupio’ o come lo aveva chiamato lei avrebbe tenuto la bambina al sicuro e contro al suo petto, così che non avrebbe dovuto prenderla in braccio e avere paura di farle del male. Sembrava un’impresa capire come funzionasse quel coso. Nella Foresta Incantata i neonati venivano fasciati e portati in braccio, ai più ricchi era concesso un passeggino, ma erano veramente rari. In questo mondo c’erano tantissimi modi per trasportare un lattante e alcuni erano davvero strani.
Doveva riuscire a montare quella dannata cosa rosa confetto sul suo petto, altrimenti Emma non glielo avrebbe mai perdonato. Dopo diverso tempo (molto) era riuscito a capire come andassero legati quei nastri e con estrema facilità riuscì a infilare la bambina che tutta contenta strillava agitando gli arti. Si sporgeva guardando in basso e poi girandosi verso il padre, dubbiosa. Probabilmente questa posizione non convinceva nessuno dei due, ma bisognava adattarsi. –Questa cosa sembra più una prigione.- toccò delicatamente la bambina che afferrò il suo dito raggiante –Stai bene? Stai stretta?- Elise rise e lui lo prese per un  no.
Infilò il giubbotto di pelle per poi afferrare la borsa (rigorosamente rosa) con tutte le cose necessarie per la figlia e si avviò verso l’uscita. –Andiamo piccola, c’è il dottor Frankenstein ad aspettarci.-
 
L’ambulatorio dei bambini era forse la cosa più inquietante che Killian avesse mai visto. C’erano strani topi con delle orecchie enormi sulle pareti che sorridevano, mentre un cane giallo e un papero bianco con la mantellina li rincorrevano. Come poteva una papera rincorrere un topo così grande? La sua entrata fu notata da tutto il personale che ridacchiava guardando il suo portamento fiero. Si sedette vicino a due signore (erano tutte donne! Sai che novità) e aspettò pazientemente il loro turno. Fortunatamente quel giorno la bambina era di buon umore e si stava godendo il suo ciuccio in pace.
La ragazza accanto a lui, una biondina molto giovane con un maschietto in braccio, lo stava osservando curiosa.  Si ricordava di lei, doveva essere Ashley, la ragazza di cui Emma gli aveva parlato. Quella che aveva fondato quel club assurdo sulle ninnananne e le pappe per bambini.
-Qualcosa non va, tesoro?- chiese guardandola negli occhi, mentre questa arrossiva.
-Nono, è che è sempre molto strano trovare dei papà qua.- sorrise guardando la piccina –Tu devi essere Capitan Hook, vero? Emma mi ha parlato di te.-
Killian ammiccò facendo un segno col capo alla giovane –Al vostro servizio, principessa.-
-Ora fai pure il papà a tempo pieno, Hook?- si voltò trovandosi la Ex Regina cattiva di fronte a lui che ridacchiava. Regina non riusciva proprio a trattenersi di fronte al capitano in quelle condizioni. –Quel marsupio rosa ti sta una meraviglia, sulla giacca di pelle è davvero alla moda.-
Si sedette vicino a lui mentre sospirava –Cosa ci fai tu qua, Regina?- -Il mio lavoro, controllo che l’ospedale funzioni.-
L’uomo sbuffò, cercando di ignorare la serie di battute della regina cattiva. Perché toccava sempre a lui fare queste figure da idiota? Dopo nemmeno qualche secondo una timida infermiera si affacciò –C’è la signora Jones?- Regina scoppiò a ridere piegandosi in due mente un cipiglio poco rassicurante si dipingeva sulla faccia di Hook. Si alzò lentamente guardando la ragazza-Ti sembro una donna, tesoro?- -N-Non signore, ma... Ecco... Qui stava scritto così...-
L’uomo la ignorò proseguendo verso lo studio di Whale cercando di svegliare gentilmente la bambina ed evitare una serie di timpani rotti. Bussò alla porta e una voce maschile gli rispose uno seccato –Avanti!-
Non lo guardò nemmeno in faccia e prese a scrivere velocemente su uno strano blocco di carta –Ehm...-
-Metta la bambina su quel lettino.- disse meccanicamente. Killian obbedì cercando di sfilarla con la mano buona e appoggiarla delicatamente dove gli era stato detto. Rimase vicino a lei, cercando di non farla cadere, mentre il pediatra sembrava ancora preso dalle sue carte, quando improvvisamente chiese –Nome?-
Hook si guardò intorno, chiedendosi a chi si stesse riferendo, dopo qualche secondo di esitazione rispose –Killian Jones.-
Whale alzò lo sguardo palesemente scocciato e sbuffò –Quello della bambina.- Il pirata lo guardò di traverso. Quel tipo non gli piaceva per niente. Che diavolo ne poteva sapere come si facevano questi controlli? Era un pirata, mica una governante. –Elise Jones-
-Età?- -Sette mesi-
L’uomo annuì per poi alzarsi e tirare fuori uno stetoscopio dalla tasca e avvicinarsi alla piccola ancora assonnata. Le alzò piano la maglietta per ascoltare il battito del cuore, ma la spada di Hook gli si piazzò sul collo prima che potesse far qualcosa –Che diavolo le stai facendo! Non la toccare!-
Whale alzò gli occhi al cielo, per poi sbottare –Puoi togliere questa cosa dalla mia testa? Come vuoi che ascolti il battito del cuore? Attraverso i vestiti?- Il pirata ritirò la spada, ancora poco convinto, mentre il dottore controllava il cuore e la vista.
A bruciapelo iniziò a fargli delle domande a raffica che lo lasciarono scosso. –Cosa mangia?-
Killian sbatté gli occhi, Emma non gli aveva detto di studiare qualcosa prima di andare lì. –Ehm... Latte materno e pappette.-
Whale prese un bel respiro, era meglio non infierire, altrimenti sarebbe finita molto, molto male. –Che tipo? Carne? Verdura?-
-Non sono il cuoco di casa, amico.- fece spallucce il pirata.
Buttò lo stetoscopio sulla scrivania con rabbia. Quel tizio non sapeva proprio niente di bambini, come tutti gli uomini d’altronde.
Sospirò sedendosi alla scrivania e ricominciando a scrivere –Ehi amico, vuoi dirmi se mia figlia sta bene? Non hai detto niente su come sta.- -Sana come un pesce.- terminò di scrivere, mentre sul viso di Hook nasceva un sorriso sincero mentre riprendeva la bambina nel marsupio. Le diede un bacino che la fece ridere e voltare verso di lui, cosicché i loro occhi blu si guardassero. –Sei un osso duro, eh piccola? Proprio come il tuo papà.-
Prese la borsa e il foglio che Whale gli stava porgendo –Preferirei vedere la madre, la prossima volta.-
-Amico, non è colpa mia se ho una donna impegnata.- fece spallucce nuovamente e uscì trionfante con la bambina che gorgogliava allegra. –Buona come prima volta, vero tesoro? Faccio progressi.- lesse il pezzo di carta, ma non ci capì molto. Parlava di pulsazioni e altre cose strane, poco male, avrebbe chiesto a Belle appena passavano dalla biblioteca. Alla fine stava diventando un papà modello, Elise ed Emma sarebbero stati fieri di lui, non era poi così difficile. –Coraggio piccolina, andiamo a prender Henry da scuola, sarà felice di sapere che sei in piena salute.-
Elise si accoccolò sul petto del padre, sbadigliando mentre Killian si avviava verso la scuola. Dopo tutto, poteva andare peggio, anche se forse la prossima volta avrebbe dovuto mandare Emma, almeno avrebbe risposto bene alle domande di quell’antipatico.


^.^ Salve! Io sono Eurydike. Questa è la mia primissima storia su Once Upon A Time e spero sia di vostro gradimento >.< se avete dei commenti buono e non sulla storia sono sempre ben accetti.
Spero che vi piaccia =)
A presto,
Eurydike
  
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