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Autore: Tei Sukone    23/07/2015    0 recensioni
Len si trova in un mondo privo di colori. Sembra che ogni cosa sia persa ma il suo cuore continua a battere... La cosa più importante è ritrovare il suo amore, che lo aspetta in un mondo vivace e colorato. Deve solo raggiungerla...
Ispirato al gioco ''Color my heart", emozionante nonostante la sua semplicità, e alla canzone ''Why don't you call me yet?", ho tirato fuori questa oneshot. Spero sia di vostro gradimento, e soprattutto, che possa suscitare qualche emozione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest
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Color my heart
 
Len era spaesato. Non aveva la minima idea di dove fosse finito. Dov'erano i colori? Perchè era tutto monocromo? Era come vivere dentro uno stilizzato disegno a penna; persino lui, come tutto ciò che lo circondava, era solo scarabocchi, un mucchio di sottili linee nere basilari.
Presto il volto fu rigato da una lacrima. Poi due, poi infinite. Cosa avrebbe fatto adesso? Un esserino ormai divenuto niente; era come aver perso tutto.
Eppure qualcosa c'era, nel suo cuore nascosto. Un miscuglio di emozioni, infiniti e forti sentimenti. Erano forse la chiave per uscire da lì?
Cosa ho respinto fino ad ora?
Il giovane ragazzo senza colori, non perse solo quelli, ma anche la cosa più preziosa. 
Cos'è importante ora?
Nella sua mente i frammenti di memorie felici lo avvolsero in un familiare calore. Una figura molto simile a lui, ma femminile, colorata. Ricordò innumerevoli canzoni cantate e infiniti baci proibiti; poi un addio, e poi il bianco e il nero divorarono tutti gli altri colori. Persino il grigio delle ombre era ormai svanito. Len avrebbe dato tutto se stesso per riavere i colori, almeno per vedere nel suo riflesso la gemella perduta.
Vorrei sognare, rinchiudere il mio e il tuo mondo nel mio sogno e non lasciarti più andare...
E ad un tratto Len capiì, sapeva cosa doveva fare.
Esplorò questo mondo senza colori, cercando un'uscita.
Sapeva che lei lo stesse aspettando.
In uno sgargiante mondo dove il nero e il bianco non dominavano.
Dove amare è possibile.
C'erano edifici, e in molti vi erano rinchiusi dei grandi ingranaggi di orologi. Le porte si aprivano da sole, strambi macchinari fabbricavano pacchi. Non c'era vento, non c'era sole. Sembrava un'industria all'aperto, nel mezzo di una città, se si potesse definire tale, quel semplice disegno in cui era finito.
Len camminò dove poteva, notò dei camini di edifici dove il fumo usciva a forma di cuore, ma che poi svaniva subito, e poi tornava tutto normale. Il ragazzo pensò di averli quasi immaginati, e si definì uno sciocco innamorato.
Avrebbe voluto fare a meno di contemplare quel triste mondo, ma non potè fare a meno di leggere i manifesti pubblicitari locali, che sembravano un incitamento a reagire contro quel luogo così sconosciuto; alcuni dicevano ''Niente colori, niente emozioni", e Len si preoccupò, pensando che potesse perdere i suoi sentimenti per lei da un momento all'altro.
Ad un certo punto scivolò e cadde, facendosi male. Ma non era niente in confronto alla fitta al cuore che aveva in quel momento. Proseguì, evitando per un pelo una stalattite che precipitò, poi notò un altro manifesto:
"PERICOLO! IL TUO MONDO POTREBBE COLLASSARE"
Questa volta non si curò molto del messaggio. Len si sentiva vicino, attirato come un magnete da qualcosa. Si fidò del suo istinto, inebriato del suo amore, pensando di continuo a lei e ad i suoi colori.
Ad un tratto si sentì così leggero che iniziò ad alzarsi da terra e ad andare su, sempre più su, riuscendo a superare qualunque ostacolo di quel mondo crudele, sollevandosi fino alle nuvole. Fluttuò sopra esse e poi camminò fiaccamente sopra un digiribile immobile, nell'aria, e vide anche una mongolfiera in volo, sempre immobile, in cui vi era raffigurato il disegno di un cuore con una X sopra. Non era strano per Len che lì il tempo era come si fosse fermato, ma si chiedeva perchè c'erano quegli ingranaggi in movimento... Si sentiva un pò ingannato, ma non se ne curò e proseguì. Quel richiamo era sempre più forte; incominciò a percepire nell'aria una fragranza nostalgica, di vaniglia e caramello, il suo profumo preferito, e poi una voce sempre più udibile, e la riconobbe, insieme alla canzone che la gemella stava cantando. 
Poi da quello che vide, ne rimase spiazzato.
Quel cielo bianco acquisì sfumature cerulee, e riuscì a distinguere alberi smeraldo e cioccolato, un arcobaleno di fiori, e il sentiero erboso; ritrovò anche la sua ombra, ma soprattutto, vide lei, che lo aspettava, e lui finalmente le stava davanti. Ritrovò il suo riflesso, i biondi capelli, gli occhi zaffiro, splendenti e colmi di lacrime come i suoi.
Il triste mondo in cui era imprigionato lo aveva lasciato alle sue spalle, e una volta afferrato le mani di Rin anche lui riprese colore. 
I suoi sentimenti, che pensava di averli persi per sempre, lo avevano guidato per tutto il tempo. Aveva mantenuto quella promessa fatta tanto tempo fa; se verranno divisi, loro si ritroveranno ancora, per sempre.
Len aveva imprigionato il suo cuore, i suoi sentimenti dannati, ma non si rese conto che perdendo lei, perdeva la sua vita.
Unendosi in un bacio appassionato, i due potevano essere ormai felici. C'era futuro ora che i loro mondi si erano ritrovati. 
Il suo cuore, libero, aveva ormai ripreso colore.
In questo mondo in bianco e nero, cercherò nelle profondità della terra e raggiungerei il cielo per te...

**********
E a quel punto si aprirono gli occhi. 
Len si trovava disteso, in quella che sembrava una stanza d'ospedale.
Accanto a lui, nel comodino, trovò un mazzo di fiori, una foto di lui e sua sorella e il suo telefonino giallo. Dopo un attimo di tempo per acquisire lucidità dopo l'atteso risveglio, prese il telefono, facendo una chiamata.
**********
Il telefono squillò, non molto lontano dall'altro da cui veniva effettuata la chiamata.
La ragazza ebbe un sussultò. Quella suoneria era impostata solo se l'avesse chiamata Len.
Dopo tre anni, il momento era arrivato.
Corse via dal giardino, quasi andando addosso a due infermiere, per poi entrare di corsa in ospedale, luogo che conosceva fin troppo bene, e si diresse a grandi passi nel corridoio, poi nelle scale, ancora in un corridoio ed infine, la camera di Len.
Aprì la porta, con il viso pietrificato, osservando il suo riflesso che ricambiava lo sguardo sereno e sorridente, aspettando che lei gli buttasse le braccia al collo.
E così Rin fece, tra le lacrime, senza dire nulla. Il loro amore parlava per loro, e il cuore di lei, dopo tanto tempo, fu di nuovo colorato.
-FINE
Grazie per aver letto! Spero di ricevere qualche recensione, ne sarei felice. :)
L'autrice.
  
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